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Turala e la fine di un’Era 2017-04-26T22:00:37+02:00

Un anno, un’epopea

Della terribile catastrofe innescata dal Pricipe Daedrico Mehrunes Dagon su Morrowind alla fine della Prima Era abbiamo già accennato nell’articolo sull’Ordine Psijic (di cui vi abbiamo parlato qui e qui) e in altre circostanze. Ma in quello stesso anno si verificarono molti altri eventi altrettanto stupefacenti. Si tratta di una vicenda tanto complessa e ricca di risvolti imprevedibili quanto poco nota in quanto si svolse in un’Era in cui finora non è mai  stato ambientato alcun gioco della Saga. Le notizie si possono desumere da varie fonti ma principalmente da “2920, The Last Year of the First Era” di Carlovac Townway. Il librone però è diviso in ben dodici lunghi libri alcuni dei quali possono sfuggire al giocatore anche se l’insieme è rintracciabile negli ultimi tre capitoli della Saga. E’ un mosaico vertiginosamente intricato di personaggi, luoghi, passioni infuocate, conflitti, losche macchinazioni e sensazionali eventi.

I protagonisti di questo enorme affresco corale sono molti: i membri del Tribunale, donne stupende, eroi, personaggi ambigui, l’Imperatore di Cyrodiil coi suoi amori e la sua prole, streghe, Tsaesci, pazzi, politicanti, avvelenatori, sicari, Principi Daedra…

La storia è condotta in rigoroso ordine cronologico, un libro al mese. Però l’incalzare degli innumerevoli avvenimenti e l’enorme quantità di attori implicati può, malgrado la magistrale scrittura, creare qualche problema di comprensione. Per questo abbiamo tentato, ove possibile, di riordinare i vari filoni narrativi.

L’autore

L’indiscutibile genio che si nasconde sotto lo pseudonimo di Carlovac Townway è un uomo in carne e ossa e si chiama Ted Peterson. Ha lavorato direttamente presso Bethesda  dal 1992 al 1996 ed è stato Lead Game Designer per “TES II: Daggerfall”. Si è firmato anche Waughin Jarth. A quanto pare è uno spirito irrequieto e non si ferma mai in un posto per più di tre, quattro anni. Tra l’altro ha collaborato a varie puntate dei “Simpson”, è stato per un anno e mezzo in Activision, ha lavorato alla sceneggiatura della storica Avventura Grafica “Zork Grand Inquisitor”, è approdato a Savage Enterteinment dove si dedicava a giochi ben diversi come lo sparatutto “Heavy Gear II” e vari Transformers. Ha poi lavorato per la Disney e anche scritto diverse sceneggiature cinematografiche (una delle quali per Francis Ford Coppola) ma finora non si ha notizia che si siano tradotte in film. Attualmente è CEO della Peterson Production di Los Angeles.

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Questa è l’unica immagine reperibile di Ted Peterson

Con Bethesda era stato tra gli autori della serie “Terminator”, fps ispirati alla saga filmica. Con Vijay Lakshmana e Julian LeFay concepì il primo “Elder Scrolls: Arena” e in proposito ha dichiarato che la sua principale fonte di ispirazione è stata Ultima Underworld. All’inizio doveva essere solo un gioco d’azione ma poi, quasi indipendentemente dalla volontà degli autori, gli elementi ruolistici presero il sopravvento. Erano tutti e tre appassionati di RPG P&P.

All’epoca Bethesda rischiò il fallimento. Era una software house molto piccola, i finanziatori volevano un gioco di pura azione e furono sul punto di rifiutare il prodotto finito. Inoltre il gioco non era pronto, come pattuito, per il Natale del 1994 e uscì nel marzo successivo pesantemente buggato. Ma poi sappiamo quanto la fortuna è poi girata a suo favore.
Ted Peterson ha comunque continuato a scrivere per loro da esterno. E’ in assoluto tra i più prolifici autori di libri in game. Si parla di oltre un centinaio tra i quali calibri come “Breve Storia dell’Impero”,  “La vera Barenziah”, “La Regina Lupo”, “Galerion il Mistico” ecc.. Continua inoltre a contribuire alla sezione Lore del Forum Ufficiale con lo pseudonimo di “Sheogorath”.

Nota: il nome del Principe della Follia è una bizzarra e spericolata storpiatura del suo nome di battesimo Theodore.

Intervistato nel 2010 dall’Imperial Library ha detto che il suo preferito tra i libri che ha scritto per i TES è proprio “2920, The Last Year of the First Era”. Nell’intervista ammetteva candidamente che se non si riesce a reperirne tutti i capitoli e a leggerli nella corretta sequenza non sarà possibile capire nulla.

Sempre allo scopo di fare chiarezza, è opportuno ricordare che il Calendario Tamrielico è praticamente identico al nostro Calendario Gregoriano e si differenzia solo per i nomi attribuiti a mesi e giorni. Si potrebbe pensare che quel pianeta abbia una dimensione identica a quella della Terra, che i mesi siano determinati da fasi lunari simili (ma Tamriel ha due lune, Masser e Secunda!) e che anche quelle popolazioni abbiano deciso di raggruppare i giorni in settimane proprio come noi! Misteri dei TES. Comunque riportiamo una tabella illustrativa dei riscontri tra i Calendari dei due mondi, quello fantastico e il nostro.

MESI

Tamriel

Terra

Stella del Mattino Gennaio
Luce dell’Alba Febbraio
Primo Seme Marzo
Mano della Pioggia Aprile
Secondo Seme Maggio
Metà Annata Giugno
Luce del Cielo Luglio
Ultimo Seme Agosto
Focolare Settembre
Gelata Ottobre
Luce del Crepuscolo Novembre
Stella della Sera Dicembre

GIORNI

Tamriel

Terra

Morndas Lunedì
Tirdas Martedì
Middas Mercoledì
Turdas Giovedì
Fredas Venerdì
Loredas Sabato
Sundas Domenica

Avete notato come i nomi Tamrielici dei giorni ricordano in modo imbarazzante i corrispondenti terrestri in lingua inglese?

Ma andiamo a incominciare.

Premessa: Tamriel alla fine della Prima Era

Per capire cosa veramente avvenne dobbiamo fare qualche passo indietro accennando alla situazione politica e militare nel crepuscolo della Prima Era. Nell’anno 2840 l’Imperatore Reman II di Cyrodiil dichiarò guerra a Morrowind, l’unica regione di Tamriel che non faceva ancora parte dell’Impero. Il conflitto, che è ricordato come “Four-Score War” si trascinò per ben ottanta anni,  fino al 2920, e costò la vita a Reman II che cadde in battaglia all’età di 56 anni nel 2851. Ma dall’altra parte della barricata c’erano i fortissimi Dunmer guidati dalla terribile triade del Tribunale, gli Dei Almalexia, Sotha Sil e Vivec sui quali potete leggere notizie anche qui e qui. Gli avvenimenti che stiamo per raccontarvi si svolgono proprio in quel fatidico anno 2920 e culminano coi fatti che posero termine alla Prima Era.

La mappa di Morrowind

La mappa di Morrowind

Mettetevi comodi, il viaggio sarà lungo e accidentato. Spero che queste vicende vi regalino le straordinarie emozioni che ho provato io fin dalla prima volta che le lessi.

Turala e la Fine di un’Era

La nostra storia comincia a Mournhold. Ricordiamo che nella Terza Era, nella splendida capitale di Morrowind, sorgeva l’imponente Plaza Brindisi Darom, dedicata al Duca Indoril che reggeva la città alla fine della Prima Era. Forse non molti sanno che proprio Brindisi Dorom era stato il responsabile indiretto di una  immane catastrofe, ma procediamo con odine.

Giorno 1° di Stella del Mattino (Gennaio) in una stanza del Palazzo del Duca…
Il massiccio corpo del Duca Indoril Brandisi Darom sovrastava quello flessuoso della sua concubina preferita. La bella e dolce Turala era una Bretone appartenente alla Casata Redoran. Mentre lei si rivestiva il Duca notò che non stava indossando l’attillata veste verde smeraldo che le aveva regalato ma una più ampia tunica rossa. Di recente le forme della donna si erano ammorbidite ma in quel momento lui non realizzò che ella nascondeva un dolce segreto. Circa un mese dopo, con disappunto, si accorse della gravidanza. Furente le negò qualsiasi ulteriore incontro e ordinò alle guardie di impedirle l’accesso a Palazzo.
In preda al dolore e all’ansia Turala si trovò costretta a rivelare il suo stato alla famiglia. Il padre andò su tute le furie, le marchiò il polso col fuoco e la scacciò brutalmente: per la famiglia Reordan una sua donna resa incinta da un appartenente alla rivale Casata Indoril era una vergogna insopportabile.
Il suo mondo era crollato, tutti improvvisamente la rifiutavano. Doveva fuggire, andare lontano ma non sapeva dove…Aveva perso tutto e, con passi lenti e incerti, intraprese un viaggio verso il nulla. Disperata e scossa dai singhiozzi vagò a lungo nei boschi spazzati dai gelidi venti invernali. Saltuariamente si cibava di bacche e qualche volta ricorreva alla generosità delle carovane di passaggio che incontrava. Passarono mesi di freddo e stenti. Non riusciva quasi più a pensare, l’unico suo ossessivo pensiero era quello che doveva allontanarsi il più possibile dalle persone che amava ma che l’avevano scacciata con un disprezzo così feroce. Poi riuscì fortunosamente a passare la frontiera e ora si trovava a Cyrodiil, Morrowind era ormai lontana.
Passarono altri giorni, era la fine del Secondo Seme (Maggio). Non c’era più neve ma il clima era ancora insolitamente freddo, o forse era colpa del gelo che attanagliava il suo cuore. Il bosco era sempre spazzato dal vento. Da giorni non vedeva nessun suo simile, solo qualche animale indifferente al suo destino. Venne il momento in cui, stremata dagli stenti e in preda alle doglie, la derelitta cadde sotto un albero mentre un uccello in alto lanciava stridule grida che le sembrarono di scherno. Nella nebbia che le annebbiava gli occhi le parve di scorgere la sagoma di un enorme Elfo, nudo nella bufera, con una carnagione più chiara di quella dei Dunmer ma più scura di quella degli Altmer. Capì con terrore che si trattava di Ayleid, un Elfo Selvaggio (ve ne abbiamo parlato qui). L’essere le si avventò contro e lei cercò disperatamente di divincolarsi ma perse i sensi. Quando uscì lentamente dal buio non sapeva per quanto tempo era rimasta priva di coscienza. La bambina era stata amorevolmente sistemata accanto a lei e, avvolta in una coperta, vagiva sommessamente. Per la prima volta dopo mesi le lacrime che solcavano il volto di Turala non erano solo di disperazione, ora aveva una ragione per continuare a vivere.
Prese la neonata tra le braccia e si addentrò risoluta nel bosco.

Ora dobbiamo abbandonare per un po’ la nostra travagliata eroina ma non dimenticatevi di lei: la incontreremo ancora nelle vesti di protagonista dei terribili avvenimenti che posero fine a un’Era.

Ancora a Mournhold…

Torniamo qualche mese indietro, ancora al primo giorno di Stella del Mattino (Gennaio). La Divina Almalexia si svegliò ai primi raggi del pallido sole che filtravano dalla finestra scacciando finalmente i terribili incubi notturni. La tensione provocata dalla snervante guerra in cui era coinvolta non le dava tregua.

La fatale Almalexia in “TES III: Tribunal”

La fatale Almalexia in “TES III: Tribunal”

Alla scrivania il suo amante Vivec era intento a comporre le sue opere filosofiche e poetiche.

Nota: le “36 Lezioni di Vivec” sono senza dubbio l’opera più filosoficamente complessa e profonda della Saga, alcuni brani risultano addirittura alquanto ermetici e sono stati versati fiumi di inchiostro per tentarne un’interpretazione soddisfacente.

Almalexia disponeva di grandi qualità profetiche e in sogno aveva appreso che la guerra sarebbe stata perduta senza l’intervento di Sotha Sil, il terzo membro del Tribunale. Ma lui era ad Artaeum, dall’altro capo del mondo per affinare la sua filosofia con l’Ordine Psijic e per impartire insegnamenti. Mentre si rivestiva raccontò tutto a Vivec. Doveva raggiungere Sotha Sil al più presto. Affannata montò a cavallo e si mise prontamente in viaggio.

Il giorno 29° di Luce dell’Alba (Febbraio), transitando per Valenwood si imbatté nelle rovine di Gilverdale, comunità situata nella parte più orientale della Provincia. Ma cosa aveva provocato tanta morte e distruzione in quella che era stata una quieta e operosa cittadina?

Per saperlo dobbiamo fare di nuovo qualche passo indietro, al giorno 16° di Luce dell’Alba (Febbraio). E’ la “Festa degli Amanti” in cui viene ricordata la leggenda di Polydor ed Eloisa. Le taverne offrono gratuitamente camere e bevande agli avventori, i bardi cantano ballate, tutta la popolazione danza e festeggia per incoraggiare i giovani a seguire l’esempio dei due mitici amanti.
Quella sera, dopo la festa, la Regina Hasaama aveva raggiunto il suo consorte, Dro’Zel Re di Senchal in Anequina (che con Pelletine in seguito formerà la provincia di Elsweyr) nelle sue stanze.

La mappa di Elsweyr come appare in “The Pocket Guide to the Empire”

La mappa di Elsweyr come appare in “The Pocket Guide to the Empire”

 

Durante una rappresentazione improvvisamente l’uomo si era rabbuiato e si era ritirato bruscamente di pessimo umore. Ora era rannicchiato nel letto in posizione fetale, si dondolava, tremava e piangeva lacrime di rabbia. Alle domande della moglie rispose con una voce stridula da pazzo che non poteva sopportare che quel bardo avesse stuprato in maniera così oscena la storia dei due mitici amanti, che voleva la sua morte, che gli avrebbe impedito di perpetrare ancora un siffatto crimine. Ovviamente era definitivamente uscito di senno. Le chiese se sapeva dove il colpevole si sarebbe recato per continuare la sua tournée.

Credo a Gilverdale in Valenwood ” mormorò la Regina allarmata dalla pazzia che trapelava furiosa dal volto del marito. “Ma che cosa hai intenzione di fare?” Non poteva immaginare l’entità dell’esplosione di malvagia follia che lo aveva colto. Noi invece sappiamo che questi uscì ed eseguì un perverso rituale per evocare Molag Bal.

Molag Bal in “TES II: Daggerfall”

Molag Bal in “TES II: Daggerfall”

Troppe volte abbiamo dovuto constatare che i più futili motivi diventano per gli psicotici una ragione sufficiente per compiere le peggiori nefandezze.

Il Principe Daedrico approfittò della chiamata per sfogare la sua malignità sulla popolazione incolpevole. Un’enorme nube rossa avanzò lentamente sull’innocente cittadina abbattendo tutto ciò che incontrava e bruciando vivi gli inermi abitanti.
Intanto Molag Bal gongolava orgoglioso della sua prodezza.

La Divina Almalexia non rimase turbata più di tanto dalla tragedia. Giunta a destinazione, raccontò distrattamente l’evento a Sotha Sil che invece restò molto colpito e decise di cercare di convincere i Principi Daedra a non ripetere simili atrocità.

Sotha Sil è il membro meno noto del Tribunale ma la sua personalità e la sua parabola sono di estremo interesse. Il nostro è stato non solo uno dei più grandi Maghi del suo mondo ma anche uno straordinario scienziato. Ricordiamo però che nei TES non c’è confine tra magia e scienza. Appassionato della tecnologia dei Dwemer ne aveva studiato per secoli i fondamenti e si era impossessato dei loro più grandi segreti. Era stato lui a scoprire come utilizzare gli Strumenti di Kagrenac col Cuore di Lorkhan per impossessarsi dei loro poteri e trasformarsi in divinità. Aveva poi costruito un’enorme città sotterranea chiamata Clockwork City che secondo alcuni era sotto Ebonheart e secondo altri da qualche parte nelle paludi meridionali di Morrowind.

Un angolo di Clockwork City in “TES III: Tribunal”

Un angolo di Clockwork City in “TES III: Tribunal”

Si trattava di un’intricata rete di gallerie che collegavano stanze solitamente di forma semi sferica. Il tutto brulicante di complessi macchinari e tubazioni che convogliavano chissà quali liquidi. Chi ha avuto la fortuna di giocare “TES III: Tribunal” ricorderà l’episodio di Clockwork City come uno dei più inquietanti di tutta la Saga.
Già nella Seconda Era cominciò ad allontanarsi dal mondo reale, troncando progressivamente i rapporti sia con gli altri Dunmer che col resto del Tribunale. L’ultimo contatto che ebbe col modo fu quando perse Keening e Sunder (vi abbiamo raccontato l’episodio qui).
Alla fine si mise ad applicare la tecnologia direttamente sul suo proprio corpo trasformandosi in una sorta di mostruoso cyborg  ante litteram.

Sotha Sil in “TES III: Tribunal”

Sotha Sil in “TES III: Tribunal”

Ma torniamo all’ultimo Anno della Prima Era…

Su Artaeum c’è un luogo mistico che si chiama “Cavern Dreaming” e che costituisce un Portale per accedere ai Piani dell’Oblivion e proprio laggiù andò Sotha Sil per stipulare un Patto con i Principi Daedra.
Ogni volta che varcava i Portali per l’Oblivion gli ambienti erano diversi. Questa volta si trattava di lunghi corridoi fatiscenti e semi sommersi in acqua salmastra, sulle cui pareti roride e muschiose si agitavano bizzarri esseri gelatinosi. Sotha Sil strinse risoluto i denti per sopportare il lezzo e non lasciarsi distrarre da quegli orrori e giunse infine in un’enorme salone sormontato da un a cupola in cui i Principi Daedra lo aspettavano.
Erano presenti Azura, Principe dell’Alba e del Tramonto; Boethiah, Principe degli Intrighi; Hermeus Mora, Principe della Conoscenza; Hircine il Cacciatore; Malacath Dio delle Maledizioni, Mehrunes Dagon Principe dei Disastri; Molag Bal Principe dell’Ira e Sheogorath il Pazzo.
Il giorno 5° di Mano della Pioggia (Aprile) uscì dalla caverna, stravolto e imbrattato di cenere. Dichiarò: “i principi Daedra con cui ho parlato hanno accettato le nostre condizioni, futuri disastri come quello di Gilverdale dovrebbe essere scongiurati. Essi si relazioneranno con noi solo attraverso intermediari quali streghe o stregoni e solo in risposta a richiami provenienti da Uomini o Elfi”.
I termini esatti del “Patto” sono sconosciuti e hanno dato origine alle più varie speculazioni. Probabilmente in tempi più recenti solo gli appartenenti all’Ordine Psijics sapevano la verità e avevano conservato il potere di conferire liberamente con i Principi Daedra. Alcuni sostengono che il “Patto” è ancora valido e continuano a interrogarsi su cosa Sotha Sil avesse dato in cambio ai Principi Daedrici.
C’è una teoria abbastanza condivisibile secondo la quale il “Patto” è scaduto dopo che il destino di Sotha Sil si compì (come sappiamo da “TES III: Tribunal”) in quanto questo spigherebbe la successiva Crisi di Oblivion.
Malgrado tutto, proprio in quel fatidico 2920 della Prima Era, un altro Principe Daedrico scese in Tamriel, ma il come e il perché lo vedremo in seguito. Sta di fatto che a causa di questa impresa Sotha Sil perse molto del prezioso tempo che gli sarebbe occorso per impedire il disastro che incombeva su Mournhold.

Ora dobbiamo fare un altro passo indietro e andare a Cyrodiil …

Il giorno 14° di Stella del Mattino (Gennaio) l’Imperatore Reman III (ricordato come l’”inconcludente” dai suoi detrattori) era reduce da una tediosa cerimonia nel “Tempio dell’Uno”.

Nota: ricordiamo che in “TES IV: Oblivion” proprio quel luogo sarà teatro dello scontro finale tra Martin Septim e Mehrunes Dagon.

Il Tempio dell’Uno in “TES IV: Oblivion”

Il Tempio dell’Uno in “TES IV: Oblivion”

Il Principe Juilek, suo figlio ed erede, a ogni festa religiosa presenziava a cerimonie in Templi diversi per guadagnare più ampi favori politici. Reman scacciò la noia pregustando lo spettacolo gladiatorio nell’arena cui stava per presenziare. Versidue-Shaie aveva anche organizzato l’esibizione di una troupe di Khajiiti acrobati. Ricordiamo che costui, detto il “Potentato Akaviri”) era il principale Consigliere dell’Imperatore ed era di razza Tsaesci, ossia un Vampiro/Serpente proveniente dal misterioso continente Akavir. Era tra quelli che erano rimasti a Tamriel dopo la battaglia di Passo del Pallore del 2703 (ve ne abbiamo parlato qui e qui) e il suo potere era in continua ascesa. Finora non abbiamo ancora avuto il privilegio di incontrare nessun Akaviri in alcun gioco della Saga, quindi ne possediamo solo sommarie descrizioni e concept art.

Concept art di uno Tsaesci

Concept art di uno Tsaesci

I combattenti che entrarono nell’arena accompagnati dal boato della folla erano proprio Savirien-Chorak , figlio di Versidue-Shaie, e il Principe Juilek. Lo scontro fu altamente spettacolare. Lo Tsaesci, le cui squame dorate splendevano nel sole, brandiva una katana che pareva un prolungamento naturale dei suoi arti e la sua coda ondeggiava minacciosamente. Il Principe, nella sua fiammante armatura d’ebano, portava spada e scudo. Combatterono a lungo e con alterne fortune finché il Principe riuscì a sbilanciare l’avversario calciandogli la coda, gli inferse una leggera ferita nel petto e gli puntò la spada alla gola.
Mentre il delirio della folla toccava il diapason, nella mente dell’Imperatore cominciò a farsi strada il sospetto che Versidue-Shaie poteva diventare un nemico come aveva sostenuto la sua ripudiata consorte.

Quella sera Reman si crogiolava nella vasca mentre la sua amante gli strofinava la schiena. Anche se era come sempre travolto dalla prorompente carica sessuale di Rijja in quel momento si sentiva teso. “Spie” mormorò “sono circondato da spie e traditori”.
Ma devi fidarti di qualcuno” sorrise la donna.
Solo di te e di mio figlio, finché almeno tu sarai sincera il mondo sarà mio”. Poi l’abbracciò e fecero l’amore.

Nel frattempo a Morrowind….

Quanto dista l’esercito imperiale ?“chiese Vivec al suo luogotenente.
E’ a circa due giorni di marcia, se partiamo questa sera e andiamo spediti potremo guadagnare la postazione più elevata. Il nostro agente sostiene che l’Imperatore sarà nelle retrovie, Re Storig di Farrun è l’avanguardia, Naghea di Riverhold al fianco sinistro, e Ulaqth di Lilmoth al fianco destro “.
Ulaqth” sussurrò Vivec perplesso “l’agente è affidabile? Chi l’ha portato qui?
E’ un traditore Bretone proveniente dall’Esercito Imperiale” rispose l’uomo e indicò un giovane biondo che si fece avanti e si inchinò a Vivec.
Qual è il tuo nome, e perché un bretone lavorerebbe per noi contro Cyrodiil?“chiese Vivec con tono bonario.
Il mio nome è Cassyr Whitley di Dwynnen “disse l’uomo. “Vorrei offrirvi  i miei servigi perché non è da tutti potersi vantare di essere al servizio di un Dio. Inoltre penso che la cosa potrebbe…ehm…diventare redditizia“.
Vivec rise: “lo sarà se le informazioni sono esatte“.

La battaglia di Budrum ebbe luogo il giorno 20° di Primo Seme (Marzo)….

Il tranquillo borgo di Bodrum in Morrowind era stato fino ad allora un luogo idilliaco, tra i prati fioriti e i meandri del Pryai, il serpeggiante fiume locale. I soldati erano stremati dalla lunga marcia notturna e ora dovevano abbattere alberi per la diga che avrebbe fatto esondare il fiume. Non avevano neanche più la forza per lamentarsi.
Il piano di Vivec era di guadagnare la postazione più elevata dalla quale inondare di frecce e lance i nemici mentre arrancavano nel fango che avrebbe ostacolato i loro movimenti. Quella notte i soldati caddero esausti e rinunciarono alle tradizionali orge e alla consueta sbornia. Al tramonto del sole rimasero sveglie solo le sentinelle.
Quando le truppe Imperiali raggiunsero il teatro dell’imminente battaglia si ritrovarono semi paralizzate da un fango freddo e denso che attanagliava le caviglie. Erano tutti così sconcertati che quasi non si accorsero quanto la situazione precipitava. Furono assaliti da un’ondata di Dunmer assatanati come Daedra che riversava su di loro una pioggia di fuoco e frecce. A Warchief Ulaqth non rimase altro da fare che lanciare il suo furibondo urlo di battaglia per incitare le sue truppe. Naghea cercò disperatamente di raggiungere gli assalitori con la sua cavalleria.
L’Imperatore era annichilito e non sapeva più come porre rimedio al disastro. Ma ancora ignorava che le cose sarebbero ulteriormente peggiorate per lui. All’improvviso l’imponente figura di Vivec si stagliò in cima alla roccia e il suo corno di battaglia riecheggiò. Al segnale un gruppo di maghi Dunmer concentrò i suoi incantesimi sulla diga appena costruita a ovest.
Miramor, un soldato Imperiale, fu preso dal panico quando vide l’enorme onda travolgere i suoi compagni. Si era arruolato per fare fortuna, non per morire. Era spossato. Fino al giorno prima aveva passato le notti a giocare, ubriacarsi e a frequentare i bordelli. Poi aveva dovuto sopportare la marcia e l’abbattimento degli alberi. Ma la paura gli risvegliò le forze e corse all’impazzata alla ricerca di un posto in cui l’acqua non fosse imbrattata di fango e sangue. Più che per la sua vita era preoccupato per l’ingente bottino che aveva accumulato razziando i cadaveri dei compagni caduti.

Ancora a Cyrodiil…

Rijja, preoccupata per l’umore di Reman scrisse una lettera a sua sorella Corda che viveva a Hegathe nella provincia di Hammerfell. Nella missiva, che venne recapitata il giorno  29° di Primo Seme (Marzo), aveva cercato di mantenere un tono complessivamente frivolo infarcendola dei pettegolezzi che giravano nella corte. Ma trapelava anche la sua apprensione per le paranoie del suo Imperiale amante che vedeva spie dappertutto e che reputava le congiure di Palazzo responsabili della sua recente sconfitta.
Intanto, dal suo punto di osservazione in cima alla collina, lo sguardo di Reman abbracciava gli accampamenti del suo esercito e sullo sfondo scorgeva le torre della Città Imperiale. I suoi burrascosi pensieri furono interrotti dalla voce sussurrante di Versidue-Shaie che, come sempre, gli si era materializzato accanto strisciando come un’ombra: “Tuo figlio, il Principe Juilek , è malato“, annunciò.

Certamente è stato avvelenato!” Sbottò Reman, “chiamate i guaritori! Gli ho sempre raccomandato di prendersi un assaggiatore ma il ragazzo è testardo. Siamo circondati da spie e traditori“.
Credo che abbiate ragione Maestà Imperiale” sibilò Versidue-Shaie. “Sono tempi difficili e dobbiamo agire per impedire a Morrowind di vincere questa guerra, dobbiamo operare sia sul campo di battaglia che percorrendo vie più sottili. Per questo vorrei suggerirvi di non condurre personalmente l’avanguardia in battaglia anche se così avrebbero fatto i Vostri grandi Avi. Meglio sarebbe se l’esercito fosse guidato da vostro figlio Juilek, coadiuvato da Re Storig di Farrun , dalla Regina Naghea di Riverhold e da Warchief Ulaqth di Lilmoth“.

All’Imperatore bruciava ancora la recente sconfitta ed era perplesso: “dopo quello che è successo a Bodrun non mi fido più di una compagnia che mette insieme anche Argoniani e Khajiiti, non mi fido delle razze bestiali”. Versidue-Shaie non si offese, sapeva che il disprezzo degli Imperiali per le razze bestiali era limitato a quelle di Tamriel e non si estendeva a quelle di Akavir.

Sono d’accordo Maestà Imperiale, ma converrete che essi odiano i Dunmer, soprattutto per le razzie nelle loro terre a caccia di schiavi“. Alla fine Reman fu convinto e i suoi dubbi sullo Tsaesci si dileguarono. Per la prima volta gli sembrava del tutto affidabile e pensò che era una buona cosa averlo dalla propria parte.

Il giorno 8° di Mano della Pioggia (Aprile) Juilek giaceva ancora convalescente quando ricevette la visita del suo amico Savirien-Chorak. La loro amicizia non pareva intaccata dalla sconfitta del giovane Traesci nell’Arena. Era latore di una missiva dell’Imperatrice Tavia in cui ella esprimeva la propria preoccupazione per la salute del figlio e la sua angoscia per la lontananza. La folla dei guaritori era alla fine riuscita a ottenere qualche effetto e il Principe sentiva le forze che ritornavano: “spero di sentirmi presto abbastanza forte per guidare la riscossa contro Morrowind”, disse.
Intanto Reman era contemporaneamente preda del furore e della depressione: “ho raggiunto la conclusione che ormai posso fidarmi solo di tre persone: tu, mio figlio e Rijja. l’intero mio Consiglio non è altro che un covo di traditori. Dai miei informatori ho saputo che una famosa avvelenatrice, una certa Catchica della tribù Orma di Black Marsh, era nelle vicinanze quando ci siamo accampati prima della battaglia di Bodrum. Fu lì che mio figlio venne avvelenato e sono certo che il vero obiettivo ero io. Ma il Consiglio mi impedisce di agire. Dicono che dobbiamo prima raccogliere prove inoppugnabili del suo coinvolgimento prima di prendere qualunque iniziativa“.
Versidue-Shaie annuì: “Certamente! Dobbiamo procedere coi piedi di piombo ed essere certi che alla macchinazione non abbia partecipato nessun membro del Consiglio. Per ora fate cadere la cosa, io cercherò di trovare questa Catchica, individueremo i suoi complici e ci faremo un’idea delle dimensioni di questa congiura ai danni di Vostra Maestà Imperiale“. Si congedò.
L’ondivago Reman si sentiva rasserenato ma chissà quale sarebbe stata la sua reazione se avesse potuto origliare la conversazione che poco dopo stava intercorrendo tra Versidue-Shaie e suo figlio nel chiuso delle loro stanze.
Sei nei guai, padre? Ho sentito che l’Imperatore ha scoperto l’identità dell’avvelenatrice” sussurrò Savirien-Chorak .
Il suo astuto padre sorrise: “L’essenza dell’Oratoria , ragazzo mio, è di dire agli altri quello che vogliono sentire in un modo che facciano quello che vogliamo noi. Ho bisogno che tu porti un messaggio a Catchica e che ti accerti che capisca di dover seguire le mie istruzioni alla perfezione o la sua vita sarà ancor più in pericolo della nostra”.

Era il giorno 13° di Secondo Seme (Maggio). La pelle vellutata di Rijja era coperta da piccole perle che l’acqua scaturente dalle rocce della cascata artificiale nelle Terme di Mir Corrup le faceva rotolare sul magnifico corpo. Si sentiva rinfrancata e orgogliosa della sua bellezza ma provava anche un’oscura inquietudine che le asciugava la gola. Chiese a gran voce da bere. La servitrice che accorse aveva sulla testa un drappo che le copriva gli occhi. Rijja  dapprima sorrise ma poi pensò che non era per pruderie ma perché probabilmente era cieca. Distrattamente constatò che doveva appartenere alla tribù Orma di Black Marsh e non si accorse che la donna aveva lasciato cadere per terra qualcosa. ..
Quando si ritrovò sola l’angoscia che l’attanagliava crebbe inspiegabilmente a dismisura. Perché tanti tetri presentimenti? Mentre cercava di riprendersi un fragore le fece percepire che non era più sola. Sobbalzò: nella sala aveva fatto irruzione un manipolo della Guardia Imperiale il cui Capitano la apostrofò: “Lady Rijja, sappiamo che sei in combutta con Catchica”. Naturalmente la donna sbigottita negò ogni addebito e gli urlò che i suoi luridi occhi non erano autorizzati a vedere il suo corpo nudo. Ma il Capitano raccolse da terra un piccolo involto di pelle di capra che qualcuno doveva aver lasciato cadere.
L’annusò: “Ti ha portato questo intruglio per avvelenare l’Imperatore, vero?” sibilò.
Mentre la portavano via incuranti della sua nudità, la donna cercò disperatamente ma senza risultati di divincolarsi urlando la propria innocenza.
L’Argoniana Catchica ci è sfuggita ma abbiamo il suo contatto a Corte, l’Imperatore sarà contento” bofonchiò il Capitano soddisfatto.
Rijja urlava e urlava e urlava. Le grandi pietre che delimitavano la sua cella della Fortezza di Thurzo erano umide e incrostate di muschio. Le guardie fuori ignoravano i suoi lamenti come quelli degli altri prigionieri. Anche all’Imperatore, chiuso nella lontana Città Imperiale, non avrebbero potuto pervenire le sue grida di innocenza. Urlava ma sapeva che nessuno l’avrebbe mai più ascoltata.
Juilek era giovane e forte, si era ripreso rapidamente. Aveva indossato un’ armatura pesante che gli procurava un caldo infernale nel dolce pomeriggio. Mentre guardava le sue truppe che stavano compiendo i preparativi per la partenza scorse  Versidue-Shaie nel cortile sottostante che pagava alcuni commercianti locali per cibo, sgualdrine e vino. “La guerra è un esercizio costoso” disse a Lord Bethal “ma non è un mio problema, io devo pensare solo a fare andare avanti il mio esercito”.

Continua….

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