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I Draghi da ‘Arena’ ad ‘Oblivion’ 2016-11-27T11:24:19+01:00

Draghi? Dove?

Molti pensano che i Draghi siano un’innovazione presente solo in TES V: Skyrim ma in realtà la loro presenza ha sempre volteggiato, anche se con discrezione, su tutti i capitoli della saga. Ma prima di “The Elder Scolls V: Skyrim” probabilmente non esisteva una tecnologia in grado di animarli in maniera sufficientemente dinamica, quindi sono rimasti una presenza marginale e/o solo “raccontata”. Chi sosteneva che sono estinti del tutto è ovviamente in errore.

 

I Draghi nel Lore

Nel lore dei TES i Draghi sono stati finora rarissimi e spesso confinati nel mitico continente di Akavir, detto infatti anche “Terra dei Draghi” e situato a est  di Tamriel (ve ne abbiamo parlato qui).

Si tratta di animali di grande intelligenza, in grado di volare, emettere fuoco e, oggi pare, anche ghiaccio, fulmini o altro. E’ possibile comunicare con loro: lo fecero per primi i Nedics (i progenitori dei Nords) quando vistarono Akavir in epoca antichissima.

I draghi erano reperibili soprattutto in prossimità delle vette delle catene montuose dove potevano esercitare il volo senza impedimenti. Si cibavano di cervi e altri animali: assai temute erano le loro scorrerie nelle fattorie in cui era praticato l’allevamento. Normalmente trovavano le loro tane in gallerie e miniere abbandonate. Fino a oggi abbiamo avuto notizie di pochi tipi di Draghi, soprattutto di quelli neri e di quelli rossi.

Concept art di un Drago Rosso

Le leggende dicono che in Akavir i poveri Draghi furono decimati dagli Tsaesci (i potenti serpenti-vampiri che, molti secoli dopo, riuscirono addirittura a invadere Tamriel) e, soprattutto dai Ka’Po’Tun, il Popolo Tigre. Si dice che Tosh Raka, il leader di questi ultimi, praticando oscure magie trasformò se stesso in Drago, raggiungendo livelli di potenza tali da consentirgli di impossessarsi dell’intera Akavir.

Ma i Draghi in origine erano presenti anche in Vvanderfell dove però furono sconfitti dai “Cliff Racers”, ossia da quegli aggressivi uccellacci che tanto importunavano le nostre amene passeggiate in TES III: Morrowind.

Un Cliff Racer in “TES III: Morrowind”

I Draghi sono considerati sacri a Cyrodiil per varie ragioni. Il simbolo dell’Impero è un Drago. I Dragonfires erano la barriera contro l’invasione dai Piani di Oblivion.

Il simbolo dell’Impero Septim sulla moneta corrente

Forse perché Tiber Septim è noto come il “Dragonborn”, forse anche perché il leader del locale Pantheon  è Akatosh che è solitamente rappresentato in forma di Drago.

Lo stemma degli Imperiali

Il Principe Dadrico Peyrite è sempre rappresentato in questa forma: anche se ha un aspetto più snello e vicino a quello delle Viverne è dotato di quattro zampe.

Peyrite in TES IV: Oblivion

 

I Draghi nei Giochi

Finora gli incontri tra razze mortali e Draghi sono stati rarissimi, soprattutto nei giochi. Ma c’è stato Nafaalilargus, un Drago rosso che serviva Tiber Septim da mercenario durante la sua conquista di Tamriel.

Lo incontriamo nel misconosciuto “Redguard”, il primo e probabilmente l’unico spin-off di una serie che doveva chiamarsi “The Elder Scrolls Adventures”. Non si trattava di un RPG ma di un Action Adventure in terza persona che ebbe scarso successo e non fu neanche tradotto in italiano. Esisteva una parziale localizzazione amatoriale che, credo, sia ormai introvabile in quanto il sito di riferimento chiuse prima di rifinirla.

La cover di “Redguard”

Si tratta della storia di Cyrus, un Redguard mercenario, che torna nella natia isola di Stros M’Kai nella Iliac Bay alla ricerca di Iszara, una sua sorella che era scomparsa, forse rapita. Nell’Hunding Bay la flotta imperiale, guidata da Amiel Richton, soverchiò quella del Principe-Mago A’Tor, ma  la potenza del nostro Drago fu fondamentale per l’esito della battaglia. Amiel Richton divenne il governatore imperiale di Stros M’Kai.

                                                    

Cyrus e Amiel Richton come si vedevano in “Redguard”

Nafaalilargus divenne il Custode della Gemma dell’Anima in cui era conservato lo spirito di A’tor (che era morto per una freccia avvelenata) ma fu, nell’anno 862 della Seconda Era, ucciso proprio da Cyrus che aveva bisogno della gemma.

Nafaalilargus in “Redguard”

Un Dragonling in TES II: Daggerfall

In TES II: Daggerfall trovavamo i “Dragonlings”, Draghi giovani, più piccoli del normale e molto rari, in grado di emettere fuoco ma non molto temibili nel complesso. Qui potete ascoltare il suo modesto “shout”. Se si conosce la lingua Draconica si può evitare la loro ostilità. In TES II:Daggerfall incontriamo anche Skakmat, il Drago “famiglio” di Nulfaga, che ebbe una parte importante nella battaglia di Cryngane (anno 403 della Terza Era) tra Re Lysandrus di Daggerfall e Re Camaron di Sentinel.

Skakmat creò una fitta nebbia che accecò i combattenti. Quando la nebbia si diradò venne trovato il cadavere di Lysandus cui un arciere aveva trafitto il cuore con una freccia realizzando la profezia che aveva predetto la sua morte durante la battaglia.

                                        

Re Camaron di Sentinel, Skakmat e la non avvenente Nulfaga in TES II: Daggerfall

In TES II: Daggerfall troviamo i Cavalieri del Drago che hanno il compito ufficiale di proteggere la città e la famiglia reale. Sono selezionati tra i più abili combattenti e godono di enorme prestigio. Ma i riferimenti ai Draghi nei TES sono innumerevoli. Ecco qualche esempio tra i tanti:

              

Nelle immagini qui sopra possiamo vedere nell’ordine le statue rappresentanti due Draghi in Dragonstar, città di Hammerfell, la pianta della città di Dragontrail nelle Dragontrail Mountains in Hammerfell, la Dragon‘s Tongue che è un fiore di grande importanza alchemica, la grande statua di Drago in Ebonheart come vista in TES III: Morrowind.

Finora il Drago più spettacolare visto in un TES è stato Akatosh il quale, nel finale della main di TES IV: Olivion, faceva un’entrèe trionfale da grande guest star:

                                             

Per finire, una piccola carrellata di immagini relative a TES V: Skyrim in cui si testimonia che i Draghi ritornano alla grande.

         

               

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