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La Regina Lupo 2016-11-27T11:24:18+01:00

Introduzione

Se vogliamo accettare il principio che c’è una grandezza anche nel male, possiamo annoverare Potema, la famigerata “Regina Lupo”, tra le “grandi donne di Tamriel”. Pochi personaggi, nel dualismo imperante nella Saga “The Elder Scrolls”, sono del tutto privi di umanità e tra loro spicca la nostra negativa eroina.

Si tratta di un personaggio di tale caratura da meritare addirittura due trattati: “The Wolf Queen” e “Biography of the Wolf Queen” di cui vi presentiamo una versione opportunamente integrata con le informazioni che il testo originale dava per scontate.

 

Gioventù

Rampolla della famiglia imperiale, Potema nacque nell’anno 77 della Terza Era. Quando quel buon uomo del nonno, Uriel Septim II, vide per la prima volta il viso dell’accigliata e solenne pargoletta sussurrò: “Sembra una lupa pronta a balzare. “

L’infanzia che Potema trascorse nella Città Imperiale non fu certo felice. Sia il padre, il Principe Pelagius Septim, che la madre Qizara non dimostravano affetto per i figli. Il fratello Antiochus, che aveva sedici anni quando lei era nata, era famigerato nell’Impero in quanto precocemente donnaiolo e alcolizzato. I fratelli minori Cephorus e Magnus sarebbero nati alcuni anni più tardi, quindi lei era l’unica infanta della Corte Imperiale.

A quattordici anni, la nostra dark lady era già famosa per la sua bellezza e aveva molti pretendenti ma, per ovvi motivi istituzionali, venne data in sposa al sessantaduenne Re Mantiarco del regno nordico di Solitude. Entrò nella corte, si disse, come una pedina, ma divenne ben presto “La Regina”. Mantiarco l’amò devotamente per tutto il resto della sua vita e le concesse tutto il potere possibile.

Lo stemma di Solitude

Quando Uriel Septim II morì l’anno successivo, le condizioni dell’Impero erano assai precarie. Era stato un uomo buono ma troppo debole e inetto e il suo regno era stato caratterizzato da carestie, pestilenze, rovine economiche e insurrezioni popolari. Il padre di Potema salì al trono col nome di Pelagius II e la sua prima preoccupazione fu quella di ridimensionare il potere dell’Old Council.

Nel frattempo, dopo vari aborti, Potema diede alla luce, nell’anno 97 della Terza Era, un figlio maschio che chiamò Uriel come il nonno. Mantiarco indicò immediatamente Uriel come suo erede, ma la Regina di Solitude aveva per lui ambizioni molto più grandi.

 

La brama per il potere

Due anni dopo Pelagio II morì, si disse che era stato avvelenato per vendetta da un membro dell’Old Council. Era stato un pessimo padre ma un discreto amministratore e le casse dell’Impero non versavano nelle condizioni desolanti che aveva ereditato. Al trono salì quel debosciato di suo figlio Antiochus che, a quarantotto anni, era ben lungi dall’aver raggiunto l’età della ragione. Le cronache della vita di corte di quel periodo sembrano romanzetti pornografici. Potema, bramosa di potere ma indifferente alla fornicazione, esprimeva tutto il suo disgusto ogni volta che visitava la Città Imperiale. Per impossessarsi del trono tentò anche, ma senza successo, di dimostrare che Antiochus era figlio di una relazione adulterina della madre.

Nell’anno 100 della Terza era Mantiarco, Re di Solitude, morì lasciando il regno al figlio Uriel che fu costretto dalla volitiva madre a riconoscerla come Reggente. Potema lo convinse ad accettare la situazione promettendogli che gli avrebbe fatto conquistare addirittura l’Impero. Dopo di ché iniziò le sue trame attirando nel castello di Solitude torme di dignitari e diplomatici degli altri regni per instillare il malcontento. Riuscì anche ad irretire i regnati di High Rock e Morrowind.

Antiochus resse l’Impero per tredici anni riuscendo, malgrado il lassismo morale, a essere un discreto amministratore e fermando l’invasione della Summerset Isle da Pyandonea ossia dal misterioso continente a sud-ovest di Tamriel abitato dagli altrettanto misteriosi ma potenti  Maormer. Questi sono noti anche come “Elfi del Mare” o “Elfi Tropicali” ed erano guidati dal Re Orgnum. Il conflitto è noto come la “Guerra dell’Isola”. In realtà, l’attacco dei Maormer era stato subdolamente istigato da Potema stessa, maestra nell’arte del tradimento, che fece così passare il figlio per il salvatore di Tamriel. In compenso il regno di Antiochus fu travagliato da guerre civili numerose quanto quelle che aveva dovuto affrontare suo nonno Uriel II.

 

Il regno

La morte di Antiochus resta ancora avvolta nel mistero: naturalmente corse voce che fosse avvenuta a seguito di un misterioso incantesimo lanciato dalla stessa sorella Potema, ma nessuno riuscì mai  a provare la cosa. Correva l’anno 112 della Terza Era e la Regina di Solitude, accompagnata dal figlio, si precipitò nella Città Imperiale per contestare a gran voce la candidatura al trono di Kintyra, unica figlia e legittima erede del defunto Imperatore, che era nata nel 104 dalla sua seconda moglie Gysilla.

Il magistrale discorso che tenne Potema davanti all’Elder Council rimase proverbiale e da essere usato come testo di studio per chi vuole praticare l’eloquenza.

All’inizio si prodigò in lusinghe e fingendo di auto umiliarsi: “Miei saggi e augusti amici, venerabili membri dell’Old Council, io sono solo una povera regina di provincia e certamente gli argomenti di cui Vi parlerò saranno già stati da voi attentamente ponderati “.

Proseguì lodando il defunto imperatore e sostenendo che era stato assai popolare malgrado qualche lato eccentrico della sua personalità: “Era un vero Septim e un grande guerriero in grado di  sgominare, col Vostro aiuto, anche l’invincibile armata di Pyandonea”. Ma, sapientemente, qui venne al punto: “L’Imperatrice, purtroppo, si è sempre ben guardata dal cercare di temperare gli spiriti lussuriosi di mio fratello. Anzi, diciamoci la verità: nessuna prostituta nei bassifondi ha frequentato tanti letti diversi quanto lei.”

“Forse se avesse assolto fedelmente ai suoi obblighi coniugali oggi avremmo un vero erede all’Impero, non dei bastardi ritardati mentali che si proclamano figli dell’Imperatore. Tutti sanno che la ragazza chiamata Kintyra è figlia di Gysilla e del Capitano della Guardia. Ma potrebbe anche essere figlia di Gysilla e dell’addetto alla pulizia delle latrine. Non potremo mai avere certezze. Invece siamo certi del sangue che scorre nelle vene di mio figlio, Uriel, l’ultimo della dinastia Septim”.

Nonostante l’eloquenza di Potema, l’Elder Council proclamò l’ascesa al trono della quindicenne Imperatrice Kintyra II. Potema e Uriel tornarono furenti a Skyrim meditando foschi piani di vendetta.

La cerimonia di incoronazione di Kintyra II ebbe luogo nell’anno 120 della Terza Era alla presenza dei suoi due zii, Cephorus Re di Gilane e Magnus Re di Lilmoth e con la clamorosa assenza di Potema e di suo figlio. I due si impegnarono a fomentare la rivolta tra i numerosi piccoli Regni insofferenti al dominio dell’Impero finché riuscirono a far scoppiare una guerra civile. Questa è conosciuta come la “guerra del Diamante Rosso” in quanto prese il nome dal simbolo della famiglia imperiale.

 

La Guerra del Diamante Rosso

Nel corso delle ostilità i “Cavalieri dei Nove” si sciolsero. Le quattro reliquie di Pelinal Whitestrake che essi avevano recuperato andarono perdute (e verranno recuperate in seguito dall’Eroe di “TES IV: Knights of the Nine”).

Uriel, con l’assistenza della tremenda madre, riuscì ad assicurarsi il supporto di High Rock, Skyrim e Morrowind che sferrarono un attacco coordinato all’Impero. L’attacco decisivo avvenne nella Iliac Bay: le forze di Kintyra furono sgominate e lei stessa fu fatta prigioniera. Fu poi “opportunamente” fatta scomparire nelle carceri del Castello di Glenpoint in data non certa (ma probabilmente nell’anno 114).

Così il figlio di Potema riuscì a salire sul trono dell’Impero nell’anno 121 della Terza Era dopo numerose battaglie e un assedio di circa due settimane alla Città Imperiale. Si auto proclamò Uriel Septim III anche se il suo vero nome era Uriel Mantiarco dal cognome del padre.

Ma l’efferata uccisione della povera Kintyra si rivelò un errore in quanto alienò molte simpatie alla loro causa e la guerra del Diamante Rosso registrò una recrudescenza.

Nell’anno 125, Hellena, moglie di Magnus, diede alla luce il loro primo figlio che chiamarono Pelagius (che diventerà poi Imperatore col nome di Pelagius III Septim e resterà famoso per la sua pazzia).

Il regno di Uriel III durò fino all’anno 127 quando fu sconfitto a Ichidag dallo zio Cephorus e morì il giorno successivo quando la carrozza che lo trasportava verso il carcere fu assalita dalla folla inferocita che lo bruciò vivo.

 

L’inizio della fine

In quel momento Potema, che aveva ormai sessantun anni, era impegnata a combattere l’altro suo fratello Magnus nella battaglia di Falconstar in Skyrim. Accolse la notizia con un motto alquanto laconico: “quel pazzo maldestro” e scese direttamente in campo come una furia a comandare e istigare le sue truppe.

Cephorus I fu immediatamente incoronato Imperatore ma Potema non si perse d’animo e, anzi, condusse le azioni belliche successive con crescente ferocia per tutto il decennio successivo. Ma, dato l’eco delle sue crudeltà, era ormai una donna “sola” nel suo regno di “Solitude”.

Uno scorcio di Solitude visto in “TES V: Skyrim”

Quando Cephorus fu proclamato imperatore, l’ira feroce e incontrollabile di Potema deflagrò terrorizzando tutto il Regno.

Convocò i più oscuri Negromanti in modo che chiamassero i Daedra per combattere al suo fianco e resuscitassero i nemici caduti per renderli alleati non-morti. Gli ultimi, sparuti alleati fuggirono man mano che la sua follia cresceva mentre aumentava vertiginosamente il numero di zombie, scheletri e vampiri al suo servizio. Il Regno di Solitude era diventato il Regno della Morte.

L’assedio di Solitude finì nell’anno 137 della Terza Era, dopo un mese di feroci battaglie, con la morte di Potema.

Il teschio di Potema in “TES V: Skyrim”

Della famiglia reale ormai sopravvivevano solo Cephorus e Magnus con i suoi figli Pelagius e Jolethe. Cephorus morì pochi anni dopo senza eredi e Magnus divenne il nuovo Imperatore.

La terribile fama di Potema le sopravvisse. Alcuni sostengono che il suo spirito era talmente forte che ella diventò una Principessa Daedrica. Altri che la sua follia aveva talmente impregnato il Castello di Solitude da infettare il futuro Imperatore Pelagius (universalmente noto come “Pelagius il Pazzo”) tanto da fargli addirittura uccidere il padre Magnus per impossessarsi del trono.

Certamente la Regina Lupo ha continuato a ridere follemente anche dopo morta.

Chi scrive si è sempre domandato perché di un personaggio di simile caratura non esistono immagini e non è mai stato sfruttato nei giochi della Saga. Finalmente, in “TES V: Skyrim” abbiamo avuto la possibilità di uno strano incontro….

Lo spirito di Potema si prepara alla battaglia.

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