Ma com’era Morrowind prima della catastrofe?
L’ecosistema di quella Provincia era fortemente influenzato da diverse caratteristiche ambientali. Le catene montuose ad ovest hanno sempre isolato gli abitanti di Morrowind da quelli delle altre Province e le particolari condizioni ambientali create dalla Montagna Rossa avevano modificato la flora e la fauna al punto di rendere alcune specie dipendenti dalla caduta di ceneri per la propria sopravvivenza.
Nel corso della storia le terre orientali sono state oggetto di grande attività vulcanica e Morrowind ha sempre mostrato chiaramente i segni di questo fenomeno. Il terzo capitolo della Saga, “The Elder Scrolls III: Morrowind” si svolgeva nell’Isola di Vvardenfell mentre il teatro dell’espansione “Tribunal” è la capitale Mournhold sulla terra ferma. L’espansione “Bloodmoon” invece era ambientata nell’Isola di Solstheim come “TES V: Dragonborn”.
L’Isola di Vvardenfell era in gran parte costituita da deserti vulcanici e con vaste aree paludose nei pressi del canale che la divide dalla terraferma. Quando avvenne il cataclisma si stava lentamente riprendendo dopo la morte di Dagoth Ur. Al centro del territorio, disseminato di santuari e rovine Daedriche e Dwemer, si ergeva la terribile Montagna Rossa, il grande vulcano sito nel luogo che fu la capitale dei Dwemer (ve ne abbiamo parlato qui). Morrowind era divisa in sei distretti: Velothis, Vvardenfell, Telvannis, Narsis, Mournhold e Deshaan.
Il potere era saldamente nelle mani del “Tribunale” che i Dunmer chiamavano “Almsivi” dal nome dei suoi tre membri: Almalexia , Sotha Sil e Vivec (anche di questo vi abbiamo parlato sia nel citato capitolo sul Numidium che in quello sulla Terza Era). Rilevante era anche la presenza delle Legioni Imperiali fin dai tempi di Tiber Septim (ve ne abbiamo parlato qui). Ma al di sotto del Tribunale (e in parte del tutto indipendentemente) il potere era negli artigli delle cinque Grandi Casate: Hlaalu , Redoran , Telvanni, Indoril e Dres. Solo le prime tre di esse avevano interessi in Vvardenfell e ognuna era identificata attraverso un particolare colore: rosso per Redoran, giallo per Hlaalu e marrone per Telvanni. I membri della Casata Hlaalu per esempio, erano abitualmente chiamati “i Gialli”.
Nella mappa che segue sono visibili le zone di influenza su Vvardenfell del Tempio, delle Casate e della Legione Imperiale. Le varie aree sono evidenziate dal colore ufficiale dell’entità dominante.
In realtà ne esisteva anche una Sesta, la “Casata Dagoth” che fu però sgominata nella Prima Era e fece una breve riapparizione nella Terza. Inoltre ogni Casata si distingueva per un suo peculiare stile nell’abbigliamento, nelle armi e suppellettili e soprattutto nelle architetture delle loro abitazioni.
Si erano formate come naturale evoluzione degli antichi clan e tribù Dunmer quando avevano abbandonato l’originale nomadismo. In pratica agivano come veri e propri partiti politici. Secondo Hasphat Antabolis “per le Grandi Casate l’odio, i furti, gli omicidi, gli intrighi sono la normalità”.
Come ben si conviene ai partiti politici, conflitti e delitti sono sempre stati all’ordine del giorno. I rapporti tra le Casate sono sempre stati complessi e sottili, intrisi da odi, invidie e desideri di vendetta più o meno latenti. In origine si trattava di vere e proprie guerre armate particolarmente cruente, quali la terribile “Guerra del Primo Consiglio”. In seguito esse presero coscienza dei danni economici che tali azioni comportavano e preferirono cercare di risolvere le situazioni ricorrendo a diatribe in seno al Gran Consiglio o, in linea con gli aviti costumi della società Dunmer, uccidendo semplicemente e direttamente un qualche esponente della Casata rivale.
L’abitazione della vittima designata veniva quindi marchiata. Anticamente si usava un drappo nero ma in tempi più recenti si ricorreva preferibilmente a un annuncio pubblico formale. Anche le modalità di esecuzione si erano evolute. In un primo tempo il delitto veniva preferibilmente eseguito da un membro della Casata attaccante mentre in seguito l’operazione veniva esclusivamente affidata alla Morag Tong (ve ne abbiamo parlato qui e qui) cui veniva affidato un “Regolare e Onorevole Mandato”. La Morag Tong era un’influente Gilda di Assassini prezzolati del tutto legale e particolarmente rispettata e onorata. Se entro un anno della proclamazione dell’”Onorevole Mandato” il bersaglio era riuscito a sopravvivere, la Casata mandante doveva rinunciare pubblicamente a qualsiasi ulteriore azione e riconoscere pubblicamente il proprio fallimento.
Il sistema era particolarmente efficiente nel risparmiare eccessivi spargimenti di sangue, ma l’aspetto più importante era la riduzione dei costi. Inoltre evitava destabilizzanti conflitti su larga scala e non metteva in pericolo la pace pubblica e lo stato di diritto.
L’appartenenza alle Casate era soprattutto una questione di nascita o matrimonio ma si registrano numerosi casi in cui degli estranei erano riusciti a entrare e farne parte. Di solito si trattava di un mercenario che veniva assunto previo solenne giuramento di eterna ed esclusiva fedeltà. Requisito indispensabile era la rescissione da qualsiasi rapporto con le altre Casate. Se per lungo tempo si comportava in maniera leale e impeccabile gli si apriva una carriera interna che gli faceva scalare posizioni sempre più elevate fino al momento in cui poteva tentare di ottenere l’”Adozione”. A questo punto gli era necessario l’appoggio di un membro di alto rango che gli facesse da protettore e sponsor. Normalmente quest’ultimo gli affidava un incarico particolarmente importante, impegnativo e pericoloso, dopo la risoluzione del quale era disposto a sostenerne l’adozione.
Immagine in evidenza originale by fredoric1001 (deviantART): http://fredoric1001.deviantart.com/art/Morrowind-3E427-English-518012195
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