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    Stoneshard, un GDR roguelike alla vecchia maniera

Stoneshard, un GDR roguelike alla vecchia maniera

Ispirato tecnicamente e spiritualmente a capolavori del passato come Diablo e Ancient Domains of Mistery, e a titoli più recenti come il più che celebrato Darkest Dungeon, Stoneshard si presenta come un GDR isometrico dalle tinte medievaleggianti, generato proceduralmente.

La campagna Kickstarter che ne ha permesso la creazione e che attualmente si trova nella fase di “Late Backing” (è possibile effettuare donazioni e ottenerne i privilegi dopo e nonostante la campagna sia terminata) ha garantito alla software house in questione, la Ink Stains Games, un budget che supera i 100.000$ a fronte dei 30.000$ stabiliti come target iniziale. La casa ha anche rilasciato una demo-prologo del titolo che può essere scaricata andando a questo indirizzo.

Stoneshard sembra avere le carte in regola per ritagliarsi un posticino al sole nel novero degli “hard-games” che, da alcuni anni a questa parte, stanno conquistando i cuori di numerosi videogiocatori di vecchia e nuova data.
A primo impatto il titolo si presenta come un The Binding of Isaac scandito da combattimenti a turno “mascherati” da una “finta continuità” dell’azione. Ci si avvicina al nemico, si attacca, si riceve il contrattacco, si sceglie se spostarsi di un determinato numero di caselle o si sceglie nuovamente l’offensiva. Il tutto sembra offrire una profondità tattica notevole ad un videogioco che, almeno all’apparenza, appare molto spartano.

Inoltre, a detta degli stessi sviluppatori, il titolo (del quale potete visitare la pagina ufficiale di Kickstarter attraverso il link seguente) presenta un formato basato sul sistema dell’ “high-risk/high-reward” a causa del quale ogni errore potrebbe costare la vita. Vita che sarà essenziale proteggere con tutte le proprie forze, poiché ogni morte in Stoneshard sarà permanente: niente possibilità quindi di recuperare un personaggio primario cresciuto con tanta cura e dispendio di energie. Una volta trapassati ricominceremo l’avventura come eredi del defunto PG.

Altro punto focale del titolo sembra essere un “elaborate health and survival system”. Oltre ai più che canonici punti vita, dovremo fare i conti con una non indifferente pletora di malattie e disturbi, che spaziano dalla disidratazione, alla frattura della ossa, all’intossicazione e che dovranno essere diagnosticati e guariti il prima possibile attraverso la somministrazione di particolari e specifici medicinali o tecniche curative. Scordatevi dunque di risolvere i vostri medievali problemi sorseggiando l’ennesima pozione curativa perché in Stoneshard dovrete prestare attenzione anche alla sanità mentale del personaggio, il quale potrebbe essere colpito da “instabilità mentale e da traumi psicologici”.

Durante il nostro peregrinare nella terra di Aldor, potremmo reclutare un determinato (e quindi, in questo caso, non procedurale) numero di compagni, che andranno ad arricchire il nostro party ed il gameplay dell’avventura. Ogni personaggio secondario sarà caratterizzato da un propria storia e da un proprio carattere, oltre che da un peculiare set di abilità ed equipaggiamento.
Tuttavia non sempre ad una squadra numerosa corrisponderà una maggiore efficacia in battaglia. L’avere o meno alcuni compagni nel party influenzerà la volontà e la lealtà di altri e quindi sarà costantemente necessario monitorare il morale della squadra, onde evitare spiacevoli sorprese, poiché il permadeath sarà appannaggio anche di questi.

Insomma, Stoneshard sembra essere un titolo ambizioso e tenace, forse non originale (non che gli ideatori ne abbiano affermato mai il contrario), ma comunque ugualmente capace di contenere al suo interno tutte quelle caratteristiche che negli ultimi anni hanno portato migliaia di appassionati alla ricerca di esperienze videoludiche intense, difficili e a volte frustanti ma, d’altro canto, terribilmente appaganti quando completate.

2018-06-23T15:58:37+02:00

3 Commenti

  1. Argenti 23 Giugno 2018, 19:10

    mmm
    Bello da vedere e sulla carta sembra fico ma temo che la frustrazione sia dietro l'angolo.
    La pletora di injuries non mi dice niente di buono.
    Confesso che darkest dungeon l'ho mollato forse perchè distratto da altri titoli.
    Però comiciò a frustrarmi da subito.

  2. hobisognodiunarma 23 Giugno 2018, 21:24

    Credo sará come dici. Ultimamente i titoli alternativi puntano molto sulla difficoltá, forse proprio per distinguersi da quelli mainstream.

  3. Argenti 23 Giugno 2018, 23:16
    hobisognodiunarma

    Credo sará come dici. Ultimamente i titoli alternativi puntano molto sulla difficoltá, forse proprio per distinguersi da quelli mainstream.

    Si ma difficile non è frustrante.
    DS non frustra perchè sai di avere tutto sotto controllo se ci sai fare.
    Mentre Darkest Dungeon e simili che hanno un sistema a turni basati sulla sorte non puoi controllarli del tutto, da li la frustrazione.

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