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Recensione Knights of The Old Republic II: The Sith Lords 2016-12-29T17:00:09+01:00
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    Recensione Knights of The Old Republic II: The Sith Lords

Passaggio di consegne

Dopo il folgorante successo di Knights of the Old Republic, valso il titolo di “Game of the Year 2003” e altri svariati premi, BioWare preferì concentrarsi su altri progetti come Jade Empire e Dragon Age.
LucasArts desiderava però realizzare un sequel di questo suo forte brand e si rivolse ai ragazzi di Obsidian, software house composta da buona parte dei membri dei Black Isles Studio e raccomandata proprio da BioWare grazie agli ottimi rapporti tra i due team.
Ebbe quindi inizio lo sviluppo di “The Sith Lords”, una nuova avventura ambientata sempre lungo la linea temporale della Vecchia Repubblica e successiva alla sconfitta di Malak ad opera di Revan narrata nel primo capitolo.

Sono tempi oscuri…

Cinque anni dopo la distruzione della Star Forge, la sconfitta di Malak e la cacciata dei Sith, la Repubblica è nuovamente sull’orlo del collasso.
L’eredità della Guerra Civile Jedi e della precedente Guerra Mandaloriana è troppo pesante per la confederazione di mondi che rischia di crollare sotto i silenziosi colpi di una misteriosa minaccia.
Il fuoco dei Jedi ha abbandonato la Galassia: buona parte è stata sterminata dai Sith mentre i rari sopravvissuti sembrano essersi volatilizzati.
L’ultima persona che ancora si fregia di questo titolo sei tu, un Jedi esiliato in seguito alla crociata di Revan contro i Mandaloriani e l’unico di essi ad aver fatto ritorno di fronte al Consiglio per subire un processo.
Ferito e prossimo alla morte, ti ritrovi a bordo della Ebon Hawk, anch’essa pesantemente danneggiata. Grazie all’aiuto di T3-M4, vecchia conoscenza di KOTOR, riesci ad atterrare presso la stazione mineraria di Peragus.
Dopo esserti risvegliato dalla sessione di cure mediche scopri che l’intero personale della struttura è morto, tranne una misteriosa donna cieca, la quale sembra sapere ben più di quanto voglia rivelare. Ha quindi inizio una lunga fuga da una stazione fantasma, un gruppo di droidi killer, assassini Sith che ti sta dando la caccia e diversi Signori dei Sith ansiosi di affrontare l’ultimo degli Jedi su cui tra l’altro è stata posta una taglia da parte dello Scambio, la mafia galattica. Un gran numero di nemici insomma.

Forse troppo oscuri…

La trama di KOTOR II non eguaglia la magnificenza di quella della produzione BioWare. La volontà di rivelare le intenzioni di nemici, compagni e personaggi il più tardi possibile, un eccesso di mistero e uno sviluppo del titolo risultato poi incompleto, con diversi contenuti tagliati, rendono a tratti poco comprensibile la main quest del gioco portando spesso il giocatore verso un senso di spaesamento e confusione.
Mettere tante fazioni in gioco e tanti nemici con cui misurarsi è una buona idea. Trame e linee narrative parallele o sovrapposte sono features da leccarsi i baffi. Una narrazione caotica che spesso perde il filo del discorso oppure risulta lacunosa nelle spiegazioni invece è un qualcosa che bisognerebbe sempre evitare.
Il lead designer Chris Avellone ha ammesso come la mancanza di ulteriore tempo ha impedito al team di raffinare il proprio prodotto, costringendoli ad eliminare sezioni e addirittura un intero pianeta all’epoca ancora incompleti. Molti dialoghi e quest personali degli NPC risultano monchi o apparentemente conditi di riferimenti senza senso.
Obsidian riesce però a riscattarsi nelle side quest, proponendo diverse vicende ben strutturate e studiate per fornire al giocatore la facoltà di scegliere da che parte schierarsi. L’ascesa verso la Luce o la caduta verso il Lato Oscuro sono molto più approfondite rispetto a quanto fatto da BioWare e, come vedremo, una delle molteplici caratteristiche migliorate dal team di Avellone.

Classi e specializzazioni

A differenza di KOTOR impersoneremo da subito un Jedi, avendo quindi immediatamente accesso a tutti i vari poteri della Forza. Discorso diverso per la spada laser: quella dovremo sudarcela duramente completando quasi tre lunghi pianeti per poterla finalmente impugnare.
Vengono riproposte le tre classi Jedi create da BioWare (Guardiano, Sentinella e Console) con le stesse identiche peculiarità.
Raggiungendo un certo punto della storia potremo scegliere una classe di prestigio, tre diverse (nei nomi, nella sostanza rimangono tre tipologie a seconda del vostro stile di combattimento) per ciascuno dei due allineamenti: Predatore Sith o Maestro d’Armi Jedi, Assassino Sith o Custode Jedi, Signore dei Sith o Maestro Jedi.
Ognuna di esse dà accesso a diversi talenti che andranno ad incrementare le vostre già eccezionali prestazioni in combattimento.

Combattimento

Anche qui Obsidian non si allontana dal seminato di BioWare. Il combat system è identico, quindi un veterano della precedente avventura avrà subito ben in mente vantaggi e svantaggi di ogni singolo talento o abilità. Vengono introdotte una manciata di caratteristiche e poteri della Forza per allargare il ventaglio di personalizzazione offerto al giocatore.
Fanno la loro comparsa gli stili di combattimento Jedi che forniscono ulteriori bonus e malus a seconda della postura di lotta selezionata.
Avellone e i suoi commettono però un errore madornale a mantenere invariato il combat system, bilanciamento compreso: in KOTOR la sfida offerta era già abbastanza bassa, in The Sith Lords ben presto si annulla del tutto.
Grazie ad un sistema di crafting molto più sviluppato e in grado di fornire diversi bonus, potrete ora customizzare nel dettaglio tutti i vostri oggetti arrivando ad ottenere bonus letteralmente esagerati. Aggiungiamo il fatto che il level cap è ora spostato sino al livello 30 e otteniamo dei personaggi con statistiche stellari, ben superiori a quelle dei più potenti character creabili in KOTOR.
Valori come punti vita, punti forza, attributi e danni inflitti lievitano a numeri da capogiro. Gli NPC del party sono poi tutti molto forti e compiendo le scelte giuste, la maggior parte potrà intraprendere una ridente carriera da Jedi o Sith.
Rimane come sempre la netta predominanza della armi bianche sulle armi a distanza, anche se è innegabile lo sforzo di Obsidian di potenziare quest’ultime per renderle più appetibili, riuscendo parzialmente nell’impresa.

Party, quest e level design

Migliorano le relazioni con i propri membri dell’equipaggio: The Sith Lords offre quest personali e linee di dialogo in quantità superiore a KOTOR, oltre a storie decisamente più interessanti. Kreia e Mandalore risultano essere due personaggi estremamente carismatici anche se il secondo viene funestato dai tagli di contenuti operati dagli sviluppatori.
Encomiabile la possibilità di far variare ben due posti del party in base al proprio allineamento e sesso. Sono infatti a disposizione quattro personaggi di cui solo due reclutabili durante la vostra avvventura a seconda appunto delle vostre caratteristiche.
L’allineamento influirà non più solamente sul vostro personaggio ma su tutto il team, in base all’influenza verso ognuno dei suoi membri.
Le quest migliorano per complessità, scelte offerte e reazioni di mondo di gioco e compagni. La longevità ne beneficia senz’altro positivamente.

Rimane il problema della main quest: il filone narrativo principale risulta essere troppo frammentato e povero di informazioni se il giocatore non si sforza di cavarle dalla bocca di Kreia o di altri NPC e per farlo occorre spesso aver cresciuto un personaggio con le doti giuste oppure aver compiuto le scelte che mettono d’accordo quell’NPC, cosa molto difficile con un PG votato al Lato Chiaro (per altro finale canonico del titolo…). C’è il rischio di rimanere spaesati, anche conoscendo molto bene gli eventi e lo scenario di questo segmento temporale di Star Wars.
Il level design sancisce invece il proverbiale “l’allievo supera il maestro”. Quel “2” messo in copertina non indica soltanto il numero dell’episodio della saga ma anche il moltiplicatore di contenuti a cui è stato sottoposto l’Odissey Engine e in generale l’apparato del titolo BioWare.
Pur rimanendo un prodotto console con ambienti di gioco limitati, i livelli sono molto più ampi e dettagliati. Il numero di contenuti e location viene raddoppiato, mostrando alcuni dei pianeti più belli della saga. Un aggiornamento di texture ed effetti di luce rende più piacevole l’aspetto grafico.
L’interfaccia è ora pensata per un uso intensivo del mouse anche rimangono molto forti le influenze console.

Crafting: una menzione speciale

KOTOR fu criticato per un crafting elementare: pochi oggetti potenziabili e anche questi unicamente secondo tre parametri, con potenziamenti tutti uguali ad eccezione della spade laser che tuttavia mettevano a disposizione pochi cristalli.
The Sith Lords estende il livello di personalizzazione dando al giocatore la possibilità di scomporre ogni oggetto in componenti (il numero di risorse ottenibili dipendono dalle abilità del personaggio) per creare nuovi potenziamenti (anche qui, le abilità influenzano gli oggetti ottenibili sboccandoli via via) da inserire in ogni oggetto presente nel gioco.
I potenziamenti offrono bonus ma anche malus per i più potenti. Il problema è che l’efficia delle armi diventa esagerata e presto ucciderete ogni nemico con pochi colpi.
Il divertimento è però assicurato: i più fanatici possono passare parecchio tempo a cercar di scovare la combinazione più letale in combattimento di lenti, mirini, camere di fuoco, celle d’energia ed altro ancora.

Decisamente un RPG

Da qualunque punto di vista lo si guardi, KOTOR II è decisamente più RPG di KOTOR. Ascoltando i feedback della community, Avellone e i suoi hanno migliorato ogni aspetto di un già ottimo gioco di ruolo, fornendo personalizzazione, scelte e un impatto del giocatore sulla trama superiore.
Purtroppo uno sviluppo incompleto e scelte narrative non proprio azzeccate minano il lavoro di Obsidian, lasciando letteralmente l’amaro in bocca per il finale inconcludente e per cosa sarebbe potuto venir fuori con maggior tempo a disposizione.
Si tratta però di un’avventura dalla grande longevità, anche questa doppia rispetto a quanto fatto originariamente da BioWare, da giocare più volte grazie alle tante varianti offerte.
Conclusa questa avventura vi unirete all’enorme schiera di fan che attende impaziente un KOTOR 3 all’ennesima potenza, oggi più che mai lontano.