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Recensione Dragon Age: Origins 2017-04-29T00:41:41+02:00
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    Recensione Dragon Age: Origins

Prologo: I Moderatori Grigi…

Venite, venite, giovani avventurieri… venite ad ascoltare… poiché vi narrerò le vicende dei leggendari Moderatori Grigi… eroiche imprese e meschine manovre vi attendono nei meandri della Storia, dimenticata dai molti e tesoro dei vecchi… amore e tradimento, coraggio e codardia, lealtà e meschinità… tutto questo vi attende, se avrete la pazienza di ascoltare i racconti di questa vecchia coppia di guerrieri…

Come ogni avventura che si rispetti, anche la nostra comincia con un prologo. Nel nostro caso, inizia nell’anno 2009 di quest’Era.
In quel mese di Novembre, attorno al giorno 6, i primi freddi cominciavano già ad attanagliare quella landa chiamata Italia: le città si chiudevano su se stesse gelose del proprio calore, mentre nelle campagne si udiva più forte che mai l’ululato del serpente d’acciaio.
In quei giorni, due figure misteriose si aggiravano inquiete per le vie nebbiose della grande città del Nord (Torino) e della calda città del Sud (Catania).
Avvolti in lunghi mantelli grigi e con una strana luce negli occhi, solevano aggirarsi vicino a botteghe dallo strano nome, “Gamestop”, importunandone i commessi con assidue domande relative a un agognato oggetto.
Si diceva che tale arcano tesoro potesse essere la chiave per accedere ad un reame in cui sangue e acciaio, magia e religione, guerra e passione governavano le vite di antiche e misteriose razze
Consci della difficoltà di tale impresa, temprati da mille e una delusioni precedenti, vigili verso le false promesse e con in cuore l’imperativo di proteggere le comunità videoludiche del paese, tali loschi figuri si facevano chiamare “Moderatori Grigi”, e rispondevano ai nomi di Dùne e Olorin.
Incuranti dei pericoli per la propria vita sociale legati a risvegliare un oggetto di tale potere, i nostri Moderatori Grigi decisero di solcare per primi queste misteriose lande, saggiandone i sentieri, per guidare i loro compagni attraverso i pericoli e le insidie che nascondono tali luoghi.

La Creazione

Partiamo dal principio. Come molti suoi rispettati predecessori, anche Dragon Age: Origins (da ora in poi DA:O) permette una creazione libera del personaggio. Dopo aver cliccato su Nuova Partita ed aver visionato il filmato introduttivo, i giocatori accederanno ad un menu che consentirà di stabilire vari aspetti del personaggio giocante: il sesso, la razza, la classe, le origini ed infine l’aspetto fisico

SESSO: la scelta iniziale è centrata sul sesso del personaggio, una scelta che non influirà minimamente sulle statistiche e prestazioni del pg, ma che avrà ripercussioni durante lo svolgersi del gioco, soprattutto nei rapporti tra il pg e il party.

RAZZA: la seconda scelta possibile riguarda la razza del personaggio. La scelta della razza è fondamentale per i due restanti aspetti personalizzabili del proprio pg. Essa, come il sesso, la classe e le origini, avrà un impatto importante sullo svolgersi degli eventi del gioco che si differenzieranno in base al proprio retaggio. Le razze disponibili sono quelle di Umani, Nani ed Elfi. Ognuna di queste razze avrà dei bonus alle statistiche a lei peculiari, ad esempio, maggiore forza per i nani, elevata destrezza per gli elfi, etc.

CLASSE: la terza scelta consentirà di scegliere a quale classe appartenere. Ogni classe consentirà un approccio diverso durante gli scontri, ma anche durante alcuni dialoghi, che avremo modo di affrontare durante lo svolgersi della trama. Tre sono le possibilità: Guerriero, Ladro, Mago.
Benché possano sembrare esigue, rispetto a tanti altri titoli, con lo svolgersi della storia il giocatore avrà la possibilità di accedere a un ulteriore grado di caratterizzazione del proprio personaggio e dell’intero party, scegliendo fra le 12 specializzazioni sbloccabili nel gioco, 4 per ogni classe: ciascuna modificherà leggermente le caratteristiche, l’approccio al combattimento e alle prove di abilità.

ORIGINI: l’ultima scelta che il player avrà possibilità di effettuare è l’origine del proprio Personaggio, il suo background personale, ma anche sociale.
Le Origini, come detto in precedenza, dipenderanno dalle due scelte precedenti di classe e razza. Questo è forse l’aspetto più innovativo del titolo, ossia la possibilità di dare un “background giocabile” al nostro personaggio, il quale sin dalle prime battute di gioco, verrà immediatamente immerso in quelle che sono le fitte trame sociali, storiche e razziali che fanno da sfondo alle vicende del gioco. Inoltre, come un vero e proprio background, ciascuna origine porta con se un certo numero di eventi e problematiche da affrontare, alcune subito, altre in fasi più avanzate del gioco. In ogni caso, così come le scelte di dialogo, anche la scelta della propria origine avrà una ripercussione non indifferente sul mondo circostante, arrivando addirittura a influenzare il modo e la forma con cui i vari personaggi non giocanti si rivolgeranno a noi, anche nei filmati di intermezzo!

Completata la definizione del personaggio, il giocatore potrà ulteriormente personalizzare il proprio PG modificandone le fattezze fisiche: capelli, colore degli occhi, larghezza della bocca, tatuaggi ecc.
Inoltre, è compresa una sezione di modifica del ritratto “in-game” del personaggio principale, in modo da renderlo il più possibile piacevole ai nostri gusti, vista la quantità di ore che ci ritroveremo a fissalo. Infine, sono anche presenti un certo numero di voci diverse con cui dare vita al nostro PG.
Completata la creazione del nostro personaggio, basterà cliccare un’ultima volta su “Avanti” per far comparire la finestra di scelta della difficoltà di gioco (cambiate il “Normale” a vostro rischio e pericolo…).
Fatto questo, apparirà la schermata di caricamento e, dopo pochi secondi di attesa, verremo catapultati nel mondo di Dragon Age: Origins…

Gli strumenti del Dovere…

Creato il personaggio e deciso il livello di difficoltà, avremo tutte le carte in regola per cominciare il gioco vero e proprio.
Dopo il caricamento, verremo catapultati “dentro” all’Origine scelta. Sicuramente, il nostro occhio verrà inizialmente catturato dalla bellezza grafica che contraddistingue il mondo di gioco, sia nei filmati/conversazioni sia nell’effettivo svolgersi dell’azione, che sia d’esplorazione o di combattimento.
La schermata di gioco si compone, oltre che della classica barra d’azione sul fondo dello schermo, anche di una piccola, ma dettagliata mappa nell’angolo in alto a destra, di un menù in alto al centro (di Mass Effect-iana memoria) e del ritratto del nostro avatar virtuale nell’angolo in alto a sinistra. Partiamo da questi tre elementi, in quanto costituiranno i nostri principali mezzi per controllare il mondo circostante.
La barra d’azione, espandibile in senso orizzontale, permetterà di alloggiare tutto ciò che serve avere a portata di mano: dai poteri, alle pozioni, trappole, veleni e quant’altro. E’ inoltre presente la possibilità di bloccarla, per impedire che durante le fasi più concitate dei combattimenti i pulsanti si muovano. Per quanto riguarda pozioni e, in generale, oggetti di consumo, il loro posizionamento sulla barra dipenderà unicamente dal giocatore. Abilità, poteri e modalità, invece, verranno posizionate di “default” man mano che le sbloccheremo, mantenendo comunque la possibilità di riposizionarle a piacimento.
La mappa, circolare, mostra una parte della mappa dell’area in cui troviamo. L’angolo di visuale può essere allargato o ristretto a seconda delle esigenze e si può anche decidere di nascondere completamente la minimappa. Inoltre, noterete che le linee che la compongono ricalcano fedelmente quelle riportate nelle mappe d’area più grosse accessibili con il tasto M. Su di essa, potremo costantemente vedere il nostro party, insieme ai nemici (quando presenti) e ad una freccia bianca. Questa ci indicherà la prossima tappa da raggiungere per procedere nella quest in corso, a patto che prima questa sia stata resa “Attiva” tramite la schermata del Diario. Inoltre, i destinatari delle quest verranno segnalati con una puntina gialla dorata.
Infine, il ritratto, che è personalizzabile durante la creazione del personaggio, permetterà di avere sotto mano le informazioni principali sul personaggio, che appariranno al passaggio del mouse.
Esplorando il menù in alto, avremo accesso alle funzioni più specifiche: Diario, Note, Tattiche, Composizione del Gruppo, Mappa, Inventario, Scheda dei Personaggi e Menù.
Il Diario, elemento immancabile in ogni RPG degno di tal nome, terrà conto delle Missioni che accetteremo durante lo svolgersi della nostra personale saga nelle terre del Ferelden. Qui, separate per Zona di provenienza o per Committente, troveremo l’elenco delle quest da risolvere e di quelle già risolte (in due schermate separate). Quando accetteremo una nuova quest, la voce corrispondente verrà evidenziata in giallo per segnalarci un elemento non letto. Dal diario, inoltre, avremo anche la possibilità di attivare le missioni, perché appaiano segnalate sulla mappa. Le missioni completate sono invece raccolte a parte, in una diversa pagina.
Dalla stessa schermata del Diario, sarà possibile accedere anche a quella delle Note. Queste, divise per argomento, sono un elemento fondamentale del gioco. Sono infatti lo strumento prediletto scelto dai creatori del gioco per far sì che i giocatori si immergano ancora di più nel mondo di Thedas: qui troveremo informazioni sui principali personaggi incontrati duranti l’avventura; vi verranno raccolti tutti i documenti che il nostro personaggio leggerà durante il gioco, da pezzi di corrispondenza privata sgraffignati qua e la, a trattati sulla natura dell’Oblio o dei Qunari, o ancora descrizioni dei luoghi visitati, delle combo magiche che scopriremo, dei mostri che sconfiggeremo. Insomma, se volete toccare con mano la vita che percorre Dragon Age, questa è la sezione che fa per voi.
Tralasciando le altre funzioni, passiamo subito a parlare di quella che rappresenta la vera innovazione di Dragon Age, e che sarà anche la vostra più fidata compagna nel gioco: la schermata delle Tattiche. Già nei precedenti giochi di BioWare, era possibile impostare il comportamento dei personaggi del nostro party a piacimento, scegliendo però da una lista di comportamento pre-impostati dai programmatori. In alcuni casi, tale facoltà era utile e ben congegnata, in altri lasciava un po’ a desiderare. Quello che troviamo in Dragon Age potremmo definirlo “l’evoluzione della specie”, prendendo Mass Effect come punto di partenza. In quel capolavoro sci-fi, il giocatore, tenendo premuta la barra spaziatrice, poteva dar alcuni ordini basilari ai membri del proprio party: avanza, attacca, riparati, convergi sul PG, cambia arma, usa la tal abilità. Un sistema essenziale, ma efficace per l’ambiente in cui andava usato.
In Dragon Age, dove gli scontri sono quasi sempre all’arma bianca, il party è composto da 4 personaggi e l’azione spesso è frenetica, assistiamo a un massiccio miglioramento. Senza entrare troppo nel dettaglio, dalla schermata delle Tattiche potremo scegliere, per ogni personaggio, 3 comportamenti pre-impostati (ma personalizzabili) e 3 comportamenti completamente vuoti, tutti da creare a nostro piacimento. Il sistema funziona secondo un semplice metodo “causa-effetto”: si imposta nella colonna di sinistra la condizione scatenante, e si imposta in quella di destra la reazione che desideriamo abbia il personaggio.

La potenza del sistema sta nella marea di variabili che si possono impostare: già nella versione non moddata di Dragon Age è possibile coprire con le nostre tattiche tutte le possibili situazioni che si presenteranno sul campo di battaglia. Potremo impostare una sequenza di tattiche per cui, ad esempio, il nostro pg attiverà una modalità che gli consente di far maggior danno, poi sceglierà tra i nemici quello più forte e infine userà una particolare combo di colpi per massimizzare il danno inflitto. Il tutto, magari aggiungendo una stringa che gli imponga di curarsi quando la salute scende sotto una determinata percentuale-soglia. E’ un sistema molto, molto potente e qui, come in altre trovate BioWare, sta la genialità del titolo: benché potente, non è invasivo. Avremo sempre la facoltà di prendere possesso del personaggio e indirizzarne le azioni in tempo reale ma, una volta che lo lasceremo e ritorneremo a controllare il nostro avatar, il computer andrà a leggere le tattiche che noi abbiamo impostato per quel personaggio e le userà per farlo agire.
Da RPG, con tale accorgimento, Dragon Age quasi crea un nuovo genere a sé stante, quello degli RPG Strategici.

Andando, poi, su questioni meramente tecniche, il gameplay di Dragon Age è ottimo. La curva di apprendimento, sebbene un po’ alta, è facilmente percorribile anche dai neofiti, grazie alle Origini-Tutorial e ai suggerimenti a scomparsa che appaiono nell’angolo in basso a destra. L’uso della barra veloce è piuttosto intuitivo e semplice, mentre le tattiche, nonostante ad un primo sguardo sembrino complesse, possono essere sfruttate appieno con poche ore di gioco sulle spalle. In definitiva, un titolo che, da questo punto di vista, ha tutte le carte in regola per accontentare sia chi si avvicina al genere per la prima volta, sia i giocatori più smaliziati e interessati alla sperimentazione.

Trama e Dialoghi

Senza ombra di dubbio il Gioco di Ruolo, più di ogni altro genere, fonda buona parte del suo contenuto sui dialoghi. Sebbene negli ultimi anni questo aspetto sia stato più volte trascurato, “Dragon Age: Origins” rispolvera questo elemento, regalando ai giocatori ore e ore di dialoghi doppiati con arte da ottimi interpreti, tra cui anche il grande Tim Curry che per l’occasione ha indossato i panni di uno dei personaggi più importanti per la storia, l’Arl Rendon Howe.
Ma vediamo come sono strutturati tecnicamente i dialoghi.
Ogni dialogo con i personaggi non giocanti (o NPC), ivi compresi i membri del nostro party, avrà una struttura ad “albero”. Ogni scelta di dialogo, in genere una rosa di 4 domande/risposte, corrisponderà a differenti approcci che porteranno ad ulteriori opzioni di dialogo in base alla reazione che la linea di dialogo prescelta scatenerà nell’interlocutore. Questa reazione, a sua volta, sbloccherà nuove opzioni e possibili esiti per l’intera “chiacchierata”.
Tali reazioni dipendono dal tipo di conversazione (aggressiva, amichevole, ironica) ma anche da aspetti come la Razza e l’Origine. Ad esempio un Elfo di Città e un Umano Nobile, sperimenteranno differenti reazioni da parte degli NPC: se al primo i personaggi non giocanti si rivolgeranno spesso con fare sprezzante, osteggiandolo e denigrandolo, il secondo potrebbe essere apprezzato e ossequiato. Ciò rende l’interazione PG-Mondo di gioco molto dinamica, ed è possibile che lo stesso dialogo affrontato più volte, anche dallo stesso personaggio, possa portare a differenti esiti.
Inoltre, in alcuni particolari situazioni, tra le scelte di dialogo potrebbero apparire opzioni speciali. Tali opzioni sono frutto di alcuni talenti e abilità del personaggio. L’abilità che influisce maggiormente sui dialoghi è “Coercizione”. Questo talento permette di convincere gli NPC delle vostre tesi attraverso la “Persuasione” o “Intimidazione”. La prima farà un check sulla caratteristica “Astuzia” del personaggio, la seconda un check su “Forza”. Tali opzioni di dialogo permetteranno di affrontare alcune situazioni in modo differente, permettendo di svelare eventuali retroscena o di evitare particolari combattimenti, ad esempio spaventando l’avversario con Intimidazione o convincendolo a ritirasi con Persuasione.
A volte poi, durante i dialoghi, ci verranno proposte delle scelte che, in pieno stile BioWare, avranno importanti ripercussioni nel prosieguo della storia come, ad esempio, decidere come affrontare la questione di un ragazzino posseduto da un demone: ucciderlo, salvarlo, o tentare di allearsi con lui?
Oltre che generare catene di conseguenze nel gioco, la nostra condotta in tali frangenti porterà anche altri frutti, nella forma delle reazioni che i membri del nostro party avranno riguardo la nostra decisione. A questo punto, diventa necessario introdurre un ulteriore elemento di DA:O, che contribuisce a rendere più vivo il mondo di gioco.

Come detto, durante le nostre avventure nel Ferelden, avremo la possibilità di reclutare un certo numero di seguaci, che andranno a comporre un party molto variegato e colorito. Da Streghe delle Selve a Assassini Elfi, quasi ogni Origine e Classe sarà rappresentata nel nostro gruppetto di avventurieri. L’interazione con questi NPC non si limita solo ai combattimenti, ma comprende anche numerose sfaccettature relazionali, rappresentate in gioco dal sistema dell’Approvazione.

Ognuno dei membri del nostro party, infatti, presenta nella sua scheda dell’inventario, sotto al modello 3D che mostra gli oggetti equipaggiati, una barra simile a quella dell’esperienza: su di essa, un cursore rotondo di muove fra i due estremi. Questo rappresenta “quanto” quel particolare personaggio “approva” la condotta del nostro eroe fino a quel punto. Tale livello di approvazione viene generato, principalmente, da punti che vengono guadagnati (o persi…) durante i dialoghi con gli NPC sparsi per il mondo, come conseguenza di particolari comportamenti adottati o di scelte particolarmente sofferte: tutto ciò viene notificato al giocatore con brevi linee di testo, poste sopra la barra d’azione.
Inoltre, in quei momenti “topici” dell’avventura, i membri attuali del party potranno “dire la loro” su modo con cui abbiamo gestito la situazione o sul comportamento adottato con questo o quell’altri NPC.
Infine, sparsi per il mondo di gioco ci sono alcuni oggetti particolari, chiamati “Doni”, che permetto di alzare immediatamente l’approvazione di un NPC del party di un certo numero di punti. Attenzione, però, a chi fate questi regali: alcuni, infatti, hanno un significato speciale per uno specifico compagno d’avventura…
Collegati a tale sistema di Approvazione/Disapprovazione, sono anche altri due aspetti del gioco: le quest personali e le romances. Le quest personali sono, come dice il nome, missioni che ci verranno affidate dai personaggi del nostro gruppo, una volta raggiunta una certa soglia di Approvazione. Oltre a permettere di scavare ancora più a fondo nel background del NPC in questione, e avere così un’idea della profondità con cui BioWare li ha sviluppati, tali quest permette di recuperare potenti oggetti da regalare ai nostri compagni, o di sciogliere importanti nodi nel loro passato, cosa che risulta in modifiche ai loro parametri o nello sbloccare alcune specializzazioni. Inoltre, una volta completata la quest personale di un NPC, sarà molto probabile che l’Approvazione di costui verso il nostro PG raggiungerà il massimo possibile.
Le romances, come da tradizione BioWare, sono possibili storie d’amore che il nostro PG può intrattenere con alcuni membri del nostro party. Come già in Mass Effect, la software house canadese mette a disposizione “avventure” per tutti i gusti: sia etero che omosessuali, per entrambi i sessi possibili per il PG. Sbloccarle, chiaramente, non sarà facile ma, a patto di riuscirci, aggiungeremo un ulteriore livello di “realismo” al mondo di Dragon Age, con possibilità di veder continuare le nostre storie d’amore anche nei capitoli successivi…
Esaurito il capitolo “Dialoghi”, passiamo ora alla Trama.
BioWare, si sa, è una della case produttrici che da più attenzione alla storia che sostiene l’impianto ruolistico dei suoi titoli. Da Baldur’s Gate a Mass Effect, la storia di ogni titolo dei canadesi è sempre stata profonda, ramificata e avvincente al punto giusto.
Dragon Age non si discosta da questo trend generale, in questo guadagnandosi a pieno titolo la nomea di “successore spirituale” di Baldur’s Gate. Già a cominciare dal filmato iniziale, che in pochi minuti ci spiega l’antefatto della vicenda, si riesce a avere una visione d’inseme piuttosto buona del mondo di gioco. A seguire, le Origini, oltre a fungere da tutorial per quanto riguarda il gameplay, ci permettono di cominciare a affondare i denti nel colorito background socio-politico del Ferelden. In questi primi istanti di gioco, infatti, verremo a conoscenza dei contrasti razziali esistenti, della fede e della storia del regno in cui si svolge l’avventura, delle gesta dei Custodi Grigi e della particolare luce in cui sono visti coloro che possiedono il dono della Magia. Buona parte di questa narrazione di sottofondo viene svolta tramite i codici, libri e documenti che troveremo in giro per il mondo e che pian piano vengono catalogati e conservati nella pagina apposita del menù.
Per quanto riguarda la trama vera e propria, senza scendere negli spoiler più pesanti, possiamo sicuramente affermare che è una delle più complesse, lunghe e variate degli ultimi anni. La maggior parte della quest principale si volge attorno al problema di come affrontare la Prole Oscura che sta lentamente, ma inesorabilmente, invadendo il reame. E’ difficile, però, applicare a Dragon Age la classica divisione “quest primarie – quest secondarie”, principalmente perché la quest principale stessa, benché rimanendo il filo conduttore di tutto il gioco, si ramifica in non meno di quattro quest parallele, a loro volta suddivise in altre quest più piccole.

Facendo un paragone, si potrebbe dire che, mentre in un qualunque altro RPG la quest principale è un fiume costellato di confluenze con piccole quest secondarie slegate dal racconto, Dragon Age assomiglia di più ad un acquitrino, in cui il fiume in entrata della quest principale si ramifica in numerosissime “sottoquest” principali in cui confluiscono anche svariate quest secondarie, che poi però si riuniscono nel fiume in uscita. Lo show down finale, in questo senso, è proprio il culmine di un viaggio, di una storia personale vissuta e combattuta in prima persona, in cui tutti i fili rimasti in sospeso si riuniscono e vengono tirati a formare un unico, splendido, arazzo.

DATI DEL GIOCO

Piattaforme: Windows, Mac OS, PlayStation 3, Xbox 360

Sviluppatore: Bioware

Distributore: Electronics Arts

Data di uscita: 03/11/2009

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