L’attuale generazione di console ha visto arrivare nei propri schermi un vecchio ma, parrebbe, intramontabile ARPG qual’ è The Elder Scrolls V: Skyrim. Questo ha magari fatto piacere ai vecchi fan, oltre che ai nuovi Sangue di Drago, ma c’è da chiedersi perché Bethesda abbia agito in tal modo.
Si può affermare che le remastered non siano proprio tipiche dello studio di oltre oceano, sebbene si sia già adoperato in tal senso con il primo Dishonored. Pete Hines, vicepresidente al marketing di Bethesda, ha fatto un po’ di luce sull’intera vicenda durante un’intervista concessa a GamesRadar (e riportata da VG24/7).
Quello che oggi è noto come Skyrim Special Edition, è in effetti nato diverso tempo prima da degli “esperimenti” grafici per Fallout 4.
“Skyrim (Special Edition) è un qualcosa in più di quel determinato lavoro che si è svolto nei primi giorni in cui abbiamo preparato Fallout 4 a questa generazione di console”. Ha dichiarato Pete Hines, continuando: “…lo spostare il motore grafico di Skyrim e svolgere qualche aggiustamento per farlo girare in questa generazione di console tanto per vedere come andava, e così via, è stato prima che si iniziassero a sviluppare tutti gli aspetti di Fallout”.
Insomma Bethesda l’ha fatto nascere come un esperimento e poi ha colto l’occasione sviluppandolo come una remastered. Una rimasterizzazione che ha visto Skyrim Special Edition con qualche nuovo effetto grafico rispetto alla versione originale, e non molto altro, oltre all’introduzione del supporto alle mod in stile Fallout 4. “Ci è parsa una bella idea”, ha dichiarato in merito Hines.
Lo studio di sviluppo statunitense si sta ora focalizzando sulle proprie nuove creazioni, ma c’è da chiedersi se questa non sia stata una geniale mossa di marketing che si potrebbe ripetere anche nel futuro.
La vostra opinione?
Commenta
You must be logged in to post a comment.