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  • Una retrospettiva su Dragon Age II

Una retrospettiva su Dragon Age II

PopMatters, approfittando dell’annuncio di Dragon Age III, scrive un lungo articolo sui primi due capitoli della serie e di come si sta evolvendo questa promettente saga. Ne riportiamo un piccolo estratto.

“Tutti i piccoli dettagli che hanno reso grande il mondo di Origins sono stati sostituiti con un piccolo, immutabile, e poco profondo  mondo in cui raccontare una molto più personale, anche se disgiunta, storia.

[Dragon Age II] non riguarda l’ultima speranza per il mondo, era la storia di un piccolo gruppo di persone che (involontariamente) sono la scintilla di una rivoluzione. Sono scomparse la pletora di opzioni di conversazione che mettevano il giocatore in un ruolo unico all”interno del mondo di gioco. Ora il giocatore controlla Hawke, che si inserisce nel ruolo di paragone, rinnegato o furbetto indeciso quando uno degli altri due estremi non sembrano adatti. Hawke non plasma il mondo il modo in cui il custode ha fatto, infatti Hawke era solo una pedina in procino di essere spazzata via nella marea di tutti gli eventi su cui il giocatore non aveva alcun controllo.

A differenza del custode, Hawke non aveva più personalità possibili. Hawke era solo un passante che ha beneficiato dell’egemonia culturale. Non importa quale fossero state le scelte del giocatore, Hawke sarebbe diventato ricco, famoso, e molto rispettato;  avrebbe infine avuto una straordinaria influenza politica e tutti concorderanno sul fatto che si meritava gli allori e niente di tutto ciò avrebbe significato nulla prima dei titoli di coda.

Dragon Age II nella parte narrativa è stato l’opposto del suo predecessore in molti modi, ma per la maggior parte del tempo ha funzionato. Il tipo di narrazione quasi minacciosamente lineare che Dragon Age II ha utilizzato non è convenzionale per i giochi di ruolo occidentali e certamente non è in voga oggi, ma il gioco merita di essere lodato per come coraggiosamente ha affrontato l’emarginazione sociale in un mondo credibile e moralmente stracciato a pezzi. Il gioco rende il protagonista impotente mentre dice al giocatore come lui sia importante. Ha reso delle brave persone sinistre e dei mostri totali comprensibili. Ha sfaldato un mondo, alterando di poco status quo.”

2016-11-27T11:36:02+01:00