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  • Long Gone Days, un RPG a turni militare

Long Gone Days, un RPG a turni militare

Tra i tanti giocucchi fatti con RPG maker con disegni che sembrano fatti da weeboo che non hanno mai preso una matita in mano, ogni tanto salta fuori qualche gemma. Tale è Long Gone Days, non solo per la notevole perizia artistica della sua creatrice, la cilena Camila “Bura” Gormaz, ma anche per l’ambientazione nonché alcuni interessanti spunti di gameplay. Il gioco è stato Greenlit su Steam e sta al momento raccogliendo fondi su Indiegogo, con una data di uscita prevista a Febbraio 2018.

Intanto non ci troviamo nel solito mondo incantato da salvare da una male ancestrale, ma nel nostro mondo contemporaneo, seppur con qualche spunto di fantasia che rende la storia molto interessante. Il gioco si presenta come ci si può aspettare da un gioco prodotto con RPG maker, seppur con sprite dei personaggi particolarmente grandi e di buona fattura. Quello che lo discosta dagli altri è la notevole qualità dei disegni dei personaggi durante i dialoghi e degli artworks in generale, ben lungi dalle solite brutte copie di Goku che vediamo in prodotti simili.

Long Gone Days, di cui potete provare il demo, funziona come ci si aspetta da un RPG a turni sullo stile delle vecchie glorie: si esplora un posto e si parla con personaggi per proseguire nella storia. Ci sono alcuni enigmi durante il percorso, ed esplorando un po’ l’ambiente saremo ricompensati con munizioni extra ed elementi curativi (non sono pozioni, ma curano i punti ferita).

Long Gone Days GIF 1

Le cose cominciano a farsi interessanti quando si incontrano i primi nemici, con il gioco che ci mostra una visuale in prima persona del protagonista (un cecchino), con l’obiettivo di eliminare alcuni bersagli. La sessione, allo stato attuale delle cose, ricordiamo che il gioco è previsto per il 2018, è abbastanza semplicistica, e consiste nello spostare il mirino sulla testa dei malcapitati e premere un tasto, ma almeno è interattiva, al tempo stesso una meccanica che considera la posizione dei vari personaggi, in modo da dover studiare l’ordine in cui eliminarli in modo da non essere individuati dagli altri sarebbe preferible.

Long Gone Days GIF 2

Il combattimento vero e proprio si comporta più come un RPG a turni tradizionale, se non fosse che potremo puntare a varie parti del corpo del nemico, come nel VATS di Fallout, ognuna con particolari caratteristiche, come difficoltà nel colpirla e malus inflitto una volta ridotti a zero gli HP.

Long Gone Days GIF 03

In questa schermata possiamo anche vedere uno degli elementi più interessanti del gioco, il morale. Durante i combattimenti ci saranno alcuni brevi dialoghi nei quali potremo selezionare le risposte, in base alle quali i nostri commilitoni avranno un aumento o diminuzione di morale. Se il morale raggiunge zero, si rifiuteranno di continuare a combattere.

Questo è un assaggio dell’altro aspetto di Long Gone Days, che è quello di Visual Novel, ovvero un racconto interattivo, dove le scelte nei dialoghi portano a varie conclusioni della storia. Nel demo c’è ben poco di esplorabile a tale riguardo, salvo un paio di volte nei combattimenti, ma i personaggi sono molto ben caratterizzati e la storia si presta molto bene a questo tipo di approccio, per cui si può solo ben sperare.

Una delle particolarità (per me un punto a favore, e mi domando chi possa pensare il contrario) di Long Gone Days è che l’autrice sostiene che non ci sarà bisogno di grinding per proseguire, tantomeno di incontri casuali. Le abilità dei personaggi proseguiranno con la storia e gli incontri con i nemici saranno prederminati (non sappiamo se influenzabili o meno in base alle scelte fatte), il che ci solleverebbe da uno dei fardelli dei vecchi JRPG, che anche i capisaldi del genere sembrano volersi scrollare.

Se avete un’oretta da perdere date un’occhiata al demo, secondo me ne vale la pena: la storia è accattivante e si lascia giocare bene, e poi speriamo che la campagna di finanziamento abbia successo. Il team è composto da solo due persone, ma vista la portata del progetto e la presenza già adesso di un demo giocabile è una cosa realistica e difficilmente diventerà un vaporware.

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2017-01-26T04:48:07+01:00

Autore:

Giocatore sin dai tempi in cui a stupire era la grafica di Alone in the Dark, tra un videogioco e l’altro si occupa delle recensioni su RPG Italia. Quando non gioca per piacere trova il modo di farlo per lavoro, insegnando storia del design con Assassin’s Creed II e cercando scuse accademiche per usare videogiochi un po’ ovunque, dagli ospedali alle università.

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