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Recensione Two Worlds II 2016-12-29T16:56:18+01:00
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    Recensione Two Worlds II

Two Worlds uscito nel lontano 2007 fu un mezzo disastro perché incompleto, non al passo con gli alti standard imposti da Oblivion alcuni mesi prima e con una trama troppo scialba. Giocando il primo lavoro dei Reality Pump patchato alla versione 1.7 si può però capire che la saga aveva diverse potenzialità, una gemma grezza che se ben lavorata poteva produrre davvero un titolo di qualità. Il susseguirsi di immagini e resoconti durante lo scorso anno ha soltanto anticipato in minima parte il riscatto della software house polacca.

Il motore Grace in tutto il suo splendore.

 

La Grafica

Decisamente superiore rispetto al primo episodio e in linea con gli standard videoludici del 2010, Two Worlds 2 è mosso dal GRACE Engine, nato dalle ceneri del suo predecessore. Inizialmente pensato per essere un add-on, alla fine il team di sviluppo ha accantonato l’idea per focalizzarsi su un nuovo prodotto. 
La resa di paesaggi è qualcosa di spettacolare. Pur richiedendo poche risorse rispetto alla qualità offerta, Two Worlds 2 riesce ad assicurare un’esperienza visiva che ha pochi eguali, soprattutto nella profondità degli ambienti. 
Texture ben definite poi fanno il resto, rendendo le distese di Antaloor un mondo quanto mai vivo e credibile. 
Alcune note negative sono da riservare forse agli NPC, un po’ meno rifiniti degli ambienti ma migliorati poi con l’uscita delle prime patch. Allo stesso modo è stato poi aggiunto il supporto alle DX 11 che ha migliorato ulteriormente la gestione delle luci e degli effetti di post-processing. 
Per dare un’idea del grande passo avanti fatto dai Reality Pump, i modelli degli NPC sono aumentati notevolmente rispetto al primo Two Worlds e difficilmente troverete due personaggi uno uguale all’altro. I costumi e gli abbigliamenti delle varie isole poi rendono ogni città una piccola perla.

 

L’inventario è di facile utilizzo.

 

Interfacce, menù e inventario

I menù di Two Worlds 2 sono stati pensati decisamente in ottica console. Facilmente accessibili tramite l’utilizzo di un joypad, possiedono icone molto grandi ( poi ridotte con una patch nella versione PC) per non affaticare i giocatori che amano affrontare le proprie partite su schermi di grosse dimensioni. Anche testi e dialoghi hanno le medesime proporzioni. 
L’inventario divide in due macrocategorie gli oggetti di Two Worlds 2: equipaggiamento difensivo/offensivo e oggetti utilizzabili. Nel primo troviamo tutti gli strumenti raccolti durante le nostre avventure che ci aiutano in combattimento (armi, armature, gemme, risorse) mentre nel secondo i vari testi da cui apprendere le abilità, i libri, gli utilissimi Oculus ( talismani magici che permettono di esplorare l’ambiente circostante in maniera incorporea e piazzare eventualmente delle trappole) e le pozioni. Vi è poi una terza categoria in cui sono raccolti gli ingredienti che permettono la creazione delle pozioni più disparate.

Il sistema di crafting del titolo.

Il gioco si contraddistingue dalla concorrenza per l’estrema personalizzazione di ogni oggetto o magia. Armi, vestiti e armature sono scomponibili in componenti che possono poi essere utilizzate come risorse per potenziare altri strumenti e migliorarne l’efficacia. Il grado di abilità nel potenziare una determinata categoria (spade, archi, scudi e gemme) poi permette di raggiungere livello di efficienza superiori.

Anche l’alchimia funziona in maniera analoga. Combinando i vari ingredienti si ottengono pozioni dagli effetti più disparati. C’è da dire che alcune di essi permettono forse di ottenere bonus un po’ troppo esagerati che possono alterare il bilanciamento del gioco. Ad esempio combinando due cervelli di mummia si ottiene una pozione che permette al personaggio di resuscitare una volta. Sebbene le mummie siano abbastanza rare, può cambiare decisamente l’esito di alcuni combattimenti. E’ comunque un miglioramento rispetto al capitolo precedente dove si poteva sempre resuscitare e non vi era mai alcun “Game Over”.

La mappa e fondamentale per orientarvi nel mondo di gioco.

La mappa di gioco invece merita una menzione particolare: è qualcosa di enorme. L’avventura si sviluppa su quattro isole principali e alcune secondarie raggiungibili tramite una barca controllabile dal giocatore. Ogni isola ha poi il suo clima particolare con relativa fauna. Ciò assicura una varietà di mostri davvero notevole. 
Sulla mappa sono poi segnati i punti di interesse: luoghi, teletrasporti e quest marker.

Una grossa nota negativa la riserva la grande isola centrale, per lo più inesplorabile poiché le zone interne sono state riservate alla modalità multiplayer. Lascia un po’ l’amaro in bocca pensare a quante avventure si sarebbero potute affrontare al suo interno se sviluppata dai Piranha Bytes.
Two Worlds 2 ha tuttavia tra i suoi pregi l’elevata velocità di caricamento di ambienti e salvataggi. Avviando il gioco si può iniziare la propria partita dopo meno di 25 secondi. Il mondo di gioco è interamente in streeming. Ulteriori caricamenti si verificano solo entrando dentro case e dungeon ma durano al massimo una manciata di secondi.

Il diario racchiude tutte le informazioni riguardo a missioni e incarichi di vario genere, ottenibili tramite le bacheche delle varie Gilde.

Le abilità si sviluppano sopratutto sulla arma da voi preferita.

 

Le abilità

Il sistema di abilità è molto ben sviluppato. Diviso in macrocategorie, una per tipologia di arma, magia, abilità fisiche, metallurgiche/alchemiche e stealth, permette facilmente al giocatore di sviluppare il suo personaggio senza dover rimanere nei rigidi schemi delle classi. Ognuno è libero di creare il proprio alter-ego specializzandolo in una sola macrocategoria oppure creando un personaggio e tutto tondo in grado di cavarsela in ogni situazione. Ogni abilità ha dieci gradi, ognuno acquistabile tramite relativi punti. Si ottengono 3 punti abilità a livello e se ne possono conquistare di extra compiendo determinate imprese durante le vostre avventure. 
A controllare ciascuna abilità vi sono i parametri, in pratica le caratteristiche di Dungeons & Dragons. Sono quattro, e gradi elevati conferiscono dei bonus alle abilità influenzate da ognuno. Si guadagnano 4 punti parametro a livello.

Il combat system

Pur essendo un action RPG e come tale dotato di un combat system in linea con i canoni del genere, Two Worlds 2 riesce tuttavia a inserire nel suo gameplay una certa componente tattica e una ancor più grossa dose di spettacolarità. 
Imparando le opportune abilità sbloccheremo nuove mosse speciali, dotate di un tempo di ricarica, senza le quali un semplice attacco all’arma bianca diventa un suicidio sicuro. 
Durante i primi dieci livelli si rivelano di particolare importanza, dopo diventano fondamentali per sopravvivere ai gruppi più numerosi di nemici e contro i boss di determinate zone.

Una creatura che potrete incontrare durante il gioco.

Oltre a tutto questo vi è da menzionare il sistema di blocco e contrattacco. Assumendo la posizione di difesa premendo il tasto destro del mouse, il personaggio si prepara a ricevere l’attacco nemico. Cliccando con il sinistro al momento giusto, potremo dare il via ad una sequenza di colpi (uno per ogni click) che coglieranno il bersaglio impreparato, aprendo la sua guardia. 
Per finire, può capitare a volte di atterrare un nemico. Cliccando al momento giusto il nostro personaggio eseguirà una mossa spettacolare che porrà immediatamente fine alle sofferenze del nostro avversario.
Per rendere inoltre più cinematografica l’esperienza, i Reality Pump hanno inserito delle azioni in slow motion oppure con uno spostamento di telecamera nel caso di colpi critici utilizzando una delle mosse speciali. 

Lo stealth si colloca invece negli standard del genere: si arriva alle spalle della vittima e la si trafigge con l’apposito pugnale. Da segnalare però anche qui la sequenza cinematografica che dà maggior enfasi alle uccisioni.

A volte muoversi furtivamente è vantaggioso.

 

La magia

Il sistema magico di Two Worlds 2, denominato DEMON, è già entrato nel Guinness del Primati per l’enorme numero di combinazioni che offre nella creazione del proprio incantesimo. Inizialmente un po’ ostico da padroneggiare, una volta compresi i suoi meccanismi offre una libertà di personalizzazione enorme al giocatore, permettendogli tramite l’uso di apposite carte di creare l’incanto che fa più al suo caso.

Il sistema delle magie è apparentemente ostico.

Ciò rende la carriera da maghi, tradizionalmente penalizzata negli action RPG, molto accattivante. 
Anche in questo caso può succedere che il bilanciamento sia messo a dura prova: alcune magie si rivelano troppo potenti, dando poche possibilità di scampo ai vostri avversari. 
Ricercare però la combinazione più letale si rivela un passatempo divertente e nella modalità multiplayer un continuo cercare di prevalere sui propri omologhi.

I dialoghi, le cutscenes e la trama

Two Worlds 2 ha dei dialoghi decisamente interessanti e capaci di catturare il giocatore alle frasi che appaiono sullo schermo. Il personaggio principale ha la sua personalità rozza, il suo umorismo graffiante che ricordano in parte l’Eroe Senza Nome della saga di Gothic e Gerald di Rivia di The Witcher.

I cavalli permettono di percorrere in poco tempo grandi distanze.

Durante le nostre conversazioni con gli NPC possiamo selezionare diverse opzioni e la discussione prosegue come in un qualsiasi action RPG. 
La trama poi raggiunge livelli di complessità e spessore che il primo Two Worlds nemmeno si sognava. La main quest si dirama in maniera impressionante fin dalle prima battute, introducendo diversi personaggi dalle differenti personalità e facendo più volte deviare il giocatore dalla via più diretta per impegnarlo in una delle numerose side quests. La qualità di queste è notevole, oltre alla classiche missioni da fattorino vi sono alcuni incarichi che dettano pesantemente l’azione di gioco coinvolgendo parecchio. 
La storia ha inizio con un filmato in computer grafica particolarmente bello. Gandohar, il misterioso nemico del primo episodio ha vinto. Proclamatosi imperatore di Antaloor ha portato avanti il suo genocidio contro la razza degli Orchi fino alla loro quasi totale estinzione. Un gruppo superstite di questa razza allo stremo riesce a liberare l’Eroe, tenuto prigioniero proprio da Gandohar nel castello di Vahkmaar assieme alla sorella Kira, misterioso strumento di magia e controllo sul dio Aziraal. Dopo una rocambolesca fuga l’Eroe incontra la Profetessa, una donna misteriosa che ha raccolto intorno a sé le ceneri della razza degli Orchi. La tua missione? Visitare i luoghi che più mostrano i segni del passato di Gandohar per poter carpire il segreto del suo potere e avere così una speranza di vittoria in questa lotta per la libertà. 
A rendere ancor più coinvolgente la storia ci pensano le ottime cutscenes. Mai invasive ma tuttavia essenziali, si mostrano al completamento delle quest legate alla trama e aiutano il giocatore a comprendere meglio cosa sta facendo, coinvolgendolo nella storia e non lasciandolo del tutto a sé stesso come può accadere in quegli RPG dove l’eccessiva libertà può paradossalmente essere un difetto. 
I numerosi minigiochi ( bellissimi quelli legati al borseggio e al suonare i vari strumenti musicali) sono davvero divertenti. Vedere poi gli NPC reagire se ci fermiamo in mezzo ai piedi, spingendoci oppure le collisioni (notevolissima la fisica ingame) con i loro corpi ha dell’incredibile la prima volta.

Per il multiplayer potrete creare un nuovo personaggio.

 

Il multiplayer

Two Worlds 2 non sarebbe tale se non avesse anche il suo secondo “mondo”. Oltre ad un single player dalla durata decisamente importante, vi è anche una modalità multiplayer. Potrete provare diverse esperienze: deathmatch, modalità avventura cooperativa, village mode e altre ancora che richiamano da vicino un approccio al mondo online di solito prerogativa degli sparatutto. 
Le quest in cooperativa garantiscono una dose di avventura aggiuntiva di altre ulteriori 8 ore per un massimo di 8 giocatori contemporaneamente. Tuttavia raggiunto il 35esimo livello le varie modalità iniziano a stancare e diventano palesemente insufficienti come numero per permettere di progredire con il proprio personaggio ulteriormente, pur continuando a divertirsi. Ciò non toglie che i veri fan della saga siano stati capaci di raggiungere il livello 200 e oltre…

Conclusioni

Two Worlds 2 è la vera sorpresa dell’autunno videoludico. Con alle spalle un mezzo flop come il primo capitolo (che tuttavia migliora e parecchio grazie all’ultima patch) i Reality Pump si sono rimboccati le maniche e hanno creato un mondo fantasy quanto mai vivo e capace di coinvolgere notevolmente il giocatore. Grafica dettagliata, quest numerose e dagli esiti differenti, personalizzazione completa e totale di oggetti e magie sono solo alcuni degli assi nella manica di questo gioco. Chi ha amato o ha tentato di amare il primo Two Worlds deve acquistarlo ad occhi chiusi. Chi ancora attende TES V troverà un valido sostituto di Oblivion, dotato inoltre di una profondità ruolistica maggiore per certi aspetti, mentre chi come me segue da tempo la saga di Gothic si stupirà di ritrovare alcuni clichè della saga qui riproposti in maniera coerente. Insomma se non l’avete ancora capito questo è un titolo da avere per tutti gli appassionati di action RPG.