Nuova galassia, vecchi cliché
Mass Effect: Andromeda cerca di porsi su un piano differente rispetto alla trilogia originale, introducendo una più forte e presente componente open world, la quale si lega però al più classico e stretto story driven a cui BioWare ha abituato i fan.
In questo nuovo capitolo i giocatori dovranno vestire i panni, attraverso uno dei gemelli Ryder, del Pioniere. Ovvero proprio quello che si intende per un esploratore dell’ignoto. Una figura inoltre abbastanza di spicco all’interno della nuova gerarchia del Nexus. Il quale si presta a diventare la Cittadella della galassia Andromeda.
In Mass Effect: Andromeda si percepisce a più riprese la sensazione di non volersi staccare dai precedenti capitoli
Da quanto appena detto potreste già aver intuito che durante le ore di gioco in Mass Effect: Andromeda ho riscontrato a più riprese la sensazione di non volersi staccare completamente dai precedenti capitoli, di non avere un vero e proprio nuovo inizio. Perdendo di fatto la possibilità di creare per ognuno di noi la propria storia in una galassia sconosciuta. E non avere fin dalle battute iniziali nemici ed alleati ben definiti, incrollabili nel proprio ruolo.
Per di più si ricalcano, quasi copiando, avvenimenti e fatti già visti nella trilogia originale. Come essere l’unico baluardo per la salvezza della razza umana. Oppure l’intento da parte dei nemici, in questo caso i Kett, di voler “convertire” tutte le altre razze per un proprio tornaconto.
Queste righe che avrete appena letto vogliono essere per lo più un appunto. In quanto per alcuni una tale vicinanza alla serie originale potrebbe essere un punto a favore. Benché da fan della saga Mass Effect e dalle aspettative prefissate verso Andromeda, non posso che affermare che tale sensazione di déjà vu mi abbia infastidito.
Percependo l’intenzione da parte degli sviluppatori, magari non completamente voluta, di voler sfruttare i cliché della saga per non correre rischi. O se la si guarda da un altro punto di vista, un modo per non osare con risvolti della trama che avrebbero potuto non piacere.
Ad esempio, addossarsi la colpa per la morte di alcuni membri del party, oppure aver innescato delle conseguenze catastrofiche con gli alieni di Andromeda. Conseguenze che avrebbero dato molto più spessore alla trama e maggiori soddisfazioni per le scelte effettuate in game.
In alcuni punti della storia, questo nuovo Mass Effect riesce comunque a dare del proprio. Grazie al fatto che i veri stranieri della galassia siamo noi: per la precisione le razze della Via Lattea trasportate dalle quattro “Arche” e dal Nexus. Le quali hanno viaggiato per 600 anni verso il settore Heleus di Andromeda con l’intento di trovare una nuova casa.
Detto questo, i primi capitoli di una serie, anche per quanto riguarda l’universo dei videogame, penso che siano quasi sempre quelli più confusionari e di conseguenza meno apprezzati. Dove si cerca di dare un quadro generale degli avvenimenti attuali e futuri, si presentano i protagonisti, i personaggi secondari e i nemici. Quanto segue lo conferma, almeno in parte.
La prima ora di gioco va in contro tendenza rispetto al resto dell’esperienza proposta
La prima ora di gioco di Mass Effect: Andromeda va in contro tendenza rispetto al resto dell’esperienza proposta, la quale darà il meglio di sé nella parte centrale e finale. E richiederà una certa dedizione da parte del giocatore per voler scoprire cosa accadrà in seguito.
Le vaste location e i molteplici incarichi da svolgere potranno spaesare e alle volte annoiare i meno motivati. Così come in alcune occasioni i “binari” fin troppo marcati e prevedibili della main quest.
Fin da subito si percepisce infatti che vi sarà una tragedia, la quale porterà il nostro Ryder a diventare una figura con un forte potere decisionale. Tutto questo accade talmente rapidamente, rispetto alla longevità di gioco, da non permettere al giocatore di vivere con rilievo la perdita, in quanto non si ha il tempo materiale di affezionarsi alla figura in questione.
In un battibaleno il protagonista si troverà quindi ad avere un peso rilevante sullo scacchiere di Mass Effect: Andromeda. Ovvero quello del Pioniere che dovrà cercare risorse e un pianeta abitabile per le specie della Via Lattea, in parte attraverso una formula già vista in Mass Effect 2: l’esplorazione di diversi sistemi e il lancio di sonde.
A differenza di Shepard, e nonostante il ruolo di Pioniere, agli occhi di tutti Ryder sarà all’inizio un pivellino alle prime armi. Anche qui la situazione non viene approfondita, lasciando scivolare addosso al giocatore possibili ripercussioni o prese di posizione concrete da parte del party contro la promozione inaspettata.
Non andando a forzare i fan a fare del proprio meglio per meritarsi la posizione, magari rischiando di perderla, ma cullandoli in una serie di avvenimenti preimpostati che lo eleveranno a tale ruolo.
La decisione da parte di BioWare di rimuovere le risposte da Eroe o Rinnegato, presenti nella trilogia originale, caratterizza il nostro Ryder in una maniera più indefinita, attraverso molteplici sfaccettature di grigio, piuttosto che solo bianche o nere, ben più realistiche.
Trama, quest e personaggi
A questo punto va aperta una parentesi per le occasioni mancate in Mass Effect: Andromeda a riguardo della trama.
BioWare con la propria classica formula mette ancora una volta i giocatori in binari narrativi abbastanza ben definiti, in una condizione tale che qualsiasi scelta essi prendano, farà sempre capolino la sensazione che questa non avrà un peso sulla conclusione della trama principale. La quale, tuttavia, saprà ugualmente regalare colpi di scena di un certo spessore.
Nove volte su dieci le decisioni che ho preso durante l’avventura nel settore Heleus sono sembrate votate per un qualcosa che verrà, piuttosto che dare i loro frutti, nel bene o nel male, sotto forma di conseguenze nell’arco temporale di gioco.
Nelle 85 ore di gioco, Mass Effect: Andromeda mi è sembrato come un ciclopico prologo
Nelle 85 ore di gioco, Mass Effect: Andromeda mi è sembrato infatti come un ciclopico prologo. Con pochi, ma estesi, mondi da esplorare caratterizzati da molteplici missioni e altrettante decisioni da prendere, ma limitate fino all’osso e labilmente tangibili, sotto forma di conseguenze.
Rispetto all’originale trilogia, sulle quest secondarie si è fatto un piccolo passo avanti con la timida applicazione della “formula The Witcher” per quanto riguarda queste ultime, che tuttavia non riesce quasi mai a convincere del tutto.
Ogni incarico secondario viene caratterizzato con un proprio piccolo perché. Introducendo l’inedita tipologia di missione investigativa attraverso il nuovo utilizzo del Factotum, e ramificando inoltre le quest con avvenimenti differenti, i quali porteranno il giocatore a svolgere diverse fasi per la stessa missione. Nonostante ciò, l’ombra del banale “vai, combatti, raccogli e ricevi la ricompensa” è costantemente presente.
Un punto a favore lo si è visto anche nella, a mio parere, coraggiosa scelta di BioWare di diminuire il numero dei personaggi del party, oltre che quelli legati strettamente alla figura del Pioniere e della Tempest (la nostra astronave).
Sono rimasto felicemente sorpreso di trovare questi ultimi estremamente ben caratterizzati, talmente da farmi provare simpatia per alcuni e antipatia per altri: come il classico spaccone che prima agisce e poi pensa; o il veterano di mille battaglie che ha un aneddoto per ogni occasione; o ancora l’insicura ragazza che vuol far credere di essere matura e indipendente, non volendo legami duraturi con nessuno.
Preferendo spesso interagire solamente con coloro che mi sono andati a genio ho rischiato di incappare in alcuni vuoti narrativi minori e perdere alcune missioni secondarie, e per questo penso che sia stata una scelta coraggiosa, anche se non completamente riuscita, in quanto qualche volta i personaggi del party non avevano molto da aggiungere a quanto detto in precedenza.
Attraverso le lunghe esplorazioni con il Nomad (il nuovo Mako) ho potuto inoltre notare quanto BioWare abbia investito sui dialoghi di Mass Effect: Andromeda.
In base ai membri del party presenti all’interno del mezzo esplorativo possono scaturire infatti discussioni esilaranti, interessanti o con un certo carico di serietà, le quali mi hanno permesso di approfondire la conoscenza dei fedeli compagni di viaggio e scoprire nuovi risvolti del lore.
Questo tuttavia accade di rado nell’esplorazione a piedi. Caratterizzata da limitati scambi di battute degne di nota, legati principalmente alle missioni o alla scoperta di determinati luoghi.
Ad arricchire ulteriormente il tutto vi sono le missioni fedeltà, le quali sono estremamente ben sviluppate e diversificate tra loro in base al personaggio a cui sono legate.
Talvolta si possono paragonare a delle vere e proprie “main quest” in cui vi è la possibilità di conoscere un nuovo lato di Ryder e del membro del party in questione, il quale, nonostante si possa offendere per alcune delle decisioni prese, non è mai tentato di abbandonare la causa, limitandosi ad esprimere il proprio dissenso con pochi commenti consoni alla situazione, poi subito dimenticati. Neanche fosse il migliore amico dell’universo.
L’appunto sul mancato doppiaggio italiano qui è d’obbligo. La saga Mass Effect è sempre stata caratterizzata da tonnellate di dialoghi, da me apprezzati vivamente nei precedenti capitoli in quanto completamente localizzati ottimamente nella lingua del Bel Paese, e che per dovere redazionale ho invece dovuto, la maggior parte delle volte, sorbire sotto forma di vagonate di sottotitoli, che hanno completamente discostato la mia attenzione da quanto stava succedendo nei combattimenti. Viceversa, mi sono anche perso dialoghi durante i combattimenti, oltre che obbligarmi a tenere lo sguardo incollato verso i sottotitoli nei dialoghi più importanti, perdendo l’atmosfera e il pathos creatisi per l’occasione, e alle volte le espressioni facciali.
In altre parole, limitando la mia esperienza di gioco a metà, in quanto Mass Effect: Andromeda è a tutti gli effetti un RPG che ruota intorno all’interazione con i personaggi.
Gameplay, grafica e sonoro
Una menzione al gameplay di Mass Effect: Andromeda è ugualmente importante.
Con la possibilità di utilizzare qualsiasi arma e classe di gioco ci si è avvicinati a un combat system molto più vario. Attraverso i così detti “preferiti” si può infatti passare rapidamente a diversi poteri tecnologici, di combattimento o biotici, andando ad innescare molteplici situazioni e stili di gioco, le quali hanno reso il mio gameplay raramente noioso e ripetitivo nei combattimenti.
L’introduzione del jetpack rende inoltre ancora più reattivo e frenetico il ritmo di gioco, perdendo quella oculata gestione dei ripari e del team che era presente nei precedenti Mass Effect. Rilegando di conseguenza questi ultimi al mero ruolo di comparsa, soprattutto alle difficoltà di gioco più basse, in cui la componente ruolistica dell’assegnazione ponderata dei punti esperienza va in secondo piano rispetto alla tempestività dei riflessi del giocatore.
Nonostante ciò, grazie al jetpack è stato possibile realizzare un’approfondita e più estesa verticalità degli ambienti che alle volte caratterizza il level design, regalando scorci mozzafiato degli Habitat di Andromeda. O per meglio dire i “Golden World”, i quali, ammetto piacevolmente, mi hanno costretto in diverse occasioni a fermarmi ad ammirare il paesaggio e scattare moltissimi screenshot.
I Golden World di Mass Effect: Andromeda, mondi prefissati per la possibile colonizzazione, si possono contare sulle dita di una mano. Nonostante l’iniziale disappunto, mi sono dovuto ricredere per via dell’effettiva realisticità e dell’ottima caratterizzazione di strutture, luoghi nascosti, ambienti, flora e pericoli mai uguali; cosa che non si può dire per quanto riguarda la fauna: sempre praticamente la stessa in tutti i mondi del settore Heleus.
Il motore di grafico Frostbite fa egregiamente il proprio dovere nelle colossali mappe di gioco, nelle quali ho avuto concretamente la possibilità di saziare la personale voglia di esplorare fino all’ultimo metro, venendo premiato alle volte con scoperte inaspettate, come il ritrovamento di quello che sembra il corpo di Liara e di un easter egg con i fiocchi.
Tuttavia, tale aspetto potrebbe ovviamente infastidire chi non gradisce il fattore esplorazione. Ma Mass Effect: Andromeda è questo, così come essere i Pionieri dell’Iniziativa Andromeda.
La grafica riesce ad appagare i palati più fini e gli occhi più pretenziosi. A patto di avere una componente hardware di tutto rispetto (almeno su PC). Con, ribadisco, non solo scorci di paesaggio mozzafiato negli Habitat, ma anche nei sistemi solari e nei mondi non esplorabili sulla superficie.
Il comparto sonoro è ugualmente ottimo, che preferisce lasciare ai suoni ambientali il compito di accompagnare il giocatore nella propria avventura, rilegando brani specifici a determinate occasioni.
Nonostante i diversi aspetti positivi sopracitati, quelli negativi non sono da poco
Nonostante i diversi aspetti positivi sopracitati, quelli negativi non sono da poco. E per questo le mie conclusioni su Mass Effect: Andromeda non sono completamente positive.
Conclusioni e valutazione finale
A mettere un ulteriore nota negativa al mancato doppiaggio in italiano, alla trama scontata e incollata a binari troppo prefissati, tanto da non permettere al giocatore di scegliere se prendere un nuovo membro dell’equipaggio, oppure cacciarlo dalla ciurma della Tempest, seguito dalla sensazione di giocare a un prologo con scelte e relative conseguenze che sembrano per lo più avere un effetto al di fuori dall’arco narrativo, vi sono anche i molteplici bug che hanno afflitto le mie decine di ore di gioco.
Dai più comuni riguardanti la grafica e gli ambienti di gioco, con membri del party che finivano dentro le paratie della Tempest, o che piovevano dal cielo una volta usciti dal Nomad. Per non parlare di alcune animazioni fuori luogo, appianate in parte con la patch 1.05. O ancora sfondi scuri, caricamenti e nemici infiniti.
Passando per crash e freeze durante l’esplorazione di determinati sistemi, oltre che quelli riguardanti falliti matchmaking nella modalità multiplayer – modalità che non introduce sostanzialmente niente di nuovo da quanto già visto in Mass Effect 3, e che ha utilità pari a zero ai fini della trama principale; un elemento superfluo.
Infine, vi sono ben più importanti problemi legati alla corruzione di diversi salvataggi. Benché vi sia da sottolineare che ho riscontrato tale problema solo una volta in 85 ore di gameplay, e che potrebbe essere scaturito da una repentina chiusura del gioco. I file corrotti non hanno riguardato solamente i salvataggi automatici, ma anche quelli manuali. Facendomi perdere per questo una buona mezz’ora di gioco e non, per fortuna, tutta la partita, grazie alla buona abitudine di salvare in più blocchi.
Considero quindi Mass Effect: Andromeda attualmente come un gigantesco e incompleto nuovo capitolo dell’omonima saga. Il quale cerca, senza convinzione e timidamente, di introdurre qualcosa di inedito con una struttura open world e quest secondarie ramificate, tuttavia sempre rimanendo aggrappato ai soliti cliché, lasciandosi scivolare, purtroppo, occasioni come quella di coinvolgere i gemelli Ryder in missioni cooperative studiate ad hoc.
Un videogame che nelle proprie ore di gioco richiederà la vostra completa dedizione per scoprire il prossimo incarico, la prossima meta, e che in alcuni casi potrà annoiarvi per la vastità degli ambienti di gioco da esplorare.
Nonostante ciò la trama è riuscita ugualmente a regalarmi, sebbene pochi, momenti di cameratismo ed epicità classici della serie, tenendomi incollato allo schermo, senza tuttavia prestarsi alla rigiocabilità. Sembra piuttosto essere un punto di partenza per quello che verrà dopo, con i DLC o con i futuri capitoli.
Una volta conclusa la trama di Mass Effect: Andromeda mi è parso infatti di aver completato un obbligatorio e ingombrante compito, indispensabile e direttamente collegato agli avvenimenti futuri, i quali non vedo l’ora di scoprire.
In definitiva, il mio attuale consiglio è quindi quello di aspettare l’uscita di ulteriori patch e contenuti che mostrino e valorizzino quanto Mass Effect: Andromeda ha realmente da offrire.
Altre immagini del gioco
IL VERDETTO
- Ottima caratterizzazione dei personaggi, membri del party e mondi di gioco
- Veramente longevo per la serie, forse un pelo troppo
- Tentativo timido di variare quest secondarie e dargli un perché
- Ottimo comparto grafico e sonoro
- Trama fissata a dei binari troppo definiti anche per uno story driven
- Mancanza del doppiaggio italiano
- Sensazione di essere un prologo e non un gioco completo
- Molteplici bug, alcuni gravi
DATI DEL GIOCO
Piattaforme: Windows, PlayStation 4, Xbox One
Sviluppatore: BioWare
Distributore: Electronic Arts
Data di uscita: 23/03/2017
PEGI: 16+
GIUDIZIO LETTORI
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