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Recensione Raven’s Cry 2016-11-27T11:24:19+01:00
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    Recensione Raven’s Cry

Introduzione

Contro ogni aspettativa, Raven’s Cry è finalmente uscito dopo quasi quattro anni dall’annuncio, due software house, una miriade di rinvii e traversie di ogni genere. Un quasi-vaporware che ha subito un rapido processo di condensazione forzato ed è stato buttato allo sbaraglio a prezzo pienissimo, probabilmente cercando un corridoio di atterraggio libero tra Dragon Age: Inquisition e l’imminente The Witcher 3. Questo perchè è evidente che il gioco sia stato rilasciato a uno stadio ancora prematuro. Ma andiamo con ordine.

Tremenda vendetta

In Raven’s Cry siamo chiamati a impersonare Christopher Raven, un pirata in cerca di vendetta contro l’uomo che a ucciso i suoi familiari. Eccoci quindi a girare in lungo e in largo per i Caraibi, a compiere abbordaggi e battaglie navali in puro stile Assassin’s Creed (più simile a Risen 3 a dire il vero). Il gioco infatti cela una doppia natura: da una parte un gameplay più classico, con missioni da compiere, persone da incontrare e colpi di spada da sferzare, dall’altra una più riuscita componente di battaglie marittime e di gestione delle risorse.

Nonostante l’impegno e la buona volontà degli sviluppatori (già autori della discreta serie Two World’s) il gioco rispecchia la problematica lavorazione che ha affrontato. Come vedremo non si tratta solo di bug (altrimenti anche giochi come Skyrim dovrebbero essere bocciati senza pietà), ma di problemi strutturali che affliggono un po’ tutte le componenti del gioco.

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Curioso come un amaro bolognese di fine ‘800 sia capitato sul tavolo di una locanda caraibica di almeno un secolo prima.

Come avrete intuito la trama non propone niente di trascendentale, ed è un peccato visto il terreno fertile dell’ambientazione piratesca. Dialoghi e personaggi risultano veramente mediocri, sessismo e razzismo si sprecano e potrebbero far storcere un po’ il naso a qualcuno. Va bene che nel XVIII secolo erano probabilmente all’ordine del giorno, ma qui la figura della donna è veramente a livello zerbino. Questo aspetto però ci riconduce a uno dei meriti degli sviluppatori: hanno cercato di ricreare un mondo abbastanza curato, con location interessanti e particolareggiate, soprattutto negli interni (bella la locanda con gli interni che somigliano a una nave) ma anche gli esterni, con tanti porti diversi fra loro e una vegetazione esotica molto realistica. Tanti PNG con animazioni molto varie: mi è capitato per esempio di vedere per le strade di una città portuale due uomini che ne trascinavano un terzo completamente ubriaco. Altra cosa ben riuscita sono le musiche, soprattutto quelle che animano le taverne. A tal proposito, i più maligni potrebbero pensare che invece di dirottare tante risorse e tempo nei teaser promozionali, gli sviluppatori avrebbero potuto concentrarsi maggiormente sulla lavorazione del gioco.

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La grafica offre anche qualcosa di buono. Le battaglie navali sono forse l’aspetto migliore del gioco.

Anche dal punto di vista tecnico Raven’s Cry presenta due facce: la grafica non sarebbe neanche male, ma non si contano glitch, popup e casi di compenetrazione dei poligoni. Anche gli effetti sonori sono piacevoli, variegati e d’atmosfera, ma il sonoro in alcune zone è pessimo, e il rumore del mare sovrasta tutti gli altri suoni lasciando un rumore di fondo fastidioso. Il doppiaggio poi è abbastanza scarso, gli attori non sono assolutamente all’altezza e diverse frasi mancano totalmente, quindi spesso i personaggi muovono le labbra a vuoto. La mimica facciale è pressochè inesistente, nemmeno dopo aver inchiodato la mano di un tizio a un tavolo ho notato una qualche espressione.

I PNG sono vari e abbatanza curati (nulla di trascendentale comunque), ma non si spiega perchè, a differenza di tutti gli altri, il nostro Chris si muove come se avesse lasciato l’appendi abiti dentro la giacca: la sua camminata rigida, con piccole ma rapide falcate, ricorda vagamente quella di Stan, il mercante di navi usate, in Monkey Island. Non solo i movimenti sono legnosi, ma ci si blocca anche davanti a gradini di 10 cm e per superarli bisogna saltare.

Il sistema di combattimento, con la spada, si ispira vagamente a quello di Risen 3, con colpi di spada, parate, pistolettate ecc., ma spesso basterà cliccare continuamente il tasto sinistro del mouse per avere la meglio sui nemici. Sempre che la telecamera e il brutto sistema di puntamento ti permettano di mettere a segno il colpo.

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Fortunatamente la parte marittima è un po’ meglio, con una buona varietà di parametri da tenere sotto controllo. Possiamo nel corso della nostra avventura ottenere diverse navi, ognuna con caratteristiche particolari da considerare, come velocità, resistenza, capacità di carico e così via. Tutte le navi sono poi potenziabili, sia negli armamenti, sia nello scafo che nella velatura. Anche l’equipaggio va arruolato, pagato (un buon primo ufficiale non è economico) e nutrito, per questo motivo saremo spinti ad abbordare i mercantili che passano per i Caraibi al fine di finanziare le nostre imprese con il bottino dei nostri saccheggi. Anche chi arruoliamo è importante, ad esempio un medico si prenderà cura dei feriti e un carpentiere riparerà la nostra nave durante i combattimenti.

Durante le battaglie navali inoltre dovremo tenere conto della direzione del vento e delle limitate munizioni a disposizione. Queste ultime sono di tre tipi, utili per infliggere danni allo scafo, alle vele o a mietere vittime tra l’equipaggio avversario. Ad ogni avanzamento di livello, potremo migliorare le capacità di combattimento del nostro protagonista, ma anche le competenze da capitano.

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Tornando con i piedi per terra, è un peccato che la componente “terrestre” del gioco non sia stata curata tanto quanto quella marittima, perchè alla lunga le parti di gioco ambientate sulla terra ferma risultano solo uno stacco necessario e fastidioso tra una battaglia navale e l’altra. Le zone da esplorare sono molte, come detto prima molto curate, ma sostanzialmente inutili. Non c’è un vero incentivo ad esplorare, i PNG con cui si può parlare sono pochi e pochissimi gli edifici in cui si può entrare. Inoltre tutto è squisitamente indicato sia sulla mappa sia sulla bussola presente nell’interfaccia, e questo rendo completamente inutile tutto il resto del mondo di gioco.

Conclusioni

Non insisto oltre. Al momento in cui scrivo queste parole, viene rilasciata circa una patch a settimana, ma i problemi di questo gioco non sono riconducibili ai soli bug. Per correttezza, è giusto anche precisare che io non ho riscontrato bug invalidanti, a differenza a quanto pare di chi ha provato Raven’s Cry prima degli aggiornamenti.

Forse Raven’s Cry non merita l’infimo metascore che gli è stato affibiato a causa di recensioni influenzate dalla rabbia del momento (il classico fallo da frustrazione), perchè qualche elemento interessante c’è, dalla cura delle ambientazioni alla gestione della componente navale, ma i troppi difetti e l’elevato prezzo di lancio lo tengono purtroppo distante dalla sufficienza.

Dispiace perchè, come detto a inizio recensione, la buona volontà e l’impegno degli sviluppatori c’è stato, ma l’incuria e l’arretratezza con cui è stato fatto uscire il gioco è ingiustificabile e non oso pensare a cosa possa essere successo in questi quattro anni di lavorazione. I casi sono due: o i Reality Pump hanno disimparato come si fanno i videogiochi, o TopWare Interactive è la versione tedesca dell’austriaca JoWood.

IL VERDETTO

5
A CHI POTREBBE PIACERE?
A chi l'ha ricevuto in regalo e deve per forza fingere che gli sia piaciuto.
PRO
  • Ambientazioni curate
  • Gestione della nave e dell'equipaggio
CONTRO
  • Bug e imperfezioni a non finire
  • Trama e dialoghi mediocri
  • Doppiaggio pessimo
  • Sistema di combattimento
  • Prezzo esagerato

DATI DEL GIOCO

Piattaforme: Windows, Linux, Mac OS, PlayStation 3, PlayStation 4

Sviluppatore: Reality Pump

Distributore: TopWare Interactive

Data di uscita: 26/01/2015

Sito Ufficiale

Spazio dedicato nel forum

PEGI: 17+

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