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Recensione Game of Thrones – The Game 2016-11-27T11:24:57+01:00
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    Recensione Game of Thrones – The Game

Loro si fidavano di te, IO mi fidavo di te!

Sono passati ben tre anni da quando Cyanide e Focus Home Entertainment acquisirono la licenza necessaria per poter realizzare un videogioco basato sulla saga letteraria di George R.R. Martin. Ciò avvenne ancor prima che l’emittente televisiva HBO potesse iniziare i lavori su un possibile sceneggiato televisivo. GoT appartiene alla categoria degli RPG story-driven e consente al giocatore di interpretare ben due differenti ruoli all’interno del continente di Westeros. Stiamo parlando di Mors, Guardiano della Notte e di Alester, Prete Rosso delle Città Libere.

Alternativamente, dovremo vestire i panni di entrambi durante gli eventi caratterizzanti del gioco per un totale di 14 capitoli giocabili. La trama di gioco si dipana parallelamente agli eventi descritti da Martin nei libri intitolati “Il trono di spade” e “Il Grande Inverno”.

Durante il gioco degli intrighi, saranno disponibili perfino alcuni flashback un po’ “speciali”…

Durante il vostro soggiorno nel regno di Re Robert potrete visitare differenti ambientazioni tra le quali figurano la celebre Barriera, Approdo del Re e  alcune delle residenze signorili più importanti, tramite l’ausilio di una comoda mappa di gioco. Nonostante la natura piuttosto “guidata” di GoT, è possibile intraprendere alcune missioni secondarie, utili più che altro per racimolare soldi e svagare la mente dal ritmo serrato che contraddistingue la main quest.

Nonostante l’impegno profuso dagli sviluppatori per poter garantire missioni secondarie all’altezza di quelle principali, il confronto appare comunque impietoso. Senza scendere nei dettagli sappiate che (molto probabilmente) ne farete a meno per potervi immergere nelle vicende che fanno da sfondo principale all’ambientazione di Game of Thrones.

Se la trama è ben eseguita, ricca e mai banale, purtroppo non si può dire lo stesso della struttura portante realizzata dai ragazzi transalpini necessaria a supportare l’intero gioco. Risulta essere infatti piuttosto rigida e porta il giocatore a muoversi, tra una missione e l’altra, all’interno di veri e propri corridoi. Nelle grandi città ad esempio, non si riesce mai ad avvertire la vitalità propria di una comunità sociale. Lo stesso dicasi per quanto concerne la libertà offerta al giocatore durante lo svolgimento delle missioni principali e non.

In altri termini, consideriamo un esempio pratico:

Il giocatore impersona A, il quale deve per necessità di copione, contattare B passando per C. In questo caso il giocatore ha differenti strategie a propria disposizione e in effetti può, ad esempio, minacciare, adulare, o corrompere C. In ogni caso, in qualunque maniera voi vogliate gestire la situazione, sappiate però che se dopo un determinato dialogo (come da esempio) per necessità di gioco c’è da combattare, il giocatore non potrà mai in alcun modo tirarsi indietro.

Quindi, per esplicare ancora meglio il concetto: voi in un certo senso vi gustate differenti dialoghi, i quali dipendono dalle vostre scelte in un dato momento, ma il risultato permane identico. Per consolarvi possiamo senza dubbio affermare che le scene di dialogo sono ben fatte, ricche e gustose senza mai cadere nel banale o nel cattivo gusto. D’altronde aspettatevi differenti epiteti ben poco sottili; qui si è in guerra, non ad un ricevimento tra galantuomini.

I personaggi sono carismatici, nonché caratterizzati in maniera ineccepibile.

 

Alleati, abilità ed equipaggiamento

È giunto il momento di presentare i vari alleati disponibili in alcuni momenti di gioco, utili al fine di destreggiarsi tra le insidie del gameplay. Possiamo distinguerli in due categorie: alleati ‘fissi’ e alleati di background. I primi annoverano tra le proprie fila il cane da guerra di Mors e il dio Rhllo’r di Alester. Questa categoria possiede abilità sviluppabili e ben caratterizzate, la cui gestione è comune a quella delle stesse dedicate ai nostri beniamini. La seconda categoria invece presenta diversi personaggi (non troppi in verità) controllabili in battaglia, ma che a dispetto dei primi non potremo in alcun modo personalizzare né tramite le abilità, né nell’equippaggiamento. Si tratta di veri e propri NPC ‘costruiti’ da Cyanide per consentire al giocatore di non sopperire di fronte all’eterna inferiorità numerica presente durante gli scontri con i nemici.

La gestione delle abilità avviene con alcuni semplici click del mouse, tramite una comoda interfaccia grafica che riassume ogni singolo aspetto del proprio personaggio. Durante la prima fase (immediatamente successiva all’inizio del gioco) è consentita la distribuzione di ben sette punti base, spendibili in differenti bonus e malus.

La scelta spazzia tra bonus quali leader nato (+7% danno alleati), acrobata (+6% deviazione attacchi avversari) e così via nonché tra malus come allergico (+3 secondi di danno da azione veleno), inattivo (-2% colpo critico) e impacciato (15% in più di fallimento mentre si usano le ampolle). Queste sono alcune delle caratteristiche disponibili per diferenziare il proprio personaggio. La scelta è davvero buona e originale. In questa fase è bene occulare le proprie scelte, per evitare di dover patire malus fin troppo debilitanti che potrebbero render difficile proseguire l’avventura. Tenete conto del fatto che se sceglierete bonus da 4 punti, dovrete necessariamente in seguito spendere altrettanti punti base nella sezione malus. Le due categorie devono infatti compensarsi a vicenda.

In seguito è possibile spendere ulteriori punti nelle abilità base del proprio PG (forza, agilità, intelligenza, robustezza, fortuna) e quasi non bastasse, Cyanide offre l’opportunità di scegliere il proprio stile di combattimento attraverso tre “classi” di partenza. Tra le tante segnaliamo la possibilità di scegliere se esser un Danzatore dell’acqua o un Cavaliere terriero. Ciascuna di esse consente di scegliere uno tra i tanti stili dediti alle armi ad una mano, a due o all’uso di un’ arma per ciascuna mano.

Successivamente dovremo (intorno al settimo livello) scegliere un secondo stile di combattimento, il quale apre la via a nuove mosse, più potenti e soddisfacenti.

Non di sola abilità però vive l’uomo, ed è giunta l’ora di descrivere il sistema di combattimento ideato da Cyanide. In sostanza, i nostri personaggi (nonché gli avversari) una volta sguainate le armi (rigorosamente in maniera automatica per entrambi) consentono al giocatore di accedere alla cosidetta fase tattica, richiamabile tramite la semplice pressione del tasto “spazio”.

Ecco come si svolge un classico combattimento in GoT. In basso potete notare i tanti slot dedicati alle abilità e all’equipaggiamento di ampolle.

In questo modo l’azione viene messa in pausa, rendendo possibile la scelta delle mosse da effettuare per un totale alla volta di tre azioni. Durante questi momenti è anche consentito usare le abilità attive/passive dei cosiddetti alleati “fissi” nonché di quelli che fanno da supporto esterno. Tra gli effetti conseguibili in combattimento annoveriamo inoltre la possibiltà di subire/provocare sanguinamenti, stordimento, lacerazioni e così via come nelle più classiche esperienze da gioco di ruolo.

Inoltre l’intero sistema di combattimento si basa perfino sull’ormai famoso sistema carta-forbici-sasso. Infatti ogni combattente può scegliere se indossare un’armatura leggera, media o pesante (a seconda del proprio stile di combattimento si ottengono differenti bonus), ciascuna delle quali offre una protezione più o meno efficace di fronte alle armi taglienti, smussate o contundenti. Per questi motivi si può contare (durante la pausa tattica) sulla possibilità di cambiare le armi a propria disposizione (sempre che queste ultime siano state equipaggiate in partenza).

Una delle caratteristiche peculiari di GoT è rappresentata dall’impossibilità di modificare il proprio equipaggiamento a battaglia iniziata.

Per concludere quanto c’è da sapere riguardo al combattimento, le pozioni possiedono tali e quali i nomi usati da Martin nella propria opera letteraria. Pertanto, si può usufruire delle proprietà lenitive del latte di papavero, così come usare il veleno di basilisco per rendere letali le proprie armi. Così come per il resto dell’armamentario anche le pozioni, per poter essere usate durante un combattimento, necessitano di esser equipaggiate tramite varie ampolle. Ciascuna di esse può contenere fino a tre dosi di una qualsiasi sostanza liquida.

Considerate infine, la presenza di particolari anelli che forniscono bonus di varie entità, a seconda del loro valore economico.

La barriera sta cedendo, occhio alle screpolature!

Meno importante in un RPG rispetto a qualsiasi altro genere videoludico ma non per questo trascurabile, GoT si presenta con un comparto grafico piuttosto deludente. Certamente non metterà alla prova le vostre schede video, così come non rimarrete mai a bocca aperta di fronte ai paesaggi dinanzi ai quali il vostro sguardo ardirà soffermarsi, ma la fattura è generalmente omogenea ed a parte qualche svarione la grafica si lascia guardare. Purtroppo molte textures vengono ripetute o risultano essere piatte, alcuni personaggi soffrono di crisi d’identità e paiono simili in differenti casi (vedi le controparti femminili), le animazioni (in qualche filmato d’intermezzo e non solo) sono poche e appena sufficienti.

Con un motore grafico come l’Unreal Engine 3 si poteva ambire a ben altro, ma preferiamo comunque essere delusi da questo comparto del titolo, piuttosto che per la piattezza del gioco in sé.

Se la resa grafica non è degna né di infamia né di lode, potete star certi che la qualità del doppiaggio è invece piuttosto discreta. Gli attori inglesi originali sanno essere suadenti, riescono a catturare il giocatore e rappresentano insieme alla trama, il punto forte di GoT. La traduzione dei testi si mantiene anch’essa su un livello qualitativo piuttosto buono, e non ci è sembrato di vedere particolari svarioni, salvo alcune parole fuori contesto e facilmente sostituibili da sinonimi maggiormente appropriati.

Nonostante la grafica rasenti la mediocrità, alcuni scorci visivi sono abbastanza evocativi.

 

Do it well…

In definitiva GoT è un titolo che merita di esser provato e al contrario di quanto è stato affermato in altre sedi, le qualità del lavoro di Cyanide traspaiono nei punti giusti e focali nel cuore di un RPG, quali la trama, l’ambientazione e il combattimento piuttosto tattico. Non fatevi ingannare dal suo aspetto grezzo e crudo perché verrà il momento in cui capirete che ne è valsa la pena soffrire alcuni game over piuttosto ricorrenti. Vi innamorerete letteralmente degli intrighi di corte a cui dovrete sottostare, così come vi renderete conto di esser stati rapiti e ammaliati dall’intera trama di gioco. Se all’inizio del gioco quasi con sufficienza apprezzerete la regia e il tocco di Martin nella costruzione del background, solamente alla fine del titolo comprenderete la portata ultima delle vostre azioni e solo voi potrete allora infine condividere il successo (amaro o dolce) delle vostre scelte.

 

 

IL VERDETTO

8
A CHI POTREBBE PIACERE?
A coloro che sanno apprezzare la forza, la passione, l'originalità e la maturità di un prodotto ben realizzato.
PRO
  • Trama degna della controparte cartacea
  • Giocabilità tangibile e ben strutturata
  • Audio e doppiaggio efficace
CONTRO
  • Comparto grafico da dimenticare
  • Longevità scarsa

DATI DEL GIOCO

Piattaforme: Windows, PlayStation 3, Xbox 360

Sviluppatore: Cyanide Studios

Distributore: Focus Home Interactive

Data di uscita: 15/05/2012

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PEGI: 18+

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