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Recensione Deux Ex: Human Revolution – L’Anello Mancante 2016-11-27T11:25:01+01:00
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    Recensione Deux Ex: Human Revolution – L’Anello Mancante

L’Anello Mancante, come il titolo lascia supporre, fa luce su quella parte delle (dis)avventure di Adam Jensen lasciata in ombra dal gioco principale, ovvero da quando il nostro decide di tentare di raggiungere Megan Reed infilandosi in una specie di bara usata per trasportare prigionieri privi di sensi dalla Belltower, a quando si risveglia in una base segreta di quest’ultimi. Come si può ben immaginare la scelta non si rivela delle più felici, ed il DLC inizia infatti con il protagonista legato ad una sedia e torturato per ottenere informazioni.

Forse quella di infilarsi in un pod verso una destinazione sconosciuta forse non è stata un buona idea...

Forse quella di infilarsi in un pod verso una destinazione sconosciuta forse non è stata un buona idea…

Ovviamente riusciremo a liberarci e scappare dai nostri aguzzini, grazie alle indicazioni di una misteriose voce camuffata, che ci assegnerà il primo obiettivo. L’inizio dell’avventura presuppone un approccio stealth per forza di cose; la libertà d’azione è il principio cardine della serie, ma un approccio alla Duke Nukem, mezzi nudi e disarmati avrebbe conseguenze senz’altro spiacevoli. Ma non c’è da preoccuparsi, una volta recuperato il nostro equipaggiamento ed alcuni punti Praxis potremo di nuovo plasmare il personaggio a piacimento. E’ da segnalare infatti che le caratteristiche e l’inventario verranno resettati, quindi scordatevi l’onnipotente Jansen di fine Deux Ex, così come le armi faticosamente potenziate. Cominceremo L’Anello Mancante con una manciata di punti da distribuire ed una pistola stordente. La parte iniziale strizza l’occhio a Metal Gear Solid 2 del maestro Kojima, con una voce camuffata che ricorda Deep Throat che ci indica il percorso ed azione stealth su una nave in mezzo all’oceano in tempesta.

La prima parte del gioco andrà affrontata furtivamente.

La prima parte del gioco andrà affrontata furtivamente.

Proseguendo nel gioco, ritroveremo il gameplay al quale siamo abituati, con molte strade tra le quali scegliere, alcune accessibili solo avendo sviluppato particolari abilità, da selezionare più che mai con cura vista la penuria di punti Praxis. La trama non riserva particolari sorprese, ma non è certo banale ed alcuni dialoghi sono particolarmente interessanti. Inoltre l’evidente parallelismo tra i prigionieri di Belltower, vestiti di arancione e catturati con la scusa del “terrorismo”, ed il tristemente noto campo di prigionia di Guantanamo Bay, non fa che conferire ulteriore profondità all’opera, che come sempre tocca temi delicati ed invita il giocatore a riflettere. Da segnalare anche alcuni eBooks o emails che troveremo, piene di riferimenti alla situazione geopolitca attuale, che non fanno che confermare la maturità del prodotto confezionato dal team di Montréal.

ritroveremo il gameplay al quale siamo abituati, con molte strade tra le quali scegliere, alcune accessibili solo avendo sviluppato particolari abilità

Anche i personaggi che andremo ad incontrare nel corso dell’avventura (non molti a dire il vero) sono ben caratterizzati, e sebbene manchi un vero e proprio hub con PNG, logica conseguenza della storia, e le interazioni sociali siano ridotte, queste hanno un impatto notevole nello svolgimento della trama. L’Anello Mancante rimane tuttavia una missione che pone maggiore enfasi sull’azione furtiva, giocabile anche aggressivamente, ma evidente pensata per un approccio stealth.
Lo scontro con i boss, punto debole del gioco principale, è stato rivisto, e stavolta sarà possibile affidarsi ad una tattica diversa a seconda del nostro stile di gioco, rendendo lo scontro molto più intrigante.

L'ambientazione è suggestiva e ricorda il livello iniziale di Metal Gear Solid 2.

L’ambientazione è suggestiva e ricorda il livello iniziale di Metal Gear Solid 2.

Nonostante gli ambienti siano meno vari rispetto al gioco principale, sono ispirati e ben realizzati, con alcuni scorci davvero suggestivi, e la qualità grafica sembra migliorata, con textures più definite e una pulizia maggiore dell’immagine. Riguardo il comparto sonoro niente da eccepire, visto che condivide quello già eccellente del gioco principale, ed il doppiaggio dei dialoghi mantiene lo stesso alto livello.

A tutto questo c’è da aggiungere una durata notevole per un DLC, quantificabile in circa 7 ore, senza contare la rigiocabilità, sia per quanto riguarda l’approccio scelto, sia per alcune decisioni nella storia. Se vi è piaciuto Deus Ex: Human Revolution, è un acquisto da considerare senz’altro.

IL VERDETTO

9
A CHI POTREBBE PIACERE?
A chiunque sia piaciuto Deus Ex: Human Revolution.
PRO
  • Durata notevole per un DLC
  • Boss fights migliorate
  • Stessa qualità del gioco base

DATI DEL GIOCO

Piattaforme: Windows, Mac OS, PlayStation 3, Xbox 360, Nintendo WiiU

Sviluppatore: Eidos Montreal

Distributore: Square Enix

Data di uscita: 18/10/2011

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PEGI: 18+

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Giocatore sin dai tempi in cui a stupire era la grafica di Alone in the Dark, tra un videogioco e l’altro si occupa delle recensioni su RPG Italia. Quando non gioca per piacere trova il modo di farlo per lavoro, insegnando storia del design con Assassin’s Creed II e cercando scuse accademiche per usare videogiochi un po’ ovunque, dagli ospedali alle università.