“In time, fire will fade… and only dark will remain.“
Dark Souls, Prologo.
Non è per niente facile scrivere la recensione di un gioco come questo; un gioco particolare, un gioco unico… Un gioco bello. In parte perchè è un gioco di una complessità e profondità come pochi se ne vedono al giorno d’oggi; in parte perchè ha quel fascino che solo alcuni giochi giapponesi (Shadow of the Colossus, tanto per non fare nomi) hanno. A volte è proprio quando si ha così tanto da dire, così tanto da scrivere, che mancano le parole. Ma andiamo adesso a cominciare la nostra recensione.
Le anime oscure
E’ necessario prima di tutto fornire quantomeno una breve introduzione al mondo di gioco: alle origini, i draghi avevano il completo dominio della terra, che era un luogo buio e oscuro, avvolto nella nebbia. Il dominio di queste creature era destinato a durare, fino a quando non nacque Il Fuoco dei Lord, insieme con la razza umana. Esso portò il caldo e il freddo, la vita e la morte, la luce e le tenebre. Quattro esseri giunsero poi: Nito, il primo dei morti; Gwyn, un cavalleresco signore; la strega di Izalith con le sue figlie e il nano furtivo. Essi sfruttarono il fuoco dei Lord per combattere i draghi, sconfiggendoli, e spinsero l’umanità in un epoca d’oro conosciuta come l’Età del Fuoco.
Recentemente, tuttavia, una malattia di origine sconosciuta ha iniziato a perseguitare i sopravvisuti della razza umana, nel frattempo assediata dalle tenebre. Quando contratta, un marchio noto come il Segno Oscuro appare sulla persona, a significare che egli è ora un Non-morto immortale; ritornerà sempre in vita dopo la morte, ma perderà lentamente la sua sanità mentale nel tempo fino a diventare un “guscio” privo di coscienza, noto come Essere Vuoto.
Noi impersoneremo il Non-morto prescelto, protagonista di una grandiosa profezia.
Nascita di un Non-Morto
Come prima cosa dovremo ovviamente dedicarci alla creazione del personaggio. Il sistema è migliore e molto più rifinito di quello del suo predecessore spirituale, Demon’s Souls. Potremo scegliere il sesso, la classe, selezionabile tra le 10 presenti (Guerriero, Cavaliere, Viandante, Ladro, Bandito, Cacciatore, Stregone, Piromante, Chierico e Discriminato), il Dono, ovvero un oggetto magico a scelta disponibile sin dall’inizio dell’avventura, e il fisico, che influinzerà il personaggio da un punto di vista puramente estetico. Oltre a ciò è presente anche un’ottima personalizzazione del volto.
Dopo la cut-scene iniziale, muoveremo i primi passi nel gioco dentro al Rifugio dei Non-morti, una sorta di antica prigione adibita a nascondiglio per i Non-morti, che ivi aspettano inesorabilmente di divenire Esseri Vuoti.
Statistiche, tattica e varietà
Personalmente ho trovato molto semplice familiarizzare con il sistema di controllo: abbiamo i due grilletti destri utilizzabili per gli attacchi in mischia (uno veloce e uno potente), i due grilletti sinistri per le parate (attiva e passiva), un tasto adibito alle capriole o schivate, un altro per il cambiamento di posa offensiva (una mano/due mani) e un’altro tasto per utilizzare gli oggetti, come le fiaschette Estus o le Anime.
Anche l’inventario offre moltissime possibilità: abbiamo quindi due slot per ogni mano, dove è possibile equipaggiare qualsiasi arma ed accedervi rapidamente premendo il tasto del d-pad corrispondente (freccia destra o sinistra in relazione alla mano). Vi sono poi 5 slot per gli oggetti, utilizzabili in azione con il tasto X/Quadrato, 4 per le freccie e i dardi, 2 per gli anelli e infine quelli adibiti all’equipaggiamento (testa, corpo, gambe, guanti). Per le magie si utlizza la freccia sù del pad direzionale. Esse vengono inoltre castate con l’uso combinato di un altro oggetto in una delle due mani, ad esempio un talismano per i miracoli, una palla di fuoco per gli incantesimi di piromanzia o un catalizzatore per i restanti tipi di magia.
Degno di nota è anche il sistema di statistiche, che influenzano attivamente e visibilmente l’azione di gioco. Abbiamo 8 statistiche principali: Vitalità, Stamina, Volontà, Resistenza, Forza, Destrezza, Intelligenza e Fede. Aumentando la Forza aumenteremo la velocità e la potenza di attacco con armi bianche, oltre a rendere utilizzabili armi estremamente pesanti, che però peccano in velocità; aumentando la Stamina aumenteremo il peso massimo dell’equipaggiamento oltre alla barra della Stamina stessa, il che implicherà parate più efficaci, poter schivare un maggior numero di volte, aumentare il numero di attacchi concatenati ecc.
In Dark Souls è inoltre presente un parametro completamente nuovo, ovvero l’Umanità. Essa è rappresentata da un numero nell’angolo un alto a sinistra accanto alla barra della salute, e serve al giocatore per poter tornare in forma umana (Per farlo basta selezionare l’opzione “Offri umanità” ad un fuoco da campo). E’ acquisibile utilizzando specifici oggetti, chiamati appunto Umanità, che possono essere accumalate. Un maggior numero di Umanità accumulate comportano ottimi bonus ai drop rate e alla resistenza alle maledizioni. Le Umanità, come le Anime, vengono perse alla morte, e, come queste ultime, è possible riottenerle interagendo con la macchia di sangue che viene lasciata una volta morti. Una volta in forma umana il giocatore potrà evocare fantasmi degli altri giocatori, per giocare in co-op, e darà accesso a coloro che vorranno invadere il vostro regno (Il metodo utlizzato in Dark Souls per il PvP è infatti quello delle invasioni).
Oltre a ciò abbiamo anche numerosi fattori minori che condizionano il gameplay (Ad esempio il peso dell’equipaggiamento, che inciderà sulla velocità di movimento e sulla silenziosità, o le varie resistenze ai tipi di attacco, al veleno o alle maledizioni ecc.).
Potete facilmente capire che tutto questo comporta una tattica ed una varietà di stili di gioco su cui pochissimi altri prodotti possono contare. Dark Souls possiede quindi una grandissima longevità e rigiocabilità, merito anche della modalità New Game Plus, disponibile una volta completato il gioco: potremo cominciare una nuova partita, ma i nemici saranno molto più forti del normale, offrendo un livello di sfida persino superiore a quello del gioco standard.
Qualche riga va spesa anche per il sistema di esperienza; esso è infatti basato sulla figura delle Anime. Acquisibili per l’abbattimento di nemici e boss o come oggetti utilizzabili raccolti dai cadaveri degli avventurieri che vi hanno preceduto, le Anime svolgono sia la funzione della classica esperienza, ovvero possono essere impiegate per salire di livello ai fuochi da campo, sia quella di moneta di scambio. I mercanti che incontrerete nel gioco vi offriranno infatti i loro servigi solo in cambio di Anime “sonanti”.
Il lato tecnico
Se i ragazzi di From Software sono pienamente riusciti nell’intento di creare un mondo oscuro e drammatico, questo è dovuto in gran parte anche al fantastico lato artistico del progetto. Il design, che si tratti di un’armatura o di un oggetto decorativo, è superlativo, espressivo e, sopratutto, pienamente coerente, persino nelle cose più semplici (Un esempio è l’armatura iniziale della classe Cavaliere, di cui mi sono innamorato fin dai primi dieci minuti di gioco, lucente e splendente, in contrasto con l’oscurità e la malvagità). Il mondo è sporco, corrotto, corroso dal male e dalle tenebre, e le texture utilizzate rendono al pieno questa situazione, oltre ovviamente ad essere di buona qualità. Tra nere armature arrugginite, vesti stracciate e armi dal design sublime, i vostri occhi saranno continuamente ricompensati da un lato artistico tra i migliori mai visti in un videogioco.
Menzione d’onore è necessaria per le animazioni. Venere il personaggio roteare un pesante spadone, attaccare agilmente con uno stocco, infliggere devastanti pugnalate alle spalle, schivare, rotolare e muoversi a stento sotto il peso di un’ingombrante armatura dona una sensazione di realismo impressionante, merito anche di un comparto sonoro all’avanguardia, tra cozzare e sferragliare di metallo e rumori di passi ovattati.
Il bello della sfida
Tra tutti gli aspetti che contraddistinguono Dark Souls, o in generale la serie di action-RPG targata From Software, quello più celebre è sicuramente la difficoltà. Cominciamo subito col dire che il gioco è sì molto difficile, ma non impossibile. Sicuramente non può essere affrontato in modo avventato; questo perché gli sviluppatori cercano in ogni modo di punire questo ultimo tipo di giocatori: si sprecano trappole tra le più improbabili, nemici nascosti dietro gli angoli, scrigni che contengono mostri, strade che in apparenza sicure terminano con un bel salto nel vuoto ecc. Stesso discorso vale in maniera diversa per i giocatori attenti e con un occhio di riguardo per l’esplorazione, che saranno spesso ricompensati con oggetti spesso molto potenti e capaci di fare la differenza… O con morti più rapide.
Ma tutto questo è uno degli aspetti più belli e gratificanti del gioco. Il dover procedere sempre all’erta, la possibilità offerta ai giocatori di aiutarsi o ostacolarsi a vicenda (Per mezzo di messaggi lasciati sul terreno, che potrebbero avvertire della presenza di un avversario famelico così come inviarvi a finire dritti dentro le sue fauci), la tattica nello sconfiggere i nemici (Che cambia per ogni creatura o non-morto che incontreremo nel gioco, ovvero oltre il centinaio), la prudenza negli scontri, l’enorme soddisfazione quando si abbatte un boss dopo ore di tentativi e pianificazione… Questi e molti altri sono gli aspetti che rendono Dark Souls un esperienza unica all’interno dell’intero panorama videoludico.