Eccoci qua finalmente a dover esprimere un giudizio su Cyberpunk 2077. L’ultima opera di CD Projekt, nonché uno dei giochi più attesi del decennio, ha senz’altro avuto una partenza altalenante, con numerosi problemi tecnici specialmente su console di vecchia generazione. Tale situazione richiede quindi un preambolo, e sottolineo come questa recensione sia stata fatta in base alla versione PC, giocata con una scheda Nvidia RTX 2070, e con gli hotfix 1.04 e 1.06 applicati per gran parte del gioco. Il voto finale (anatema di ogni buona recensione, ma tant’è) è pertanto basato su questa esperienza, e non tiene conto di eventuali problemi che il sottoscritto non può provare con mano. Non starò inoltre a fare il processo al dipartimento pubblicitario di CD Projekt e se quanto mostrato o promesso durante la campagna si sia rivelato corretto, e mi limiterò piuttosto a parlare e a dare la mia opinione sul gioco così com’è. Detto questo, vediamo come se la cava Cyberpunk 2077 come gioco di ruolo.
Sarà vero gioco di ruolo?
Potrei facilmente riassumere il mio personale parere esternando il fatto che ci ho giocato settanta ore filate e non solo non mi ha stancato, ma sono dispiaciuto di averlo finito. Non finito completamente, s’intende, se siete maniaci del collezionismo triplicate pure le mie ore. Se sia rimasto tanto affascinato da Cyberpunk 2077 per la maestria degli scrittori di CD Projekt, o dei loro artisti, o se perché effettivamente è un buon RPG è difficile a dirsi, ma tenterò tuttavia di dare una valutazione per quanto possibile oggettiva su un’opera tanto polarizzante e sfaccettata quanto questo videogioco, e soprattutto nella prospettiva di un gioco di ruolo.
Come tradizione insegna, ogni RPG inizia con la creazione del personaggio, e Cyberpunk 2077 non fa differenza. La personalizzazione è abbastanza completa, magari non nella maniera maniacale di un The Elder Scrolls, ma riusciremo a plasmare un V a nostro piacimento, con tanto di misura dei genitali e cicatrici assortite. Quello che sorprende, in un gioco ambientato in un mondo dove rimpiazzarsi un braccio con un paio di lame è questione di passare un attimo dal medico, è che non potremo cambiare niente dell’aspetto fisico nostro personaggio durante il gioco. I mod sono già venuti in soccorso, ma rimane un po’ l’amaro in bocca, specialmente vedendo PNG meravigliosi con pelle cromata e arti artificiali in giro e non poterli emulare, e considerando che cambiare barba ed acconciature era già possibile in The Witcher 3.
C’è da notare che la creazione di un personaggio fortemente personalizzato potrebbe portare a pensare che Cyberpunk 2077 sia un gioco di ruolo “sandbox” sulla falsariga degli Elder Scrolls, piuttosto che The Witcher, dove impersoniamo un personaggio preimpostato. Questo darebbe un’impressione sbagliata del gioco: Cyberpunk 2077 è la storia di V, mercenario di Night City, con origini diverse a seconda di quelle che sceglieremo, ma che si troverà negli stessi problemi e dovrà uscirne in qualche modo, indipendentemente da cosa faremo. Teniamo presente che Cyberpunk 2077 non vuole certo essere un GTA cyberpunk, tantomeno un Elder Scrolls, ma, com’è ovvio aspettarsi da CD Projekt, piuttosto un The Witcher cyberpunk, o un Deus Ex a mondo aperto. Al tempo stesso, l’ambientazione è aperta ed enorme, per quanto sia solo una città ed il suo circondario. Non potremo entrare in ogni singolo edificio e comprare in ogni singolo negozio, ma Night City è una vera metropoli, tanto che l’intera mappa si apre solo dopo una dozzina di ore. Questo dà anche più vitalità al gioco, quante volte ci siamo lamentati di enormi posti da attraversare pieni di nulla? Si può ribattere che una volta fatta ogni quest questo è il destino anche delle aree di Night City, ma non c’è mai l’impressione di aree riciclate, anzi, è uno dei rarissimi casi in un gioco dove sono riuscito ad orientarmi visualmente.
Monna Lisa Cyberpunk
Anche l’impostazione narrativa può essere un po’ spiazzante per chi sia abituato ai soliti RPG. Non saremo certo un prescelto in Cyberpunk 2077, niente Dovahkiin e niente Avatar, ma solo uno sciagurato che si ritrova in una situazione più grande di lui e che dovrà trovare il modo di uscirne il più vivo possibile. Al massimo cambieremo un po’ la vita dei personaggi intorno a noi, nel loro piccolo, ma non cambieremo Night City, tantomeno il mondo. Una visione quanto mai cinica, ma che è in linea con il resto del gioco, e molto spesso con il genere cyberpunk in generale, dal quale Cyberpunk 2077 attinge a piene mani. Se avete letto i libri di Neal Stephenson in particolare, ma anche, ovviamente, William Gibson e Philip K. Dick, capirete esattamente da dove viene Cyberpunk 2077 per quanto riguarda la storia ed ambientazione, mentre per quanto riguarda l’estetica basta volgere lo sguardo verso i classici manga giapponesi quali Akira, Ghost in the Shell ed Alita. Questo è a mio parere un aspetto fondamentale del gioco che è bene tenere presente, ed il fatto che le nostre azioni non porteranno ad alcuno sconvolgimento storico ed epocale, non può essere addotto ad una mancanza di ruolismo o possibilità da parte di CD Projekt, ma piuttosto ad una scelta conscia. Che questo possa piacere o meno è una questione di gusti, sui quali non disputandum esse, ma non può certo essere considerata una mancanza, anzi, per quanto deprimente, è una trovata narrativa se non altro interessante.
Cyberpunk 2077 è decisamente bello a vedersi, ed i panorami e gli scorci di Night City sono meravigliosi, peccato solo che non piova abbastanza. I personaggi, sia per quanto riguarda i modelli che le animazioni, incluse quelle del volto, sono tra le migliori mai viste. Se a questo aggiungiamo gli effetti di ray tracing in tempo reale, la resa grafica è decisamente impressionante, anche per gli standard odierni. Non siamo di fronte ad un salto generazionale, ma senz’altro a quanto di meglio sia disponibile al momento. Per quanto uno possa essere indifferente all’aspetto esteriore di un gioco, questo aiuta con l’immedesimazione, specialmente per quanto riguarda personaggi ed espressioni, e la ricchezza di dettagli di Night City la rende un ambiente credibile. La cura riposta negli aspetti salienti è encomiabile, in una città governata da megacorporazioni, i loghi e le pubblicità sono onnipresenti, e come tali sono state studiate con cura, e riflettono perfettamente il tono di Cyberpunk 2077 (è interessante notare nei crediti il numero di artisti dedicati solo a questo aspetto). Sarà che a differenza di molti giochi, la Night City di Cyberpunk 2077 non è così visualmente distante da una qualsiasi metropoli nordamericana, ma in alcuni momenti sembra di trovarsi in un posto reale. Ci sono centinaia di PNG, vestiti in maniera diversa, con corporature, altezze, età ed impianti cibernetici diversi. Sebbene non abbiano una propria routine o dialoghi personalizzati, come in The Witcher 3 d’altronde, rendono senz’altro l’atmosfera più viva. Lo stesso può dirsi per i veicoli, un vero peccato però il non poter personalizzare i propri. I PNG reagiscono inoltre alle nostre azioni in maniera abbastanza realistica: se c’è una sparatoria in corso correranno al riparo, ad esempio. Un po’ meno per quanto riguarda il traffico: provocare incidenti e ingorghi sembra non disturbare nessuno, salvo qualche insulto e una suonata di clacson. Oltre alla città possiamo esplorare anche tutta l’area esterna del deserto californiano, con piccoli insediamenti, enormi serre ed impianti industriali. Anche questi scenari sono stati realizzati con la stessa maestria del resto, portando un interessante cambio di scenografia.
Come tradizione CD Projekt, la storia è decisamente il punto forte di Cyberpunk 2077, come già accennato, e come tale mi asterrò dall’anticipare niente. I personaggi sono eccellenti, non solo Johnny Silverhand, interpretato nientepopodimeno che da Keanu Reeves, ma anche gli altri offrono interpretazioni di alto livello (anzi, quasi migliori), e sarà difficile non affezionarsi a nessuno. I personaggi di alcune quest sono assolutamente memorabili, da intelligenze artificiali che gestiscono un servizio di taxi, ad un tizio con una bomba a mano incastrata al posto del naso. Le scelte e conseguenze ci sono, molto ovvie in alcuni casi, e meno in molti altri. Come già scritto, non ci saranno sconvolgimenti epocali, nessun male ancestrale da sconfiggere, ed i risvolti saranno soprattutto personali. Gli effetti delle nostre azioni si possono notare anche in altri ambiti in Night City: accettare di attaccare una banda, oppure decidere di finire una missione facendo piazza pulita a pistole spianate piuttosto che pagando pacificamente, farà sì che questi si ricordino di noi, in maniera ovviamente non del tutto positiva, che porterà ad ovvie conseguenze in quest successive. Non ci sono indicatori di popolarità, o territori da ripulire, ma almeno è evidente che le nostri azioni non sono del tutto ignorate. Lo stesso non si può dire per la polizia, che appare dal nulla ogniqualvolta compiamo un reato, e sparisce altrettanto nel nulla non appena riusciamo a scappare. Dopodiché pare si scordino del tutto di noi e dei nostri crimini.
Approcci differenti
Per quanto riguarda gli approcci alle missioni, abbiamo la solita triade composta da violenza, eloquenza e furtività. Non tutte le quest saranno completabili in tutti e tre i modi, com’è logico che sia d’altronde, ma specialmente, almeno per quanto riguarda gli approcci furtivo o combattivo, sono quasi sempre entrambi fattibili e senza evidenti demeriti per averne scelto uno rispetto ad un altro. Volendo, si può affrontare l’azione di Cyberpunk 2077 come una sparatutto, e funziona benissimo. L’intelligenza artificiale dei nemici è buona, se non altro in linea con quanto si vede comunemente negli sparatutto in prima persona: tireranno granate per stanarci e cercheranno coperture. Le armi sono sufficientemente variegate e personalizzabili da offrire diverse tattiche, che possono sempre essere combinate con attacchi corpo a corpo e cibernetici. Questi ultimi sono altrettanto vari, e possono supportare i nostri approcci furtivi, ma anche offensivi. La possibilità di usare armi da taglio come arma principale è decisamente un punto a favore, peccato che, per quanto estremamente efficaci, risultino limitate in termini di azioni, ed il tutto si risolve generalmente con un furibondo macello e colpi di click. Un peccato perché tra schivate e parate le possibilità ci sono, ma veri duelli all’arma bianca sono rarissimi.
Un aspetto interessante è che le opzioni di dialogo non sono legate unicamente ad un attributo come eloquenza, ma in talune situazioni si sbloccano in base a come abbiamo sviluppato il nostro personaggio. Un energumeno con due lame che gli spuntano dalle braccia, anche senza essere un allievo di Quintiliano, sarà perfettamente in grado di convincere qualcuno a lasciarlo passare senza colpo ferire. Oppure per poter parlare con cognizione di causa di questioni tecniche, dovremo avere un certo valore nella rispettiva caratteristica. Un altro aspetto che ho trovato interessante, è che, in linea con l’ambiente di Night City, l’opzione violenza è praticamente sempre aperta. Salvo casi particolari, anche se ci troviamo nel bel mezzo di un dialogo, che magari ci pare stia prendendo una piega poco piacevole, è quasi sempre possibile tirare fuori i ferri e fare piazza pulita. La quest si risolverà comunque in qualche modo. Le quest secondarie, anche quelle più minute, sono sempre ben curate: personaggi caratterizzati, approcci multipli e storie ben congegnate. Ci sono ovviamente anche le numerose quest “terziare”, lavoretti da mercenario, che sono invece più semplici, ripetendo lo schema visto in The Witcher 3.
Alcuni bug ci sono, questo è innegabile. Al tempo stesso, nelle mie settanta e passa ore di gioco ne ho incontrati pochi, e questi pochi non mi hanno mai bloccato il progresso o crashato il gioco. Si tratta spesso di glitch grafici, che spariscono ricaricando o cambiando area. Al tempo stesso, ammetto di aver dovuto far ricorso ad una ricerca su internet un paio di volte, ma curiosamente non si trattava di bug, ma piuttosto di possibilità dell’interfaccia che non conoscevo. Ad esempio, possiamo cliccare su una parte di una quest in corso nel giornale per cambiare il relativo segnalino sulla mappa, cosa non ovvia di primo acchito. Un altro aspetto che potrebbe essere migliorato sono i controlli con mouse e tastiera. In genere funzionano decentemente, ma si vede che l’interfaccia è stata pensata con il pad in mente: non c’è un tasto dedicato per camminare, la schiavata va effettuata con un doppio tocco, e soprattutto c’è l’odiato dover tenere premuto un tasto per compiere un azione. Niente di disastroso, e molti comandi possono essere personalizzati, ma visto che la piattaforma principe per Cyberpunk 2077 rimane il PC, ci si sarebbe aspettati più cura sotto questo versante. Comunque sia, la situazione e le aspettative non sono la stesse per chiunque, e chi volesse attendere una pressoché scontata Enhanced Edition, ha certo punti a suo favore.
Conclusioni
In conclusione, ripeto quanto scritto in apertura. Personalmente ho adorato le decine di ore che ho passato a Night City, e non disdegnerei di passarcene di più. Detto questo, è importante capire di che gioco di ruolo si tratta Cyberpunk 2077. Non è un sandbox dove potremo fare di tutto, parlare con chiunque, e crearci il nostro mondo a piacimento. Non che si sarebbe stato da aspettarci altro dagli autori di The Witcher, ma si tratta di una storia estremamente ben narrata, con un mondo molto ben costruito, e che offre molte soluzioni ruolistiche, pur sempre restando nei binari imposti dalla trama a dalla situazione iniziale. Quindi, se cercate un The Elder Scrolls cyberpunk, potreste rimanerne delusi, ma se cercate un bel gioco di ruolo con una storia ed ambientazioni accattivanti, allora Cyberpunk 2077 vale la pena di essere giocato.
Altre immagini del gioco
IL VERDETTO
- Storia
- Ambientazione
- Grafica
- Glitch
- Controlli
DATI DEL GIOCO
Piattaforme: Windows, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X
Sviluppatore: CD Projekt RED
Distributore: CD Projekt
Data di uscita: 10/12/2020
PEGI: 18+
GIUDIZIO LETTORI
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