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Recensione Blackguards 2016-11-27T11:24:34+01:00
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    Recensione Blackguards

Un nuovo inizio?

Daedalic Entertainment è un’azienda tedesca attiva sia come publisher che come sviluppatrice diretta di videogiochi. Da noi è nota soprattutto per alcune deliziose avventure grafiche quali la Saga di “Deponia” e “A New Beginning”, ma come publisher si è occupata, tra l’altro di distribuire anche H&S come Torchlight II.
Questa volta, a sorpresa, cambia totalmente genere con Blackguards, un RPG tattico per PC molto ambizioso anche se uscito in sordina e per noi solo su Steam senza alcuna promozione. In realtà in Germania è commerciata anche la confezione retail e la Collector Edition. Qualche polemica è sorta in merito al prezzo di lancio da molti giudicato elevato, ma chi scrive reputa infondata la critica vista la lunghezza del gioco e la cura posta nel confezionarlo.

Blackguards filmato iniziale

Dopo la sequenza iniziale che ci mostra la misteriosa ed efferata uccisione di una bella e dolce principessa, facciamo la conoscenza col nostro anti-eroe imprigionato, immemore della tragedia di cui è accusato e forse colpevole. Non vi diremo altro della trama che è lunga, complessa, articolata nonché ricca di colpi di scena e rovesciamenti di prospettiva. Nel corso delle vicende gli eventi di partenza verranno gradualmente disvelati tramite flash back.
Nella prima schermata viene data l’opzione di scelta tra modalità “semplificata” o “avanzata”.

 

Il gioco infatti si basa su “The Dark Eye”, un magnifico e complicatissimo ruleset che in Germania è più popolare di Dungeons & Dragons ma che all’estero è assai meno conosciuto. Noi l’abbiamo provato con l’ottima Saga “Drakensang”.
Il gioco è rigorosamente story driven anche se sarà sempre possibile spostarsi sulla mappa per cercare locazioni in cui recuperare sub quest.

Blackguards mappa

I luoghi tranquilli in cui avvengono i dialoghi sono immagini pressoché statiche in cui è possibile interagire con gli NPC. I numerosi testi sono leggibili in una piccola finestra nella quale appare il ritratto dell’interlocutore.

Blackguards dialoghi

 

Che cominci l’avventura!

All’inizio potremo scegliere se interpretare un mago o un guerriero, il sesso, le fattezze del personaggio (tra cinque soli modelli) e il nome. Si aprono quindi ulteriori cinque schermate  molto ricche di opzioni tramite le quali potremo definire tutti i talenti  e le abilità. Questi sono incrementabili spendendo i “Punti Avventura” che si guadagneranno dopo ogni scontro vinto.

Blackguards stats

Poi inizia l’avventura con tutorial che ci darà i primi rudimenti per affrontare i duri scontri che ci aspettano. Il fulcro del gioco sono infatti i combattimenti. Alcuni risultano facilmente superabili ma più spesso il confronto sarà assai severo e basterà un’istruzione imperfetta per vedere la situazione precipitare. E’ stato implementato un rigoroso uso dei turni su una classica griglia esagonale. A seconda dell’”iniziativa” e di altri parametri disporremo di una maggiore possibilità di movimento e di azione. Anche la capacità di schivare e di centrare i colpi dipende da come avremo sviluppato il personaggio.
E’ proprio qui che si riscontra il formidabile impegno di Daedalic nel creare sempre situazioni nuove in locazioni sempre variamente caratterizzate. Ogni scontro presenta meccaniche diverse dagli altri e spesso è necessario interagire con elementi dello scenario sia per aprirsi varchi che per danneggiare gli avversari. Ma l’autogol è sempre in agguato. Gli elementi interattivi possono essere visualizzati in rosso premendo il tasto “v” (non configurabile) ma questa informazione è assente nel manuale e solo fugacemente indicata in qualche schermata di intermezzo.

Blackguards elementi interattivi

Un altro parametro che merita attenzione è la presenza di una gran varietà di trappole, non sempre ben individuabili anche se si pompa la “percezione”, che demoliranno in un nanosecondo anche le strategie più studiate. La frustrazione è sempre in agguato e spesso avremo la tentazione di virare vergognosamente sulla modalità “facile”: ma anche in questo caso il livello di difficoltà non si abbasserà più di tanto. Però la varietà del gameplay e la trama avvincente ci spingeranno a proseguire comunque. I problemi maggiori insorgono soprattutto in certi dungeons o arene  quando si devono affrontare più scontri successivi senza poter usufruire del riposo nelle locande o curare le ferite dai guaritori.  In questo caso è tassativo equipaggiarsi in maniera molto appropriata sfruttando accortamente le pozioni e le bende che avremo posizionato nelle apposite “cinture” in quanto è anche impossibile accedere all’inventario nel pieno della battaglia (salvo che per le provviste).

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Insomma: è necessario pianificare in maniera certosina sia la crescita del personaggio che la sua attrezzatura.  Il gioco stesso, nelle schermate di intermezzo consiglia di salvare molto frequentemente: azione saggia soprattutto quando si arriverà a un momento di “non ritorno” e ci si accorgerà di essere stati troppo frettolosi.
Blackguards è chiaramente riservato agli hard core gamers esperti nei combattimenti Old School: scelta ammirevolmente coraggiosa da parte di Daedalic al suo esordio nel genere che però relega il gioco in una nicchia di appassionati. La conferma viene anche dalla scelta del PC come unica piattaforma prevista.

Blackguards battaglia

Alcune considerazioni finali

Nel suo viaggio il nostro Eroe sarà accompagnato da una variopinta combriccola di ambigui figuri (fino a quattro elementi) sbozzati con l’accetta ma con efficacia: un nano piromane, un mago affettato e sciupafemmine, un’elfa tossica, un brutale e primitivo gladiatore, una strega ambigua. L’atmosfera picaresca genera dialoghi spesso puntuti ed esilaranti che vanno considerati tra i principali pregi del gioco.

Dal punto di vista più “ruolistico” le scelte sono in numero ristretto e solo in pochi casi hanno un impatto significativo sugli eventi. Il finale però non è univoco e può cambiare totalmente. Alcuni combattimenti possono essere evitati usando il carisma o l’intimidazione se si hanno valori alti in queste abilità. In realtà questo comportamento non è molto conveniente in quanto non produce i tanto agognati “Punti Avventura” da spendere per la crescita dei personaggi.

Notevole è l’inusuale longevità, tra le trenta e le quaranta ore, ulteriormente incrementata dai numerosi tentativi che verranno falliti prima di trovare la strategia giusta. Formalmente il gioco è privo di bug ma l’impianto grafico non è certo aggiornato. “Artisticamente” molti scenari ed effetti di luci  appaiono assai suggestivi, le animazioni sono corrette, le voci (in inglese) molto espressive. Buone e appropriate le musiche seppure un po’ ripetitive. Le textures sono invece in bassa risoluzione e scarsamente dettagliate rispetto agli standards attuali anche se il problema viene immediatamente dimenticato.  I sottotitoli italiani raggiungono a malapena la sufficienza anche perché alcune frasi non rimangono tradotte. Così come avviene per il manuale in pdf e per il regolamento che si può richiamare in game ma che risulta non consultabile ai più in quanto in parte in inglese e in parte in tedesco (!).

 

IL VERDETTO

8
A CHI POTREBBE PIACERE?
A chi ama le sfide severe e la Old School.
PRO
  • Severe sfide Old School
  • Molto vario e longevo
  • Trama e personaggi riusciti
CONTRO
  • Frustrazione sempre in agguato
  • Comparto tecnico vintage

DATI DEL GIOCO

Piattaforme: Windows, Mac OS

Sviluppatore: Daedalic Entertainment

Distributore: Daedalic Entertainment

Data di uscita: 24/01/2014

Sito Ufficiale

Spazio dedicato nel forum

PEGI: 16+

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