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Giovani morti

Discussione in 'Lo scannatoio' iniziata da Alice, 22 Marzo 2018.

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  1. Alice

    Alice Livello 1

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    A cura della comunità Raido:
    Abbrutiti o frenetici. Rinchiusi in casa o vagabondi delle piazze. Analfabeti o espertissimi delle nuove tendenze. Erotomani senza pace o pavidi imbranati di fronte alle donne. Imbrigliati negli schemi borghesissimi o beceri cafoni, prìncipi della bestemmia. Da qualunque prospettiva parta lo sguardo, il ritratto dei giovani contemporanei si scrive come un bollettino medico impietoso: decesso. Sono morti.
    Sono proprio morti quegli obesi adolescenti che nemmeno hanno il gusto per il cibo, tanto il fast food li sazierà (a meno che qualche buon piatto non serva per ottime foto su Instagram). Nemmeno bramano per il sesso, tanto c’è YouPorn e quando si trovano davanti una donna in carne e ossa restano inebetiti e inerti. Nemmeno sognano di cambiare qualcosa nella loro esistenza, tanto con il basso profilo di chi se ne fotte si può arrivare ignavi, senza infamia e senza gloria, al momento di spirare, senza arte né parte.
    Per svolgere un esame serio della gioventù che si trascina nei nostri giorni, sarebbe troppo facile fare i sociologi e gli opinionisti da quotidiano sinistroide. Troppo semplice sarebbe inventarsi psicologi della crescita per rivelare la causa di questa morte accertata. Addirittura, sarebbe veramente inutile sproloquiare su questa realtà moderna, perché troppo se ne dice e troppo se ne parla.

    I giovani contemporanei dobbiamo conoscerli per non ‘essere normali’. Perché oggi i ‘normali’ sono loro: sono questi giovani che si trascinano nei loro giorni, dal lunedì faticoso al sabato da sballo, alla domenica apatica, senza mai porsi qualche domanda che metta in discussione il loro orizzonte. L’orizzonte non ce l’hanno, a meno che non appaia sullo schermo del telefono cellulare, oltre il quale lo sguardo non può andare. I giovani di oggi sono egoisti: chiedono, domandano, pretendono, si indignano. Non si sono mai posti alcuna domanda esistenziale: guai a chiedersi “chi sono?” o “cosa ci sto a fare in questo mondo, qui e ora?”. E se per caso qualche domandina scottante possa spuntare, allora tutto viene rimandato a una presunta ‘età della maturità’, a tempi opportuni, che però mai arriveranno. Ora è tempo di divertirsi: perché alla gioventù che sognava la guerra e l’eroismo si è sostituita la gioventù che deve ‘godere’ l’età, perché ‘certi piaceri non tornano più’. Fiumi di parole, parole su parole, per giustificare un’esistenza senza principio e senza mèta.
    E proprio la loro parola è ormai la bestemmia: mai e poi mai negli anni addietro si sono sentite tante bestemmie nel linguaggio comune e, soprattutto, dei giovani. Nella società che ha ridicolizzato tutto, che ha mischiato tutto facendo perdere ogni valore e ogni orientamento, vale tutto. Si può insultare tutto e deridere tutto. Così la lingua va, parla e straparla, terminale rozzo di un’anima in pena che si perde dietro qualsiasi sciocchezza che vi faccia capolino.
    Sono morti con la ‘rivoluzione’, che i loro nonni e i loro genitori gli hanno apparecchiato tra droghe e tette nude esibite per fiero femminismo nel nome della ‘libbertà’. Ma sono morti quasi tutti senza sofferenze, perché non se ne sono accorti, perché stanno nella caverna e quel nero cupo lo chiamano ‘cielo’. Altri – pochi – invece sono morti e lo sentono, ne soffrono, perché ogni tanto qualche barlume di coscienza riaffiora e si vedono persi in quel mondo orizzontale senza uscita, soffocati da un percorso di vita prescelto e preconfezionato, che percorreranno fino alla morte biologica: ma gli psicologi, supportati dai genitori, hanno già trovato la loro identità e, bollandoli come ‘depressi’, alla fine li hanno ‘salvati’, hanno ‘capito il problema’ e quindi il tema è superato. Sono depressi, poverini (“forse sarà qualche genere”), ma certamente non sono normali e, allora, non è normale nemmeno la loro insoddisfazione per questo ‘migliore dei mondi possibili’, ossia il nulla cosmico che abita le strade.
    Le strade. Ma quali strade?! Quali piazze?! Quali luoghi di ritrovo e di socialità?! Non c’è più nessuno in giro. Stanno tutti a casa, rintanati, a farsi le foto fatte con la luce giusta, i vestiti stirati e le pose migliori. Hanno paura di uscire, abitano un corpo che non vorrebbero, sentono un’anima che non dominano e non percepiscono lo Spirito che li dovrebbe orientare. Alcuni escono per fare serata in qualche locale. Altri per imbrattare i palazzi, i monumenti e le chiese con i tag, i degni ‘figli del caos’. Ma, alla fine, ogni opinione (se così la possiamo chiamare), ogni moto dell’anima, ogni tentativo di approccio si risolvono nei social network, con le foto di luoghi che non hanno mai visto, con le voglie che non hanno mai avuto e i pensieri che non hanno mai fatto, ma che le loro identità false certamente possiedono nell’irrealtà. Perché una volta era ‘normale’ avere le palle per provarci con una ragazza, era ‘normale’ confrontarsi per strada, esponendo la propria idea, a volte anche finendo con qualche schiaffo volante. Oggi le strade sono vuote, ma le bacheche di Facebook sono piene.
    Che dire poi della perenne ricetta dei vecchi per risollevare le sorti della società contemporanea? Ci pensano i giovani”, “C’è bisogno di giovani”, “Lasciamo fare la gioventù e mandiamo in pensione i vecchi”, “Che tornino i cervelli in fuga”… Poveri illusi, a volte anche colpevoli con dolo, perché non vedono – o non vogliono vedere – che la gioventù contemporanea è uno zombie con le cuffie che ciancica la gomma. Credono che, solo per il fatto di avere pochi anni in meno, questi ‘ritardati psichici’ avranno la ricetta per l’economia e per la società, distruggeranno le ingiustizie, per un mondo più giusto. Ma proprio questi ‘vecchi’, che si sono chinati a succhiare tutto il sale della terra senza pensare al futuro, dando le spalle al Cielo e male-educando le nuove generazioni, eliminando ogni riferimento – anche solo popolare – al Sacro, ora sperano con avidità nel prodotto dei loro amplessi volgari e irresponsabili. Proprio questi ‘vecchi’, terrorizzati dalla vita da pensionato in cui non sapranno come impiegare il resto della vita che resta, fanno la morale o, peggio, chiedono ai giovani di fare ciò che non hanno fatto quando potevano: i giovani non verranno a salvarli, non ci sono super-eroi, l’Erasmus non li ha dotati di poteri incredibili… Si rassegnino, sono morti. Perché sono proprio come loro, forse meno colpevoli, ma certamente della stessa pasta: neo-sessantottini o pariolini decerebrati, cervelloni iper-studiosi o improbabili frane quasi analfabeti. Basta guardarsi intorno: veramente qualcuno pensa che saranno loro a salvare questo mondo alla rovina?
     
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  2. Argenti

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  3. Mesenzio

    Mesenzio Contemptor Deum Editore

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    Sebbene mi possa trovare d'accordo con quanto scritto, specialmente lavorando con giovani, questa diatriba filosofica va avanti da millenni, non è certo specifica di questa generazione.
    So che in Italia per fortuna non è così, ma se per una parola sbagliata puoi finire in prigione, o almeno economicamente e socialmente distrutto la gente ci pensa due volte prima di dire qualsiasi cosa.
    Questa è proprio una cazzata. Evidentemente l'autore non è mai stato in Toscana o Veneto. La cattedrale di Santa Maria del Fiore fu finanziata con una una gabella sulle bestemmie, è una tradizione secolare.

    Ora, io parlo da oltreoceano, quindi magari non si applica all'Italia, ma scaricare tutte queste colpe sui ggiovani mi sembra ingiusto. Perché mai saranno così? Cosa gli insegnano a scuola? I programmi mica li decidono loro. Chi li bomba di psicofarmaci? La sanità la regola lo stato. Chi dovrebbe controllare e limitare i social media? Che sia un disastro siamo d'accordo ma la colpa è altrove.
     
  4. Alice

    Alice Livello 1

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    Mai postato nulla (mio o altrui) per dispensare colpe. A me interessa evidenziare problemi e sopratutto sfogarmi (sono in un sito di videogiochi, non su filosofico.net). Il pezzo originale era più lungo: l'ho snellito per non eccedere nel limite dei caratteri consentiti dal forum eliminando i successivi rimandi al mondo della tradizione inadatti ad essere trattati in questa sede. Comunque l'anonimo scrivente proprio nella parte conclusiva qui pubblicata va appunto dicendo che i giovani di oggi si ritrovano ad essere il frutto delle scelte dissolutive delle generazioni precedenti; ma assolverli con ciò in toto è controproducente perché si rischia in tal modo di legittimare la deresponsabilizzazione e la strafottenza che li contraddistingue. Senza un esame di coscienza, il riconoscere di essere in molte cose sbagliati evitando di scaricare tutte le colpe altrove, è impossibile una maturazione e un miglioramento individuali senza i quali non possono scaturire risultati sociali apprezzabili. Ma sopratutto il pezzo che ho postato è un invito a un ritorno all'azione, perché come avrebbe detto Niccolò Giani: “La vita è bella perché è lotta, gagliarda e leale. Solo infatti attraverso la lotta gli animi si purificano e si esaltano. La lotta è simbolo e sintomo di perenne giovinezza. Che vale possedere le verità più pure, le virtù più alte, se queste verità non si sanno imporre, se per esse non si sa impugnare una spada, se queste virtù non hanno il crisma del sangue?”.
    La risposta ai nostri problemi è darsi in massa al volontariato come forse suggerisce Argenti? In che modo ciò ostacolerebbe il dominio delle cricche dominanti? Mi si permetta un pò di ironia (che forse è sarcasmo ma poco cambia). Il modo di sfuggire all'orrido deserto di alienazione descritto potrebbe essere perciò votarsi al volontariato in quanto: più un individuo si sente alienato, più scopre bellezze originali; più l’anima sua è sofferente, più trova in un altro essere, sia pure immondo, motivi d'amore; così opera la carità dando un senso alla sua vita. Quindi, per dare un senso, una ragione o l’orgoglio a una vita divenuta duplice (metà da uomo metà da macchina), non ti resta che darti al volontariato (predestinato a “generare” solo morti viventi). Infatti, oggi più di ieri e meno di domani, assistiamo a legioni e legioni di alienati riconquistar la fede ed esercitando il volontariato, attaccarsi più vivamente alla vita.
    Sarà...
     
  5. Mesenzio

    Mesenzio Contemptor Deum Editore

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    Sì, in effetti noto anch'io come questa carenza di credenze ed ideali sia particolarmente sentita ma non capita. Non hanno niente per cui lottare per cui si inventano roba in continuazione (che ovviamente non richiede impegno) per almeno dirsi che una causa ce l'hanno.
     
  6. Maurilliano

    Maurilliano Sopravvissuto LiberaPay Supporter

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    Alice, ma non sarà che fai come quelli di dx, che danno la colpa a qualsivoglia individuo (o entità sociale) per 'qualsivoglia' problema?

    Mia moglie mi tradisce? è colpa dei marocchini!
    Non ho un lavoro soddisfacente e ben remunerato, la colpa è della sx!
    • ..hai solo la terza media, non ho capito, che volevi fare l'architetto? a raccogliere i pomodori, lavare le automobili o stare 'tutto il giorno' in un locale a vendere pizza a taglio.... non ci vai (è un lavoro da negri)
    ....e allora si può sapere che cavolo vuoi?!?
    parere
     
  7. Alice

    Alice Livello 1

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    Puoi risponderti da solo dato che non ne ho mai fatto mistero. Basta essere in grado di leggere e comprendere quello che scrivo per accorgersene. Vuoi un estrema, inutile sintesi? Ritorno a una visione dell'esistenza meno materialistica e più spiritualizzata tramite la comprensione della vanità del proprio ego; fiera opposizione al consumismo; rinascita di un senso di appartenenza comunitario fondato su prìncipi autentici e non su pseudo-concetti di comodo tornaconto personale; rivalorizzazione della realtà a discapito della virtualità, più lotta e meno lotterie (che col tasso di disoccupazione attuale sarebbe proprio il caso).
     
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  8. Maurilliano

    Maurilliano Sopravvissuto LiberaPay Supporter

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    ma non esiste tutto questo, c'è solo il quieto vivere, non viviamo come fratelli, compagni e/o concittadini
    siamo in antagonismo, non ci sono regole
    l'unica regola di questo mondo è quella della jungla, poi ciascuno ha i suoi principi, ciascuno ha la sua morale

    in una società 'idealizzata'.... ma de che? non ci saltiamo alla gola, solamente perchè le armi sono diventate troppo potenti (ricordi la Guerra Fredda?)
    e noi siamo in guerra, da sempre: socialmente, politicamente, teologicamente, filosoficamente, economicamente....(potrei continuare x molto)
    10.000 anni di storia...facciamo prima
    non si è mai fermata sta cosa, tranne qualche pausa-tregua tra una battaglia e l'altra: tempo che dedichi a un uomo, una donna, un figlio, una birra e una partita a carte con gli amici...è questa la vita
    poi non sò a te come piace passare il tempo, come ho detto sopra, ognuno ha i propri gusti/desideri, eccetera
    parere
     
  9. Mesenzio

    Mesenzio Contemptor Deum Editore

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    Questa è una visione estremamente nichilistica, e se fosse vera vivremmo ancora sugli alberi.
     
  10. Maurilliano

    Maurilliano Sopravvissuto LiberaPay Supporter

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    come ho detto, c'è un'azione di discontinuità in un senso e nell'altro
    l'uomo da quando si ha memoria collabora con i propri simili, perchè solo cooperando riesce a soddisfare tutte le sue necessità....e questo è un fatto
    che al contempo sia in antagonismo con il 'prossimo' e anche ragionevolmente con i membri del proprio clan....anche questo è un fatto
    poi ci sono legami forti come la famiglia, l'amicizia, il comune e reciproco interesse...l'amore
    ma non confondiamo le cose,
    io/noi siamo partiti da un concetto preciso: "la società", che è assolutamente astratto e che ognuno può interpretare diversamente a seconda del modo essere, della sua sensibilità e della sua condizione
    Esempio: se qualcuno entra in casa d'altri per rubare....quello è un ladro!
    e se lo fa un presidente di una nazione....bè, quella è politica!
    quindi le ultime guerre, sono state fatte in nome di cosa?.....ehm, quelle per gli 'alti' valori costituzionali e morali
    ah, e io pensavo per il denaro, cavolo sono proprio nichilista!...credevo fosse il danaro a far girare il mondo

    anche in passato....
    se uno rubava gli tagliavano le mani, se uccideva gli tagliavano la testa
    e se era un re invece che dichiarava guerra ad una nazione o a un popolo per depredarlo?
    mi chiedo, ma come sono stati costruiti questi imperi, queste grandi nazioni? su cosa sono poggiate queste poltrone? ma siamo sicuri che giochiamo tutti allo stesso gioco? e che tutti rispettano le regole?
    io dico di no, poi se questo fa di me un nichilista...pazienza, sono stato chiamato anche in modi molto peggiori
     
  11. NonTrovoUnNome22

    NonTrovoUnNome22 Il supervillain di RPG Italia (Platinum version) Ex staff

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    Più che altro mi sembra che si tenda giudicare come senza valori (o come totali rincoglioniti dal turbocapitalismo mondialista) chi ha ideali semplicemente diversi dai propri.
    Da che mondo e mondo i modi di pensare di dividono in tradizionalisti e progressisti.
    Se da una delle due parti manca il rispetto verso l'opinione diversa (che siano tradizionalisti che danno dei pervertiti depravati sinistroidi o progressisti che danno del fascio-omofobo-membro del patriarcato al prossimo per ogni cagata) si cade nel "sono tutti deficienti tranne me" che a parte che a darsi delle gran pacche sulle spalle da soli (o nelle echo chamber) ad altro non servono.
     
  12. bruco

    bruco Ex staff Ex staff

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    La lamentazione continua riguardo a "Questi giovani d'oggi..." è nata durante il regno di Nabucccodonosor I.
    Coloro che si lamentano iniziando le loro frasi con "Il mondo di una volta non c'è più...." oppure "Ai miei tempi era tutta un'altra cosa..." o sono prossimi agli ottant'anni oppure sono nati vecchi.

    Che ci sia un decadentismo nelle nuove generazioni non c'è dubbio.
    Ma dei genitori quarantenni vogliamo parlarne?

    Per fare un esempio una mia conoscente, professoressa alle scuole medie, ha vietato agli studenti di utilizzare i cellulari in classe. Cosa più che normale e che dovrebbe risultare ovvia. I genitori over 40, geni della nostra epoca, si sono ribellati scandalizzati affermando che la professoressa non si può permettere di "stressare" i propri figli.

    Io sono pragmatico, odio la filosofia fine a sé stessa che si traduce in sproloqui altisonanti. Vedo la vita attraverso cose concrete. E l'episodio che ho riportato è solo uno dei tanti in cui gente di mezza età si rende protagonista di comportamenti fortemente decadenti.
    La cosa strana è che non sento nessuno lamentarsi dei "quarantenni di oggi".

    Cara Alice, lamentarsi dei giovanni d'oggi serve a poco. È una costante delle societa di ogni dove e ogni tempo. Si lamentavano dei giovanni d'oggi i tuoi nonni, i trisavoli dei tuoi nonni e se ne lamenteranno i tuoi pronipoti.
    Quello che sostengo io è che la società sta andando tutta a puttane.

    Un bimbetto di quindici anni, se scemo, in parte lo puoi scusare proprio perché è estremamente giovane. Lo stesso non si può dire di una persona di mezza età. I giovani bisogna saperli educare. Il disprezzo non giova a nessuno. E se i quarantenni di oggi fomentano la stupidità nelle menti dei loro figli, lasciando in eredità una generazione di cretini, non abbiano da credersi persone sagge.

    La verità è che la società di questo periodo storico fa particolarmente schifo e lascia, come erede, una generazione ancora più schifosa. Ma la colpa è di coloro che, in quanto a età, dovrebbero esseri quelli che ci mettono la dose maggiore di buon senso e cervello. Ovvero i non-giovani.
     
  13. Mesenzio

    Mesenzio Contemptor Deum Editore

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    Mi rincresce molto sentire che siete a questo punto anche in Italia, avevo sperato che in qualche modo ne foste immuni.
     
  14. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    no, qui la situazione è gravissima, ogni tanto qualche genitore mena pure l'insegnante che "non ha capito il bambino" [​IMG]
     
  15. bruco

    bruco Ex staff Ex staff

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    Con "anche in Italia" intendi che in Canada si verificano eventi simili?
    Sarebbe una sopresa anche per me...
     
  16. Mesenzio

    Mesenzio Contemptor Deum Editore

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    Qui siamo sempre avanti, caro mio. Quelle che per voi sono novità qui è la normalità da anni, promossa, sancita ed approvata a livello istituzionale. Addirittura anche le università non ne sono immuni, sebbene in misura un tantinello minore. Gli Stati Uniti penso siano anche peggio, l'unico è il Quebec che un po' tenta di difendersi, ma è solo questione di tempo.
     
  17. NonTrovoUnNome22

    NonTrovoUnNome22 Il supervillain di RPG Italia (Platinum version) Ex staff

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    Che bello essere un '96: troppo vecchio per essere un Gen Z, troppo giovane per essere un millennial.
    Durante le mie scuole medie i primi smartphone si affacciavano sul mercato ma ce li avevano solo i bimbetti più ricchi (e snob) della classe.
     
  18. Darth Vader

    Darth Vader Colui che tutto vede Amministratore

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    Ti capisco perfettamente! E te lo dice uno classe '97 :)
     
  19. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    siete di una generazione proprio sfigata [​IMG]
    però vi ringrazio per il calo di invidia anagrafica [​IMG]
     
  20. D

    D Ronin Ex staff

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    Perché siamo tanto abituati a sputare sul nostro paese (in senso generale) che non ci accorgiamo che anche il resto del mondo è andato a putt*ne.

    @Alice : ciao ragazza, è bello rileggere il tuo solare entusiasmo per la società occidentale. :emoji_v: