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Pentiment - Il piccolo progetto di Josh Sawyer(Obsidian)

Discussione in 'RPG World' iniziata da Metallo, 13 Giugno 2022.

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  1. PRobbia

    PRobbia Bardo Mancato LiberaPay Supporter

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    L'ho iniziato anche io (mi hanno regalato 3 mesi di gamepass), prende bene e ci sono tanti piccoli dettagli che "non servono ma aiutano" tipo gli errori grammaticali che vengono corretti durante i dialoghi.
    Vediamo come va avanti ma sono fiducioso!
     
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  2. Vitbull88

    Vitbull88 Scienziato pazzo

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    Io l'ho finito, e mi è piaciuto davvero moltissimo! Forse l'ultimo atto è un po' sottotono rispetto al resto, ma ci sta. Piccolo gioiellino, molto semplice, ma tiene incollati allo schermo se si ha voglia di leggere e prestare attenzione. Approvato a pieni voti per quanto mi riguarda
     
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  3. Metallo

    Metallo Saprofago LiberaPay Supporter

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    Io infatti sono fermo al terzo atto da una settimana, se nei primi due atti Pentiment aveva la priorità su tutto da quel momento ha iniziato a perdere di mordente, anche se sono curioso di vedere come va a finire.
    Il gioco comunque mantiene le sue qualità ed è un must per chi ama la storia e scrittura fatte bene. Dal punto di vista ludico invece niente di imperdibile, secondo me. Alla fine sembra quasi di leggere un bel libro e anche come avventura grafica non offre molto.
     
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  4. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    infatti è nelle mie priorità
    ecchissene? io, finito il nuovo GOW, passerò a Callisto
    e una parentesi senza menare sarà esattamente quello di cui avrò voglia :)
     
  5. Metallo

    Metallo Saprofago LiberaPay Supporter

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    Ok, finito Pentiment. Anche il terzo capitolo alla fine mi è piaciuto nonostante il cambio di ritmo.
    Storia, personaggi e dialoghi degni di un ottimo romanzo e bellissimo il lato artistico, inusuale e molto curato.
    Un vero e proprio librogame e non mi dispiacerebbe giocarne altri in futuro, anche ambientati in epoche diverse, se ben fatti come questo.
    Complimenti a Sawyer e al team di sviluppatori!
     
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  6. f5f9

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    non avevo bisogno di essere convinto ma ti ringrazio per l'ulteriore conferma
    lo farò subito dopo aver finito GOW ragnarok (e forse addirittura prima di Callisto che ho in libreria e freme per essere installato, ma magari aspetto che lo patchino per bene...)
     
  7. PRobbia

    PRobbia Bardo Mancato LiberaPay Supporter

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    Arrivata la fine anche per me, confermo le buone impressioni!.
    Sicuramente è un gioco (un po' come tutti quelli di Obsidian) che andrebbe rigiocato più volte per scoprire tutti i dettagli e le storie dei vari personaggi.
    Non so voi ma alla fine io sono riuscito anche a empatizzare con il povero Andreas!
     
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  8. Metallo

    Metallo Saprofago LiberaPay Supporter

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    Nì, io invece non credo ce ne sia bisogno. Di scelte che modificano il corso degli eventi ce ne sono parecchie ma a quanto ho visto sono piccoli dettagli di una storia che però viaggia su dei binari ben precisi, e non sarebbe potuto essere altrimenti vista la narrazione granitica. Cambia un po' come viene vissuta la storia ma il viaggio è sempre quello.

    Credo che l'empatia sia uno dei pilastri del gioco. Difficile non provarla per ognuno dei personaggi che si incontra durante la storia. E Andreas ovviamente è al primo posto.
     
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  9. PRobbia

    PRobbia Bardo Mancato LiberaPay Supporter

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    Sì diciamo che è più per aggiungere dettagli alla storia, tipo io non sono riuscito a scoprire la storia del taglia pietre o di Ottilia
     
  10. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    metto qui il mio (solito) pippone sul gioco:
    Pentiment

    Su Steam gode di valutazioni “estremamente positive” e, una volta tanto, non si può che essere d’accordo.
    Pentiment è frutto di una vecchia idea di, nientepopodimeno, Josh Sawyer, che fu un pilastro di Black Isle e oggi di Obsidian Enterteinment.
    È un gioco formalmente minimale ma realizzato con una straordinaria cura sotto ogni aspetto. Sotto una trasparente mascheratura indie emerge il solido mestiere di chi l’ha concepito.
    In primo luogo per la scrittura: è evidente l’enorme ricerca documentale che ne è alla base e l’attenzione per la precisione storica.
    Pentiment si svolge nel sedicesimo secolo in un piccolo paese della provincia bavarese ancora saldamente in mano ai Signorotti locali e al clero, mentre il Medioevo comincia a trascolorare nel Rinascimento e arrivano, ancora sommessamente, i primi echi della rivoluzione Luterana e dell’insofferenza per il dominio temporale della Chiesa Cattolica.
    La mentalità e le modeste condizioni di vita dei locali escono prepotentemente dalle immagini e, soprattutto, dai fluviali dialoghi. In quel microcosmo tutti si conoscono, si amano, si odiano, si aiutano, sparlano.
    Come in ogni piccolo paese dalla notte dei tempi.
    In questa rappresentazione, per metà sacra e per metà laica, si ritagliano le diverse personalità e i diversi rapporti. I tanti personaggi sono disegnati a tutto tondo, sempre riconoscibili non solo per le fattezze ma per le loro personalità.
    Le fonti di ispirazione narrative sono evidenti. La storia comincia e finisce con una certa unità di luogo e d’azione come nel “Nome della Rosa” di Umberto Eco (con citazioni volutamente esibite) ma si sviluppa nel tempo con una coralità chiaramente ispirata dai romanzoni storici di Ken Follet (“I pilasti della Terra” e gli altri tomi della Serie di Kingsbridge) di cui sposa anche le posizioni politiche e ideologiche. C’è anche una piccola punta di anacronistico proto femminismo, ma questo è un dazio da pagare agli attuali tempi e fortunatamente non falsa il complesso della narrazione.
    Pentiment, formalmente, è in parte Avventura Grafica (senza però enigmi ostici), in parte walking simulator.
    Ma trattandosi di Obsidian l’avventura non è del tutto lineare. I dialoghi a scelta multipla e perfino l’ordine in cui eseguiremo certe azioni influiranno sulla sorte di numerosi personaggi secondari. Spesso dovremo scegliere accuratamente le risposte (o addirittura rimanere in silenzioso ascolto) per guadagnarci la fiducia dell’interlocutore e facilitare certe ramificazioni della storia. Le nostre risposte non dovranno essere banalmente le più “morali”, dovremo invece cercare di trovare quelle più consone alla mentalità di chi ci sta parlando. Indipendentemente dalle nostre azioni la storia andrà spedita verso la soluzione finale (veramente folgorante) senza alcun rischio di game over, ma assicurando un’ampia rigiocabilità.
    Anche perché il gioco salva ogni volta che c’è anche un minimo progresso nella storia e non consente ripensamenti.
    La psicologia dei protagonisti e dei molti interlocutori è sempre definita con profondità, a volte con pochi e sintetici tratti, altre scavando, letteralmente (!), nei labirinti della mente.
    Magnifico.
    Come magnifica è la veste grafica, in un rigoroso 2D fintamente piatto e fintamente semplice. I numerosi personaggi sono realizzati con pochi tratti comunque sufficienti per renderli immediatamente riconoscibili, finiremo per fare amicizia (o odiare) anche le figure più secondarie.
    Le scene sono quasi sempre piuttosto statiche salvo esplodere, in occasione di alcuni eventi chiave, in una grandiosa drammaticità.
    La raffinatissima realizzazione visuale è però l’elemento che da subito colpisce di più. I Luoghi e gli edifici sembrano uscire da codici miniati tardo medioevali, o da affreschi di Simone Martini, con quelle prospettive realizzate approssimativamente prima che il Brunelleschi ne scoprisse le regole (salvo che in alcune affascinanti scene che definiremo “oniriche” per non spoilerare).
    Ma anche Bosh e Bruegel sono spesso sommessamente citati.
    Nel gioco non esiste alcun doppiaggio, passeremo quasi tutto il tempo a leggere enormi (ma sempre “necessarie”) moli di testo e un po’ a muovere i protagonisti negli scenari.
    Insomma, Pentiment non è certo per tutti, è l’esatto contrario dei giochi frenetici che piacciono ai più. Ma presto rapisce per la suprema direzione artistica, per l’eccelsa scrittura, per una cura storiografica rarissima in questo media ma che ne testimonia ulteriormente la maturità.
     
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  11. alaris

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    Come sempre ottima e lucida rece...bravo vecchietto!
     
  12. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    scusate se insisto :emoji_blush:...se vi è piaciuto questo buttatevi su:
    naturalmente è story driven all'esasperazione e senza scelte (essendo l'illustrazione sintetica del libro) ma è bellerrimo, sofisticato come Pentiment e ormai costa niente...
     
  13. f a b i o

    f a b i o Healer

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    ci sto dentro anch'io
     
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  14. f a b i o

    f a b i o Healer

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    Eccomi al termine dell’avventura, sopraffatto dalle emozioni.
    Merito anche di un buon epilogo, in coda a una fase, l’ultima, un po' spossante e fitta di testo.

    Tre capitoli, tre fasi di una vita in cui un mistero che ha sconvolto un intero borgo e il destino di un’abbazia (echi di Eco, ha cannibalizzato il genere..), appare e sconvolge. Pensi ora che svanisca, si dilegui per sempre ma rimane lì appeso. Traina sentimenti strazianti come malinconia della perdita, senso del fallimento.
    Mistero che mi ha tenuto sulle spine per giorni.

    Vicenda coinvolgente, toccante come poche in più situazioni. Si entra in simpatia con i personaggi ed è fatale.

    Palese un lavoro enorme di fonti, approfondimenti, imprescindibile.
    Ho un debole per intrighi, misteri, cold case protratti a lungo, decenni a arrovellarsi.. tornare su vecchi luoghi che comunicano ancora, finchè qualcosa può accadere e allarma.
    È esattamente ciò di cui parla Pentiment.

    Ne adoro la direzione artistica, come si è scelto di rappresentare la storia, le affascinanti illustrazioni medievali a braccio con la peculiare umanità da Studio Ghibli (lo sguardo, ricambiato, all’infanzia).


    Il colpo di coda dell’ultima fase, della manciata d’ore prima della conclusione, strappa il mio applauso convinto e mi lascia inerme. Indimenticabile.
     
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  15. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    @Fabio: condivido anche le virgole della tua recensione (per la quale ti sono grato)