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Oggi ho finito di giocare a... la mia piccola recensione

Discussione in 'Videogiochi' iniziata da f5f9, 29 Giugno 2014.

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  1. Norimberto

    Norimberto Livello 1 LiberaPay Supporter

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    A me entrambi sono piaciuti tantissimo. Nel primo però ad un certo punto mi ero fermato per un pò di noia, ma dopo averlo ripreso ho potuto constatare che era solo una pecca di quel frangente. Nel secondo invece l'unica cosa che mi è dispiaciuto è che è troppo corto.
     
  2. Vitbull88

    Vitbull88 Scienziato pazzo

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    What? Intendi la main quest? Quella sì, è molto più corta. Ma c'è tutto il contorno che lo rende decisamente più grande del primo, sbaglio?
     
  3. PRobbia

    PRobbia Bardo Mancato LiberaPay Supporter

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    Ma hai giocato anche i DLC(nel caso ci farei un pensierino, soprattuto su "the forgotten sanctum) ? Io per finire tutto ci ho impiegato tipo 130ore:emoji_cold_sweat:

    Secondo me il fatto che alcune cose sia "inevitabili" è perfettamente coerente con il contesto

    alla fine sei un uomo contro un dio
     
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  4. Vitbull88

    Vitbull88 Scienziato pazzo

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    Non li posseggo. Comunque ho bisogno di una pausa, magari piú avanti lo riprendo con anche i DLC. Di fare altre 50 ore ed oltre non penso di essere in grado XD
    Verissimo, ma nel primo ho sentito molto piú forte
    la possibilitá di mettere sotto scacco gli dei. Qui ti senti proprio alla mercé degli eventi. Tutto quello che fai risolve poco di fatto, la conclusione quella é, la ruota viene distrutta inevitabilmente.
     
  5. PRobbia

    PRobbia Bardo Mancato LiberaPay Supporter

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    Vero, però puoi decidere tutto il destino dell'arcipelago.
    Tra l'altro con un finale del genere mi viene da pensare che non volessero fare un terzo capitolo...pillars of eternity...senza i pillars...
     
  6. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    grazie per la race esaustivissima che, tra l'altro, conferma le impressioni che avevo
    comunque prima o poi lo proverò, il primo mi era piaciuto abbastanza (ma con qualche momento di noia)
     
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  7. Norimberto

    Norimberto Livello 1 LiberaPay Supporter

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    No, io completo sempre tutto e ricordo che è molto più corto del primo, ma quando arrivo a casa, se ricordo, scrivo le ore giocate.
     
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  8. Vitbull88

    Vitbull88 Scienziato pazzo

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    Ok, io invece raramente completo tutto. Ma mi pare che sul primo in circa 45 ore avevo fatto quasi tutto, invece in questo in 55 ore avró esplorato il 60/70% della mappa, e lasciato diverse secondarie di alcune fazioni. Ma in effetti, forse é dovuto al fatto che ho messo i combattimenti a turni, che rallentano la progressione non poco....
     
  9. Cem

    Cem Bambola di pezza Ex staff

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    Ieri ho finito di giocare a Death Stranding.
    È l'unico gioco di Kojima che sono riuscito a finire (e uno dei pochi giochi giapponesi degli ultimi 15 anni probabilmente) e devo dire che mi è piaciuto parecchio: i paesaggi che ricordano l'Islanda, paese che adoro, il protagonista solitario, taciturno e malinconico e le vicende dei vari personaggi coinvolti (soprattutto gli alleati) che sono veramente ben scritte e ben narrate all'interno del gioco, con i giusti tempi.
    Inizialmente ho fatto un po' fatica a capire cosa stava succedendo (un classico con Kojima) ma piano piano il gioco mi ha coinvolto. Ho apprezzato molto il fatto che non sia uno sparattutto e che non sia una baracconata fracassona come Metal Gear Solid V, anche se in alcune scene Kojima si stava facendo prendere la mano, è riuscito a trattenersi.
    Il termine più azzeccato per definire il gioco è quello utilizzato nella recensione di Multiplayer: "contemplativo". Sconsigliato agli amanti degli action.
     
    A alym, f5f9, alaris e 1 altro utente piace questo messaggio.
  10. Mesenzio

    Mesenzio Contemptor Deum Editore

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    Mi pare che i paesaggi siano proprio fatti con rilievi fotogrammetrici dell'Islanda.
     
  11. baarzo

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    dipende, la seconda parte è tutta action alla fine.

    che occhio Cem
     
  12. Norimberto

    Norimberto Livello 1 LiberaPay Supporter

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    Pillars of Eternity 248 ore di gioco (ma avevo fatto una prima partita interrotta e poi ricominciata da zero, quindi direi di togliere 50/60 ore).
    Pillars of Eternity II: Deadfire 70 ore di gioco.
    Niente da aggiungere :D
    Anzi si, solo il dungeon di Caed Nua non so quante ora abbia occupato al primo, ma sicuramente tante!
     
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  13. Vitbull88

    Vitbull88 Scienziato pazzo

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    :emoji_astonished::emoji_astonished::emoji_astonished: ok ti aveva preso bene evidentemente
     
  14. alaris

    alaris Supporter

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    Direi che sono numeri da gioco del cuore...
     
  15. Norimberto

    Norimberto Livello 1 LiberaPay Supporter

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    E' vero, giochi come questo, o Divinity original Sin (188 ore ma un'unica run), vorrei che non finissero mai!
    Poi vabbè, dipende anche dalla difficoltà e dal modo di giocare, ricordo che comunque avevo settato una discreta difficoltà e iniziavo automaticamente i combattimenti con lo stop, per organizzarmi bene. In questo modo dura tutto molto di più.
     
  16. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    e pensa che c'è ancora gente che lo crede un "simulatore di bartolini" :emoji_slight_frown:
    vabbè, lasciamo perdere, i gusti non si discutono (:emoji_thinking: o no?)
     
  17. Cem

    Cem Bambola di pezza Ex staff

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    Bè un po' anche io lo considero così, però con un'accezione positiva. Alla fine per gran parte del gioco porti pacchi da una pare all'altra, quindi capisco chi lo pensa.
     
  18. Vitbull88

    Vitbull88 Scienziato pazzo

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    Un paio di giorni fa ho concluso Cyberpunk2077. Ho giocato Cyberpunk dal day one su PC con una 1060 da 6GB. Ho interrotto la run quasi sul finale (a 5-6 ore dalla conclusione) a causa di forze maggiori che mi hanno impedito di toccare i videogiochi per 3-4 settimane (la famiglia si é allargata XD), ed ho atteso di avere la giusta quantitá di tempo per giocare il finale (il gioco non si meritava di essere concluso a sessioni di mezz'ora). Ho concluso il gioco in poco meno di 60 ore, con diverso contenuto tralasciato, magari da esplorare con una seconda run. Dopo averne lette di cotte e di crude in giro sul web, mi sento in dovere di scrivere qualche riga su questo gioco (per quanto queste righe resteranno sepolte nei meandri dello stesso web, Manzoni fatti da parte). Mi spiace, ma non sará una “piccola recensione”.

    Cyberpunk é un action-RPG marcatamente story-driven, sulla falsa riga di quanto visto con The Witcher 3. Il gioco é ambientato nell'universo narrativo del gioco di ruolo cartaceo Cyberpunk2020 (che personalmente non conosco). Si tratta del tipico futuro cyberpunk, in cui le megacorporazioni hanno in sostanza il controllo degli "Stati Uniti" o di quel che ne resta. Il giocatore si trova, dopo un breve prologo, catapultato nella cittá di "Night City", emblema dell'ambientazione. Il protagonista del gioco, chiamato semplicemente "V", é un mercenario arrivista, pronto a scalare le gerarchie della cittá, guadagnando denaro e fama completando contratti piú o meno truffaldini per conto dei "fixer", sostanzialmente i pezzi grossi della malavita di Night City. Uno dei contratti finisce peró male, dando inizio ad una corsa contro il tempo per la sopravvivenza di V.

    Come detto, il gioco è decisamente story-driven. Ora, io potrei anche non capire nulla di videogiochi, ma nel mio modo di vedere i GDR possono enfatizzare due aspetti, simili ma non uguali, che nella percezione media secondo me vengono confusi: immedesimazione ed interpretazione. Per immedesimazione intendo la capacitá di entrare in empatia con il protagonista, partecipare in prima persona alle sue vicende, andando a ritoccarle con decisioni fatte in prima persona, ma tutto sommato senza avere un controllo totale sul personaggio, che è giá ben delineato caratterialmente e come esperienze pregresse; per interpretazione si intende invece la possibilitá di plasmare la personalitá e le capacitá del personaggio come meglio preferiamo. Tipicamente, un gioco story-driven enfatizza molto di piú l’immedesimazione (pensiamo a the witcher 3, o mass effect), donandoci un protagonista giá delineato ed una storia prestabilita su cui noi potremo mettere mano in maniera limitata, mentre un gioco come i grandi open-world bethesda (fallout, the elder scrolls) enfatizza molto di piú l’interpretazione, donandoci un mondo libero da esplorare e giocare come meglio crediamo, ed un personaggio di partenza “vuoto”. La lotta ormai pluridecennale tra chi preferisce un modo di interpretare il gioco di ruolo o l’altro è ancora viva, ed il sogno dei giocatori è quello di avere un gioco che riesca a condensare entrambe queste caratteristiche: un gioco in cui il protagonista lo scegliamo noi, ma con una forte storia da giocare. Impossibile vero? Sí, credo sia impossibile. Ma, secondo me, Cyberpunk2077 è il gioco che piú si avvicina a questo ideale, con tutti i limiti del caso. Avremo infatti la possibilitá di immedesimarci nelle vicende di V, vivendo in prima persona (anche nella visuale) la sua storia. Ma il gioco, per essere uno story-driven, è strabordante di momenti in cui potremo dire la nostra. È vero, la storia di V è sempre la stessa, inizia e finisce piú o meno allo stesso modo, ed il numero di finali è limitato. Le nostre decisioni non cambieranno le sorti del mondo, o le conclusioni della vicenda in maniera marcata. Quello che cambierá tantissimo non è il “cosa”, ma il “come”. Faremo conoscenza di innumerevoli personaggi, ed avremo grossa libertá (nei limiti della sceneggiatura) nel come interfacciarci a loro. V si troverá di fronte a moltissime scelte, che non cambieranno lo svolgimento della storia, ma cambieranno la sua “visione” ed interpretazione della storia, che quindi sará la nostra visione, ed il nostro punto di vista. Potremo piú volte esternare le emozioni di V di fronte agli eventi, interpretando il personaggio. Le conseguenze delle nostre scelte non si vedranno nell’effetto che hanno nel mondo, ma nei piccoli rapporti con i vari personaggi, nelle linee di dialogo, nello svolgimento di quest secondarie. Il gioco è disseminato di dettagli che cambiano leggermente in base alle proprie scelte: i cartelloni pubblicitari, le notizie alla radio, e perfino quello che dicono le persone in strada (se le ascoltate invece di sparargli nel sedere come cerca di fare il 99% dei webeti interessati a studiare l’intelligenza artificiale della polizia per chissá quale oscuro motivo). Insomma, c’è una visione molto piú intima del gioco di ruolo: non saremo l’eroe che cambia le sorti del mondo, ma un personaggio che è soggetto alle sorti del mondo, ma che puó scrivere la sua, piccola, storia.

    Apprezzo moltissimo questa scelta di CDProject di provare a coniugare questi due modi di interpretare il gioco di ruolo, è un esperimento coraggioso ed innovativo. Purtroppo, come tutti i progetti pionieristici, non è esente da problemi. Piú volte si incorrerá in paradossi, con personaggi che per esigenze di trama reagiranno in maniera incoerente a nostre decisioni precedenti, soprattutto se si giocano le quest in ordine non canonico (cosa permessa dal gioco). Avrebbe avuto senso limitare un pelo di piú le tempistiche con cui poter affrontare certe quest, perdendo un pelo di “interpretazione”, ma rendendo la storia piú autoconsistente. Inoltre, l’urgenza della storia (stiamo letteralmente morendo, e dobbiamo sbrigarci a trovare una soluzione) cozza un po’ con la voglia di approfondire tutto. Ma lo sforzo, a mio parere, va apprezzato.

    Un plauso va dato al quest design. Qui non mi interessa nulla, la parola magica la uso: capolavoro assoluto, e termine di paragone per i giochi di ruolo story-driven venturi. Cyberpunk è un passo oltre the witcher 3. Non ci sono quest primarie, secondarie, e “terziarie” (contratti, gig, etc…). O meglio, ci sono nel senso che nel diario c’è una suddivisione. Ma cyberpunk è strutturalmente una unica quest, che si evolve dinamicamente in base alle nostre scelte e decisioni. Non ci sono diramazioni come nei giochi a cui siamo abituati, che danno la sensazione che cyberpunk abbia un quest design semplice rispetto ad altri giochi. In realtá, il quest design di cyberpunk è una inticatrissima rete di quest interconnesse, che iniziano e finiscono nello stesso punto. Vuoi fare solo la “quest principale”? Va bene, 15 ore e stop. Vuoi fare millemila secondarie? Puoi farlo, zigzagando nella rete di quest interconnesse, cambiando totalmente la tua storia. Per questo, secondo me non ha senso di parlare di quest principale. Cyberpunk è una unica, continua storia, che a seconda del nostro interesse puó essere breve e concisa, oppure lunga centinaia di ore. Ma non si ha mai la sensazione di stacco (forse un po’ nelle missioni della polizia), la sensazione di “prendo un contratto e mi faccio una secondaria” che è un semplice modo di allungare il brodo non esiste. Ogni singola quest aggiunge qualcosa alla storia di V, ha un interesse narrativo ed aggiunge un piccolo pezzo al puzzle delle sue vicende. Ci saranno decine, se non centinaia di riferimenti tra le varie quest, e risolvere le quest in un modo piuttosto che in un altro potrá anche generare reazioni ambientali (pubblicitá ad esempio), o addirittura viceversa. Queste reazioni sono molto piccole, ma rendono incredibilmente vivo il protagonista. Faccio un esempio per spiegare la complessitá di questo sistema: a praticamente inizio gioco, ho acceso la tv ed ascoltato il telegiornale, cosí per curiositá. Il telegiornale parla delle elezioni del sindaco, e di un attentato ad uno dei candidati, dando delle informazioni, che ho quasi ignorato sul momento. Ripeto, non c’era assolutamente niente nel gioco che mi dicesse di accendere la tv, nessun indicatore, nessun obiettivo quest, niente, solo la mia curiositá. Dopo, boh, 20 ore, affronto una quest (non faró spoiler) in cui devi aiutare un detective privato ad indagare su un attentato ad un candidato sindaco. Quando mi parla il detective, che mi chiede se ne so qualcosa o se voglio altre informazioni, tra le risposte in basso vedo una cosa del tipo “sí, ho sentito le notizie al telegiornale, non ho bisogno di altre informazioni”. E mi sono ricordato del telegiornale che avevo sentito ad inizio gioco! Poi ho richiesto le info al detective, perché sono stordito e non avevo ascoltato a fondo, ma ragazzi, questo esempio è calzante di quanto ogni cosa che si fa in cyberpunk 2077 abbia piccoli effetti, che a conti fatti saranno anche insignificanti, ma danno una sensazione di vivere la storia di V che per me non ha precedenti.

    Dopo aver scritto un papiro su componente ruolistica e quest design, che sono i fiori all’occhiello del gioco, cercheró di scrivere poco sul gameplay. Ci sarebbe molto da dire in realtá, perché anche qui il progetto è decisamente pionieristico. Cyberpunk ha tutte le caratteristiche di un gioco immersive sim á lá deus ex, ma in un mondo enorme open world, con svolgimento delle missioni altamente non lineare. Avremo a disposizione un albero delle abilitá enorme, che ci dará la possibilitá di personalizzare enormemente il nostro stile di gioco ed approccio alle missioni. Potremo creare un personaggio in grado di uccidere tutti i nemici in maniera furtiva, piuttosto che una sorta di rambo con mitragliatori nelle mutande. Oppure potremo essere un esperto di computer capace di friggere il cervello con virus iniettati nella testa dei nemici (siamo in cyberpunk, le persone hanno un sistema operativo nel cervello), o un assaltatore all’arma bianca armato di katana, o semplicemente dei propri pugni. Potremo ovviamente anche creare soluzioni ibride tra le varie offerte, in maniera del tutto libera. Accanto alle abilitá, potremo potenziare anche parti del corpo con innesti, ed il nostro sistema operativo personale. Insomma, le possibilitá di personalizzazione sono incredibili. A questo si accompagna un level design eccezionale (per essere un open world): ogni quest si svolge in un “dungeon”, una location, in cui saremo sempre in grado di utilizzare l’approccio che preferiamo. Si potrá entrare dalla porta principale e mitragliare tutti i nemici, oppure entrare furtivamente dal retro e farli fuori uno ad uno, oppure non farsi proprio vedere, oppure ucciderli tutti dal tetto facendo hacking, ripulendo l’edificio senza essere nemmeno visti (e no, non uccidete tutti da fuori perchè il gioco è rotto come avrete letto su internet, se fate l’hacker è OVVIO che sarete in grado di uccidere i nemici con l’hacking, dato che con le pistole gli fate il solletico, è un gioco di ruolo, che diavolo, chiusa parentesi). Non si raggiungono le vette dei giochi a livelli come deus ex per ovvi motivi, ma per essere un open world siamo enormemente sopra la media.

    Nota dolente, alle personalizzazioni del gameplay ed all’eccezionale level design non si accompagna una intelligenza artificiale dei nemici degna di nota. Non è catastrofica come leggete su internet dai webeti indignati, ma in linea o poco sotto con l’open world medio. I nemici sono pedine da macello, stanno piú o meno fermi in attesa di farsi decimare. Hanno delle routine di movimento abbastanza semplici, si insospettiscono se vi intravedono, e ti sparano se vi vedono del tutto, allertando l’intero palazzo (ovviamente, siamo in cyberpunk). Sarebbe stato opportuno sviluppare una IA che rendesse giustizia allo straordinario lavoro fatto con la progressione e con il level design, ma non si puó avere tutto. Non sono inoltre presenti boss fight particolarmente interessanti, solo nemici un po’ piú forti del normale.

    Ultime parole sull’open world: Night City é stupenda. É enorme, interconnessa, verticale, e strabordante di dettagli, tutto decisamente fatto a mano (niente campi sterminati pieni di nulla, e terreni generati proceduralmente). L’open world è uno degli aspetti piú criticati del gioco, ed a mio parere la colpa è del marketing del gioco: si è fatto passare cyberpunk per un sandbox á lá GTA, una sorta di simulatore di malavita futuristico, ma non è cosí in alcun modo. La cittá è sostanzialmente un bellissimo contenitore di quest. Non ci sono elementi interattivi, non c’è nessun barbiere, non ci sono attivitá secondarie come andare al bar, giocare a biliardo, o quello che vi viene in mente. Ma, a mio parere, va bene cosí, Cyberpunk è una forte storia da vivere, quello che conta è fare le quest, e come giá detto ce ne sono a volontá in tutti gli angoli. Non vi annoierete mai, se è quello di cui avete paura. I passanti hanno delle routine molto elementari, non c’è dubbio, la polizia è molto rudimentale, ed il sistema di gang è appena abbozzato. Ma non c’è assolutamente nulla in cyberpunk che ti spinga a voler infrangere la legge, se non la curiositá di vedere come fossero implementati i sistemi sandbox. Io, una volta visto che erano appena abbozzati, sono passato oltre, senza rimpianti. Sarebbe sicuramente stato molto bello dare a Night City una componente sandbox degna, e probabilmente ne avevano intenzione, ma personalmente credo che il gioco sia bello anche solo per la storia, e non ne ho sentito la necessitá. Se cercate un sandbox, state lontani da Cyberpunk, perché vi deluderá molto! Sono peró in disaccordo con chi dice che cyberpunk sarebbe dovuto essere a missioni. L’open world serve assolutamente a scrivere la propria storia personale di V, dando quella sensazione di “interpretazione” e non solo “immersione” che manca negli RPG story-driven di solito. Potremo affrontare le quest nell’ordine che vogliamo, tirare dritto per la principale, oppure affrontare centinaia di quest secondarie, cambiando totalmente la nostra storia. Questo NON sarebbe possibile in un gioco a missioni. Oltretutto, l’open world parla delle nostre azioni, a volte i passanti parlano degli eventi di cui siamo stati protagonisti. L’open world di Cyberpunk insomma andrebbe paragonato ad un Mafia, non certo ad un GTA.

    Questione bug: non ho incontrato nessun bug grave (corruzione salvataggi, impossibilitá di completare quest, etc…). Solo pochissimi crash, credo 3 o 4, e qualche compenetrazione strana o oggetti volanti ogni tanto. Al day one a volte i personaggi parlavano senza muovere la bocca, poi il problema è sparito. Sicuramente non è un gioco pulitissimo, ma, almeno nella mia esperienza, è molto lontano dalla situazione tragica descritta su internet.

    In conclusione, Cyberpunk2077 è un gioco che sicuramente sará un punto di riferimento per i futuri giochi di ruolo story-driven. La forza del gioco sono una storia forte, un quest design eccezionale ed un personaggio carismatico, che saremo peró liberi di interpretare nelle sue vicissitudini private, senza cambiare le sorti del mondo o le conclusioni della vicenda in maniera sostanziale, ma scrivendo la sua, insignificante ma personale, storia. Ad un gameplay e ad un level design senza precedenti in un open world, si accompagnano una intelligenza artificiale tra il carente ed il non degna di nota, ed una componente open-world con scarsa interattivitá sandbox (che ad alcuni potrebbe far storcere il naso) sviluppata in maniera sbrigativa, ma che dá risalto alle possibilitá interpretative del quest design. Non so se sia o meno un capolavoro, e non mi interessa. Resta un gioco coraggioso e pionieristico, sottostimato dall’utenza (probabilmente a causa da un rilascio su console di cui non ho esperienza, ma che non dubito sia stato molto problematico), e che consiglio caldamente a tutti gli amanti dei giochi di ruolo in prima persona.
     
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  19. Maurilliano

    Maurilliano Sopravvissuto LiberaPay Supporter

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    :emoji_confused: non capisco, è un gioco action o un gioco di ruolo?

    continuo a non capire,
    TW è un action-rpg, ME è un role playing-shooter, i giochi bethesda (tutti) sono action rpg
    non dovresti parlare di interpretazione del gioco di ruolo, ma di ambientazione e contesto in cui questi action...suonano

    sta bene differenziare le caratteristiche di gta e cp77, pur essendo essi titoli action,
    non si può comparare una commedia drammatica ad una comico-brillante
    ma in ogni caso...mai una commedia può divenire un dramma
    perchè è il modo recitato, come 'suona', che ne determina il genere
    sarebbe stato preferibile, un esposizione chiara, delle caratteristiche (meccaniche, narrative), di ambientazione e contesto che questo titolo action ha
    tutta la storia del gdr, è una sovrapposizione che non c' azzecca nulla e crea solo confusione
    dai retta al mauri, quando parli di action-rpg....chiamali action-rpg o al limite solo action
    ma non scrivere mai soltanto rpg, e sopratutto non accostarli e/o confrontarli mai con gli rpg
    primo, perchè suonano in maniera diversa
    e secondo....perchè non lo sono
    trg.PNG ME.PNG Cattura.PNG dao.PNG
    Cattura.PNG
    scusa, ma non è una mia opinione
    parere
     
    Ultima modifica: 4 Maggio 2021
  20. Mesenzio

    Mesenzio Contemptor Deum Editore

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    E quale sarebbe la differenza?