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Thor "figlio del Tuono" - una storia del Nord

Discussione in 'The Elder Scrolls V: Skyrim' iniziata da MBobbinz86_Zena, 13 Ottobre 2022.

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  1. MBobbinz86_Zena

    MBobbinz86_Zena Livello 1

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    sundas, 7° secondo seme - 4E 221

    Caro lettore,

    se le mie parole giungono sino a te significa che dopotutto i miei sforzi non sono stati vani.
    Spero questo racconto, che dico, questa confessione, possano distoglierti un po' dalle fatiche quotidiane e svelarti a poco a poco un po' della nostra storia e di come un giovane guerriero ormai dimenticato ha salvato Skyrim e tutto il mondo conosciuto dall'oblio. Ma partiamo dall'inizio...

    Capitolo I - Figlio del Tuono​

    La mia storia inizia a Whiterun, in una piccola fattoria sulla strada per la Torre di Osservazione Occidentale. Mio padre e mia madre erano umili contadini, lieti di vivere del poco che gli dava la terra, ma quell'attimo di felicità volò via proprio l'anno in cui venni al mondo.

    Era l'anno 171 4E, in una notte senza luna, mentre un forte temporale infuriava sulle montagne circostanti nacqui io, il piccolo Thor.
    Mi raccontò mia madre che nell'attimo in cui venni al mondo un forte boato squarciò il cielo e tutto sembrò tremare per un secondo.
    Mio padre lo vide come un presagio e mi chiamò Thor (Tuono nell'antica lingua Nord). Qualche giorno dopo la mia nascita fu chiamato alle armi, la Grande Guerra contro la Dominazione Aldmeri era iniziata, ed io non lo rividi più.

    Da quel giorno un'ombra di tristezza calò sul volto di mia madre, ma per 4 anni io e lei fummo una cosa sola. Già nei primi mesi di vita presi il vizio di raccogliere qualsiasi cosa mi capitasse a tiro e, con le mie piccole manine un pò impacciate, amavo sbatterlo l'uno contro l'altro facendo un fracasso incredibile. Fu così che mia madre mi soprannominò scherzosamente "figlio del Tuono".

    Di tanto in tanto suo fratello Heimskr, un sacerdote di Talos, ci veniva a fare visita portandoci notizie dalla città, ma per il resto del tempo eravamo soli.

    Una triste mattina, il primo seme dell'anno 175 4E, mia madre andò al rusciello vicino casa e non tornò più. Io, allora un cucciolo d'uomo di soli 4 anni, rimasi a piangere ed attendere per due giorni, prima che mio zio mi trovasse quasi disidratato. Una tigre dai denti a sciabola l'aveva sorpresa alla fonte e di lei non rimasero che pochi resti.

    Zio Heimskr, non potendomi tenere con sè, pensò di farmi un favore portandomi a Riften, all'orfanotrofio di Honorhall, affidandomi a quel demonio travestito da donna di Grelod "la Gentile".

    Capitolo II - l'orfano​

    I 14 anni passati in quel buco di fogna che chiamano Riften sono stati i più duri di tutta la mia vita, ed hanno plasmato per sempre la mia essenza.

    All'inizio non facevo che piangere, chiedere di mamma, cercare in tutti i modi di scappare da un posto dove venivo continuamente maltrattato.

    Ma Pian piano mi abituai, iniziai a non sentire più nulla dentro di me, solo un grande vuoto. Imparai che agli scherni ed alle botte dovevo rispondere con il sorriso, comportarmi da bravo bambino, dovevo raggirare la perfida Grelod con parole dolci ed ubbidienza.

    Solo la notte, nel mio piccolo letto, ero libero di viaggiare con la fantasia. Imparai a leggere e scoprì che i libri non sono altro che finestre sul mondo e porte nella mente, da cui evadere e scappare. Mi appassionavano soprattutto storie fantastiche, come "Kolb e il drago".
    Una notte, avrò avuto 10 anni, sognai un grande drago.
    Ali nere come la notte, lingua rossa come fuoco, occhi profondi come l'abisso. Volava sopra di me minaccioso, si posava su un'alta torre e, spalancando le fauci terrificanti, mi fissava con occhi di odio. Da allora ogni tanto nei miei incubi ricompariva quel drago, io però non volevo fuggire, volevo combatterlo, ma ero come pietrificato e mi mancava la voce...

    Capitolo III - Lo Sbandato
    Una volta arrivato alla maggiore età lasciai finalmente l'orfanotrofio. Non avevo soldi e non conoscevo il mondo, perciò, visto la mia stazza e l'odio covato negli anni, iniziai una vita da bandito, lungo le strade che portavano a Riften.
    Mi univo ogni tanto con altri soggetti della mia risma, ma dopo qualche tempo litigavo e venivo alle mani anche con i nuovi compagni.
    Sinchè un giorno, stanco della vita da miserabile che stavo conducendo, mi decisi a tornare a Whiterun per ricongiungermi con zio Heimskr. Lui mi accolse freddamente, preso com'era dalla sua predicazione. Iniziò a raccontarmi tutto di Talos, di Tiber Septim e del sangue di drago, e furono quei racconti che risvegliarono in me vecchi sogni, i sogni del drago nero.

    Capitolo IV - La cattura​

    Poche settimane dopo essere giunto a Whiterun ed aver ritrovato mio zio giunse una notizia che svonvolse la mia vita. Ulfric Manto della Tempesta, Jarl di Windhelm, aveva sfidato ed ucciso Re Torygg a duello, usando un Tu'hum. Mio zio, allora convinto che Ulfric fosse il sangue di drago rinato, mi mando alla sua ricerca, sicuro che il mio destino fosse servire la sua causa.
    Fu così che mi misi in viaggio e raggiunsi Ulfric ad Acquescure, ma prima di raggiungerlo fui catturato da un gruppo di legionari.
    Mi risvegliai su un carro, legato, accanto ad Ulfric e altri suoi guerrieri. Una volta giunti ad Helgen capì che la mia fine era giunta ma quando ormai avevo la testa sul ceppo ed il boia aveva alzato la sua scure ecco dal nulla apparire quel drago, il mostro nero dei miei sogni...
     
    Ultima modifica: 21 Ottobre 2022