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Resident Evil IV Remake: cronaca di un successo annunciato.

Discussione in 'Videogiochi' iniziata da f5f9, 7 Aprile 2023.

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  1. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    Quando, nel lontano 2005, uscì Resident Evil IV su GameCube, i fan si divisero equamente tra quelli che ne criticavano la deriva action/TPS e quelli che si entusiasmarono per l’evoluzione.
    Sta di fatto che il gioco segnò uno dei più deflagranti eventi nel genere e che la sua influenza in tutto il mondo dei videogiochi fu formidabile e dura ancora oggi, generando copi ed epigoni.
    Per i pochi sfortunati che non conoscono l’originale, possiamo anticipare che l’agente Leonard (Leon) Scott Kennedy viene incaricato di cercare Ashley Graham, la figlia del presidente USA che è stata recentemente rapita. Secondo alcuni indizi la ragazza potrebbe essere stata trasportata a Valdelobos, una sperduta cittadina nella Spagna meridionale.
    Lì Leon precipita nell’incubo. Tutti gli abitanti sono diventati “Illuminados”, pazzi sanguinari posseduti da una qualche misteriosa entità e che, questa volta, non sono semplicemente mutati per colpa di un pazzo esperimento dell’”Umbrella Corporation”, ma per opera di una misteriosa entità la cui natura potremo poi conoscere e combattere nel corso della storia.
    L’ambientazione dell’incipit è quella che più è rimasta negli occhi e nel cuore dei giocatori, ma i tanti punti forti del gioco sono nell’imbattuta varietà di luoghi, situazioni, gameplay.
    Il combat originale era, per l’epoca, rivoluzionario ma oggi farebbe storcere il naso ai giocatori più giovani.
    Gli scontri si svolgevano con lentezza. Leon per mirare e sparare doveva fermarsi puntando nella direzione giusta mentre orde di posseduti gli si appropinquavano al rallentatore.
    Il tutto creava un’atmosfera straniante e vagamente metafisica che riusciva a creare il giusto grado di tensione e disagio, ma che conferiva anche un ritmo che oggi sembrerebbe troppo blando ai più.
    D’altra parte, più per limiti tecnici che per scelta, tutti gli episodi precedenti erano stati realizzati con la telecamera fissa ed entrando in ogni nuovo locale dovevamo subire caricamenti interminabili.
    Queste impostazioni divennero comunque e rapidamente canoniche per definire l’essenza: “Survival horror”. D’altra parte parliamo della serie che ha creato e lanciato il genere, ricordiamo che il primo episodio risale al 1996, due anni prima del primo “Silent hill”.
    Con queste premesse molti fan di vecchia data accusarono Capcon (e Mikami) di alto tradimento. Ma alla fine il gioco catturò comunque tutti, anche in virtù dell’incredibile quantità di eccezionali e rivoluzionarie invenzioni che offriva.
    Il teatro delle avventure cambiava vorticosamente: da miserabili ambienti rurali a regge esageratamente sontuose, a sinistri laboratori sedi di mostruosi esperimenti, ad antiche cattedrali teatro di culti sinistri. E poi dungeon, porti marittimi ecc..
    Era palpabile che si trattava di un prodotto costruito con estrema passione e divertimento da parte degli sviluppatori. Tanto da deragliare talvolta in una sorta di “eccesso di inventiva” che originava qualche episodio un po’ incongruo.
    Primo tra tutti il discusso pupazzone meccanico altro quattro piani (!), immobile ma assassino, che riusciva a stridere perfino in un contesto così (meravigliosamente) fuori di testa.
    Certamente ogni pixel urlava la sua vocazione al gigantismo e all’esagerazione, col rischio del ridicolo sempre in agguato.
    Orrore? Sì e no, ma suspense e sussulti continui. Infatti in ogni angolo (o dietro alle spalle), la sopravvivenza del povero Leon veniva costantemente messa in discussione.
    Inoltre sul tutto aleggiava un quasi impercettibile profumo di autoironia che, lungi dalla sdrammatizzazione, aumentava l’ansia per la sorte dei nostri eroi.
    Insomma: al netto di qualche scivolone e dei lati acerbi, Resident Evil IV resta ancora uno dei giochi più divertenti e appassionanti di sempre.
    L’immancabile (e meritato) successo commerciale indusse Capcom a spremere il gioco all’inverosimile. Questa “gallina dalle uova d’oro” resta ancora oggi uno dei vg più venduti di sempre anche per le numerose versioni su altre piattaforme (WII, Play Station, PC). Nel tempo venne inoltre arricchito con varie espansioni che approfondivano racconto e lore. Per PC, furono addirittura rilasciate varie edizioni successive, fino alla “Ultimate HD Edition” del 2014” e alla “Remastered” di soli due anni dopo.
    In questa veste il gioco resta perfettamente godibile e riesce a stupire ancora oggi, quindi la notizia di un suo “remake” completo suscitò soprattutto scetticismo e fosche ipotesi di tradimento.
    Fortunatamente non è stato così.
    Questa nuova versione rispetta con estremo rigore la lettera e lo spirito dell’originale tagliando quasi nulla e anzi integrandolo con discrete e centrate correzioni narrative. Tutto alla fine risulta perfezionato e aumentato anche se la struttura di base resta graniticamente immutata, le aggiunte si percepiscono solo se si ricorda perfettamente l’originale.
    Per esempio: anche se l’avanzamewnto resta rigidamente guidato, dopo aver bonificato un’area a Leon è spesso possibile tornare indietro per recuperare oggetti e tesori sfuggiti nella concitazione della battaglia.
    Fanno il loro esordio anche delle micro sub abbastanza remunerative.
    L’ambiguo Mercante ora è un po’ più loquace (e divertente). Naturalmente è sempre esoso e quasi vende le merci che più ci interesserebbero, quindi un’attenta gestione delle risorse continua a essere indispensabile, così come un’accurata esplorazione degli scenari che può garantire il recupero di munizioni e risorse sempre drammaticamente scarse.
    Si ha però l’impressione che il loot si adatti, in qualche misura, allo stile del giocatore, rendendo un po’ più frequente la possibilità di trovare le risorse di più immediata urgenza e le munizioni delle armi più usate.
    I salvataggi avvengono sempre presso le tradizionali macchine da scrivere, ma possiamo ringraziare gli sviluppatori per aver anche predisposto degli autosalvataggi automatici prima degli scontri più duri.
    N.B.: tutto questo fortunatamente non rende il gioco più facile di quello originale.
    L’indispensabile coltello adesso si usura rapidamente e deve essere continuamente riparato a caro prezzo. Lo stesso vale per il giubbotto, che a un certo punto dell’avventura possiamo comprare dall’esoso Mercante, il cui effetto protettivo scema a velocità impressionante dopo aver subito pochi colpi.
    Inoltre i nemici si muovono spesso con una rapidità superiore a quella di Leon.
    Il quale in compenso ora dispone di un ampio ventaglio di mosse e parate e talvolta può addirittura ricorrere alla furtività.
    Nella sua prima espressione Resident Evil IV già stupiva per la esemplare organizzazione degli scenari e per la maestria nel posizionare i nemici. Mai un momento di noia e copia/incolla non pervenuto.
    Nel remake tutto è stato in qualche modo rivisto, ampliato, ricalibrato e ben oliato in modo da rendere le sessioni di gioco ancor più sorprendenti e scorrevoli.
    A chi scrive è capitato di faticare non poco in uno stretto viottolo in salita costellato di trappole all’apice del quale brulicavano cecchini e bruti con manie omicide. Naturalmente, visto quanto accadeva in altri analoghi luoghi, il primo istinto è stato quello di far brillare preventivamente le trappole per garantirmi una via di fuga dall’orda senza rimanere vittima di qualche esplosione.
    L’operazione era andata a buon fine ma con estrema fatica. Poi l’ovvia intuizione e il rammarico di non esserci arrivato subito. Ho ricaricato e ho visto che potevo farmi inseguire da quegli stolti inducendoli a rimanere vittime delle loro stesse trappole. Obiettivo raggiunto senza spreco di munizioni e piantine curative. Ma soprattutto molto più divertente.
    Gli enigmi un po’ più ostici in stile “Avventure Grafiche” restano, ma ampiamente semplificati per non rallentare il ritmo. I boss sono sempre gli stessi, alcuni sono diventati ancor più insidiosi e letali ma, per merito di qualche accorta limatura, risultano un po’ meno meno frustranti.
    Un esempio: uno dei boss più famosi (a cica due terzi del gioco), nella precedente versione era immobile e stava spiaccicato contro una parete sparando bolle d’acido e sferzando con lunghi tentacoli. Questa volta è assai simile nell’aspetto e nelle tattiche offensive, ma le dimensioni più ridotte gli consentono di volteggiare tra le scale di una sontuosa arena pluripiano, sfrecciando veloce e colpendoci dalle posizioni più impensabili.
    Il gioco, a “normale”, dovrebbe durare quindici/venti di ore ma è un continuo trial&error. Quindi molto spesso non riusciremo ad uscire indenni dalle situazioni più concitate al primo colpo e saranno necessari più tentativi per individuare le strategie migliori. Ma con un po’ di impegno è sempre possibile salvare la pelle.
    Insomma: si può tranquillamente affermare che il remake di Resident Evil 4, anche dal punto di vista del ritmo e del bilanciamento, stabilisce un nuovo standard, offrendo una sfida severa ma mai proibitiva. Anche i meno abili riusciranno ad arrivare alla fine senza ricorrere alla modalità “assistita”.
    Le continue meraviglie e sorprese incollano al monitor. Complici anche le performance del collaudato motore grafico, l’ottimo “REengine”, che restituisce effetti di illuminazione, fenomeni metereologici, dettagli degli scenari e NPC con incredibile realismo.
    Impeccabili le animazioni, la fisica dei corpi e degli oggetti e la reattività di nemici e comprimari.
    Spettacolare anche il sonoro, valorizzato da suoni ambientali evocativi, musiche appropriate e puntualmente travolgenti nelle situazioni più epiche e da un perfetto doppiaggio in italiano che meglio ci aiuta a capire le psicologie dei personaggi.
    Inevitabilmente Leon conserva la sua bislacca acconciatura che ricorda quella di una Valentina di Crepax un po’ invecchiata.
    Ma almeno qui gli sono stati conferiti dei lineamenti più duri e affilati, decisamente più consoni a quelli di un marine che porta i segni di un tragico passato e che deve quotidianamente rischiare la vita.
    Ashley è rimasta praticamente identica. È sempre una Lolita un po’ caramellosa ma piuttosto piccante, strizzata in microgonna e collant neri che spesso si strappano maliziosamente e per poi ritornare miracolosamente nuovi.
    Ada, la "cattiva ragazza" per antonomasia, è sempre più conturbante. Chi non vorrebbe essere imbrogliato da una donna così?
    Il gioco, fortunatamente, non risulta seriamente danneggiato dall’incombente oppressione woke. Sono però stati modificati alcuni termini (che qualche anima bella avrebbe potuto considerare “non appropriati”). Inoltre, in ossequio all’imperante bigottismo, a Leon e ai giocatori sono oggi accuratamente preclusi eventuali e peccaminosi scorci della biancheria intima di Ashley quando sale le scale.
    Ovviamente si tratta di piccole censure del tutto irrilevanti, ma così si tradisce la consolidata tradizione giapponese delle “Anime Girl”.
    Altro è bene non anticipare.
    Capcom qui dimostra di aver saputo imparare dai propri errori.
    Nel 2019 il remake di “Resident Evil 2” aveva conseguito un enorme e meritato successo. Meno bene era andato, un anno dopo, il remake del terzo. Pur trattandosi di un prodotto curato e qualitativamente ottimo, non solo non avevano ovviato alla brevità dell’originale del 1999, ma addirittura ne avevano omesso intere sezioni, rilasciando a prezzo pieno un gioco che poteva essere completato in una manciata di ore.
    Questa volta, invece, il remake è addirittura ben più lungo dell’originale, senza incorrere in dilatazioni artificiose. Anzi: certi passaggi che nelle precedenti versioni apparivano un po’ frettolosi adesso scorrono senza strappi e secondo una migliorata logica interna. Sono state armoniosamente inserite nuove aree da esplorare, nuove avventure e nuovi scontri. Il tutto realizzato con coerenza e i cui risultati danno l’impressione che in origine fossero stati improvvidamente tagliati.
    Alla fine, anche se è insolitamente lungo come gioco story driven, se ne vorrebbe ancora.
    Però possiamo sperare nelle espansioni che, per ora, non sono state inglobate nel Remake. Ma è facile prevedere che seguiranno a breve, visto che ha guadagnato valutazioni “estremamente positive” da pubblico e critica e si è immediatamente e saldamente piazzato al primo posto delle vendite con maggioranza bulgara.
     
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