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Racconti brevi dell`isola

Discussione in 'Risen' iniziata da hrigothic93, 17 Settembre 2009.

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  1. hrigothic93

    hrigothic93 Livello 1

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    Inseriro di seguito 2 brevi racconti sul isola di Faranga.

    1. La Profezia

    La gente passava senza curarsi della figura vestita di stracci logori, che sfidava il sole cocente di fronte a un muro imbiancato.

    "Vi avverto, siamo tutti condannati," inveiva, noncurante del fatto che nessuno gli stava prestando ascolto.

    "Gli dei hanno abbandonato l'isola. Il male si è risvegliato! La sola Sacra Fiamma non potrà proteggerci per sempre!"

    Nessuno si fermava. La gente era presa dalle proprie preoccupazioni. Gli affari andavano male da quando la città era stata chiusa. Il predicatore proseguiva senza esitazioni. "I tre segni si sono manifestati," gridò a gran voce, "i tre segni!"

    "I terremoti sono stati il primo. E nessuno vi ha prestato attenzione. I templi pagani sono stati il secondo. E di nuovo, nessuno ha ascoltato. Sono stati depredati, vi siete appropriati dei loro tesori. Le bestie sono state il terzo segno. Tre segni. Gli dei ci hanno abbandonato, e presto la Fiamma Sacra si estinguerà. Le antiche forze risorgeranno. La fine è vicina!"

    2. Un nuovo eroe

    "Ehi hai sentito?" Philus venne accolto dal suo grasso amico quando entrò nella locanda. "Si dice che qualcuno, qualcuno che l'Inquisizione non è ancora riuscita a catturare, si stia aggirando per l'isola. Nessuno sa da dove provenga."

    Di ritorno al Gyrger beffardo dopo una giornata inconcludente, Philus non era di buon umore quando replicò. "E quindi? Sarà un bandito. Non è certo l'unico," borbottò.

    "No, non fa parte della gente del Don," disse l'uomo grasso a bassa voce. "Ma questo non gli impedisce di ficcare il naso in giro, di entrare nei templi e così via."

    "Quindi? Altre persone lo hanno fatto," rispose Philus irritato. L'uomo aveva altre preoccupazioni. Probabilmente nessuno aveva comprato il suo pesce.

    "Già, ma a differenza loro, lui ne esce vivo. Dicono sia alto due metri, così mi ha riferito un contadino dei Bassifondi."

    "Stupidaggini, è impossibile."

    "E perché?"

    "Beh, perché i corridoi dei tempi non sono abbastanza alti. Avrebbe dovuto spaccarsi la testa e morire come tutti gli altri già da tempo," questo era l'impeccabile ragionamento di Philus.

    "Ah, ma che ne sai..."

    "Già, che vuoi che ne sappia. Offrimi una birra, eh? Ho avuto una brutta giornata."

    Posterò di seguito i successvi racconti dal isola di Faraga.

    III L'Inquisizione

    La città è cambiata da quando l'Inquisizione è salita al potere.

    Il grasso uomo si sedette su una panchina fuori dal Gyrger beffardo, e si mise a guardare. Cid si sedette al suo fianco.

    "Amico, la mia vecchia signora vuole a tutti i costi una collana di perle. E io dove la trovo?" si lamentò Cid.

    "E io come faccio a saperlo? Voi ragazzi piuttosto, riuscivate a mettere le mani su qualsiasi cosa."

    "Già, ma era quando non avevamo tra i piedi quel dannato Inquisitore," disse il bandito. "Potevamo fare affari con le guardie cittadine. Pensa che poco tempo fa hanno preso Rodriguez e l'hanno portato al Monastero. Dritto dall'Inquisitore. E quando ha fatto ritorno, era un'altra persona, totalmente diversa. Come se l'avessero scambiato con qualcun altro. E ora dice che mi farà rapporto se dovesse beccarmi di nuovo con le mani in qualche losco affare. Proprio Rodriguez! Mi fa venire i brividi. Quell'Inquisitore e il suo occhio magico, scruta dritto nella tua testa e ti rivolta dall'alto in basso. E poi tu fai quello che lui vuole. Non ti puoi fidare di quel tipo. Sa più cose riguardo a quei templi di quante ne voglia ammettere, stanne certo."

    L'uomo grasso non disse nulla. Aveva sentito abbastanza.

    IV Al Gyrger beffardo

    Un rettangolo di luce proiettato dalla porta aperta era tutto ciò che ricordava agli avventori del Gyrger beffardo che fuori il sole ardeva inesorabile, sull'intera isola. Ma d'un tratto il rettangolo si oscurò, quando un nuovo ospite entrò nella locanda.

    "Ehi, forestiero, unisciti a noi," urlò un tizio corpulento al nuovo arrivato. "Siamo sempre pronti a bere in compagnia di una faccia nuova, con qualcosa da raccontare."

    "Devo supporre che tu conosca tutti in città?" replicò lo straniero.

    "Diciamo di sì. Sono inchiodato qui da quando le Toghe Bianche hanno chiuso i cancelli. A dire il vero non ti ho mai visto qui in giro. Cosa ti porta in città?"

    "Vorrei saperlo..."

    "Ah, uno sprovveduto," replico in tono spiritoso. "Se sei in cerca di conoscenza, rivolgiti al Maestro Belschwur. Qui troverai solo da bere."

    "Maestro Belschwur?"

    "Già, il mago! Sa tutto sulla Sacra Fiamma e gli dei. Gli dei se ne sono andati, ma hanno lasciato la Sacra Fiamma come segno, a ricordare che stanno ancora proteggendo l'isola. Ma nessuno sa per quanto ancora continuerà a bruciare, perché le forze oscure da cui gli dei ci offrivano protezione diventano sempre più forti. I templi e cose del genere. Ma io che posso saperne? Sono solo un pescatore."

    V Avventura fatale

    Tre uomini si avventuravano per un passaggio lungo e stretto, scosceso.

    "Sai che penso?" chiese Olf, imbracciando un piccone.

    "No, non credo," borbottò Dytar. "Tieni ben sollevata quella torcia, così non ci sfuggirà nessuna trappola."

    "Te lo dirò in ogni caso," replicò il primo. "Ho la sensazione che troveremo un bel po' di oro. Lo sento nel mignolo."

    "Aah, nell'ultimo tempio, era nell'alluce. Deciditi..." rispose Dirk lamentandosi. Stava trasportando degli attrezzi da scavo. "E non abbiamo trovato nulla, comunque."

    "Beh, è stato perché quelli dell'Ordine sono stati più veloci. Ma nessuno è stato qui prima di noi."

    "Ritieniti fortunato che non ci abbiano ancora beccato fuori dalla città."

    "Ehi, attento! Fermo." urlò Dytar, mettendo fine alla discussione. "Non vedi quell'affare, imbecille? Quella lastra mi sembra strana. Potrebbe essere un'altra trappola."

    "Beh, sempre meglio di quegli spuntoni di prima."

    Un forte rumore in lontananza li interruppe. Poi un suono simile ad artigli che graffiano la pietra. Vicino. Molto vicino.

    "Che cos'era?" bisbigliò Olf. "L'hai sentito?"

    "Non sono sordo!" sospirò Dirk.

    "Stai indietro!"

    VI Il Don e i suoiseguaci

    Veli di fumo si diffondevano nell'aria disordinatamente. Una nebbia fitta e umida trasudava dalla terra e non lasciava spazio al fumo.

    Un uomo tossì.

    "Dannata!" imprecò un tizio.

    "Cosa, la zuppa di Rachel?" replicò un altro.

    "No, spiritoso, la nebbia," rispose scontroso il primo.

    "Dannata palude!" rispose il secondo.

    "Dannato Inquisitore!" disse un terzo, rimasto in silenzio fino a quel momento, indicando la fonte di tutti i mali.

    Da quando l'Inquisitore aveva messo piede sull'isola con la sua gente, il Don aveva lasciato la città per rifugiarsi nella palude. Lì poteva ancora essere l'unico padrone di se stesso e non doveva prendere ordini dai nuovi signori dell'isola. Lì, era il capo della sua gente, il signore di pochi acri di terreno paludoso e di un antico tempio in rovina, pieno di mostri. Sarebbe rimasto in quella sistemazione finché l'Inquisitore non avesse lasciato la città. Fino a quel momento, il Don avrebbe alloggiato nella prima sala del tempio.

    "È uscito qualcosa dal tempio oggi?" chiese uno degli uomini.

    "Una creatura? No. I passaggi anteriori sono sgombri. Fincher li ha controllati ancora ieri."

    VII Signore della lama

    "Ehi! Non agitare così quella spada. Cosa ti ho detto?" Edgar si piegò sulla mola e scosse la testa. Il vecchio maestro di spada si era ritirato all'ombra di una parete da dove osservava il suo allievo. Poi spiegò tutto di nuovo, dall'inizio:

    "Impugna la spada con calma. Stringi bene l'elsa, o il primo colpo dell'avversario te la farà cadere di mano."

    L'allievo cercò di mettere in pratica le istruzioni per soddisfare il maestro.

    "E non stare così dritto e rigido. Che pessima posa."

    "Quand'è che potrò finalmente affrontare qualcuno?" grugnì il ragazzo, che era annoiato da tutti quei comandi. "Voglio uccidere una Bestia delle ceneri!"

    Edgar rise. "Giovanotto, toglitelo dalla testa. Prima devi imparare i fondamentali dei colpi e delle parate. Quando avrai la dimestichezza necessaria, allora potrai cominciare a studiare le serie di colpi per non lasciare punti scoperti all'avversario. Dopodiché, dovrai lavorare sul movimento dei piedi, così imparerai a schivare. E alla fine imparerai a superare la guardia del tuo avversario."

    Il maestro fece una pausa e proseguì, "Poi, giovanotto, forse potrai iniziare a pensare di affrontare una di quelle bestie. Le persone sono prevedibili: puoi studiare il loro comportamento e prevederne gli attacchi. Quei mostri, invece, si comportano in modo imperscrutabile. Riuscire a battere uno di loro è una cosa completamente diversa, e tu sei ancora lontano dal poterlo fare."

    VIII Ombre della notte

    La notte era perfetta. La piccola falce di luna crescente era scomparsa poco prima dietro un manto di nuvole sospinto dalla brezza marina.

    Persino le mura più bianche e scintillanti alla luce del sole erano ora oscure. La sentinella notturna se n'era già andata e mancava ancora parecchio alla sua prossima ronda.

    Da dietro un angolo nell'ombra della notte si staccò una seconda ombra. Silenziosamente, l'uomo si mosse lungo il fianco di una casa, poi rientrò in un vicolo. Un puntino rosso tradiva un mozzicone di sigaretta, poi la figura si arrampicò sul tetto e scomparve nella finestra di una casa vicina.

    Il suo respiro regolare indicava che non temeva l'attenzione degli abitanti.

    Il baule con gli averi era ai piedi del letto. Le persone erano così trasparenti... Ora avrebbe scoperto se il suo informatore gli aveva fornito la combinazione corretta della serratura. Inserì silenziosamente il grimaldello.

    Con un breve rumore, la serratura si aprì.

    I respiri regolari si interruppero. Il ladro restò immobile. "Maledizione!" pensò, trattenendo il fiato.

    Un forte russare lo tranquillizzò. Lentamente e con prudenza svuotò il baule, in cerca del vecchio, prezioso amuleto che il suo cliente lo aveva incaricato di trovare.

    Dal sito ufficiale di Risen