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Libri di Lore "dimenticati"

Discussione in 'The Elder Scrolls V: Skyrim' iniziata da Varil, 26 Novembre 2018.

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  1. Vampirismo

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  2. Lord Vivec

    6 voti
    37,5%
  3. La storia di Daggerfall

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    62,5%
  4. Cosmologia, Creazione

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  5. Mitologia Nordica

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  6. Dei e Pantheon poco approfonditi

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  1. Varil

    Varil Galactic Guy

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    Lettere di Xal-Gosleigh, Vol. 5 (Developer Text)


    Lettera di Xal



    Giorno del Potere/Conoscenza
    Piana di Deshaan
    Veloth

    Caro Gosleigh,

    La Cacofania indossa maschere dorate e orrende e i loro strumenti sono integrati nella loro armatura. La maggior parte indossa elmi di flauto che si estendono per un piede o più, mentre invece il loro leader suona le sue costole come fossero uno xilofono con ossa di uccello rotte. Le loro metà inferiori danzano tutte lo stesso tipo di marcia impetuosa ed esagerata, sollevando polvere, spaventando gli scrib. I nativi dicono che questo è tutto ciò che rimane di Sotha Sil. Forse è per questo che ci sono così tanti Swooner, donne tessute con la seta (o uomini dipinti) che strisciano dietro di loro, strisciano o si contorcono nella terra, un entourage di eccessi nel frastuono. Questo è quello che ti colpisce di più.

    Ciò che colpisce di più è il clamore, il loro rumore rosso vagante, un boom-boom-driin mentre avanzano attraverso la pianura. Dicono che questo sia un ritrovo dei membri o una magia o una rievocazione storica. Dicono che questo potrebbe essere un grande scherzo di Sotha Sil. Uno Swooner muore o finge di farlo. Il sacerdote accanto a me, un Mephalite che sfoggia un sigillo-alone al posto del normale cappello cornuto da abate, mi dice che queste sono le ultime foglie morte dei Velothi meridionali. Vedendo che non capisco, cerca di correggersi: "ma la musica che fanno è un'abilità che è stata utile ad ALMSIVI molte volte da allora. Le canzoni sono parole rinate." Con ciò, immagino intendesse contrastare il detto comune: "Per 'parole' intendo i morti".

    Ah, se solo tu fossi qui, Gosleigh! Le tue supposizioni secondo cui i talenti sottili degli Ayleid si siano spostati verso est e nella melodia si sono dimostrate corrette!

    Siamo partiti prima del previsto. Dubito che la nostra corrispondenza sarà immediata come in passato. Forse hai già risposto; se è così, perdona il mio ritardo, poiché la strada che attraversa la terraferma del sud è piena di cornici d'ascolto con cui non oso scendere a compromessi. Di nuovo, ti esorto a procurarmi la Pergamena di Adompha, e spero che tu non incontrerai ostacoli.

    Facendo appello alla tua pazienza,
    Xal
     
    Ultima modifica: 6 Febbraio 2019
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  2. Varil

    Varil Galactic Guy

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    Piccolo off topic: Ragazzi, siccome sono rimasti solo circa una ventina di libri tra le centinaia e centinaia di Legacy of the Dragonborn, se c'è qualcuno di voi che se la cava con l'inglese e che ha una discreta conoscenza di Lore, se volesse farsi avanti per tradurne qualcuno, non esiti a contattarmi :)

    QUI , nella seconda metà della pagina, trovate inoltre ulteriori informazioni a riguardo, con anche l'elenco dei libri specifici rimasti da tradurre.
     
    Ultima modifica: 29 Marzo 2019
  3. Varil

    Varil Galactic Guy

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    Lettere di Xal-Gosleigh, Vol. 6 (Developer Text)

    Lettera di Gosleigh



    10° di Mano della Pioggia
    Torre Nicrythe,
    Artaeum,
    Sumurset.

    Mio caro Xal,

    Questa sarà probabilmente la terza delle lettere che riceverai a Porto Telvanni al tuo arrivo. Ho ricevuto la tua lettera entro poche ore dall'invio di una copia della Pergamena, che, come capirai dalla prima delle lettere, non era il mio impulso iniziale. È troppo presto per dire cosa le ripercussioni ti trasmetteranno, ma spero che, di qualunque cosa si tratti, possa essere d'aiuto. Sarò affascinato dal sentire come si realizzeranno le Profezie del Nerevarine, che per quanto ne so, lo faranno, e molto presto. Conto su di te per tenermi informato su questo, qualunque cosa tu senta.

    Sono affascinato dalla tua storia su Kemel-Ze. È stata una cerimonia speciale quella a cui hai assistito, un festival, qualcosa di religioso in natura? È qualcosa che accade anche a Vvardenfell, o è un rituale strettamente della terraferma?

    Sugli Ayleid, ah si. Non dirmi che hai visto qualcuno di loro in Morrowind, vero? Potresti cercare una serie di libri che, mi pare di capire, vennero pubblicati nell'ultimo anno della Prima Era, e che presentano un incontro con gli Ayleid nel mezzo della serie, forse il libro 4 o 5. Lo apprezzerei se volessi darmi una copia se la trovi, insieme a quelle radici e ai semi che ho menzionato in precedenza.

    Ora devo finire e spedire questa lettera. Sono stato chiamato a un incontro dei Maestri dell'Artaeum.

    Tuo,
    Gosleigh
     
    Ultima modifica: 29 Marzo 2019
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  4. Varil

    Varil Galactic Guy

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    Lettere di Xal-Gosleigh, Vol. 7 (Developer Text)


    Lettera di Gosleigh


    20° di Mano della Pioggia
    Torre Nicrythe,
    Artaeum,
    Sumurset.

    Mia caro Xal,

    Sono passati dieci giorni e non ho ancora ricevuto alcuna parola da te. Spero che tu non sia morto. Spero inoltre che i semi e gli alberelli che ti ho chiesto di inviare siano in viaggio con una lettera. Springtide si sta trasformando in Summertide e se non avrò presto le piante, sarà troppo tardi per coltivarle correttamente.

    Ho incaricato il mio assistente Jolfer di prendersi cura di tutto ciò che riceverò nei prossimi giorni o settimane. Non posso entrare nei dettagli, ma basti dire che sarò nella Caverna dei Sogni. Sì. E alla tua prossima domanda, no, non c'è nessuno tranne me che può andare avanti. Credimi, Direnni, che è un folle (cosa che è più evidente ogni giorno che passa) prenderebbe il mio posto se potesse.

    Quindi come vedi non si può dire per quanto tempo sarò via. In particolare, ho detto a Jolfer di non aprire nessuna lettera indirizzata a me (temendo che tu possa far riferimento alla mia recente spedizione, che il Consiglio di Artaeum potrebbe disapprovare), ma non lasciare che ti trattenga. Chiedo, come mio diritto in quanto tuo amico, di ascoltare tutto del tuo viaggio.

    Ora devo andare. Devono tatuarmi per il mio viaggio. Sono sicuro che sembrerò un perfetto idiota. I daedra dovrebbero esserne molto compiaciuti.

    Tuo,
    Gosleigh.
     
    Ultima modifica: 17 Febbraio 2019
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  5. Varil

    Varil Galactic Guy

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    I Marchi (Fictional, tratto da The Wheels of Lull)


    I Marchi



    Nostro Signore, il Re Meccanico, crede profondamente nelle migliorie apportabili ai design di Nirn. Naturalmente, dato che c'è molto da migliorare, sarebbe più corretto dire che trae ispirazione dai design di Nirn per realizzare nuove creazioni inedite, dato che rimane ben poco del modello originale alla fine del processo iterativo.

    Una testimonianza ne è il Marchio, uno dei suoi primi design del genere, basato originariamente sul Dreugh e progettato per compensare molti dei suoi difetti e carenze. Sott'acqua, i Dreugh sono intelligenti, incredibilmente veloci ed estremamente resistenti. Tuttavia, il loro bizzarro ciclo di vita li costringe a vivere sopra l'acqua per un anno, dopo di che perdono il loro corpo inferiore octopoide e gran parte della loro intelligenza, diventando poco più che semplici bestie.

    Il Marchio, a colpo d'occhio, è molto simile a un Dreugh, ma con le imperfezioni strappate via. Lord Sotha Sil vide un pregio nella capacità di viaggiare tra il mare e la terra, ma rese questa trasformazione biologica molto meno dolorosa del richiedere alla povera creatura di mangiare le sue stesse appendici e fece anche sì che la sua mente non venisse spazzata via nel processo.

    Una creazione di guerra, Lord Sotha Sil trascorse molto tempo dedicandosi al modo migliore in cui il Marchio potesse combattere, e arrivò alla conclusione che non aveva capacità negli attacchi a distanza. Per rettificare questo, lo armò con un potente arco elettrico che fu decisivo nel combattere gli automi Dwemeri. Anche l'artiglio fu un po' migliorato, ma poiché l'artiglio di Dreugh era già un'arma temibile, nostro Signore non dedicò molto tempo a questo, né alla loro pelle, a parte renderla a prova di ruggine.

    Alla fine del ciclo di creazione, ritenne anche opportuno permettere ai suoi occhi di illuminarsi - più per Suo stesso beneficio che per loro, immagino. Dopo tutto, non avevano bisogno della luce per vedere nelle profondità schiaccianti dell'oceano, ma evidentemente aiutava considerevolmente il Suo lavoro. E poi ci fu un breve periodo in cui si interessò appassionatamente a qualcosa che in modo piuttosto criptico definiva come "kaijiu", così rivisitò il Marchio e li fece tutti di circa quaranta piedi di lunghezza.

    Il Marchio fornisce una visione meravigliosamente illustrativa della psicologia del Re Meccanico, immagino.
     
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  6. Varil

    Varil Galactic Guy

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    La Canzone del Ritorno: Skyrim, un Preambolo (Developer Text)


    La Canzone del Ritorno


    Skyrim, un Preambolo



    Per comprendere correttamente Skyrim, ciò che uno deve fare se si assume l'onere di descriverla ai profani, è concepire le sue geografie, le sue storie, i suoi popoli e i suoi miti come un unico aggregato. Le Terre del Nord e i loro dintorni sono la semplicità più variegata su questa terra, con le loro narrazioni eroiche che servono da testimonianza di tutti gli eventi che conducono ai giorni nostri. Il che è un modo lungo per dire che la terra e le leggende di Skyrim sono di un ciclo non del tutto riconoscibile come oculato dal resto dei regni degli Uomini nell'Impero, dal momento che la Cyrodiil meridionale preferisce una certa coerenza nell'immaginario collettivo della propria Patria e ad esse non ne darà nessuna. Forse in questo senso, i Figli e le Figlie di Kyne sono più affini alla mito-genealotosfia dei moderni Mer, ma i tentativi di trovare riferimenti comuni riguardo questa questione si scontrano sempre con le barbe tremanti e congelate di coloro che custodiscono gelosamente la propria fede Nordica.

    Con questo preambolo seduto in modo precario su un precipizio (un'idea secondo cui i Nordici Barbagrigia si studiano con un quasi riverente divertimento), diciamo semplicemente che la fede Nordica è complicata. È distorta dall'inevitabile abbellimento e intreccio narrativo di millenni di tradizione orale. La maggior parte dei miti Nordici si contraddicono a vicenda, usando anacronismi o elementi cooptati da altre culture, o ripetendosi sotto forme diverse. A volte fanno tutto questo, e lo fanno in siffatta maniera volutamente.

    In effetti, i Nord riconoscono liberamente il loro guazzabuglio di miti, e si dilettano molto nel mischiare le loro leggende (e le leggende degli altri, persino dei loro nemici storici, gli Aldmer e gli Orsimer) dando spesso origine a "qualsiasi cosa che racconti una buona storia in tempi di festa." Come i loro uomini intelligenti amano dire: "Le nevi si sciolgono e poi si congelano di nuovo ma alla fine il tutto è comunque tanta acqua. Le leggende sono la stessa cosa".

    È quasi palpabile qui, la meravigliosa anticipazione del lettore su come queste idee possano essere applicate anche (anzi, essere parte integrante) riguardo alle osservazioni empiriche (almeno in apparenza) della storia e della geografia di Skyrim. Non esiste migliore interpretazione di questa fondamentale linea di pensiero nella comprensione Nordica di questo kalpa, della loro tradizione più famosa, la resa annuale della Tredicesima Festa dell'Alba del Sole per i Morti, "I Cinquecento Potenti Compagni, o Riguardo Ysgramor il Ritornato", una canzone così delicatamente squisita che la gola di ogni skald diventerebbe felicemente rauca nel narrare con orgoglio tali racconti davanti ad un coltello e a dell'idromele, assaporando la pericolosa vicinanza di entrambi.

    maxresdefault.jpg
    Immagine tratta da un trailer di Beyond Skyrim: Atmora (Atmora è il continente, ora completamente inabitabile a causa di una glaciazione - avvenuta per cause ignote - da cui arrivarono i primi uomini verso la fine dell'Era Meretica e agli albori della Prima Era; gli Atmorani sono dunque gli avi degli abitanti di Skyrim così come oggi li conosciamo).
     
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  7. Varil

    Varil Galactic Guy

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    Sulla Mancanza di un Mito Nord della Creazione (Developer Text)



    Sulla Mancanza
    di un
    Mito Nord della Creazione


    "Mito della creazione? Oh cavolo. Prima di tutto, quell'intera frase sa di Racconto di Scimmia -- e ringraziamo Talos fino ad oggi per il loro capitombolo a Glenumbria -- o di Ruota-Occhio delle Meraviglie dei diavoli orientali -- che almeno hanno la parte giusta della ruota, ma è così ovvia come offendere il tuo stesso ombelico, vale a dire, uno spreco di tempo persino nello spreco di tempo -- ma immagino che sia quello che vuoi sentire, davvero: il tempo. Il nostro posto in esso ora, il nostro posto in esso poi. Bene, allora ti sei guadagnato la verità: hai preso la tua prima zanna e sei stato baciato da una Moglie Kyne, bene così.

    I Nord che conosci sono i Nord che erano, e qualsiasi formalizzazione al di là di questo è un cavillo tipico del sud. Arrivammo da Skyrim alla fine dell'inizio dell'ultima fine... e così via come cantato dagli ysgrimskald del mondo. Dunque cosa? Siamo discesi dagli dei? Quindi questo deve significare, cosa, che se ne sono andati ad un certo punto e poi noi abbiamo iniziato ad esistere? Certo, è tutto vero, e, sì, ci fu una guerra con gli dei della Old Mary, dove Shor morì, e, sì, le storie della Old Mary su "come tutto è iniziato" sono altrettanto vere come le nostre. Il bandolo di tutta questa matassa, però, sta nel fatto che esaminare l'albero non porta nulla nel tuo cesto, giacchè il frutto è interamente morto dal momento in cui hai raggiunto una qualsiasi conclusione ragionevole. Il che vuol dire che non c'è una conclusione, ragazzo mio, c'è solo il racconto, e solo il tempo racconterà i morti, perché solo grazie ai morti possiamo raccontare il tempo, e quindi ovviamente tutto deve combaciare, tutte le versioni fino all'ultimo racconto, da qualunque luogo o tempo esso provenga. Sì? Altrimenti non avremmo mai avuto il tempo di raccontarlo di nuovo.

    Vedi ora perché il chiedere ai Nord circa il mito della loro creazione è tanto insopportabile da sentire per loro, quanto lo è per te sentire la loro mai-vera-risposta? Non la penseremo mai in quel modo, almeno non abbastanza a lungo per quello che alcuni considererebbero la "giusta" quantità di tempo - semplicemente non è così che è stata costruita la nostra dialettica, certi discorsi sono proprio incompatibili con il nostro stesso linguaggio. Di norma, cambiamo opinione spesso, e in modo appropriato, cosa che fa in modo altrettanto appropriato impazzire gli altri. È intrinseco alla nostra natura; vivere nel nord è vivere con una mente che balla vicino al focolare per paura che possa rallentare come per il vecchio Herkel. (Questo è quello che successe ai Nani, tra l'altro: le loro menti si congelarono fino a morire pensando una stessa cosa più e più volte fino a che, poof, non sparirono per sempre nell'eruzione di una montagna.)

    Ma posso vedere dalla caduta delle tue spalle che niente di tutto ciò ha soddisfatto la tue aspettative. Lascia che ti mostri allora, il modo giusto di chiedere ai Nord il loro giusto posto nella storia: chiedi loro di raccontarti la storia più antica e migliore che sanno. Ciò ti porterà più vicino a un mito della creazione di qualsiasi altra cosa, anche se il racconto successivo la cambierà un po', ma questo è più irrilevante dell'irrilevante.

    Proprio perché a Skyrim odiamo perdere tempo, ne abbiamo un sacco da sfruttare con nient'altro da fare, e non c'è modo migliore di sfruttare il tempo senza sprecarlo se non raccontando una buona storia. E la migliore delle storie più antiche che conosciamo è [intraducibile], che probabilmente immagino vorrai sentire dopo avermi offerto un altro giro."
     
    Ultima modifica: 18 Febbraio 2019
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  8. Varil

    Varil Galactic Guy

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    La Caduta degli Elfi della Neve (Fictional, tratto da Legacy of the Dragonborn)


    La Caduta degli Elfi della Neve
    Come i Falmer divennero gli schiavi ciechi dei Dwemer


    di
    Hyminae Whippet



    La seguente pagina è stata cerchiata:

    L'Ordine delle Sorelle del Cielo, come le chiamavano gli Elfi della Neve, attese che le orde umane fossero quasi su di loro prima di rifugiarsi infine nell'ultima città Dwemer ad offrire loro "ospitalità". Si dice che le Sorelle del Cielo fossero più sospettose nei confronti dei Dwemer e delle loro intenzioni rispetto alle altre case degli Elfi della Neve, e quindi indugiarono inizialmente. Alla fine, di fronte all'inevitabilità dell'attacco in arrivo, non ebbero altra scelta che accettare il terribile patto Dwemer e rifugiarsi nelle profondità di Alftand. Alcuni studiosi hanno anche detto che le Sorelle del Cielo furono il primo gruppo di Elfi della Neve ad essere nutrito con alghe velenose e quindi a scoprire le vere intenzioni dei Dwemer... L'asservimento della loro intera razza. Ci sono riferimenti nei testi Dwemer secondo cui quella ala di Alftand venne sigillata dopo "un incidente", anche se nessuno studioso che conosca ha mai scoperto ulteriori spiegazioni di ciò che accadde lì.



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    Studio sui Falmer (Fictional, tratto da Legacy of the Dragonborn)


    Studio sui Falmer


    di
    Ursa Uthrax




    Ho studiato, viaggiato, esplorato e osservato, e la mia ipotesi è stata finalmente confermata: i perversi falmer che abitano le più oscure profondità di Skyrim sono, di fatto, i leggendari elfi della neve.

    Nessuno sa veramente quando la storia degli elfi della neve cominciò, ma l'antico testo, La caduta del Principe della Neve, un resoconto della Battaglia di Moesring trascritto da Lokheim, un cronista del capo Ingjaldr Occhio Bianco, fornisce una visione piuttosto vivida della sua fine.

    Secondo questa testimonianza oculare, il grande capo falmer conosciuto solo come il Principe della Neve morì in una gloriosa battaglia e fu sepolto con onore dai suoi carnefici nord. Gli elfi restanti vennero dispersi o uccisi scomparendo per sempre. O almeno così pensarono in molti.

    Ma dove finisce la storia degli elfi della neve, comincia quella dei falmer contemporanei. Quando in quel fatidico giorno l'esercito elfico fu distrutto, non si disperse semplicemente: discese dentro la terra e nelle profondità del sottosuolo. I falmer cercarono rifugio nel più improbabile dei luoghi: Blackreach, molto al di sotto della superficie di Skyrim, nel leggendario reame dwemer.

    Sì, Blackreach esiste. Io ci sono stata e, diversamente dalla maggior parte di coloro che hanno ammirato i suoi terribili splendori, sono tornata. E ora passiamo alla verità sui falmer.

    Dopo la loro sconfitta da parte dei nord, i nani dell'antichità accettarono di proteggere i falmer, ma a un prezzo terribile. Questi nani non si fidavano dei loro ospiti elfi e li obbligarono a mangiare dei funghi tossici che al tempo crescevano nel sottosuolo. Come risultato, gli elfi persero il dono della vista.

    Presto, i maestosi elfi della neve furono resi impotenti. Diventarono i servi dei nani... e poi i loro schiavi. Ma il tradimento dwemer fu così profondo e totale, che resero i funghi un alimento essenziale della dieta falmer. In questo modo, non solo era garantita la debolezza dei loro schiavi, ma anche quella della loro prole. Gli elfi della neve sarebbero stati ciechi per l'eternità.

    Ma come accade sempre in ogni storia di schiavi e padroni, i falmer alla fine si ribellarono. Generazioni dopo aver cercato asilo dai nani e avere sperimentato l'amaro tradimento, i falmer insorsero contro i loro oppressori. Rovesciarono il governo dei nani e fuggirono ancora più in basso, nella profondità più remote di Blackreach.

    Per decadi e decadi, le due fazioni si affrontarono in un aspro conflitto. Una sanguinosa e violenta Guerra del Dirupo che imperversò sotto la superficie di Skyrim, alla completa insaputa dei nord in superficie: una guerra di cui eroi e battaglie rimarranno sconosciuti. Fino a che un giorno, la guerra terminò. Perché quel giorno, i falmer andarono incontro ai loro nemici dwemer, solo per scoprire che l'intera razza era... svanita.

    Finalmente liberi dalla minaccia dei loro padroni dwemer, i falmer furono in grado di diffondersi liberamente a Blackreach, ma gli anni di combattimenti con i nani li avevano resi brutali e assetati di sangue. In preda al bisogno di conquistare e uccidere, risalirono in superficie per compiere delle incursioni.

    E fu così che la leggenda ebbe inizio: piccole e cieche creature simili a goblin che fuoriuscivano dalle viscere della terra, nel cuore della notte, per trucidare il bestiame, attaccare i viaggiatori solitari e rapire i bambini dalle loro culle.

    Tuttavia, negli ultimi anni gli avvistamenti di queste creature sono diventanti molto più frequenti. Le incursioni, più organizzate. I loro attacchi, più brutali. In effetti, si potrebbe concludere che i falmer siano pronti nuovamente a evolversi. Che sia vero? Che i passati elfi della neve siano pronti a reclamare la gloria a lungo dimenticata? Che siano pronti a venire in superficie per muovere guerra contro "gli abitanti della luce"?

    Se questo dovesse accadere, se davvero i falmer stanno pensando di riconquistare Skyrim, temo un orrore a cui né uomini né dei saranno in grado di opporsi.
     
    Ultima modifica: 19 Febbraio 2019
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  9. Varil

    Varil Galactic Guy

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    Il Destino degli Elfi della Neve (Fictional, tratto da Legacy of the Dragonborn)

    [*Ndr. N.B.: Tutto ciò che segue è puramente fictional e facente parte della trama e della questline di Legacy of the Dragonborn, seppur coerente con la Lore ufficiale, non è considerabile materiale canonico. Riporto in quanto interessante e sicuramente appassionante, ma NON canonico, ovvero non è realizzato da Bethesda o da Kirkbride.]




    Il Destino degli Elfi della Neve
    -Auryen Morellus


    Alcune cose sulla cronologia di come il Neb-Crescen finì nelle mani degli Elfi della Neve non mi sono chiare. Come potevano gli Elfi della Neve entrare in possesso del Neb-Crescen se comparve 500 anni dopo la loro stessa scomparsa?

    Per capire questo problema sconcertante, dobbiamo prima capire la natura del collasso della società degli Elfi della Neve. Dopo l'invasione Atmorana di Tamriel e l'insediamento del popolo dei Ned in Skyrim, gli Elfi della Neve cominciarono a decadere. Come dimostrano le ricerche fatte da Calcelmo di Markarth, gli Elfi della Neve si divisero in 3 fazioni e passarono sotto l'egida dei Dwemer e successivamente infine decaddero negli attuali Falmer. Tuttavia, le prove dimostrano che molte delle strutture degli Elfi della Neve che abbiamo recentemente trovato, sono state erette dopo la presunta schiavitù, lasciandomi dedurre che le varie fazioni persistettero per diverse centinaia di anni prima di rivolgersi ai Dwemer per ottenere aiuto. Tutte le fazioni degli Elfi della Neve caddero lentamente sotto il controllo dei Dwemer durante un periodo cumulativo di cinquecento anni. I primi furono i portatori del Bastone del Principe del Cielo, che alla fine divennero i Falmer che conosciamo oggi. Secondariamente fu il turno dei custodi del Bastone del Principe del Sole, custodi delle vecchie tradizioni ed i più orgogliosi, nonchè edificatori dei templi costruiti dopo l'inizio del declino della loro civiltà, nel tentativo di ricostruire la loro società in segreto. Gli ultimi furono i custodi del Bastone del Principe delle Nevi, devoti seguaci di Trinimac.

    Bisogna essere disposti a sfidare le percezioni e le credenze di innumerevoli epoche passate per comprendere la mia teoria. Ciò che propongo qui sarà sicuramente accolto con grande scetticismo, ma se segui la storia, le leggende e gli eventi recenti, la teoria diventa abbastanza plausibile.

    La mia affermazione è che la terza fazione del popolo degli Elfi della Neve, i seguaci di Trinimac, non cadde nell'asservimento dei Dwemer, ma si evolse fino a diventare gli Orsimer!

    Metto di fronte a te lettore i fatti che confermano la mia tesi. In primo luogo, l'origine degli Orsimer è vaga e annebbiata da molte speculazioni: la comparsa ad High Rock intorno all'1E 700. La loro trasformazione coincide con la metamorfosi di Trinimac nella forma di Mauloch, o Malacath. Gli Orsimer erano tradizionalmente devoti adoratori di Malacath, che è un aspetto di Trinimac, concretamente parlando. Inoltre, re Gortwog gro-Nagorm promosse l'idea di una ristrutturazione del culto di Malacath, privilegiando l'adorazione, ancora una volta, di Trinimac. Certo, non accadde fino alla fine della Terza Era, ma tutte le fonti indicano che gli Orsimer erano soliti adorare Trinimac da prima della loro trasformazione. Quindi, davvero, dire che gli Orsimer abbiano cambiato il proprio culto, è solo un sofisma.

    Per comprendere la mia ulteriore teoria proposta, la comprensione dell'origine del Neb-Crescen è vitale. Il Neb-Crescen era un'arma creata da Sheogorath e conferita ad un figlio di Malacath, Emmeg, come un trucco. La lama scatenò infatti in Emmeg una rabbia cieca e lo portò ad uccidere un altro Orco, cosa che Malacath vide come una grande atrocità. Non conoscendo la natura della lama, Malacath decise di distruggere l'assassino di uno dei suoi figli, ma si convinse a fare un patto con Sheogorath per usare il Neb-Crescen nell'esigere la sua vendetta. Malacath fu accecato dalla rabbia e uccise Emmeg, non sapendo che era suo figlio. A questo punto la spada fu presumibilmente recuperata da Sheogorath e scomparve dalla storia.

    È anche una curiosa coincidenza il fatto che gli eventi che portarono alla scomparsa dei Dwemer, intorno all'1E 700, avvennero nello stesso periodo in cui Trinimac e gli Orsimer furono trasformati. È ampiamente ipotizzato che la scomparsa dei Dwemer possa essere attribuita alla Frattura del Drago, e dato che gli eventi intorno al Numidium nella Baia di Iliac durante la Terza Era portarono diverse fazioni a custodire simultaneamente il totem sotto il loro controllo, come in un vortice temporale, suppongo che il Neb-Crescen in effetti non sia stato recuperato da Sheogorath dopo il suo uso, ma consumato dalla Frattura del Drago avvenuta nell'1E 700, e ciò risultò nella scomparsa dei Dwemer e coincise con la trasformazione degli Orsimer e di Trinimac in Malacath, e la lama fu proiettata indietro nel tempo a quando gli Elfi della Neve scavarono nella ferita del tempo e portarono alla luce l'internamento della lama.

    La mia teoria può sembrare stravagante, ma se consulti il Tomo Falmer proibito che abbiamo scoperto nel tempio di Phynaster sotto Forte Greenwall, avrai le idee più chiare. Le frasi iniziali indicano chiaramente che il Neb-Crescen fu uno strumento che portò la follia, ma a chi? Agli Orsimer, naturalmente. Il tomo sembra implicare eventi profetici, cose probabilmente viste attraverso la ferita del tempo. E che cos'è che è nota come portatrice di luce e discernimento attraverso le Fratture del Drago? Un'Antica Pergamena, ovviamente. Anche se questa teoria non ha prove a suo sostegno, è solo una riflessione speranzosa.

    Ciò che mi ha sconvolto di più del tomo proibito è la natura stessa del suo testo. La prima sezione è scritta come un avvertimento, tuttavia la seconda indica che lo stesso oggetto (il Neb-Crescen) sarebbe lo strumento della loro salvezza. In contraddizione con il tono iniziale. Come se i versetti fossero stati scritti in tempi diversi, o se ogni segmento del testo appartenesse a una diversa fazione degli Elfi della Neve. Sembra che il tomo proibito sia un artefatto di volta in volta rimaneggiato.

    Naturalmente queste teorie non devono essere ammesse come dure verità; ci vorranno ancora molti anni di ricerca prima che possa essere confermata qualsiasi verità, ma penso che gli eventi degli ultimi mesi abbiano avuto un ruolo molto importante nel porre nuove domande sulla caduta di Trinimac e sul destino degli Elfi della Neve.




    TOMO FALMER PROIBITO
    "CONOSCENZA PROIBITA"




    CHE L'ARMONIA DI Y'FFRE POSSA PER SEMPRE SEPPELLIRE

    IL GRANDE MALE DELLA NOSTRA FOLLIA

    SOLO CON IL TONO DELLA SUA VOCE SI APRIRANNO LE CAMERE



    SOLO ATTRAVERSO MAULOCH LO STRUMENTO DELLA NOSTRA VENDETTA SARÀ LIBERATO

    E IL MONDO DI SOPRA BRUCERÀ

    E I FALMER VEDRANNO DI NUOVO LA LUCE DEL GIORNO



    UN MAGNIFICO PORTATORE DI MORTE SI SOLLEVERÀ

    VOCE TRA I MUTI GLI SARÀ DATA

    E VISTA TRA I CIECHI

    E CI CONDURRÀ AL NOSTRO DESTINO
     
    Ultima modifica: 8 Febbraio 2021
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  10. Varil

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    Il duello di Lord Vivec e Cyrus l'Indomito, Vol.1 (Developer Text)

    *ndr: Cyrus il Redguard, per chi non lo sapesse, è il protagonista del videogame, poco noto ai più, The Elder Scrolls Adventures: Redguard del 1998


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    Il duello di Lord Vivec e

    Cyrus l'Indomito



    Volume 1



    Vieni qui, siediti. Bevi alla salute e di' a Morwha che ti dispiace per quello che hai crudelmente fatto oggi, a parte le abituali violenze permesse sui nostri nemici, sulle loro pelli chiare e verdi, i satak che rotolano per terra scuoiati vivi. Soprattutto, ascoltami, eccoti un'altra storia di Sura dal Marchio di Bend, la spada Maverick delle Corone, chiamato 'Cyrus' nella lingua dei Septim.

    Intendiamoci, questa storia non è detto sia vera, perché nessuna storia di Cyrus l'indomito è totalmente vera, eppure a nessuno è mai importato nulla. Davvero, vedrai che a volte anche le storie non del tutto vere, possono cambiarti la giornata.

    Erano i giorni dopo che la Guerra di Tiber era giunta ad Hammerfell con i suoi vessilli e le sue falangi e la sua abilità marittime, dopo che non si concluse nulla se non il trattato, perché nessun impero di uomini avrebbe mai potuto governare i figli e le figlie di Yokuda. Eravamo superiori a tutte le altre razze di questo mondo e lo sapevano anche loro. L'HoonDing ci guidava; tutti gli altri potevano solamente mettersi da parte.

    Fino a che "gli altri" non vennero da un altro mondo, spiriti delle Lontane Sponde o dell'Aldilà - contro questi Dei e demoni pazzi, tutti gli uomini vengono necessariamente umiliati. Ma non è questo il punto, no? Regole diverse si applicano ad ogni divinità, o demone.

    Tra questi, parlo ora del re-demone dell'Est Ferito-dalla-Stella, Vehk e Vehk dei Cerchi, detto Ansu-Gurleht, il Dio che ci rende donne, i cui poteri sono così terribili che persino i Redguard devono piegarsi alla sua volontà, benché sconosciuta e così tremenda; se Egli si palesa, corriamo il più lontano possibile.

    Non c'è vergogna in questo; eravamo autorizzati a scappare dal disastro imminente, ad assistere alla perdita di Yokuda; la nostra corsa fu benedetta dal ventoso Tava che riempì le nostre vele in fuga. E Ansu-Gurleht portò davvero la distruzione.

    Ma ci fu uno di noi che non scappò da lui. Cyrus non scappò mai da niente tranne che il giorno dell'uccisione di Hakan, ma quello fu tanto tempo fa e quindi non conta davvero.

    ***

    Il capitano li fece riposare a Herne e, ancora una volta, a Jabbur prima di trasferirsi nelle acque dell'Abeceano. La mappa della Vecchia Yokuda proveniva dal Gatto Losco di Wayrest, ovviamente. Non si sa nulla di ciò che fecero in quel periodo, tranne il saccheggio di un particolare tempio; almeno questo è tutto ciò che Cyrus raccontò; ma alcuni dell'equipaggio erano desiderosi solo di vedere la patria dei loro antenati. Si erano diffuse storie di Yoku che vivevano ancora tra i resti spogli delle città; che alcuni non riuscirono a fuggire quando arrivò il cataclisma; che le isole d'oricalco erano un luogo oscuro e inviolabile. E tutti sapevano che gli auto-esiliati Ansu vivevano ancora lì e non aveva assistito al ho-no-shira, né alla cattura di Volen, o alla Venuta di Diagna, e così erano stati lasciati cantar-di-spada le loro storie dietro la Cortina di Fuga.

    Il capitano si diresse verso sud-sudovest, attraversando il Mare delle Perle con la perplessità dell'equipaggio. Alcuni dei più anziani tra di loro borbottavano cupamente, temendo i guardiani dei valichi occidentali, ma nulla fu avvistato durante le lunghe settimane di navigazione tranquilla. Al crepuscolo del dodicesimo giorno da Jabbur, Coyle, che aveva grande esperienza nelle navigazioni, avvistò la non-costellazione di Sep e, all'improvviso, Cyrus cambiò rotta verso nord. Gli anziani spiegarono ai giovani che avevano attraversato la Linea quel giorno e che ora era possibile riuscire ad affrontare la rotta verso la Vecchia Yokuda. I venti, che erano stati gentili, ora spingevano verso nord con crescente ferocia, spesso minacciando di farli ribaltare, nonostante l'abilità dell' equipaggio. Dopo giorni stancanti a causa dei venti, finalmente sbarcarono il 17° giorno.
     
    Ultima modifica: 14 Luglio 2021
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  11. Varil

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    Il duello di Lord Vivec e Cyrus l'Indomito, Vol.2 (Developer Text)

    Il duello di Lord Vivec e

    Cyrus l'Indomito



    Volume 2



    Coyle, rimani sulla nave e inizia l'assetto. Se viene la gente del posto, rispondi nella loro lingua. Anchor ha sistemato la fiancata, signore, e Borden ha già preparato la nave. Bene, ci sposteremo presto, sta scendendo la notte. Prendi Haekele con te, Capitano, parla anche in Yoku e lo legge abbastanza bene. Andiamo nel punto segnato sulla mappa da S'rathra e da nessun'altra parte. Sen nung ni-Bateki tro ki-lodo. Cosa? È una preghiera, Capitano, al Dio che Ama I Nostri Corpi Così Come Sono. Giusto. Ah sì, anche gli Dei pagani ci aiutano. Senza offesa, signore. È una tradizione, Capitano. Sì, queste isole zhang-ga mi confondono. Zitto e prendi il tuo equipaggiamento.

    ***

    Con la luce delle torce accese, all'interno tutto sembrava peggiore. Gocce acuminate comparivano lungo i sentieri di pietra o le alte pareti bagnate, tutte scolpite dalle mitiche guerre contro gli Aldmer e ancora luccicanti di disgustosa schiuma marina. A Cyrus venne in mente la geografia di Morrowind e Masser, sebbene il vento avesse un odore più dolce qui. Utilizzò una corda per farli passare attraverso gli Shreds, i rocciosi passaggi taglienti che si avvicinavano prima di quanto il suo equipaggio avesse ritenuto possibile. Il loro capitano aveva memorizzato la mappa, poiché sapeva che si sarebbero avvicinati al tempio durante la notte. Passò della liquirizia a Fornower, il più giovane tra i presenti.

    Il tempio era annidato negli Shreds, non illuminato, tranne che per la schiuma che gli dava un bagliore sottomarino, e Borden disse qualcosa a Tsun sperando di fargli mantenere la calma. "Tutto in un giorno", gli disse.

    In rovina ma ancora in piedi, il tempio recava una scritta scintillante sopra l'entrata. Haekele di Alik'r si avvicinò. Ma Cyrus alzò una mano.

    "È Daedrico." disse il Capitano. "Posso leggerlo."

    Alla menzione dei Signori della Non-Legge, l'equipaggio del Carrick si ritrovò nel disagio più pesante.

    "'La virtù della piccola ricompensa'", lesse Cyrus ad alta voce. Si accigliò per via della scritta. "Beh, sono contento di averlo potuto leggere per voi." Poi li guidò dentro.

    ***

    La statua sembra un dunmer. Shh. Ma non ha senso, signore, non sembra molto pericoloso. Troviamo il gioiello, se possibile, questo posto sembra abbastanza spoglio. Non sembra rovinato, però. Capitano, guarda lì, probabilmente è questo il motivo. È un cancello. Ciò impedirebbe a chiunque di uscire. Passami la torcia. Spostati, Gar, vedi qualcosa? Guarda sui muri. Shh, cosa succede? Stiamo bene, signore, ma non può aprirsi, è "chiuso a chiave". Serve a qualcosa, allora. Davvero, guardate sui muri. Quei re, non sono dunmer, sono ra'gada. No, sono donne, vedete? Donne con dei bambini. Guardate. Per. Il. Gioiello. Oh no, Capitano, questo è un tempio per Ansu-Gurleht! E chi diavolo è?

    ***

    Scoprirono che il gioiello era diviso, in tre pezzi, uno per ogni incisione dei re Yoku incinti del Tempio di Ansu-Gurleht il Seme-Portatore. Attentamente, con i coltelli, li rimossero e, con un piccolo incantesimo di Gar, li fusero in uno solo, l'Opale di vetro del Nogru.

    "AI PADHOME ALTADOON!"

    Borden tirò fuori la sua spada. "Viene dal cancello, signore."

    Cyrus guardò le colonne arcuate del centro del tempio, a lungo incrinato dall'età e con tracce di intagli sulle pareti. "Sì." disse.

    Il cancello parlò di nuovo. "Lasciate cadere l'opale, esseri maleducati. Sto facendo un bagno nei filamenti di maglia forgiati direttamente dall'Aurbis in segreto, e, davvero, non vorrei muovermi da qui. Dovreste anche sapere che sono molto pericoloso."

    "Datevi una mossa." disse Cyrus, e l'equipaggio del Carrick iniziò a correre.
     
    Ultima modifica: 6 Febbraio 2021
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  12. Varil

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    Il duello di Lord Vivec e Cyrus l'Indomito, Vol.3 (Developer Text)


    Il duello di Lord Vivec e

    Cyrus l'Indomito



    Volume 3



    Il percorso verso la spiaggia era il più veloce, mentre oltrepassavano quello che avevano scalato prima, e la discrezione dei loro movimenti lasciava spazio alla velocità del sole che sorgeva. Alcuni di loro pensarono scioccamente che la luce del giorno potesse tenere lontano il loro inseguitore, poiché era indubbiamente una cosa oscura che forse non era adatta alla luce di una nuova mattina, ma Cyrus urlò loro di scappare. Meglio di Gar, riusciva a percepire quando strane cose si muovevano contro di lui.

    Corsero attraverso la spiaggia, verso le barche ed i loro compagni a riva capirono abbastanza della situazione, da iniziare immediatamente a salpare. "Tirala su!" gridò Coyle, "Hanno combinato un disastro!"

    Il vento si quietò intorno a loro, e poi vi fu un'ombra, e poi una piccola stella luminosa, alle loro spalle. Cyrus si voltò per guardare, e forse sorrise, perché amava questo genere di cose. Dai bordi rocciosi apparve Vivec, facendo sussultare gli uomini. Nessuno si aspettava di vedere un dunmer su queste coste, soprattutto non uno così stranamente accigliato.

    "Mi occuperò io di lui." disse Cyrus, e Borden attese di ricevere in mano l'Opale, ma il suo capitano non lo passò. "Nessun rancore, ma non mi fido di te, Borden. Vai!"

    Vivec era mezzo dorato e mezzo blu, in tutto il suo splendore, ed era armato in modo leggero. Portava un piccolo scudo ed una spada curva pendeva al suo fianco. La sua testa era calva, tranne che per le fiamme che la incoronavano. Sorrideva malignamente.

    "Stai indietro, dunmer." disse Cyrus, guardando la sua testa. "Non ti permetterò di bruciare la mia barca."

    Vivec si avvicinò. In seguito, gli uomini a bordo della Carrick dissero di aver sentito un forte odore di muschio.

    "Tu non mi conosci," disse Cyrus, "quindi te lo dirò una volta anc-"

    E poi Vivec parlò, ed i venti della spiaggia si placarono quando lo fece, perché era il Signore dell'Aria ed i venti gli obbedivano. Disse a Cyrus: "Oh, ti conosco, ra'gada. So che hai forzato un armistizio con Cyrodiil, cosa che ho fatto anch'io, anche se con altri modi, e so anche che, perfino dopo aver parlato gentilmente e dopo aver reso libera la tua gente, sei rimasto comunque un ladro dentro di te. In questi giorni, infatti, hai continuato a fare ciò che hai sempre fatto, sempre sulla stessa strada."

    E qui il Dio dell'est sorrise un po' troppo amorevolmente. "E ti dico che non hai idea di quanto io adori i ladri."

    Cyrus da parte sua stava girando attorno a Vivec, facendo un avvallamento nella sabbia, in modo da muoversi più facilmente durante un ipotetico combattimento. I suoi uomini guardavano dal ponte della sua nave. Alcuni portarono archi e frecce, ma Coyle li allontanò con una mano.

    Vivec sollevò le gambe per mettersi a fluttuare nella posizione del loto, la sua testa piegata di lato, senza più l'ombra di un sorriso, sostituito da una smorfia di rimorso, senza beffa. "So come morirai." disse, "e il guaio è che la tua anima raggiungerà le lontane rive delle stelle rubate, a causa di cose che hai fatto a discapito degli Hist, e di come le loro lunghe radici corrano anche nel vuoto, avvolgendo il tuo ultimo momento. So cosa stai pensando, in questo momento, che non ci sono altri percorsi se non attraverso il faro sommerso, o nella storia d'amore sbagliata in un paesaggio di lungo rimpianto, prendendo chiunque cavalca con te verso la salvezza ricercata, per ogni sferzata d'acqua, vagando nel tuo cuore alla ricerca di lune; flagellante senza fine."

    Gli occhi di Vivec si posarono sull'Opale di Vetro cullato dal braccio del pirata e si accigliò. Guardò Cyrus, cupamente, dicendo: "So tutto di te, Sura, e molto altro ancora, e ciò ci garantisce un'affinità nonostante il tuo crimine contro di me, e quindi mi addolora pensare che tu non sappia davvero nulla di me, quando io sono la città che cammina, l'occhio saggio e benevolo dell'ALMSIVI, ed è così da innumerevoli generazioni rosse. Nel corso del tempo ognuno ha aggiunto il suo segno, lasciandolo lì per sempre, nell'adorazione della costruzione-eterna, Architetto Amen. Cosa sai di me?"

    Cyrus non aveva mai cambiato la sua espressione. "So che stai parlando." disse, "perché vedo la tua bocca muoversi e sento le parole." E con ciò lasciò cadere il gioiello rubato e sfoderò la sciabola.

    Vivec estrasse la sua stessa spada, lentamente ma con un movimento fluido, sbilanciandosi per inclinarla alla sua sinistra. "Hmm." disse. "Sì, bene, direi."

    I due si avvicinarono, Vivec fluttuò dolcemente in modo che il fianco della sua armatura destra guardasse Cyrus. "La tua morte a causa mia, nonostante la nostra affinità, è sempre stata la nostra strada." disse "So anche come ci si sente a uccidere il marito della propria sorella."

    A questo punto, Cyrus si arrabbiò, capendo finalmente che quel campione di Morrowind era veramente in grado di leggere la sua mente, sapeva cose che non aveva concesso di sapere persino al più vicino a lui, ed era per questo che odiava tutti gli spiriti dell'aether. Glielo si leggeva in faccia, sulla sua espressione indurita. "Dimmi, demone." chiese, "Visto che sai come morirò: sarà durante questa lotta?"

    "No."

    "Buono a sapersi," disse Cyrus, e attaccò.

    Vivec si girò a mezz'aria a gambe incrociate, senza mai spostare il suo scudo dalla posizione iniziale. Parlò, "Fa-Nuit-Hen", il nome di un vecchio maestro, e Cyrus cadde a causa di otto ferite che apparvero senza preavviso sul suo corpo. Coyle capì che non avrebbe più potuto impedire agli uomini di scoccare le frecce.

    Sanguinante nella sabbia, Cyrus poteva vedere Vivec sopra di lui senza la spada in mano, ma con in mano il gioiello rubato del Nogru, e una serie di diciassette frecce che si aprivano a ventaglio attorno al suo corpo, come un pavone, catturate dalla magia demoniaca. Cyrus non riuscì ad alzarsi e Vivec parlò, "E so di tuo padre, il commediografo, e anche se parte delle sue strofe non riesco a ricordarle, sono affezionato al suo lavoro, ed è per questo che ti ho lasciato vivere. Adoro anche la poesia."

    Il Signore dell'Aria svanì e Coyle mandò delle barche a riva, cariche di medicine e con a bordo il loro chirurgo, che si era unito a loro qualche tempo dopo lo sbarco a Herne.


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    Ultima modifica: 6 Marzo 2021
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  13. Varil

    Varil Galactic Guy

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    Quello che segue è un libro che ho tradotto dalla mod Project AHO. Controllando in rete, ho scoperto che a sua volta, trattasi di un volume facente parte dell'archivio Tamriel Data (lo stesso usato per Tamriel Rebuilt per Morrowind, per intenderci).
    Avevo realizzato questo libro proprio ieri, ma i miei rapporti di collaborazione con Ciccigomma si sono interrotti. Avendolo ormai tradotto, quindi, ne approfitto almeno per pubblicarlo qui :)
    Si tratta di un volume scritto da un orco ai tempi di re Gortwog, colui che annullò il culto di Malacath per prediligere quello di Trinimac (il che è ironico, perchè in realtà Malacath altri non è che un aspetto dello stesso Trinimac). Il volume è colmo di miti e superstizioni degli orchi del tempo, e non contiene nulla di veritiero in realtà, poichè narra la nascita di Malacath in quanto metamorfosi di Trinimac, ma in maniera totalmente falsata; sappiamo bene che essa non è affatto avvenuta così. In realtà Trinimac duellò contro Boethiah, questa dopo averlo sconfitto lo divorò, e infine lo defecò. Ciò che ne venne fuori fu dunque Malacath (forma degenerata di Trinimac) e il popolo degli Orsimer (gli orchi), con un aspetto che è quello brutto e caratteristico che conosciamo, ma in realtà prima gli orchi erano degli elfi.
    Insomma, questo volume è, in senso figurato e letteralmente, un cumulo di cacca (capirete cosa intendo leggendolo) xD
    Vi auguro comunque buona lettura :D



    Storia della Creazione degli Orchi (Fictional)


    Scrivo ciò che segue affinchè gli altri possano apprendere. Pensano che un tempo eravamo elfi dorati, per cui le nostre credenze sono credenze da elfi dorati. Sembriamo per caso elfi dorati? Ho una mano grande e muscolosa che regge questa penna ma sarebbe più adatta se usata per sferrare pugni! Suona come un paradosso, vero? Eppure la mia stirpe si inchina e striscia ai piedi degli Imperiali, essi mortificano le proprie zanne così da non dilaniare le mogli del loro generale quando si chinano a baciar loro la mano, e non mantengono vivi i vecchi miti del popolo paria, e la colpa è di Gortwog. Ha persino rinnegato Malak e promulgato il culto del Trinimac. Ma la Società dell'Afterdark sopravvive, per scrivere giuramenti a Malak col sangue dei deboli e degli sciocchi persi nelle loro città. Quindi scriverò di ciò che abbiamo appreso da Malak il Re-Dio.

    All'inizio c'era una grande bestia che pascolava nella quiete. Non importa cosa fosse la bestia o cosa stesse brucando, ma la bestia era lì e pascolava. Ma poi non ebbe abbastanza da mangiare, quindi si nutrì di se stessa, il che fu sciocco, perché in questo modo morì. Ora la bestia marciva e, come tutti sanno, la carne in putrefazione crea cose come pulci e mosche e altri parassiti simili. In particolare vi erano pulci e tafani, erano dorati, per via della ricchezza della carne, e mangiavano e mangiavano e talvolta si mangiavano anche a vicenda in questa terra di abbondanza, e il loro sterco si mescolava con la carne e il tutto era un enorme disordine fino a quando, da tutto ciò, nacque una lucertola carogna. La lucertola disse: "Smettela di mangiare! Avete delle pessime maniere! Ci sarà una colazione, un pranzo e una cena per tutti voi, perciò questo banchetto disordinato sarà fermato". E così il problema fu risolto.

    Le mosche, le pulci e la lucertola continuarono a mangiare, ma il loro letame si mescolava ancora con la carne. Così la lucertola decise di porre rimedio anche a questo, e disse alle mosche e alle pulci che amavano lo sterco di andare altrove e portare il proprio sterco con loro, cosa che fecero, perché temevano la lucertola carogna. E la lucertola, la più grande mangiatrice, mangiava ed espelleva anch'essa in quel modo, con gentilezza o disprezzo, chissà, ma era comunque un regno odiato, quindi a chi importava? E così il problema fu risolto.

    Al che successe che vi era uno Scarabeo malizioso, nato all'esterno, nei regni di sterco. Lasciate che le usuali maledizioni si abbattano su di lui come escrementi puzzolenti, come prescritto nel Libro dell'Invettiva di Malak: "Che le mani dello Scarabeo si trasformino in uncini e le sue estremità siano sempre pruriginose! Possa il bastardo essere sconfitto dal miasma del proprio corpo incrostato di escrementi! Che si formi un cappio con le sue interiora, che possa impiccarvisi da solo fino a quando i suoi piccoli occhi neri non scoppieranno in esplosioni di viscere! Che possa sprofondare nella sua stessa lordura come il merdivoro stronzo che è!" E così via.

    Come puoi vedere, non ci piace lo Scarabeo. Lui è una m***a. Lo Scarabeo non era d'accordo con il modo in cui le cose erano state sistemate, così arrotolò un po' di sterco a mo' di palla, come sono soliti fare gli scarabei, e arrotolò, arrotolò e arrotolò fino a farla diventare una palla enorme, e la fece rotolare riportandola nel mondo di carne morta.

    Le pulci e le mosche e gli altri parassiti del mondo della carne videro la palla che avanzava verso di loro, e non sapevano cosa fosse fino a quando lo Scarabeo non strillò, dicendo: "Aiutatemi, aiutatemi a spingerla via!" Prima che le pulci e le mosche potessero tentare di fermare la palla, questa si era già fatta strada attraverso la terra dell'abbondanza, raccogliendo interi regni e popolazioni, e divenne così grande che le molte pulci e mosche e persino la lucertola si sforzarono di allontanarla ma non poterono fermarla.

    "Oh m***a", pensarono, realizzando all'improvviso la loro abietta sciocchezza mentre vi affondavano.

    "E così il problema è risolto" pensò lo Scarabeo mentre continuava a fare quello che amava fare, ovvero far rotolare la sua palla di sterco.

    Ma alla fine la palla di sterco arrivò ai confini del mondo e cadde nel nulla, lasciando pezzi di carne a volare nel vuoto.

    A questo punto, Ol' Maggie la Pura, che nulla amava più di starsene quietamente seduta, leggendo le pergamene che aveva fatto con pelle di bestie morte e avendo la pancia bella piena, decise che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di liberare se stessa da una morte macchiata di m***a. Concentrando tutta la sua volontà sul suo ultimo pasto che ribolliva dentro il suo stomaco, con la faccia contratta per un'enorme concentrazione, Maggie scorreggiò con immane potenza generando un fragoroso peto che scosse le fondamenta stesse della palla di letame, facendola traballare e catapultandola in cielo come una palla di cannone.

    Bloccati nella palla di sterco in preda alle vertigini e all'orrore, e con la costante rotazione del globo di sterco, le pulci e le mosche e la lucertola carogna non potevano fare altro che guardare il brillante bagliore dello scarico ruggente del suo didietro con profondo rammarico, mentre questo apriva un buco nella palla, che si affacciava nuovamente sul mondo della carne.

    Ma poi la lucertola carogna ebbe un piano. Usando la portata del suo lungo collo, raccolse un potente antenato chiamato il Trinimac e lo liberò dal fango. Il Trinimac quindi affrontò coraggiosamente il terribile Scarabeo, e il suo volto era la morte e l'omicidio, e i muscoli del suo collo dei cappi e le sue mani lame taglienti.

    "Perché hai fatto questa cosa orribile?" chiese il Trinimac con uno sguardo più che mortale.

    "Mi rifiuto di dirtelo", rispose lo Scarabeo con poche parole.

    Al che l'unica risposta del Trinimac fu sferrargli un terribile colpo che ammaccò il suo scheletro e lo fece ribaltare. Poi affondò le mani in profondità nella piastra toracica della sua corazza d’insetto e tirò fuori il suo cuore che pompava un disgustoso scarico, spruzzi di nettare d'insetto che fuoriuscivano dal buco fumante in quantità abbondanti, tuttoggi mai raggiunte da nessun birraio di birre di nettare d'insetto.

    Il cuore in battiti di scarico disse: "Non posso essere distrutto perché i segreti del mio pompaggio sono nascosti nelle profondità della palla di sterco, così da non lasciarne testimonianza al mio nemico".

    Ciò turbò il Trinimac, che gettò il cuore lontano da lui dove volò in aria descrivendo il primo arco trionfale (che sarebbe stato riprodotto poi in ferro glorioso in memoria delle conquiste dei nostri eroi) e che cadde a terra con un pesante colpo umido dall'altra parte della palla. A questo punto, il resto della banda si era liberato e lo aveva ringraziato e lodato, ma essi non potevano farlo a lungo: anche se la palla aveva rallentato un po' la sua rotazione dopo che lo Scarabeo era morto, c'era ancora molto lavoro da fare, e in fretta, per assicurarsi che almeno qualcuno sopravvivesse. Lavorarono insieme, respirando nella palla di sterco con grandi respiri in modo che la sua rotazione sarebbe stata più delicata per loro e i suoi odori più piacevoli, e con i loro poteri divini modellarono e resero stabile la palla di sterco. Alcuni addirittura morirono nel tentativo, ma alla fine, ci furono sopravvissuti dove non ce ne sarebbe stato nessuno, anche se rimasero deboli e impotenti.

    Molto tempo dopo, alla lucertola carogna erano cresciute le ali, il che è un'altra storia, e dopo che numerose generazioni di abitanti della palla di letame erano nate nel globo e il Trinimac aveva pianto e continuava a piangere copiosamente perchè non poteva più tornare nella Terra dell'Abbondanza, un gruppo di giovani fanatici guidati dallo scaltro Bothog, un Principe di Sterco, sfidò la sua autorità e i suoi insegnamenti e quelli della Lucertola Carogna, e pronunciò parole di elogio per l'odiata Terra di Sterco e di infamia per gli eroi della guerra. Il Trinimac si arrabbiò molto, ma non era abbastanza forte per fronteggiarli, essendo straziato dalle lacrime e scarno per via della malnutrizione in quanto troppo a lungo separato dalla Terra dell'Abbondanza. Così l'odiato Bothog, possano le sue viscere sanguinare di colori insoliti, lo sollevò da terra e se lo mise in bocca, e usando folli magie, parlò con la sua voce. I seguaci del Trinimac distolsero lo sguardo e si tapparono le orecchie con le loro mani affusolate femminee - il che è un po' come tappare una vasca da bagno con della paglia, ha ha - e fecero l'unica cosa che sapevano fare, quella che il Trinimac aveva insegnato loro, cioè lagnarsi e lamentarsi in toni striduli.

    Nel frattempo, il Trinimac attraversava il viscido labirinto delle interiora del Principe dei Complotti, pareti carnose che lo schiacciavano nell'oscurità. Non c'era tempo per le lacrime nelle viscere di Bothog, e presto il Trinimac si perse in un cieco girovagare, tutti i singhiozzi e la dolcezza erano stati digeriti e vomitati dal più piccolo dei due buchi di sfiato di Bothog; ma fu, in quanto Malak, che egli vide la luce alla fine del passaggio come una stella brillante sul fondo; ribattezzato, per soddisfare la sua seconda nascita.

    Quando Bothog si liberò del suo pasto, i seguaci del Trinimac dismisero le proprie vesti e si lamentarono e si strofinarono le feci sul loro petto nudo. Ma poi sentirono una voce urlare in mezzo alla confusione, che diceva: "Smettetela di rotolare come maiali tra le feci e levatevi di torno dalla mia luce del sole, fo**uti stupidi".

    E i seguaci del Trinimac rimasero confusi, e chiesero tra le lacrime fecali chi li avesse interpellati.

    "Come ferro sepolto nelle viscere del globo di sterco, così avete trovato il vostro dio. Asciugatevi le lacrime, perché la risposta corretta è una maledizione. Essa si rivela ora nelle vostre forme zannute e ingrugnate, e da questo momento in poi non ci sarà altra via se non l'ascesa".

    E vedemmo che eravamo cambiati, come il nostro dio, e che questi era reale.

    "E ora vedete che le perle possono essere trovate anche in mezzo ai rifiuti... Pensavate di essere nati da tafani d'oro, ma era l'oro di un pazzo, flessibile come il rame, ma ora siete stati elevati al ferro, robusto, forte e resistente. Voi siete la mia prole prediletta, i primi a sentire il vagito della propria divinità che è la nuova diade di sterco e carne, doppia concezione di epurazione, e in me è rappresentato il tathagatagarbha, che in realtà è un rozzo bastardo, proprio come me."

    L'ultima parte non la capimmo poichè era per lo più saggezza imperscrutabile e parlato divino, ma d'altronde eravamo ricoperti di m***a e ci sentivamo un po' frastornati da tutte le novità che ci piovevano addosso, come se, invece di Malak, avessimo appena trovato e mangiato un fungo che cresceva lì del tipo a cui i nostri sciamani sono affezionati, di quelli che concedono visioni sacre e che per questo motivo sono un segno della nostra alleanza con lui. Malak continuò a insegnarci molte cose, ci rese forti, e ci diede maledizioni e giuramenti da urlare contro i nostri nemici, e parole crudeli per descriverli meglio, che torcevano le loro viscere e li spingevano a insane collere di odio.

    Questa è la verità e possa il tuo intestino staccarsi e avere una relazione con un tuo vicino che detesti se non ci credi. E che sia maledetto Gortwog, che non è più uno del popolo di ferro, ma uno di un popolo di ghisa, e che il suo palazzo possa crollare su di lui, fargli schizzar fuori le viscere e che queste possano formare accanto a lui una sua controfigura, giacchè io credo che bisognerebbe mostrare una certa misericordia e che quindi egli debba avere compagnia nei suoi ultimi giorni.

    Malacath-0.jpg
    Statua di Malacath (detto anche Mauloch, o Malak)
     
    Ultima modifica: 16 Febbraio 2021
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  14. Varil

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    Ritorno di uno Studioso Compagno (Developer Text)



    Ritorno di uno Studioso Compagno



    di
    Divayth Fyr

    Il viaggio di ritorno è stato piacevole. Ho scelto di viaggiare con mezzi naturali, non attraverso la volontà del mago. Sono passati molti lunghi anni da quando posai per la prima volta i miei occhi sulle terre occidentali di Tamriel. L'Imperatore, sempre stanco, mi ha congedato dopo un anno di servizio. Ammetto il mio precedente disprezzo e la sfiducia nei confronti della politica e della leadership dell'Occidente, ma sono cresciuto fino a trovare la premura nel sangue di questo Septim. È un uomo buono e onorevole e mi ha mostrato che l'Impero non è uno strumento opprimente di paura e potere. Vorrei poter aver fatto la sua conoscenza in circostanze meno pressanti, poiché questa prova sembra aver invecchiato il vecchio di molti anni in un batter d'occhio.

    Sua Signoria mi ha offerto la scorta di due delle sue migliori Blade per il mio passaggio sicuro lungo i confini orientali di Cyrodiil. Erano due belli, giovani, estremamente leali e disciplinati soldati. La loro presenza da sola poteva scoraggiare anche i maghi più potenti. Il tempo trascorso viaggiando in quei pochi giorni con questi signori è stato soddisfacente. Sono diventati buoni amici in quei pochi giorni e auguro loro ogni bene nelle loro carriere di Braccia del Trono.

    Una volta al confine, mi hanno salutato e mi hanno lasciato del pane e della carne secca. Una bottiglia di un vino Cyrodiilico molto ben invecchiato mi è stata inoltre conferita come dono da parte di entrambi, per tenermi di buon umore per il resto del mio viaggio. Ci siamo scambiati calorose strette di mano e sono andato avanti.

    Il re, non conoscendo molto bene le tradizioni e la cultura dei Dunmer, mi offrì uno dei suoi migliori destrieri quando iniziai il mio servizio a Cyrodiil. Se questa grande bestia si fosse trovata a Vvardenfell, avrebbe potuto benissimo essere infilzata su uno spiedo al di sopra di una brace. Tuttavia, essendo stato nel servizio e nella presenza dell'Impero negli ultimi due anni, ho imparato ad apprezzare e rispettare queste bestie che sono così estranee a me. Ho rispettosamente accettato questo dono e ho promesso una buona vita ad esso. Questo "cavallo", che ho battezzato Xyldan, da allora è diventato più che uno strumento. Io e Xyldan ci siamo legati e io sono onorato di avere un amico come lui. Ho conosciuto molti Dunmer che hanno fatto amicizia con dei guar, e per questo li consideravo sciocchi. Ora capisco questo legame ed è tutt'altro che sciocco. Potrei essere più vecchio di molti pini del nord, ma non è mai troppo tardi per un vecchio Dunmer per imparare e trovare un senso in ciò a cui non ha mai pensato. Quindi, Xyldan e io ora viaggiamo insieme verso est, verso casa.

    Con i guai recenti che spuntano, ho dovuto mantenere un occhio vigile su ciò che mi circonda. È piuttosto difficile concentrarsi e mantenere il pensiero meditativo di un incantesimo difensivo pronto, quando assapori la bellezza delle terre sulle quali non posi gli occhi ormai da molto tempo. Per fortuna, mi è stato concesso un passaggio sicuro per la Unica Vera Ebonheart. Ah, ho avuto... un, piccolo incontro che potreste trovare piacevole da sentire. Un giovane signore mascherato ha pensato che fosse una buona idea tentare di rapinare un vecchio Dunmer in viaggio, non sapendo che il vecchio Dunmer viandante fossi io. È sceso giù dal suo trespolo su un albero, quasi impalando se stesso sul suo pugnale arrugginito. Alzandosi in piedi, ha preteso il mio cavallo e ogni moneta che avevo con me. Lo ammetto, questa era davvero una triste vista e in effetti provavo pietà per quest'anima. Ahimè, gli ho proposto il mio bel mantello di seta in cambio del mio libero passaggio. Ha accettato il mantello ma non ha mantenuto la sua parola. Si è messo a bloccare il passaggio e ha chiesto di più. Non volendo spargere sangue e nutrendo ancora pietà per quest'uomo chiaramente povero, ho agitato la mano e osservato la sua antica e arrugginita armatura disintegrarsi in polvere sul terreno dove si trovava. Allora ho emesso un inaspettato guaito di risate, perché il povero bandito non portava alcun indumento sotto. Si è coperto meglio che poteva e rabbrividiva nell'aria fredda del mattino. La mia pietà è cresciuta e gli ho lanciato un piccolo sacchetto di monete e un paio di mutandoni. Spero che quel tizio ora stia bene e sia lontano dall'aria fredda ormai.

    Dove ero rimasto... ah, sì... l'arrivo all'Unica Vera Ebonheart. C'è molta confusione tra le "due" Ebonheart, ma lo spiegherò in un altro momento. Ho trovato una stalla per Xyldan e mi sono riposato in un piccolo villaggio al di fuori del grande forte. L'ospitalità era tutt'altro che grandiosa, ma immagino che le voci sulle grandi calamità incombenti abbiano causato diffidenza tra le genti del villaggio. Come molti di voi sanno, non sono un gran conversatore, a meno che non si tratti di questioni di curiosità intellettuale. La gente della taverna quella sera sembrava piuttosto curiosa di me e molti pensavano che fossi un agente o una spia. Ho scelto un pubblico ristretto per me, e ho accettato volentieri, anche se non sono uno che parla spesso di cose come il tempo, la pesca o la fattoria. Come mi è piaciuto assaporare di nuovo queste "piccole chiacchiere"! I miei molti anni di lavoro ininterrotto mi avevano reso un vecchio buffone isolato. Era meraviglioso avere intorno gente normale, che non conosceva la mia identità, e parlava con me di argomenti di cui non sapevo nulla. Il più semplice degli argomenti che il tempo mi ha insegnato è che c'è molto del mondo che non conosco, e che tuttavia, è sempre lì davanti a me. Devo davvero smettere, e dedicarmi piuttosto ad annusare più fiori e a osservare i mutevoli disegni che assumono gli steli d'erba quando i venti delicati vi si infiltrano.

    Quella notte ho dormito profondamente e contento come un Nord ad una festa della birra di 5 giorni. Completamente rifocillato e desideroso di andare avanti, ho noleggiato il passaggio per Seyda Neen. Le acque erano calme come qualsiasi marinaio potesse desiderare. La leggera brezza consentiva una spinta regolare e costante delle vele. Ho avuto grande interesse nel guardare la manodopera lavorare sulla nave. Queste persone che lavorano sodo sono molto orgogliose del loro duro lavoro e del loro servizio. Ho dato una mancia all'intero equipaggio all'arrivo a Seyda Neen e li ho salutati con un addio.

    Xyldan e io abbiamo fatto visita al fornitore locale e fatto scorta di merci per il resto del nostro viaggio. Xyldan sembrava a disagio mentre guardava questa nuova terra. Sono abbastanza sicuro che la preoccupazione sia stata alimentata dagli sguardi affamati negli occhi dei miei compagni Dunmer. Sono a casa comunque, e questa è la mia gente. Loro sanno di me e non oserebbero mai mettere in vista un utensile da pasto vicino a Xyldan, ben sapendo che lui è un mio fedele amico.

    Il passaggio a Tel Fyr dalla costa occidentale di Vvardenfell è stato davvero difficile e lento. Avevo quasi dimenticato quanto potessero essere possenti i temporali e le tempeste di sabbia. Se fossi passato più a sud, avrei potuto evitare le fastidiose tempeste di sabbia. Eh si, se solo me ne fossi ricordato. E a peggiorare le cose, i maledetti rapaci delle rupi (ndt: anche il buon vecchio Fyr odia i rapaci delle rupi, o cliff racer che dir si voglia xD) non sembrano essersi ridotti di numero durante la mia assenza. Credo che dovrei trovare un modo per rendere la loro esistenza tutt'altro che presente. Forse dovrei far tornare dei potenti draghi per reclamare i cieli di Vvardenfell. Sarebbe sicuramente un piacere, se fosse una possibilità in mio potere. Un giorno di cammino e sono infine accolto dalla porta della mia dimora. Ho trascorso la mia prima vigilia a casa amando le mie mogli-sorelle e raccontando loro del mio viaggio. A loro volta, mi hanno parlato dei molti viaggiatori che hanno visitato la Torre nella speranza di ottenere udienza presso di me. In effetti, alcune cose non cambiano mai. Amici miei, sono molto felice di essere a casa e spero che abbiate trovato un po' di piacere nella storia del mio viaggio da Cyrodiil. Detto in breve, e non per fare allarmismo, sappiate che i problemi arriveranno davvero nel prossimo futuro. Vi esorto a godervi la mia storia fintanto che potete, perché presto l'Impero potrebbe aver bisogno dei vostri servigi.
     
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  15. Varil

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    Riavvolti e Svolti (Fictional, tratto da The Wheels of Lull)



    Riavvolti e Svolti

    di
    Goveri-999



    È una questione di malinteso quando le persone si riferiscono a quegli sfortunati automi presenti nelle cripte come "non morti", mentre non sono nulla del genere. In realtà non sono nemmeno morti. I loro meccanismi funzionano ancora normalmente. Sono perfettamente, e perfino soprannaturalmente, sani. Tuttavia, manca il respiro di Dio che ci infonde tutti; non hanno pneuma e sono gusci senz'anima, semi-mer legati a questo mondo. I Riavvolti.

    Svolgere è una frase piuttosto naturale, anche se eufemistica, che significa la morte del corpo e il passaggio dell'anima al Bozzolo Sognante e al pozzo collettivo delle anime da cui tutto scaturisce. In seguito a un incidente o a una piega errata del fato, i meccanismi che alimentano i nostri corpi possono, in rare occasioni, riprendere a funzionare -riavvolgersi- anche dopo che il pneuma è svanito. Mantengono l'accesso a qualche sfarfallio di ricordi, qua e là, e sono persino in grado di elaborare un certo livello di pensiero, ma in gran parte si limitano a tentare di seguire ciò che il fabbricante faceva quando è morto, ancora e ancora, intrappolato in un ciclo, e se discostato da questo ciclo questi diventerà ostile e infuriato.

    A questo punto, è allettante tentare di distruggere il corpo e andare avanti. Tuttavia, non è così semplice farlo. Il processo di riavvolgimento dà ai loro corpi un'enorme ondata di potere, senza volontà o anima per trattenerlo, e anche se attaccati si scrolleranno di dosso le ferite immediatamente fatali e guariranno in maniera assurdamente rapida. L'unico modo per sconfiggerli è svolgerli ancora una volta, per rallentare i loro meccanismi e fermarli completamente. Il semplice paralizzarli è inefficace, in quanto è una sospensione temporanea ed essenzialmente un'illusoria sospensione delle funzioni piuttosto che un'effettiva degradazione del corpus. Solo quando smettono di muoversi si spengono per una seconda e ultima volta.
     
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  16. Varil

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    Archibugi (Fictional, tratto da The Wheels of Lull)


    Riguardo alla Propulsione di Materia, Mente e Matematica attraverso Concetti di Magicka: Un Trattato sugli Archibugi Primitivi e suoi loro Discendenti secondo gli usi della Gente dell'Aurbis

    Di
    Confrater Trebon Talanian



    I primissimi archibugi conosciuti furono creati, come molte altre cose, dai Dwemer di Stros M'kai, che usavano riverberi tonali applicati mediante minuscoli diapason su una lunga asta contenente una pallottola rotonda realizzata col metallo per cui tale razza è così conosciuta. Ciò faceva vibrare la pallottola in maniera molto intensa, spingendola dalla parte terminale del dispositivo su qualsiasi sfortunata anima bersagliata. Questa pallottola si depositava nel bersaglio, vibrando con tale intensità da farlo esplodere. Questo primo prototipo sarebbe in seguito stato perfezionato in modo da aggirare del tutto il primitivo bisogno di materia fisica.

    Gli Aldmer di Alinor fecero il prossimo grande progresso, usando le grandi canne come lenti di stabilizzazione per la propria magia. A questo proposito, i loro archibugi non erano tanto delle armi indipendenti, quanto piuttosto degli strumenti magici, ed erano considerati più una curiosità che altro. Tuttavia, dopo la prima incorporazione di Alinor sotto Reman, la prima Gilda dei Maghi vedeva del potenziale in questi dispositivi e creò incantesimi autosufficienti, consentendo a dispositivi molto più voluminosi di essere usati da coloro che avevano un potenziale magico minimo. Tuttavia, la caduta del primo impero di Reman vide un'interruzione nella produzione e nell'uso di queste armi, poiché erano semplicemente troppo costose e poco pratiche per garantirne una produzione di massa.
    Poi durante gli anni finali della Seconda Era, il concetto di archibugi sarebbe stato riscoperto dai Redguard di Stros M'kai. Non potevano replicare il funzionamento interno del dispositivo, e così dovettero aumentare enormemente le dimensioni e utilizzare la propulsione comburente per lanciare grosse palle di ferro. Quest'arma, essendo ingombrante, fu collocata come artiglieria sulle navi, creando la struttura di base che la maggior parte dei successivi grandi archibugi poi emulò.

    Questo ci porta al presente. Sposando il precedente, più sofisticato design sotto Reman e l'uso magistrale dell'archibugio realizzato dai marinai Redguard, quasi tutte le unità d'aviazione, siano esse le grandi Navi di Vehk di New Resdayn o le navi-lampionatori dell'Hist, hanno una qualche forma di batteria di archibugi, sebbene tutti siano molto lontani dai primi modelli in quanto a sofisticazione.

    Screenshot - 07_04_2019 , 15_50_02.jpg
     
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  17. Varil

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    Il duello di Lord Vivec e Cyrus l'Indomito, Vol.4 (Developer Text)


    Il duello di Lord Vivec e

    Cyrus l'Indomito



    Volume 4



    Non puoi tornare indietro. Dobbiamo andarcene. Capitano, non portarci più in quel posto. La misericordia di un demone viene elargita solo una volta. Smetti di fissare la tua spada, signore. Yokuda fu persa per una ragione. Andiamo via e basta. Non si può inviare ai corvi un invito alla luce. Per favore, capitano, lasciaci partire. Voglio dire, abbiamo già molti tesori da Akavir, andranno bene sicuramente. Non riesci nemmeno a muoverti. Abbiamo sentito le storie di Ansu-Gurleht; gli Dei dicono che va bene metterle in risalto. Ottimo lavoro, Haekele, quelle erano giuste parole magiche. Vai a prendere la pipa di skooma e dì al medico che è di nuovo tempo di operare. Per favore, lasciamo semplicemente questo posto infestato. Fermati, Capitano, non sei pronto; ascolta gli uomini. Non puoi tornare indietro. Con tutto il dovuto rispetto, signore, sei più stupido di quanto sembri.

    ***

    Ora che era addormentato e sotto i ferri, Cyrus non sapeva che Coyle era partito con altri marinai, tutti oratori Yoku. Conoscendo troppo bene il suo capitano, il giovane andò a cercare i leggendari Ansu, i Santi della Spada di Oricalco. Coyle non osava sperare di essere così fortunato da trovarli- gli Ansu tenevano nascoste le loro cittadelle, ed i komodos li proteggevano mimetizzati tra le rocce. Nel villaggio di Bu-tabar, che ospitava sopravvissuti come perle rare, Coyle apprese che gli Ansu stavano cercando anch'essi di incontrare Cyrus. Li incontrò sulla Samarand Road. Erano tre, come voleva la tradizione: un giovane, un anziano e una figlia di nessuno dei due. Erano accompagnati da diversi seguaci che portavano le loro collezioni di spade e le loro pietre dei ricordi. Vedendo l'equipaggio della Carrick, la figlia Ansu diede prova della sua bravura, rifocillando le cascate di Diag-leeki.

    "Devo avvertirvi." disse all'anziano nella vecchia lingua, "il capitano Cyrus non conosce affatto lo Yoku."

    ***

    Coyle portò l'anziano ed il giovane Ansu ad incontrare Cyrus nella stiva del chirurgo; la figlia rimase in attesa con la loro carovana, per proteggerli e per avvertire i marinai in caso di bisogno. Il giovane Ansu salutò il capitano in Yoku, che Coyle tradusse per lui. Cyrus si limitò ad annuire e sollevarsi, bendato sulle sue otto ferite, e il gatto-medico soffiò il suo disappunto per quel movimento inutile. Sorpreso dal suono, il giovane Ansu prese una posizione di difesa. Coyle mandò via rapidamente il chirurgo e alla fine l'anziano parlò.

    "Sappiamo di te, Surahoon." disse "Le vibrazioni si sono moltiplicate l'altra mattina su questa spiaggia, era il tremito della spada, che noi percepiamo. Questo può solo significare che hai incontrato l'Ansu-Gurleht."

    Cyrus scrollò le spalle. "Se intendi il mago dunmer, sì, era qui. Mi ha quasi ucciso. E abbiamo avuto una conversazione per nulla divertente."

    Il giovane Ansu abbandonò la sua posizione. "Non può essere battuto." disse a Cyrus "Conosciamo ogni mossa di spada creata nella storia, e nessuna di esse ti avrebbe aiutato, anche se le conoscessi tutte grazie alle nostre pietre dei ricordi, che saremmo obbligati a prestarti se ce lo chiedessi. Dopotutto hai ucciso il re bianco ad Hammerfell."

    "Che cosa?" disse Cyrus. "L'Imperatore? Non l'ho ucciso."

    "Certo che l'hai fatto, eri l'HoonDing."

    "No, non l'ho fatto. E no, non lo ero."

    Il giovane Ansu si rifiutò di ascoltare. Dietro la sua maschera di piume di pietra sorrise ammirato. "Lo hai disarmato, persino, e non lo avresti mai ucciso se non avesse mostrato un altro coltello. Questo è l'onore Ra'Gada. Noi non combattiamo gli indifesi."

    "Quello non era l'Imperatore." disse Cyrus. "Era solo..."

    "Certo che lo era! Ecco perché Hammerfell è ancora in piedi: tu eri l'HoonDing! In ogni caso, l'Ansu-Gurleht non può essere battuto, può vedere le tue mosse di spada dal futuro."

    "Ovviamente." sospirò Cyrus "Per favore, scendete dalla mia nave."

    Coyle andò dal suo capitano. "Sura." sussurrò, "nogo tur-"

    "Non è un'opzione, Coyle." Poi Cyrus si rivolse all'Ansu "Adesso vai. Il combattimento con lo stregone è il mio. Apprezzo i consigli ma tu..."

    "Non prenderai neanche le nostre pietre dei ricordi?"

    "Perché?" chiese Cyrus. Cercò di mantenere la calma. "Hai già detto che sarebbero inutili contro di lui."

    L'anziano alzò una mano. "Ma l'HoonDing potrebbe..."

    "Guarda, io non sono..."

    "L'HoonDing potrebbe leggere le pietre e capire che ciò che diciamo è vero - che non esiste alcuna mossa in grado di superare l'Ansu-Gurleht."

    L'anziano guardò il pavimento della stiva. "Almeno non ora." disse, "L'HoonDing ti mostrerebbe che non si manifesterà in te, in questa lotta."

    "Bene." disse Cyrus. "Avrebbe solo intralciato." E detto questo si distese di nuovo. L'anziano alzò gli occhi dal pavimento e appoggiò la testa di lato.

    "Surahoon" disse, "Siamo gli Ansu, i più grandi guerrieri che vivono tra gli uomini. Le nostre spade mandarono i Guerrieri-Sinistri negli oceani, il cui impero era quattro volte più grande di quello del re bianco. Quando combattiamo, le nostre spade possono distruggere le leggi della natura stessa. Yokuda è come la vedi perché le nostre spade hira-dirg possono tagliare gli atomi, il non tagliabile. Noi siamo gli Ansu, e ora ti diciamo che non puoi battere l'Ansu-Gurleht. Perchè pensi che abbia quel nome? Chi pensi che fosse il nostro miglior allievo?"

    Coyle fece un passo indietro. Scosse la testa. Cyrus da parte sua si limitò a scrollare di nuovo le spalle.

    "Allora il vostro miglior allievo è una sgualdrina colorata." disse, "ed è un novellino in questo... Ottimo lavoro, comunque. È molto veloce, certo, ma ho già battuto altri della sua specie prima d'ora."

    Cyrus alzò la testa per un secondo, guardando Coyle. "Inoltre egli parla molto, e sembra piacergli. Per caso c'è anche qui qualche Dio dello Sproloquio sulla Morte?"

    "Sì." disse Coyle, "Ma Ansu-Gurleht è il..."

    "Certo che c'è." disse Cyrus, "posso lavorare su questo, quindi. Spero che terrà in mano la sua spada nel momento in cui mi volterà le spalle la prossima volta, così il mio onore Redguard rimarrà intatto quando infilzerò la lama della mia sciabola nella sua bocca logorroica."

    Il giovane Ansu parlò con la voce dell'anziano. "Stiamo dicendo all'HoonDing di fare in fretta"

    *****

    Cyrus sorrise e chiuse gli occhi.

    "Dove sono i soldi?"
     
    Ultima modifica: 8 Febbraio 2021
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  18. Varil

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    Il duello di Lord Vivec e Cyrus l'Indomito, Vol.5 (Developer Text)



    Il duello di Lord Vivec e

    Cyrus l'Indomito



    Volume 5



    Guardia alta, in campana, più giù, mantieni la posizione. Il Rasoio delle Ossa. Colpisci a 80 gradi, in qualsiasi modo, tranne questo. La Finta Effimera. Inspira e poi dimentica il tuo respiro; non puoi tirarne un altro finché non sei finito, tanto da combattere come se fossi morto: secondo principio del pneumansu. Il Cigno Vettore. Allontanati, in ginocchio, metti carbone sui denti per nascondere il tuo sorriso. C'è la Pankratosword, ma è proibita. Arcua le tue ossa, chè altrimenti non possono piegarsi. La Minaccia degli Specchi. Usando la Matematica dell'Atleta, è possibile visitare diversi luoghi durante un singolo duello, noti e sicuri. Dipingiti occhi su tutto il viso e poi nascondi quelli veri tra di essi; l'avversario non potrà più capire dove guardi. La Modestia Premeditata. Le Dita-Coltello, cinque, proteggono i tuoi punti cardinali ed il tuo equilibrio centrale; cinque spinte, distanziate di pochi microsecondi. Come battere sulla tavola, in attesa del pane del mattino.

    ***
    [pagebreak]
    Cyrus si svegliò accanto al chirurgo, ascoltando suoni sciabordanti che rimbombavano attraverso il legno. Il gatto-medico stava ancora maneggiando le bottiglie e stava lavando la biancheria. Vedendo il suo capitano, annuì e disse: "Un sogno illuminato da lune oscure".

    "Parlamene."

    "Prima che tu me lo chieda", disse il khajiit "G'latha non ha messo dello zucchero lunare nel tuo ultimo bicchiere d'acqua."

    Cyrus si mise in posizione seduta, trasalendo leggermente nella parte bassa della schiena. "Allora perché?" chiese.

    "Gli spadaccini hanno lasciato una pietra della memoria sotto il tuo cuscino."

    Cyrus spostò il cuscino e la vide: era una roccia scura lisciata dall'età, intagliata di tracce e curve luccicanti. Lanciò un'occhiataccia a G'latha. "E tu lo sapevi?"

    "Sì." disse il khajiit. "G'latha lo trovava divertente. Inoltre, G'latha pensava che forse la sua magia sarebbe penetrata nel tuo cervello e ti avrebbe insegnato vaba maaszi lhajiito, do-sura."

    Cyrus si rialzò e grugnì in ammonimento. Trovò la sua spada vicino agli strumenti chirurgici e la sollevò, osservando la sua presa e chiedendosi perché la sentisse un po' lenta. Il mago dunmer aveva forse leso al equilibrio? Aveva forse smussato la sciabola durante quel movimento vorticoso che aveva fatto? Cyrus non riusciva a ricordare. Ricordava solo quanto fosse stato incredibilmente veloce.
    [pagebreak]
    "Quel libro insegna anche ahzirr traajijazeri." disse a G'latha.

    "Hai mai notato quella lezione scritta in fondo? Sembra che do-sura ne abbia imparato qualcosa."

    "Sì, c'è una mossa chiamata - oww." Cyrus aveva tentato ad oscillare la spada, ma uno squarcio si era aperto velocemente sulla sua pelle. "Stavo per fare un giochetto ma da qualche parte - oww - mi si è riaperta una ferita."

    "G'latha era serio. Hai notato cosa hai fatto?"

    Cyrus appoggiò la spada. Gli girava la testa. Il khajiit gli diede una mano.

    "Ecco, siediti e fammela ricucire." disse G'latha. Mentre dava i punti sulla ferita, un luccichio gli passò negli occhi ed il suo sguardo saettò sulla spada.

    "Do-sura combatte con la mano destra." disse, a voce bassa "Eppure hai appena tenuto la sciabola con la tua mano sinistra."

    ***
    [pagebreak]
    Mentre il mattino sorgeva, Cyrus scansionò di nuovo la spiaggia da cima a fondo. Alcuni uomini si muovevano nervosamente. Thorpe, il mozzo, era lì vicino, stava lavando i ponti, fischiettando qualche canzone di Sutch o qualcosa del genere.

    "I teppisti non hanno legami con null'altro che inchiostro e oro."

    Thorpe alzò lo sguardo dal pavimento. "Cosa succede, signore?"

    "Niente." disse Cyrus, rendendosi conto di essere stato ascoltato. "Era una frase che un mio vecchio nemico mi disse una volta."

    "Suona come verità." disse Thorpe, "e se non ti dispiace che te lo dica, c'è un sacco di oro qui intorno." Thorpe cominciò ad annuire alla sua stessa affermazione. "Le navi che sono state portate in acqua dai Reachers per combattere la Old Mary," continuò "non avrebbero mai potuto superare la Carrick, nemmeno nel loro giorno migliore."

    "È proprio così, Thorpe." sospirò Cryus. "I Reachers non hanno alcuna possibilità contro il Dominio, ma ci stanno provando. Le stesse notizie che hai sentito dicono che i Thalmor hanno mandato una piaga su Camlorn. È una questione di... " E Cyrus lasciò cadere il discorso, il suo interesse era stato catturato dal sorgere del sole.
    "Cosa c'è, signore?" Disse Thorpe, osservandolo. "Riconciliazione, vendetta e onore, ancora?"

    "Yoku ha quarantotto diverse versioni di onore." disse Cyrus, "E tutte affondano le loro radici nell'ugak-ta, il che significa, più o meno, che sono piuttosto arrabbiato. Quindi la risposta è sì."

    Passeggiando, Fornower andò a prendere una sega. "Ti sei svegliato pensando allo Yoku, capitano?" gli chiese.

    "E' stata una strana notte." disse Cyrus.

    Thorpe lasciò passare Fornower, poi parlò di nuovo. "Non c'è anima viva su questa barca, che non desidererebbe altro al mondo se non di evitare quel malvagio Velothi, capitano."

    "Lo so."
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    Cyrus lisciò la parte superiore della sua spada, pensando. Si accigliò quando sentì lo stesso squilibrio che aveva percepito nella lama, anche nella sua fodera. Sospirò di nuovo e guardò verso Thorpe.

    "In realtà, ce ne sarebbe uno che la penserebbe come me."
     
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  19. Varil

    Varil Galactic Guy

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    Il duello di Lord Vivec e Cyrus l'Indomito, Vol.6 (Developer Text)


    Il duello di Lord Vivec e

    Cyrus l'Indomito



    Volume 6


    Fu così che Cyrus l'Indomito prese una decisione, che lui stesso non avrebbe mai immaginato di prendere un giorno, e non si può dire fosse stata una scelta facile, perché sarebbe una bugia. A causa del suo orgoglio, avrebbe incontrato l'Ansu-Gurleht in duello, se solo il re-demone si fosse di nuovo preso la briga di farsi vivo. Cyrus aveva pensato a diversi modi in cui poterlo battere.

    "Portami mappe e storie dei dunmer." disse al più colto dei suoi uomini, "E portami qualcosa che parli dell'aspetto di Ansu-Gurleht e delle leggende locali."

    Borden tornò pieno di documentazione e libri, perché era realmente affamato di sapere ed era stato a Morrowind prima e dopo l'Armistizio. Tuttavia non sapeva molto degli elfi scuri, a parte la loro superba capacità di combattere durante il raid. "Non è un Redoran, questo posso dirlo con certezza." disse Borden, scorrendo il dito sulle carte ed indicando. "Indossava un'armatura leggera, mentre quei diavoli si armano pesanti come il piombo."

    Era Gar quello più esperto di politica, usi e costumi, ma non poteva rivelare molto che non fosse già indicato nei vecchi libri. "Potrebbe essere quello che viene chiamato Vivec, perché ha menzionato ALMSIVI, che è una specie di cabala del Dio guiserista della loro fede, che ha grande influenza nella loro nazione. Questo 'Vivec' è l'unico, tra di loro, che si azzarda a giocare anche così lontano dai loro confini. Si potrebbe dire che è il loro rappresentante ufficiale o qualcosa del genere."

    Cyrus sbuffò.

    "Ti sto dicendo tutto quello che so, Capitano. La Guida Tascabile dice che non escono mai dai loro territori, gli ALMSIVI. I testi più affidabili, comunque, lo collegano alla Dea Daedrica Mephala."

    "Oh." aggiunse Borden "Anche i Redoran non parlano molto bene del comportamento in combattimento di quel bellimbusto... beh, direi che anche tu hai combattuto bene, ma non posso essere generoso nella descrizione. Senza offesa, come sempre."

    "Mephala?" Disse Cyrus. "Quale Daedra è?"

    Gar sfogliò un libro, cercando qualcosa che confermasse quello che stava per dire. "'L'insetto strisciante' in gergo. Le sue definizioni sono molteplici e non chiare. Si trovano legami con il Morag Tong, legami con altri sordidi culti delle varie province, che vanno dalla droghe alla più profonda oscurità, fino all'inferno. Una tipa strana, questa Mephala."

    "Strano è riduttivo." rispose Cyrus.

    Intanto, intorno a loro si era radunata una folla; uomini senza più speranze, o che celavano desideri nascosti o disagi a malapena celati. Il loro capitano era testardo e famoso anche per questo. Non importava in quale ruolo lavorassero, ogni Carricker doveva essere una parte del suo enorme puzzle. Coyle era tra di loro, e stava per dire qualcosa, quando all'improvviso Hiddleman parlò.

    "Prize, di che cosa state parlando da fare tutto questo baccano? Ci stiamo per riprendere l'Opale Nogru, sì?"

    Gli uomini della Carrick si spostarono meglio, per osservare il loro capitano e la silenziosa marina da Anvil. Coyle prese posto. Disse: "Sì, Hiddle, nessuna azione che Sura decida può essere contestata. Accomodati e cerca di non dare in escandescenze."

    Cyrus accolse con piacere tutta quell'attenzione, ma la sua natura profonda non riuscì a fermare il suo colorito. "Ascoltate, tutti voi. I corrieri sono stati mandati nell'entroterra e stanno tornando con i commercianti e le carovane. I locali non hanno mai visto i fuochi d'artificio, e ne abbiamo rubati molti da Ko. C'è oricalco in abbondanza, lungo il percorso: ne raccoglieremo così tanto che nemmeno il più anziano tra voi l'ha mai visto in tutta la sua vita. Il gioiello di S'rathra ci renderà ancora più ricchi, e ho intenzione di riprendermelo a tutti i costi da quella principessa dunmer."

    Cyrus guardò gli uomini per vedere se erano convinti o quanto vacillavano davanti alla sua idea. "Benissimo, ascoltate." disse. "Nessuno mi ha mai umiliato così su qualsiasi terreno, straniero o come-volete-chiamarlo. Sono un Redguard. Quel dunmer mi ha insultato e mi ha lasciato vivere. In sostanza, non preoccupatevi del mio movente, fate il vostro lavoro e verrete pagati, come sempre, anche stasera."

    Guardò verso Borden: "Portami la mia armatura." Poi si rivolse a Gar: "Trovami tra i tuoi testi la cosa peggiore che potrei dire a questo Vivec per offenderlo." Si rivolse anche a Coyle: "Preparami la spada. Sarò in viaggio entro un'ora."
     
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  20. Varil

    Varil Galactic Guy

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    Il duello di Lord Vivec e Cyrus l'Indomito, Vol.7 (Developer Text)

    Il duello di Lord Vivec e

    Cyrus l'Indomito


    Volume 7


    Non avendo bisogno di fare le cose in segreto, questa volta, Cyrus si diresse verso il tempio dell'Ansu-Gurleht. Vicino ad un crocevia che portava alle cascate del Tendus, più ad occidente, lungo la strada c'era un santuario di Morwha, con all'interno una statua piena di tentacoli, che gli ricordò subito la sua terra. Lasciò delle monete in un portacandele incrostato di cera, sulle ginocchia della dea, e sentì un improvviso sollievo alla ferita della sua schiena. Annuì al viso brutto e grasso dello spirito della madre Yoku, rese grazie e proseguì.

    La giornata divenne calda, e lui non era più abituato ad indossare cotta di maglia, elmo, schinieri e pesanti imbottiture. L'aveva già fatto altre volte, aveva combattuto in armatura, ma era capitato anche di combattere senza, come in guerra a M'kai o nel Rim. Aveva fatto affidamento sulla sua velocità, perché il suo stile di combattimento era quello. Ma la velocità non sarebbe stata di alcuna utilità contro il re-demone dei dunmer, Cyrus lo aveva imparato a sue spese, servivano solo la forza e la strenua difesa. La sua mente era concentrata sul pensiero-della-spada degli Ansu. Era tutta una questione di respiro, geometria degli equilibri e lezioni imparate a sue spese quando non aveva ancora il giusto allenamento fisico per affrontarle.

    Ripensò agli ansu ed all'impossibilità dei loro progetti; a come i giochetti di Vivec non potessero essere compensati da nessun guerriero. Si chiese se ogni insegnamento che aveva assorbito dalle pietre della conoscenza, fosse già stato annullato da una contromossa che non esisteva ancora; e di cui l'Ansu-Gurleht era senza dubbio già a conoscenza. Alla fine, si chiese se esistesse un modo per imbrogliare e batterlo con l'inganno.

    "Non c'è nulla che tu possa dire per insultare il Tribunale, Capitano." aveva detto Gar. "Vivec è divino e la stessa storia si ripete in tutte le ere. Ha sconfitto attacchi di ogni tipo - dell'oscurità, dei ladri-di-stelle, dei peggiori tra gli uomini - e li ha restituiti indietro con una risata. La cosa che lo rende più felice è sfoggiare la sua presunzione, si potrebbe dire, e non ti porterà nulla di buono."
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    Cyrus disse a Gar che non era d'aiuto.

    "In realtà, ci sto provando." disse Gar. "Se lo insultaste con una frase improbabile, non temo che reagirebbe con disprezzo divertito, bensì temo che potrebbe direttamente rispondervi con qualcosa di peggio. Ragiona come un Dio, capitano. Sa che potrebbe umiliarti facilmente e che tu non riusciresti a sopportare di vederlo accadere."

    ***

    In qualche modo aveva piovuto solo nell'entroterra, il giorno prima. La terra vicino allo Shredstart era tenera e friabile, attraversata dal torrente. Cyrus si fermò e guardò giù, dentro un baratro, pensando allo Yoku, netu anselim, che significava "torna indietro". Sotto, un salmone risalì verso l'alto, lungo la parte bassa del fiume, con quel loro modo di fare totalmente illogico.

    Un'altra frase Yoku gli venne in mente, ma Cyrus la mandò via, dicendo solo "sì, è giusto". Il salmone ed il suo disperato tentativo di riprodursi, nascondeva una riposta che lui riusciva a comprendere.
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    Mise il disagio della pietra della conoscenza in fondo al suo stomaco, rimuovendolo per un momento, per tornare ad essere quello che si ricordava di essere stato, e non quello che era diventato dopo la magia della pietra. Gli idiomi degli antenati si abbattevano nella sua testa come massi.

    Maledisse gli ansu per la loro interferenza. A nessuno dovrebbe mai essere chiesto di imparare una memoria intera. Guardò di nuovo il pesce e scrollò le spalle, decidendosi finalmente a proseguire. Sì, pensò, è solo un matto che sceglie una strada assurda che gli si presenta davanti, nonostante ne abbia più di una tra cui scegliere nella vita... ma, beh, ormai è fatta.

    "Sto venendo per te, donna." disse, accelerando il passo.
     
    Ultima modifica: 8 Febbraio 2021
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