cioè: grande come contenuti ma cortissimo dal punto di vista quantitativo, l'ho finito in meno di un giorno...
si tratta di una "piccola" (si fa per dire) avventura grafica approdata su Steam (e PS4) che ha, tra l'altro, la caratteristica di essere quasi tutta italiana

se volete saperne di più, potete leggere questa ottima recensione con la quale concordo al 1000%, se volete annoiarvi potete leggere la mia, molto più modesta e butta giù di getto ma che ho avuto l'ardire di sparare anche su steam:

Spoiler

Brutalmente: è forse il gioco più struggente mai visto, riesce a doppiare addirittura "To the moon" che finora deteneva la palma della lacrima. Direi anche che non somiglia a niente di già visto, l’unico riferimento che mi sento di azzardare è con “Life is strange” che però, al confronto, sembra una passeggiatina di salute.
Last day of june riesce, in una piccola manciata d’ore, a raccontare la “più grande storia d’amore mai narrata” con una sensibilità estrema e forse un po’ estenuata.
Irresistibile, sfido chiunque a rimanere indifferente.
Il tutto con una struttura apparentemente semplice e un gameplay essenziale: in pratica dovremo solo cercare di prevenire un tragico evento in un tornado di butterfly effect. Giocare col caso è sempre scabroso, le incongruenze sono sempre dietro l’angolo, ma qui sono riusciti a far funzionare tutto perfettamente malgrado qualche inevitabile forzatura che viene immediatamente dimenticata.
Gli eventi si svolgono nel breve corso di una tardo pomeriggio e coinvolgono pochi spazi e pochi attori.
E’ tutto un Trial & Error: andando per tentativi rivivremo molte volte gli stessi momenti modificando e combinando le azioni dei sei personaggi.
Che questa volta un Autore ce l’hanno eccome! E non mi riferisco solo a Massimo Guarini, ma a chi si arrovella con Carl, il protagonista, e ne condivide ansie ed emozioni.
Il gioco si ricorderà sempre di ogni volta che imbroccheremo la giusta e ineluttabile direzione. A questo proposito credo non esistano finali alternativi, ma va bene così: quello predeterminato è forse il più “giusto” possibile (con moltissime virgolette).
Naturalmente sarebbe un crimine dire di più, per cui mi limiterò ad aggiungere che la veste tecnico/grafica è perfetta per un progetto di questo genere. In ambienti delicatamente acquerellati si muovono personaggi che altro non sono se non la versione tridimensionale delle tipiche figurine che disegnano i bambini: grosse teste rotonde su esili corpi in fil di ferro. All’inizio sconcerta un po’ la quasi totale assenza di lineamenti facciali e di dialoghi intellegibili. In realtà tutto questo (sofisticatissimo) minimalismo è al servizio di una storia che irrompe chiara e senza bisogno di scene madri recitate. I sentimenti che vengono fuori sono assoluti quanto pudicamente espressi.
La colonna sonora vanta musiche straordinarie (addirittura di Steven Wilson) che moltiplicano le emozioni senza essere mai né troppo invasive, né fini a se stesse. Ma, alla fine, verrà voglia di riascoltarle.
Gioco del tutto sconsigliabile a chi usa la scheda video come benchmark, a chi rifiuta il backtracking e a chi pretende almeno un po’ di azione. Probabilmente scontenterà anche qualche fanatico delle Avventure Grafiche tradizionali in quanto, in pratica, non regala enigmi complessi ma solo “tentativi”. I quali ultimi, però, possono essere ridotti di numero se si fa un po’ d’uso del cervello.
In definitiva: a mio parere si tratta di opera suprema e geniale, ma non certo per tutti.
P.S.: lasciate scorrere fino in fondo i titoli di coda!

così il mio giudizio positivissimo si va ad aggiungere a quello degli altri (che stanno ancora piangendo anche loro, penso)
dopo il valido "the town of light" il nostro paese sta dimostrando che, almeno nel settore avventure grafiche, il talento non manca, continuiamo a sperare...