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La Narrativa nei videogame: il racconto di una serata alternativa

Discussione in 'Editoriali' iniziata da Morte, 16 Ottobre 2013.

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  1. Morte

    Morte Ex Redattore Avelloniano Ex staff

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    DI PAOLO "LORD OF TAMRIEL" ZAMBON

    LA NARRATIVA NEI VIDEOGAME: IL RACCONTO DI UNA SERATA ALTERNATIVA

    Ciò che presento in questo articolo è frutto della mia esperienza avuta partecipando ad un incontro intitolato “Ti racconto un Videogioco... perché non tutti sono un male”. Il Dott. Cesco Frare e il noto critico e videogamer (soprattutto di ruolo) Mosé Viero hanno partecipato alla discussione in qualità di relatori, occupandosi del rapporto che lega la Narrativa al mondo dei Videogame.

    [​IMG]

    Il volantino che invitava all'incontro.
     ​

    In questo incontro si è discusso sui pregiudizi che circondano il mondo del videogioco e dei videogamer, sui vantaggi che porta videogiocare e sull'evoluzione della narrativa all’interno dei videogiochi dalla loro nascita fino ad ora.

    Uno dei pregiudizi “principali”, del quale abbiamo già parlato ampiamente anche in questo editoriale (quindi non approfondirò), è stata la violenza nei videogiochi, argomento che secondo molti rischia di incitare i videogamer a compiere atti violenti, trasponendoli dal mondo virtuale a quello reale.
    Si è poi parlato dei vantaggi e delle caratteristiche che comporta essere un videogiocatore. E' emerso principalmente che il giocatore si trova spesso a confrontarsi in situazioni complesse nelle quali si sviluppa l'abilità di “Problem Solving” che consiste nello sviluppare l'ingegno per risolvere ed uscire da queste situazioni complesse.
    Passando al videogioco in sé, si è parlato del come il videogioco abbia un grande sistema interattivo in grado di permettere all'utente di immergersi completamente nel mondo di gioco. Questa immersione risulterà perfettamente funzionale se e solo se il “Meccanismo Ludico”, cioè il giusto equilibrio tra narrazioni, interattività adeguata e rapporto visivo adatto alla situazione, riesce ad integrarsi perfettamente con la persona. Ad esempio se in un’avventura grafica per aprire una porta venisse richiesto di risolvere un cruciverba, vorrebbe dire che il meccanismo ludico non funzionerebbe, perché mancherebbe la coerenza tra il risolvere il cruciverba con l'aprire la porta e quindi la narrazione perderebbe di spessore (funzionerebbe, invece, se la risoluzione del cruciverba portasse ad avere degli indizi per trovare la chiave).

    AVVENTURE GRAFICHE 

    Il genere di videogame che maggiormente si basa sulla narrazione è sicuramente l'Avventura Grafica. Nell'avventura grafica, infatti, si è guidati per tutta la storia e la componente narrativa è la caratteristica principale che fa si che un’avventura grafica sia riuscita o meno.

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    Monkey Island & Syberia, due avventure grafiche di spessore


    GIOCHI DI RUOLO

    La narrazione nei videogiochi di ruolo è un tipo di narrazione completamente diverso rispetto ad altri generi. Infatti la narrazione può essere guidata da scelte (Dragon Age, Mass Effect, ecc) oppure può essere liberamente creata ed interpretata dal giocatore mentre i produttori danno solo una linea guida molto flebile (TES, Kingdom of Amalur, ecc).
    Questo tipo di narrazioni creano una vasta gamma di possibilità di gioco e di spaziare molto, cambiando “tipo di gioco” e rimanendo sempre nello stesso genere.

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    Planescape Torment & The Elder Scrolls, due giochi di ruolo che hanno fatto storia


    L'EVOLUZIONE DELLA NARRAZIONE 

    Alla nascita del videogioco la parte narrativa era completamente assente in-game. Infatti la componente di abilità fisica (riflessi e coordinazione) nel videogioco era totale. Il primo esempio di narrazione si ha con l'arrivo delle “Avventure Testuali”, un genere di nicchia nel quale si giocava leggendo la storia ed interagendo rispondendo alle domande ed a seconda della risposta si evolveva la storia narrata.
    Con l'evoluzione dei sistemi tecnologici e l'arrivo dell'interfaccia grafica, la narrazione, visto il buon uso del supporto visivo che gli sviluppatori riescono a creare, prende sempre più piede ed importanza nel mondo ludico, in tutti i sui generi, fino a far diventare la narrazione una componente imprescindibile di quasi la totalità dei videogiochi.

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    Pong è un esempio di gioco "sportivo" mentre a fianco potete vedere un esempio di avventura testuale


    IL PARERE DI UNA NON-VIDEOGAMER SULL'INCONTRO

    Sono una ragazza che non ha mai giocato ai videogiochi, ma ho molti amici che giocano regolarmente ed ho partecipato per capire di più il loro mondo. Per quanto riguarda il contenuto esposto, Lord of Tamriel è stato molto esaustivo ed anche al pubblico “ignorante” in materia il messaggio è arrivato in maniera chiara. Questo perché i relatori sono stati in grado di sintetizzare un mondo così complesso e vasto in parole semplici e comprensibili da tutti. Non a caso sono rimasta spiazzata e non mi aspettavo un mondo così complesso ed affascinante. Interessante è anche il modo in cui , con il passare degli anni, coloro che lavorano dietro alla produzione dei videogiochi sono stati in grado di integrare al massimo la narrazione e la lettura, rendendola interattiva e non più passiva. Per chi ama molto i libri e non tanto i videogiochi, è stato interessante il modo in cui Mosè ha messo a fuoco la diatriba tra videogame/libri, sottolineando che in realtà si tratta solo di un Gap generazionale alimentato da pregiudizi. Credo che abbia reso molto l’idea, soprattutto attraverso la lettura di un pezzo tratto dal libro "Tutto quello che ti fa male ti fa bene" di Steven Johnson, dove si narrava l’avvento dei libri in un mondo in cui i videogame esistevano dai primordi. Dato che i videogame erano da sempre esistiti, la nuova moda della lettura e l’insorgere delle biblioteche venivano viste in malo modo. Le generazioni di videogamer ( immaginate un nonnino che ha sempre videogiocato e non ha mai visto un libro, perché non ne esistevano) giudicavano i libri noiosi in quanto non interattivi. La storia era quella e non potevi modificarla a piacimento o perlomeno guidarla. I bambini che leggevano si isolavano all'interno della stanza con il libro in mano, senza interagire con i coetanei, senza avere delle gratificazioni, in un mondo già creato, immobile, eterno e senza la possibilità, appunto, di modificarlo quel libro.
    Vorrei inoltre esprimere la mia opinione sugli argomenti “non- trattati”. È stato davvero molto interessante come incontro, tuttavia dalla descrizione dell’evento, io, personalmente, mi sarei aspettata uno spazio maggiore dedicato a questo famoso pregiudizio che influenza parecchio l’opinione di adulti (e non solo). Dunque mi aspettavo di sentire più argomentazioni sul perché del lato positivo del videogioco. La serata , tuttavia, era incentrata più che altro sul ruolo della narrazione nel videogioco, quindi il perché di questa “mancanza” è comprensibile  e molto probabilmente dovuto a motivi di spazio e tempo da riservare alla discussione. Sarebbe molto interessante dedicare una serata al tema del pregiudizio sui gamer e sui videogame.
     
    Ultima modifica da parte di un moderatore: 16 Ottobre 2013
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  2. bruco

    bruco Ex staff Ex staff

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    Avremmo bisogno di maggiori iniziative di questo genere.

    E avremmo bisogno anche di più coscienza da parte dell'industria videoludica su questo aspetto importantissimo, evitando che magari si arrivi a produrre videogiochi che siano molto simili ai film.

    L'interattività, come dice benissimo l'anonima videogamer, è qualcosa che colpisce molto l'immaginazione. A mio parere, aggiungo anche che non soltanto la nutre ma addirittura la sprona. E pensare che questa qualità è rappresentata più che altrove proprio dal genere RPG. Spero che questa caratteristica venga ripresa nei prossimi titoli e si abbandonino le semplificazioni che negli ultimi anni hanno preso sempre più piede.

    E' per questo che faccio il tifo per The Witcher 3 e Torment: Tides of Numenera (fate una capatina a questo blog :whistle: ). Sono giochi che promettono di riportare indietro tutto quello che, recentemente, è stato tolto al genere RPG. E promettono di farlo anche con un certo stile non da poco. Spero che qualcuno cambi idea lassù ai piani alti.
     
    Ultima modifica da parte di un moderatore: 16 Ottobre 2013
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  3. Aster Delenwe

    Aster Delenwe Supporter

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    Io e mio padre discutiamo molto su questo.

    I videogiochi possono raccontare storie incredibili, al pari di quelle dei libri, sostengo io. 

    Nei libri non c'è così tanta violenza, o almeno, non viene presentata così, ribatte mio papà.

    Un eterno conflitto che non vedo come possa essere risolto. Forse, facendo provare cosa vuol dire essere un videogamer potrebbe aiutare, ma il gap generazionale impedisce che questo possa avvenire in condizioni favorevoli.

    P.S. Ci ho messo venti minuti a leggere l'articolo perché le lettere si spostavano da sole: vi prego, rendete la lettura più semplice  ;)
     
  4. Mesenzio

    Mesenzio Contemptor Deum Editore

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    Digli di leggere "Le 120 Giornate di Sodoma" di De Sade, vedrai si ricrede subito.
     
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  5. Morte

    Morte Ex Redattore Avelloniano Ex staff

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    In che senso "si spostavano da sole"?
     
  6. Darkgondul

    Darkgondul Belva delle segrete Ex staff

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    Assolutamente vero.

    Decisamente falso, molti best seller sono pieni di violenza, solo che appunto la lettura ha una radice storica indiscutibile quanto ricca;

    Dico falso poichè in molti libri che leggo ciò che compone la violenza è dato dal frutto dell'immaginazione che la lettura scaturisce, per farla breve creo in mente  un'immagine di un personaggio Y che rischia di riversarsi nel reale, cioé se leggo che tale individuo da tali caratteristiche e aspetto costruito fantasiosamente in mente è l'antagonista della mia avventura quelle generalità le rivedrò in un ipotetico individuo nella vita reale, certo il tutto è molto soggettivo ci mancherebbe.

    Se proprio voglio mettere in relazione lettura e videogaming allora bisogna ritornare all'infanzia dove ogni singola immagine o tratto di un  videogioco viene elaborato dalla mente in maniera molto facilitata tanto da spingere il cervello ad elaborare un'immagine distorta di ciò che si vive, in tenera età questa sorta d'imprinting ha i suoi pro e i suoi contro e ha un livello d'impatto sempre soggettivo ma maggiore rispetto ad un'età più avanzata, nella lettura ciò non avviene, poichè nonostante l'interpretazione resta soggettiva la fantasia e l'immaginazione domina la fase di lettura di un libro tanto da farla diventare una piacevole abitudine che col tempo resta nella maggior parte dei casi immutata e che quindi favorisce quest'ultima a discapito del videogaming che può perdere interesse in base a ciò che si ha a disposizione o ai propri gusti.

    Sono considerazioni del tutto personali, in ogni caso grazie @Lord of Tamriel per questo spunto da riflessioni :)
     
    Ultima modifica da parte di un moderatore: 17 Ottobre 2013
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  7. Aster Delenwe

    Aster Delenwe Supporter

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    Sono d'accordo (e mio padre anche) sul fatto che anche i libri hanno i loro elementi di violenza. Che poi ci siano descrizioni più o meno accurate è un altro discorso, ma il fatto è che non vedi le immagini scorrere davanti a te. L'immaginazione non arriva a spiattellarti le cose in faccia come fanno i videogiochi: questo più o meno dice mio padre. Anche se poi veramente lui fa riferimento ai classici della letteratura, dove c'era comunque più "ritegno" dettato dalla morale dell'epoca.

    E' difficile da spiegare, me ne rendo conto però ci tenevo a precisare che nessuno dei due dice che i libri sono immuni dalla violenza, solo che è una cosa diversa. 

    Morte, sarà l'accostamento dei colori bianco su nero (e/o l'impostazione del mio monitor), ma dopo un po' che leggevo si verficavano strani effetti ottici... 
     
  8. Mesenzio

    Mesenzio Contemptor Deum Editore

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    Mah, ricordo nell'Odissea una descrizione abbastanza accurata di come Polifemo spacca la testa ai compagni di Ulisse sbattendoli insieme e le cervella schizzano in giro.

    Poi, come sempre, dipende dalle persone, ma non ricordo nessun videogioco che mi abbia impressionato nel senso della violenza, mentre libri tipo "Mi Chiamo Rigoberta Menchù" popolano ancora i miei incubi.
     
  9. Maurilliano

    Maurilliano Sopravvissuto LiberaPay Supporter

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    Quoto quello che dice bruco31, sopratutto la prima parte quando dice:

    E avremmo bisogno anche di più coscienza da parte dell'industria videoludica su questo aspetto importantissimo, evitando che magari si arrivi a produrre videogiochi che siano molto simili ai film.

    Purtroppo si evince una tendenza molto sbagliata, addirittura pericolosa, per il futuro dei vg.

    Resident Evil 6, Tomb Raider sono degli esempi,

    ma la lista e piuttosto lunga,

    si "evince" appunto una tendenza all'uso\abuso della cinematografia, a discapito dell'  "interazione" (lo messo tra virgolette) digitale,

    .....che poi altro non è ......che lo scopo "Da Cui Siamo Partiti" (la ragione del vg).

    .....invece questa tende a "modificare" l'esperienza video-ludica. Ossia diviene essa stessa "esperienza", un esperienza visiva, cioè sei "spettatore" nel tuo videogioco.

    Spettatore eppure "protagonista"...

    Secondo me i vg hanno delle enormi potenzialità, apprezzo i tentativi di realizzare delle esperienze anche molto diverse.

    Un diverso tipo di narrazione hanno offerto titoli come "Amnesia:TDD", "Anna" e ce ne saranno molti altri, ma come dicevo io incoraggio tentativi simili,

    a me sono riusciti a farmi fare un idea più precisa delle innumerevoli potenzialità che questa, che queste "macchine", questi sistemi possono sviluppare già oggi, e in prospettiva.

           

    I videogiochi si sono ispirati da sempre, dalla tv, dal cinema, dalla letteratura in generale, narrativa (avventura, amore, guerra, giallo) fino alla mitologia antica (da cui ha attinto a piene mani), ma anche favole , leggende antiche e "non",

    lo ha fatto,

    ma è sempre rimasto fedele (insomma!?!!, ma alla fine diciamo di SI, ci sono ancora dei frutti "commestibili") alla sua "essenza",

    al proprio scopo, di intrattenere e farci divertire. :)    
     
    Ultima modifica da parte di un moderatore: 17 Ottobre 2013
  10. Maurras

    Maurras Wanna be Elf , but proud to be Hobbit ! ;)

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    Bello-bello-bello :)

    Questo è ciò che penso sia dell'iniziativa, che dell'articolo che della splendida discussione

    che ne è nata qua sul forum ^_^

    Avrei voluto esserci a quell'incontro ;)

    Nella mia esperienza personale vorrei spezzare una lancia in più a favore dei

    videogiocatori, almeno quelli di ruolo :)

    Frequentando questo forum infatti, ho avuto modo di dialogare con ragazzi/e di tutte le età, idee etc

    E sono felicemente sorpresa di aver trovato persone molto disponibili, ragionevoli

    ben disposte ai chiarimenti etc etc...

    Ora non so se si possa dire che giocare aguzza l'ingegno, ma è stato bello

    vedere crollare  l'associazione che molti adulti fanno ( confesso che a volte è capitato anche a me)...

    Giovane = bimbominxxxx ^_^

    Qua ho visto che non è assolutamente vero ed ho sempre  trovato un'ottima compagnia :D

    Quotone 100% poi sul discorso violenza nei libri/violenza nei videogiochi...

    ...E quella nei telegiornali non ce la vogliamo mettere ?

    Certi discorsi sono abbastanza ipocriti... -_-
     
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  11. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    bell'editoriale che stimola pensieri (e uno dei miei insopportabili wot :blink: )

    il punto è che i vg sono un medium come tanti altri (cinema, letteratura, giornali, arti visive, fumetti, internet ecc.)

    solo che, malgrado sia vecchio di molti decenni, è tra gli ultimi arrivati e quindi è visto con diffidenza da chi non lo conosce

    per quanto riguarda la violenza avete già detto: ne contiene come tutti gli altri mezzi di comunicazione, sarebbe ridicolo applicare censure, al massimo certi genitori dovrebbero prendersi il mal di pancia di essere più vicini ai loro pargoli se questi tendono a essere disturbati dall'ambiente in cui sono vissuti

    in merito alla profondità "noi che sappiamo" :smoke: possiamo testimoniare che bisogna scomodare la letteratura molto "alta" per trovare dilemmi etici confrontabili con quelli di planescape torment, o films di grandi autori per ricevere i pugni nello stomaco che dà uno shadowman (scusate ma non riesco a non fare pubblicità a questa meraviglia :blushing: ), o trovare trame folgoranti come quella di vampire the masquerade redemption, o commuoversi come in grim fandango...

    e anche nella produzione attuale abbiamo prodotti straordinari, checché ne dicano certi passatisti nostalgici

    il fatto è che chi "non sa" mette tutto nel calderone e crede che i vg siano solo un'apoteosi del macello

    ...

    che poi non è neanche detto che sia una cosa solo negativa: può capitare che sublimi una rabbia che non viene più sfogata sulla suocera o sul capoufficio :asd:
     
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  12. Morte

    Morte Ex Redattore Avelloniano Ex staff

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    Giusto in tema: se qualcuno vuol sperimentare ed approfondire un modo rivoluzionario per gestire la narrazione in un videogioco e scatenare uno flowchart di scelta/conseguenza che farebbe impallidire anche The Witcher 2, io vi consiglio di provare The Stanley Parable...

    Non è un RPG e qualcuno molto probabilmente penserà che non si tratti nemmeno di un videogioco...ma qualcun altro invece potrebbe riuscire ad andare oltre la superficie e rendersi conto di quanta "potenza" inespressa ci sia ancora in questo meraviglioso medium...potenza che altri medium non potranno mai sfruttare in questo modo così immersivo...
     
  13. edgar

    edgar Livello 1

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    articolo interessante, offre diversi spunti di riflessione :Sgrat: