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La globalizzazione è miseria

Discussione in 'Lo scannatoio' iniziata da Alice, 18 Ottobre 2017.

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  1. Alice

    Alice Livello 1

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    Articolo di Raul Ilargi Meijer (https://www.theautomaticearth.com/)

    I banchieri centrali non hanno mai fatto tanti danni all’economia mondiale quanti ne hanno fatti  in questi ultimi dieci anni. Possiamo anche dire che finora non hanno mai avuto tanto potere per farlo. Se i loro predecessori avessero avuto questo potere … chissà? Comunque, l’economia globale non è mai stata più interconnessa come lo è oggi, soprattutto per effetto dell’avanzamento del globalismo, del neoliberalismo e forse anche della tecnologia.

    Ironia della sorte, tutti e tre questi fattori vengono continuamente magnificati come forze del bene. Ma gli standard di vita per molti milioni di persone in Occidente sono scesi – o sono pieni di incertezze – mentre milioni di cinesi ora hanno un livello di vita migliore. Alle persone in occidente hanno detto di guardare a questo come ad uno sviluppo positivo; dopo tutto, permette di comprare prodotti che costano meno di quelli che produrrebbero le industrie nazionali.

    Ma insieme al loro posto di lavoro nella produzione, è sparito anche tutto il loro way of life, il loro modello di vita. O, piuttosto, si è nascosto dietro un velo di debiti, tanto da non poter credibilmente negare che circa tre quarti degli americani hanno difficoltà a pagare le bollette. Cosa che sicuramente non succedeva dagli anni ’50 e ’60. In Europa occidentale questo è un po’ meno evidente, o forse è solo in ritardo, ma con il globalismo e il neoliberalismo, che sono ancora le religioni economiche dominanti, non ci sarà via d’uscita.

    Che è successo? Beh, NOI non facciamo più le cose. Ecco tutto. Dobbiamo comprare da altri tutte le cose che ci servono. Sempre di più, e di conseguenza non abbiamo nemmeno le competenze per fare altre cose. Siamo diventati dipendenti per la nostra sopravvivenza, da nazioni che stanno dall’altra parte del pianeta. Dipendenti da nazioni che sono interessate solo a venderci le loro cose, se le possiamo pagare. Nazioni che vedono le richieste di salario interno salire e che – dovranno – farci pagare i loro prodotti a prezzi sempre più alti.

    E  NOI non avremo altra scelta che pagare. Ma possiamo pagare solo con quello che possiamo prendere in prestito. Come nazioni, come imprese e come individui. Dobbiamo prendere in prestito perché, come nazioni, come società e come individui NOI non facciamo più le cose. È un circolo vizioso con cui la globalizzazione ci ha benedetto. E da cui – ci viene detto – potremo uscire solo se riusciremo a crescere ancora. Cosa che non possiamo fare, perché NOI non facciamo nulla.

    Quindi ci affidiamo ai banchieri centrali per gestire la crisi. Perché ci viene detto che LORO sanno come gestirla. Non lo sanno. Ma fingono di saperlo. Però a leggere bene tra le righe, ammettono la loro ignoranza. A Janet Yellen, poche settimane fa, le è scappato di dire che non ha idea del motivo per cui l’inflazione è debole. Mario Draghi ha detto più o meno la stessa cosa. Perché non lo sanno? Perché conoscono solo i modelli attuali, che non vanno più bene, perché non si adattano. E i modelli sono tutto quello che hanno.

    Nel settore bancario centrale i modelli economici sono più importanti del buon senso. La Fed ha almeno un migliaio di Dottorati PhDs sotto contratto. Ma la Yellen, il loro capo, continua a sostenere che “forse” sono sbagliati i modelli che dicono che se cresce l’inflazione aumentano i salari. Non hanno idea del perché i salari non crescano. Perché i modelli dicono che invece dovrebbero crescre. Perché LORO hanno tutti un lavoro – i 1000 dottoroni ben pagati. E questo è tutto quello che hanno da dire. Dicono che il fatto che i salari non aumentano è un mistero.

    Io dico che quelli per cui questo è un mistero non sono le persone giuste per fare il lavoro che fanno. Se si esportano milioni di posti di lavoro in Asia, si sposta anche il potere negoziale dei lavoratori e li si spinge a fare dei lavori di merda e senza nessun benefit, e allora c’è solo un risultato possibile. E questo risultato non include né inflazione, né crescita dei salari. L’unico risultato possibile, invece, è una erosione continua delle economie.

    Il mantra globalista afferma che riempiremo lo spazio che perdono le nostre economie offrendo  posti di lavoro migliori, nel settore dei servizi e nel settore della conoscenza. Ma la realtà non segue il mantra. La maggior parte dei nuovi posti di lavoro non sono sicuramente “migliori”. E mentre aspettiamo di vedere questi posti di lavoro migliori, salutiamo i clienti di Wal-Mart, vediamo che i robot cominciano a prendersi cura di quel poco che ci rimane della nostra capacità produttiva e i servizi pronta consegna eliminano dagli scaffali anche quello che restava nei nostri magazzini di mattoni e di calce. Sì, questo significa che stiamo perdendo anche i lavori “di minor qualità”.

    Nel frattempo, i cinesi che ora fanno i nostri vecchi lavori, sono stati capaci di farli grazie ad una folle quantità di inquinamento prodotto. E come se non fosse abbastanza, recentemente, solo per mantenere in vita il loro nuovo magico paradiso produttivo, sono stati costretti a prendere in prestito tanto quanto abbiamo preso in prestito noi – a livello statale, a livello di governo locale e ora anche a livello individuale.

    In Cina, le funzioni del credito sono come gli oppiacei in America. Milioni di persone che non erano mai entrate in contatto con le cose – e avrebbero continuato a viver bene anche se non ci fossero mai entrate in contatto – ora sono state agganciate. Ma sono stati agganciati anche i governi locali, che hanno creato un sistema bancario ombra che minaccerà presto Pechino, ma per i cittadini, questo, è un fenomeno relativamente nuovo.

    E si vede gente che dice cose come: “se non compri un appartamento oggi, non te lo potrai mai più permettere” oppure … ” una persona senza un appartamento non ha futuro a Shenzhen”. Sappiamo tutti che è sbagliato, ma i cinesi sono gente che ha visto solo che i prezzi dei beni salgono e che non ha mai pensato che esistono delle città fantasma e che ha pochi altri modi per parcheggiare i soldi che si guadagna, grazie al lavoro importato dagli Stati Uniti e dall’Europa.

    Pensano, senza avere mai dubbi, che i loro salari continueranno a crescere, proprio come il “valore” degli appartamenti. E’ gente che non ha mai visto i prezzi scendere. Ma se NOI dobbiamo prendere soldi in prestito per permetterci di comprare i prodotti che (i cinesi) fanno per ripagare i soldi che hanno preso in prestito per comprare i loro appartamenti… allora siamo tutti in difficoltà, siamo tutti in mezzo ai guai.

    E allora è la stessa globalizzazione ad essere in difficoltà. I beneficiari assoluti, i proprietari della globalizzazione saranno in mezzo ai guai. Anche se lo saranno non prima di essersi pappati la maggior parte dei frutti del nostro lavoro. Che cosa ci farete poi, con tutti i vostri miliardi quando il tipo di società che avevate conosciuto quando siete cresciuti, saranno state sradicate dal processo stesso che vi ha permesso di fare quei miliardi? Da qualche parte però, quei miliardi dovranno andare!

    Se quei 1000 dottoroni vogliono studiare un nuovo modello, potrebbero cominciare da qui.

    La globalizzazione provoca molti problemi. Il fatto che il lavoro scompaia dalle società – in modo che i cittadini di queste società possano però acquistare gli stessi prodotti per pochi centesimi di meno, se vengono in Cina – è un grande problema. Ma il problema principale della globalizzazione è quello finanziario: i soldi svaniscono continuamente dalle società, che devono indebitarsi sempre più per non regredire. La globalizzazione, come qualsiasi tipo di centralizzazione, fa questo: chiede soldi lontano, li chiede alle “periferie”.

    Il modello di Wal-Mart, McDonald’s, Starbucks ha già portato via lavoro, negozi e soldi incalcolabili dalle nostre società, ma non abbiamo ancora visto nulla. L’avvento di Internet farà prendere gli steroidi a quel modello, ma perché bisogna lasciare che un gruppo di capitalisti- avventurieri di Silicon Valley gestisca certi affari, come Uber o Airbnb, anche nel posto in cui viviamo noi, quando noi potemmo farlo benissimo e utilizzare i profitti di questi affari per migliorare la nostra comunità, invece di lasciarla diventare più povera?

    Vedo che nel Regno Unito, Jeremy Corbyn, ci aveva già pensato, e aveva fatto bene. La Gran Bretagna può diventare la prima grande vittima del lato oscuro della centralizzazione e, dopo essere uscita dall’organizzazione che l’appoggia – l’Unione europea – l’idea di Corbyn di creare una cooperativa locale per sostituire Uber è proprio il modo di pensare di cui avrà bisogno. Ma perché devi accentrare tanti soldi e tanta capacità produttiva e poi lasciare tutto nel posto in cui si vive? Non si riuscirà mai a correre abbastanza velocemente, e non si deve farlo.

    Questo è il succo del dibattito sulla centralizzazione dell’Impero Romano. Anche se i Romani non spingevano mai le loro periferie a smettere di produrre i beni essenziali, però chiedevano di versare a Roma una parte. Il loro problema era che, verso la fine dell’Impero, la quota-parte che richiedevano – con la forza – divenne sempre più grande. Fino a che le periferie non si ribellarono – anche loro con forza -.

    Il club delle Banche Centrali del mondo presto avrà delle nuove leadership. La Yellen potrebbe andar via, così come Kuroda in Giappone e Zhou in Cina; la BCE e Mario Draghi – della Goldman – cambieranno un po’ più tardi. Ma non c’è nessun segnale che le religioni economiche a cui aderiscono tutti, saranno sostituite,  così si andrà avanti con la centralizzazione, e se non dovesse funzionare, imporranno ancora più centralizzazione.

    Come finiranno i giochi in questo processo è dolorosamente ovvio già dall’inizio. La centralizzazione alimenta forze centrali, siano esse governative, militari o commerciali, pagate con i frutti del lavoro delle popolazioni locali, delle periferie. Questo è un processo che, sempre ed inevitabilmente, andrà a sbattere contro un muro, perché sono troppi i frutti di quel lavoro che vengono tolti. Troppo è il peso di quei frutti che continuano a scorrere verso il centro, sia verso la Silicon Valley, sia verso Wall Street o sia verso Roma Antica. Non c’è nessuna differenza.

    Ci sono cose che si possono tranquillamente centralizzare (come le trattative di pace), ma non si possono centralizzare beni essenziali come il cibo, la cassa, i trasporti, l’acqua, l’abbigliamento. Hanno un costo troppo alto a livello locale per essere centralizzati. Oppure tutti e ovunque finiremo per romperci l’osso del collo solo per sopravvivere.

    E’ molto facile, forse perché nessuno ci fa caso.

    Avanti così...
     
    Ultima modifica da parte di un moderatore: 18 Ottobre 2017
  2. Maurras

    Maurras Wanna be Elf , but proud to be Hobbit ! ;)

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    Un analisi interessante.

    Racchiude in se tutte le domande che chiunque abbia un minimo di sale in zucca si sta ponendo negli ultimi anni... 

    Purtroppo se ci sarà un cambiamento (presto o tardi che sia) non sarà né semplice, né indolore.

    C'è solo da sperare che non si decida di "resettare" il pianeta con un una Terza guerra ...  :'(  
     
  3. gothicMan

    gothicMan Signore degli Inganni

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    Interessante argomento, certo.

    Vero?

    Da dove cominciare...

    Non è costruttivo commentare un autore al posto del pensiero che propone, e poi il fatto che io non lo conosca e che Google non mi sia d'aiuto non deve togliere nulla alla sua autorevolezza nel merito, quindi per correttezza lo reputerò il milleunesimo dottorato in economia, per par condicio.

    Gli si può concedere, per esempio, che il trend dello stile di vita di noi occidentali medi sia in costante declino da appena dopo il boom economico del dopoguerra, e che questo sia responsabilità delle Corporazioni, termine molto utile per indicare un manipolo di individui tanto pieni di denaro e potere quanto vuoti di scrupoli ed empatia. In fondo di qualcuno la colpa deve pur essere, e di certo non è sua nè di noi proletari, che quotidianamente viviamo nel nome di altruismo e benevolenza verso il prossimo; sono Loro, quelli che tirano le fila, che hanno a cuore solo il proprio interesse, ed è grazie a quella spinta diabolica che riescono nei loro loschi intenti, mentre i poveri illusi idealisti, pieni di sogni e buone intenzioni come sono, vengono repressi all'istante, per tanti e ben motivati che possano essere.

    Ha anche poi ragione quando dice che una delle cause primarie di questo declino risiede nella delocalizzazione della produzione, e di conseguenza dipendenza da terzi per genere sempre più di prima necessità. È infatti a causa del lavaggio del cervello perpetrato da Loro, le Big Corps, che milioni di consumatori credono di poter risparmiare dei soldi acquistando da fonti più o meno legittime, e il semplice cittadino si trova costretto a risparmiare a volte anche bei soldi, comprando d'importazione. A parte l'ultimo iPhone però; col precedentemente risparmiato ora ci si può permettere quello che altrimenti sarebbe un mese di cibo e riparo, quando si dice prendere due piccioni con una fava!

    E non possiamo naturalmente dargli torto in merito al così evidente fenomeno degli immigrati che portano via il lavoro agli indigeni, in fondo decine di milioni di americani stessi hanno recentemente dimostrato, con il loro voto, che il problema c'è ed è di impellente urgenza (anche se pare che sia stata interpellata un'impresa cinese di migliaia di muratori per porre un limite a tutto questo). Del resto loro non hanno una Comunità cui ribellarsi, una panacea per i loro mali. Sarebbe bello, quasi semplice, poter alzare mento e tacchi e decidere di lasciare agli altri, ingenui, le nefaste conseguenze di una comunione di obiettivi e interessi, che tanto verrà comunque inquinata e corrotta da Loro. Non tutti possono permettersi questo lusso, nonostante gli evidenti e pianificati benefici che porterebbe. 

    Non può essere così difficile, in fondo, arrangiarsi. A ognuno il suo orticello, tutti uniti dalla stessa, casuale origine geografica comune e nessun volto sconosciuto, nessun profilo confuso avrà più potere o controllo sulle nostre ritrovate serene esistenze, il tutto al misero costo di cosa? Comunicazione? Esplorazione? Curiosità? Macchè, noi uomini non siamo fatti per questo. L'era contemporanea è il frutto di un banale errore di valutazione, e ben presto l'equilibrio verrà ripristinato, con giusta soddisfazione degli oppressi e buona pace dei Proprietari, che pagheranno ingordigia e avarizia con... Be', pagheranno.
     
  4. Alice

    Alice Livello 1

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    Non so bene cosa aggiungere perché trovo il tutto molto deprimente.

    La caratteristica più evidente della politica contemporanea è la sua insignificanza: i politici sono impotenti e non hanno più un programma autentico. Ambiscono solo a rimanere in carica. L'avvicendarsi dei governi non è un fattore decisivo; al massimo, è un'increspatura sulla superficie di un fiume che scorre ininterrottamente, uniformemente, inesorabilmente nella propria direzione, spinto dalla propria forza propulsiva. Cent'anni fa, la formula politica dominante del liberalismo era l'ideologia provocatoria e spavalda del "grande balzo in avanti". Oggi, è solo un tentativo di giustificare la resa. Lo stesso che gli utenti del forum mi ripetono di continuo: "Questo non è il migliore dei mondi immaginabili, ma il solo mondo reale. Inoltre, tutte le alternative sono peggiori, devono essere peggiori e si dimostrerebbero tali se si provasse a metterle in pratica". Il liberalismo odierno si riduce al semplice credo della "mancanza di alternative". Volendo scoprire le radici della crescente apatia politica, si può anche evitare di cercare altrove. Questa politica elogia e promuove il conformismo come se l’unica forma di cittadinanza possibile fosse quella basata sul consumismo. È questa (e soltanto questa) la forma che i mercati finanziari e commerciali sarebbero disposti a tollerare ed è questa la forma promossa e coltivata dai governi attuali.

    Sono per l’autarchia e per la riconquista delle identità dei popoli ma so bene che è una guerra persa e più si andrà avanti nella direzione attuale meno ci sarà da salvare. Specialmente senza la riqualificazione di ambienti e luoghi che ci aiutino a uscire dal nostro isolamento privato e riorientare in un comune sforzo responsabile il nostro modus vivendi non vedo alcuna possibilità di produrre dei cambiamenti di rotta significativi. Viviamo in una società di persone che si sentono insicure, che diffidano di ciò che il futuro potrebbe riservar loro e non hanno alcuna intenzione di assumersi i rischi che l'azione collettiva comporta. Non trovano il coraggio di osare o immaginare modi alternativi di vivere insieme. Ma anziché sostenere le persone nella lotta contro l’insicurezza si fa l’esatto contrario: si convoglia l'ansia, estesa e diffusa, verso la sola componente della sicurezza personale. Gran parte delle misure adottate in nome della sicurezza personale producono divisione: seminano il sospetto, allontanano le persone, le spingono a fiutare nemici e cospiratori dietro ogni polemica o presa di distanza, e finiscono per isolare ancora di più chi già vive isolato. Ma la cosa peggiore è che tali misure non solo lasciano intatte le vere fonti dell'ansia, ma consumano tutta l'energia che esse generano: un'energia che potrebbe essere utilizzata molto più efficacemente se venisse incanalata nello sforzo di riportare il potere nell'ambito dello spazio pubblico gestito politicamente. Sociologicamente, come sotiene anche Bauman, l'aumento della libertà individuale coincide con l'aumento dell'impotenza collettiva. Al riguardo ho visto un bel documentario intitolato "La teoria svedese dell'amore" che vi consiglio invano.
     
    Ultima modifica da parte di un moderatore: 19 Ottobre 2017
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  5. Chris80

    Chris80 Livello 1

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    Premetto che articoli come questo lasciano ampio spazio al dubbio e alla critica, dal momento che non hanno il taglio giornalistico ma saggistico, esprimono opinioni e non fatti (con relative fonti). Quindi, essendo opinioni, per quanto ben esposte, saranno sempre scardinabili da un ragionamento ugualmente forbito ma dal punto di vista opposto. Basterebbe insomma trovare una buona penna appartenente alla parte opposta che ti convincerebbe dell'esatto contrario. 

    Ma non lo farebbe nemmeno lui, perché sarebbero anche quelle opinioni.

    Fatta la premessa, e ci tengo perché su web bisogna conservare uno spirito critico altissimo, e diffidare di tutto al costo di sembrare paranoici, condivido il punto sui danni economici locali provocati dall'esportazione della produzione. Sono sotto gli occhi di tutti. Stabilimenti che chiudono, lavoratori lasciati a casa. C'è poco da fare contro il ragionamento puramente economico di tanti titolari d'industria (non di tutti, ci sono molti titolari che tengono ai propri dipendenti e fanno sacrifici, e altri che non hanno scelta se non chiudere, schiacciati da un fisco che non fa il suo lavoro e da leggi che non li tutelano), ma la famosa rivoluzione dal basso, per quanto mi riguarda, parte dal non comprare cinesate al mercato e preferire un prodotto italiano (italiano vero, non made in china pure quello...), o scendere al negozio sotto casa mandato avanti da una famiglia anziché andare all'iper.

    L'unica cosa giusta che aveva detto Trump era che avrebbe pensato per prima cosa all'America, lasciando intendere che avrebbe abbandonato un po' la mania imperialista e la politica estera per dedicarsi a quella interna, e sistemare le gavagne in casa. Sinceramente avevo detto "e meno male!".

    Ovviamente non l'ha fatto, preferisce giocare a risiko con l'altro pazzoide.
     
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  6. gothicMan

    gothicMan Signore degli Inganni

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    Curioso, lo stesso vale per me.

    Autarchia, si diceva? Niente caffè al mattino suppongo, niente pasta al pomodoro o, se la preferite, pizza a pranzo, e niente più take-away etnici il sabato sera. Si può sicuramente fare a meno di film e serie tv, di libri e spettacoli e musica inglesi, e sicuramente studiosi e ricercatori nostrani alla fine arriveranno a scoprire tutto quanto. Con calma ci sono arrivati anche a Pyongyang.

    Anzi, a farci bene caso forse oggi saremmo anche i più avanti grazie agli esperimenti di Marconi, e addirittura potremmo non temere la minaccia nucleare causata da Fermi & company. No, scusa. Da Fermi e compagnia bella, siamo autarchici qua.

    Forse non saremmo mai arrivati sulla Luna... Ah no, falso anche quello suppongo. Ci sarebbe l'ISS, se non è già stata smontata anche quella. Magari Marte, prima che chi legge questo oggi sia tornato polvere.

    Il fatto è che non hai necessariamente torto, Alice, nè quello che dici è sbagliato per forza (anche se, nel mio inscalfibile ottimismo, penso che la casta politica non faccia altro che - come dici - mantenere lo status quo, senza la malafede e i tramacci di cui tanto si vocifera come certezze), ma semplicemente inevitabile. Che differenza c'è tra noi popolani del giorno e del mondo d'oggi e quelli sotto Lui, o sotto gli Asburgo o i Savoia, o sotto l'Inquisizione, o sotto Re, Imperatori e Senatori prima ancora? O, come preferisco vedere io la questione, cosa ci accomuna? 

    È insita nella nostra specie la definizione di ruoli e gerarchie, e questo accade dai massimi sistemi governativi fino ai rapporti individuali tra due sole persone, e non serve andare tanto a scavare nella storia dell'umanità per trovarne, puntualmente, riscontro. Diventa quindi ben poco utile andare a rimpiangere forme sociali estinte, commiserare le correnti e auspicarne di rivoluzionarie, perchè per quanto tutto si possa provare a cambiare la società rimarrà composta da animali istintivi quali siamo, e non passerebbe molto da una nuova, alternativa forma di controllo. Il mondo d'oggi non sarà il migliore di quelli immaginabili, ma è l'alternativa migliore sinora, e azzarderò di più: così sarà anche il prossimo, e quello dopo ancora.

    Sono rassegnato, dici? Sconfitto, addirittura? In parte, sì. Riconosco e accetto che il nostro mondo non potrà mai essere equo e bilanciato come potrebbe essere quello animale (inteso come selvatico), proprio a causa della natura di cui dicevo sopra, quindi non me ne cruccio, è al di là delle mie possibilità e, ammettiamolo, delle mie competenze.

    Una cosa mi resta da fare, tuttavia, ed in questo che verso il mio impegno: essere la versione migliore di me stesso in base a ciò in cui credo, che alla fine per me conta molto di più di grandi questioni universali fini a se stesse. Nel momento in cui posso essere consapevole di aver fatto il mio, di essere giusto nei confronti miei e del prossimo, e di aver realmente dato quel che posso e che mi compete, allora posso essere sereno, e tutti questi paroloni e concetti astrusi diventano quisquilie.

    Il populismo, che io sappia perlomeno, non ha mai portato a nulla di meglio di un omino di dubbio colore aranciastro. 

    Bisogna stare attenti a distinguere causa e conseguenza. Come sono arrivati i famigerati cinesi a imbastire imperi di superminimarket, se non con la compartecipazione dei consumatori? Dici giustamente che la rivoluzione parte dal basso, ma chi si rivolge all'economico al posto del locale da cosa è motivato? C'è chi non può scegliere, c'è chi se ne frega e c'è chi guarda solo al proprio risparmio, come si può generalizzare? E tutte le catene di negozietti alla moda nei centri commerciali, quelle con le commesse del paese accanto, dove si configurano in questo panorama? E quando c'è da fare un intervento in casa e l'artigiano italiano costa di più, lì come la mettiamo, contro chi puntiamo il dito? 

    Con una connessione internet e una tastiera è molto facile fare disamine e proseliti, come il signore dell'articolo, e con abbastanza arte magica della distrazione si può perfino far sparire la pubblicità dei propri prodotti da sotto il naso: vieni internauta ribelle, qua troverai tutte le dita puntate di cui hai bisogno e gli articoli più sovversivi, e potrai saziare ogni più avida sete di anticonformismo (al modico prezzo di $ 29,95).
     
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  7. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    io, purtroppo, sono d'accordo su tutto, la globalizzazione era inevitabile ma è stata gestita nel modo peggiore (o meglio: non è stata gestita affatto) con risultati potenzialmente distopici
    un esempio tra tanti: tra pochi anni quello che era il commercio al dettaglio finirà per scomparire completamente in quanto gestito solo da due mostruose multinazionali, amazon e alibaba
    questo, tra l'altro, implica l'annichilimento di un numero mostruoso di posti di lavoro in tutto il mondo e gli apparenti vantaggi per i consumatori si stanno già vistosamente assottigliando
    e leggo commenti felici per il successo di quella torbidissima multinazionale che risponde al nome di uber, i rancori nei confronti dei taxisti (tutti ladri) a quanto pare sono molti diffusi
    in realtà è solo l'accelerazione del un processo di estinzione che sarà determinato dai mezzi a guida autonoma
    idem per airbnb che sta assassinando le strutture ricettive tradizionali, a cominciare dalle più amabili e lussuose anche qui sostituendo il mestiere con l'improvvisazione più dilettantesca e l'assenza di controlli
    e così via (la vedo proprio brutta)
     
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  8. Alice

    Alice Livello 1

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    Bisogna appunto chiedersi se il miglioramento della convivenza umana dipenda anzitutto dalla capacità di perfezionare le istituzioni politiche oppure dalla volontà di perseguire il perfezionamento interiore della persona. Per Dostoevskij non vi è dubbio che sia preferibile privilegiare il perfezionamento etico ed interiore dell’uomo, così da impedire che l’egoismo possa arrecare oltraggio alla dignità della persona umana. "Quando non siamo in grado di cambiare una situazione, siamo chiamati a cambiare noi stessi" diceva V. Frankl, ed è quello che oggi l'europeo dovrebbe comprendere anzichè riversare le sue angosce sempre verso nemici esterni (taluni perfino fittizi) senza mai guardarsi dentro. Come disse Chamfort: "La felicità è difficile trovarla in noi, impossibile trovarla altrove." Ragion per cui l'edonismo consumista che ci spinge a cercarla nelle cose a discapito del prossimo è fallace. Il circolo vizioso mondialista possiamo spezzarlo solo emancipandoci dalle nostre gabbie dorate, dai bisogni indotti e dal nostro effimero regnucolo materialistico al quale non siamo disposti a rinunciare per niente al mondo. Saper porre dei principi al di sopra di noi è l'unico modo per produrre un agire realmente responsabile.

    Tornando un attimo strettamente all'articolo, il trasferimento di ricchezze dal 99% della popolazione più povera all'1% della popolazione più ricca non avviene per caso, ma è opera dei banchieri centrali che sono ben consapevoli che i loro modelli sono sbagliati, ma seguitano ad applicarli perchè in realtà il loro obiettivo è la centralizzazione del potere nelle mani di pochi. Chi ritiene un "mistero" il motivo per cui i salari non crescono è stato messo lì appunto per mentire e far finta di non sapere che le politiche economiche sono fatte proprio per far calare i salari.
     
    Ultima modifica da parte di un moderatore: 20 Ottobre 2017
  9. gothicMan

    gothicMan Signore degli Inganni

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    Come si gestisce un'evoluzione? Chi, e come, potrebbe prendersene carico? Come si potrebbe sperare di dare direttive sul dove e quando il progresso (nel senso letterale di avanzamento, non necessariamente migliorativo - quello dipende dal punto di vista soggettivo) è consentito, può essere incentivato o deve essere tarpato?

    Gli esempi che citi, indubbiamente calzanti e rappresentativi del fenomeno, non sono unici esempi di idee e spunti avuti da menti più o meno adatte a portarli avanti, anzi le definirei più eccezioni alla norma di impresa tentata e mai fiorita. E allora a cosa dobbiamo la loro esistenza? Di nuovo, attenzione a causa ed effetto. Chi prevale non è chi riesce a imporre il proprio prodotto o servizio alle masse, ma al contrario chi, con la sua idea, centra le esigenze dei più, reali o percepite poco importa, non fa differenza alla cassa.

    Shopping comodamente seduti in poltrona con consegna a domicilio, farsi scarrozzare comodamente su richiesta, viaggiare e vedere il mondo a un costo accessibile ai più: chi mai non vorrebbe questo, qual è un motivo razionale per non cercarlo, e approfittarne quando c'è? Il negoziante usuraio che ricarica sui prezzi di mercato perchè tanto è l'unico in città, il tassista ladro che fa il giro lungo e pure coi semafori perchè tu turista non lo sai, l'albergo di montagna che a dicembre senza neve è già in alta stagione. Le persone guardano al loro tornaconto, e come questi soggetti decidono le loro condizioni io cliente decido di rivolgermi altrove: dov'è l'errore, dov'è il male in questo?

    E questo come si confà ai burattinai che, apparentemente, manovrano il mondo in cui viviamo da dietro le quinte? 

    Non sono in grado di portare citazioni e pensieri di personaggi più illustri di me a sostegno del mio punto di vista, purtroppo, principalmente perchè non ne conosco, e in secondo luogo perchè comunque non mi piace l'idea di usare le parole d'altri - per quanto efficaci e suggestive possano essere - per esprimere un concetto che ho elaborato interiormente; tuttavia a questo provvedi te, quindi ti ripropongo Dostoevskij, Frankl e Chamfort e ti chiedo: se, a quanto pare, condividi quello che dicono, come mai allora torni a chiamare in causa sempre Loro, gli incappucciati nell'ombra, che veramente sembri ritenere essere la causa dei mali del nostro tempo? Se credi veramente che il segno che possiamo lasciare dipenda da quelli che eleggiamo a nostri princìpi, e se di conseguenza agisci e ti comporti (come, sono sicuro, fai anche nel semplice proporre uno stimolo di conversazione propositiva in uno spazio dedicato prevalentemente allo svago, quale il nostro forum), da dove deriva questo rancore, questa diffidenza, questa palese guerra aperta nei confronti delle istituzioni? 

    Specialmente quando non è lì che andrebbe comunque diretto.

    L'1% che citi, e più ampiamente l'oggetto di questa conversazione che possiamo identificare con "corporazioni", ha un tratto distintivo sul quale concorderai, credo: predatorio. L'avarizia e l'ingordigia di cui parlavo precedentemente non si possono che alimentare di debolezza e semplicità, di quelli che, magari non potendo nemmeno pagare le bollette, s'indebitano comunque per l'ultimo modello di telefono, vestito o auto. E tu colpevolizzi il venditore, ma così facendo giustifichi l'acquirente, che in realtà sta autonomamente alimentando il grande ingranaggio, che non sta seguendo dei principi, o meglio, i cui principi non rientrano in quell'agire che definisci responsabile. 

    Hai mai fatto la fila notturna per l'ultimo modello di cellulare? Hai condiviso o partecipato al più recente tormentone virale? Stai seguendo l'ultima moda di abbigliamento o accessori? Congratulazioni, (non) sei un ingranaggio del sistema. 

    Ma ci devi convivere, e puoi farlo con la serena consapevolezza dei giusti o l'amara frustrazione degli illusi.
     
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  10. Alice

    Alice Livello 1

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    L’oggetto principale della mia critica è quasi sempre rivolto contro il mondo delle masse e della quantità non contro gli “incappucciati”. Quando parlo di perfezionalmento interiore è implicito che l’uomo prenda così coscienza della vanità del proprio ego (compresi i desideri frutto di quest’ultimo) e si regoli di conseguenza. Delle istituzioni che svolgano un azione formatrice nel propiziare un tipo umano orientato verso il vivere per essere anziché vivere per avere non solo sono complementari in proposito ma anche imprescindibili per una società unità che voglia costituirsi come un insieme organico. Non c’è alcun rancore salvo la convinzione che il mondo così non può andare avanti e il fatto di sentirmi o meno apposto con la coscienza non cambia certo le cose. Sul colpevolizzare il venditore: veramente ho scritto che la globalizzazione è possibile solo attraverso un regime di complicità collettiva altrimenti non sarebbe così inarrestabile. Come andrà a finire lo ha già dimostrato Calhoun con un suo curioso esperimento http://leganerd.com/2013/09/06/universe-25-morte-utopia/
     
    Ultima modifica da parte di un moderatore: 20 Ottobre 2017
  11. gothicMan

    gothicMan Signore degli Inganni

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    Visto che avevi appositamente ripreso un filone -
    mi era parso che fosse prevalentemente su quello che volessi porre l'accento e l'attenzione, anche perchè, in questa discussione, hai fatto diversi riferimenti espliciti a situazioni politiche e finanziarie, ma solo una descrizione più generica di come la società, inteso come i singoli individui che la compongono, ne è coinvolta e influenzata, e come (re)agisce. Per questo ho leggermente frainteso la tua posizione.

    Ciononostante, anche in seguito al tuo chiarimento rimango ancora perplesso in merito a ciò che sembra turbarti (passami il termine, non ne riesco a trovare uno più appropriato), anche alla luce di altri topic che ho visto hai aperto più o meno di recente. Sembra ovvio che respingi la nostra società contemporanea e che ti dai attivamente da fare, per quanto possibile, per migliorarla, e questo è ben lodevole: stavolta ho una citazione anch'io, "sii il cambiamento che vuoi vedere". Banale forse, porta pazienza, ma adeguata credo.

    Cosa intendi quando dici
    ?

    Certo che andrà avanti, lo ha sempre fatto e, mi ripeto, da un punto di vista prettamente statistico e oggettivo dei parametri comunemente utilizzati di "benessere", la nostra era non solo è la migliore, ma è anche indirizzata verso un continuo miglioramento.

    È ben vero, te lo riconosco, che da un punto di vista individuale interiore, il contesto in cui viviamo ha cambiato radicalmente alcune nostre caratteristiche... psicologiche, in un certo senso (ancora, perdona il termine così generico e vago: cerco sempre di non usarne, ma a volte non ne trovo o conosco di più adatti): come ci relazioniamo con gli altri è la prima a venire in mente, la stessa piattaforma che stiamo utilizzando per scambiarci punti di vista qui, ora, sarebbe stata aliena per i nostri nonni alla nostra età. Ma anche i nostri desideri, sogni e ambizioni sono sostanzialmente diversi da quelli dei nostri genitori, e ancora la capacità stessa e l'origine delle nostre emozioni sono probabilmente cambiate, e in continua evoluzione.

    Tuttavia questo è sempre successo e continuerà a succedere, e il fatto che cambino il modo o la forma non ne invalida la presenza, la genuinità e la potenza.

    Ma scusa, penso di aver divagato (mi sono ritrovato a fine paragrafo prima di accorgermene).


    Volevo anche commentare l'esperimento che citi, che trovo al limite dell'insultante: nonostante alcuni esemplari sembra si prodighino per smentirmi, preferisco pensare alla nostra specie diversi gradini sopra i topi in un'ipotetica graduatoria di intelligenza, in cui è inclusa quella sociale. E, a quanto pare, anche Jonathan Freedman (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2636191/), che ridimensiona, o quantomeno contestualizza, il lavoro svolto dal collega diversi decenni prima (probabilmente senza nemmeno avere gli strumenti per prevedere alcune situazioni demografiche che si sarebbero sviluppate in seguito - per rendere l'idea, Shangai, la città più popolata del mondo, ha oggi più del doppio di densità di popolazione al metro quadrato di quella massima teorizzata da Calhoun per i suoi topi, composta da esseri umani però - ed è soltanto la 50esima al mondo, con la prima a un terrificante dato di 40 volte tanto).

    Questa considerazione non per smontare l'esperimento, chiaramente; ma insomma, cerchiamo di dare il giusto peso alle idee: "come andrà a finire" non lo può certo dimostrare nessuno.
     
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  12. Alice

    Alice Livello 1

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    Gothicman, le nostre posizioni sono inconciliabili e va benissimo. Posso solo limitarmi a esporti il mio punto di vista in maniera molto sommaria perchè siamo in un forum di videogiochi e non in un portale filosofico.
    Certo che si può prevedere che finirà male se non si fa niente per cambiare le cose. Il picco del petrolio è stato raggiunto nel 2005-2006 (come tra l'altro Campbell aveva previsto esattamente) e la crisi attuale non è certo il frutto di meta-fisiche questioni monetarie... l'enorme crescita dei debiti pubblici e privati ha un'origine fisica, termodinamica e cioè deriva proprio dal tentativo di compensare con l'aumento del debito e con la stampa di moneta il declino devastante dell'erogazione petrolifera. La bolla di energia fossile estratta dalle viscere della terra che ha consentito lo sviluppo della cosidetta civiltà industriale si sta contraendo, in termini di rendimenti decrescenti, proprio a partire dal 2005 e poichè tutti gli eventi fisici, comprese le attività economiche, per accadere hanno bisogno di energia in futuro ci sarà solo da piangere se non si escogitano metodi di vita alternativi. Se senti i dibattiti pubblici non si fa che parlare di risolvere le cose usando la stessa medicina che ha causato la malattia e questo a lungo andare potrà solo uccidere il paziente. Continuando nell'illusione suicida di una crescita esponenziale illimitata (una cosa che non può esistere perchè le risorse stesse sono limitate ed esauribili) condanneremo non solo la nostra generazione ma anche, e sopratutto, quelle future.
    Sul rapporto masse\oligarchi qualche considerazione semplice: la maggior parte degli imprenditori e banchieri sono accumulatori seriali di denaro. È una condizione patologica la loro. Lo ha illustrato una volta Pepe Mujica quando chiese ad un miliardario se non ne avesse abbastanza di denaro e cosa se ne sarebbe fatto da morto: questi gli rispose che non è colpa sua se non riesce proprio a fermarsi dal continuare ad accumularne. Pepe Mujica è uno dei pochi, come me, a considerare questa tipologia di individui persone malate; per il resto della popolazione la massima aspirazione è poter divenire come loro. Motivo per cui se li uccidi ne troverai quanti ne vuoi pronti a prendere il loro posto. La nostra società instilla un falso concetto di ricchezza, false aspirazioni, deleteri stili di vita (che non sono nemmeno sostenibili per le ragioni esposte prima). E' necessario gettare le basi per una società non fondata sull'usura ma ciò è possibile solo attraverso una presa di coscienza e una volontà condivisa da parte della gente che non è affatto presente. Provo a parlarti dell'evoluzione in modo compassato perchè in verità sono costretta a esporre molto limitatamente quello che penso (semplicemente non è il luogo per affrontare determinate questioni): è indubbio che esiste anche il rovescio del concetto di evoluzione. La vita umana non assomiglia affatto a una uniforme linea retta, ma semmai alle parabole degli andamenti borsistici, cioè a continue oscillazioni di alti e bassi che spesso portano a crack irrecuperabili. Basta vedere la storia di tutte le civiltà, le quali, dopo aver raggiunto il picco del loro sviluppo, iniziano un declino inesorabile, fin quasi a scomparire dalla faccia della terra. La nostra non solo non fa eccezione ma essendo una civiltà globalizzata l'effetto della sua disfatta sarà globale. Non voglio trattare il tema della presunta evoluzione interiore di cui parli perchè non è fattibile in questa sede. Per me è una sciocchezza e stiamo regredendo a un livello subumano da far schifo ma non ne voglio parlare.
    In chiusura, se avete un oretta libera a disposizione da spendere in qualcosa di diverso dai videogiochi, posso consigliarviil video sulla conferenza al festival dell'economia di Trento tenuta da un grande sociologo che amo citare spesso(uso l'ipertesto perchè il forum al momento ha problemi nel visualizzare correttamente i link da youtube). E' del 2011 ma da allora il mondo non ha certo cambiato direzione.
     
    Ultima modifica: 22 Ottobre 2017
  13. gothicMan

    gothicMan Signore degli Inganni

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    Questo è evidente sin dal primo post e sì, va benissimo e anzi trovo educativo, quasi appagante poterle confrontare. Non sto cercando di convincerti di nulla, così come non lo stai facendo te, ma personalmente non ho mai stimato le cosiddette "camere d'eco", non ho bisogno di sentirmi approvare le idee che ho formato bensì dell'altra campana, è sempre facile imparare qualcosa di nuovo o comunque accrescere il proprio bagaglio culturale e d'esperienza.

    Purtroppo hai ragione, la piattaforma in questo caso non è la più adatta e non per via del tema principale del forum - i videogiochi - ma per la sua natura stessa non interattiva; tuttavia non è da sottovalutare il beneficio anche solo di proporre lo spunto di discussione e, soprattutto, di riflessione personale, che auspicabilmente va oltre i caratteri che scriviamo e leggiamo e forma una consapevolezza più profonda e fondata: se non ti fraintendo nuovamente, è in fondo questo uno dei motivi che ti porta occasionalmente a proporre questo genere di topic.

    Concludo con un rapido riferimento a quello che sembra essere il tuo approccio alle variegate sfaccettature di questa questione che è la "globalizzazione", e cioè, come ancora in quest'ultimo post hai descritto, una proiezione di quello che il (recente) passato ha comportato, come si è arrivati al presente e cosa, inevitabilmente secondo te, porterà in futuro. Non so se è una questione caratteriale - se l'ottimismo si può definire un tratto del carattere - o più accademica, fondata su competenze che tu hai e io sicuramente no, ma credo sia questo lo snodo cruciale della nostra visione del mondo: tutti i problemi che elenchi sono reali, indubbiamente, e altrettanto probabilmente porterebbero allo sfacelo che tanto temi, se rimanessero invariati per sempre. Ma io non credo che sarà così, e non per bontà d'animo degli uomini, che è soltanto un'illusione degli utopici, ma sempre per l'interesse che la nostra specie ha mostrato di avere intrinsecamente verso il proprio benessere egoistico ed edonistico. Quando il nostro mondo sarà sull'orlo del collasso gli accumulatori patologici non avranno più prede da mungere, e per alimentare la loro malattia saranno costretti a cambiare direzione, mantenendo un equilibrio diverso nei termini ma probabilmente analogo nella sostanza a quello che, come dicevo, in fondo c'è sempre stato. Mai equo e mai giusto, naturalmente, ma pur sempre equilibrio.


    Questo in sintesi è il mio pensiero sull'argomento, ed è per questo che accetto la nostra condizione di buon grado e rivolgo ad altre questioni più tangibili la mia attenzione e la mia preoccupazione, di nuovo strizzando l'occhio a Frankl e Chamfort. Non sono abbastanza completo con me stesso per dedicare energie a questioni più grandi di me.
     
  14. Mesenzio

    Mesenzio Contemptor Deum Editore

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    Mah, almeno un paio di volte c'è toccato resettare.
     
  15. gothicMan

    gothicMan Signore degli Inganni

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    Resettare mi sembra un termine un po' drastico, la storia è sempre stata un'alternarsi di guerre e ogni volta si è ripartiti con più slancio.

    Non per sminuire la portata di quegli eventi (e tanti altri, anche più recenti), nè per liquidare l'eventualità di uno futuro ancora peggiore, ma per quanto ovviamente non me lo auguri, penso che anche nel più apocalittico degli scenari l'umanità sarà in grado di non annichilirsi e ripartire, con più slancio, forse verso un futuro più giusto e idealistico.

    Che poi sia raccapricciante anche il solo pensiero che sia questo il necessario per ottenerlo è un altro paio di maniche, e in ogni caso io non credo debba inevitabilmente andare così.
     
  16. hyperionx

    hyperionx Designer of Mr Stud

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    Beh mi pare un ottimismo legittimo, ma oggi abbiamo un embrionale (almeno in italia) tentativo di psico-polizia (fake news) che praticamente vuol comprimere il potere critico dell`individuo istituendo di fatto, anche il primissimo, mini-ver di Orwell ufficializzato con i debunkers approvati e quindi il ministero della verità.

    Pensiero unico o altrimenti adesso hai la tag "Fake" sulla tua identità digitale. Poi arriverà su quella analogica? ovvero taggheranno pure i libri scomodi? ecco...

    ...il punto non è la distruzione del mondo e la scomparsa dell`umanità, ma l`umanità ridotta in schiavitù! Quando si pensano i poteri elitari o oligarchi tecnocratici , non si deve far l`errore di pensarli al nostro pari! Loro il piano lo hanno portato a termine e noi siamo il bestiame.
    Quindi trovo inutile fare paragoni come una guerra in corso tra Noi "umanoidi" (chi più chi meno) e la natura. Lo scenario è la guerra tra popoli, tra disperati che non si ribellano in verticale, bensì lottano in orizzontale a 360 gradi. Senza alcun diritto.

    Questo è uno scenario di democrazia dolce, di cui i poteri forti negli ultimi 70 anni non ne hanno nemmeno fatto mistero e scritto nero su bianco.

    @Alice : Io faccio Aramaki tu fai Motoko e costituiamo la sezione 9 pubblica sicurezza, ma.....ci mancano i corpi artificiali!

    Ovviamente scherzo, ma son contento di leggere i tuoi threads , dove offri sempre la pillola rossa o la pillola blu. :)

    Spero un giorno di ripassare da queste parti e trovare tutta l`utenza di rpgitalia che usa gli oculus rift , così li metto in parallelo per fare mining (uahauhauhauh)

    Ciao a tutti.
     
    Ultima modifica: 28 Febbraio 2018
  17. Argenti

    Argenti Supporter

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    il grande Pepe
    Sarebbe bello avere un presidente della Res Pubblica come lui.
    E invece ci toccano mumme paludate.