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Il bello della difficoltà

Discussione in 'Editoriali' iniziata da Mesenzio, 23 Luglio 2012.

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  1. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    un mio amico si è incartato con la caccia al cinghiale e non è mai riuscito a finirlo...il libro è un brivido dalla prima all'ultima pagina (consiglio anche stalker degli stessi autori e altrettanto fulminante)

    adesso scompaio e non faccio più OT, davvero :blushing:
     
  2. LeRoi

    LeRoi Filosofo Mentecatoh! |Ex-Viola Ex staff

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    Se si chiama Hard to be a god ci sarà un motivo :trollface:

    Ok scusatemi, non ho potuto resistere :asd:

    Mi dileguo :ninja:
     
  3. Aster Delenwe

    Aster Delenwe Supporter

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    Risolviamo questo OT una volta per tutte :asd:

    Controllando la citazione esatta è proprio "In medio stat virtus", ma ricontrollando sul mio libro c'era scritto "in medium": probabilmente è un refuso e la citazione corretta è con l'ablativo
     
  4. Mesenzio

    Mesenzio Contemptor Deum Editore

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    Il complemento di luogo di solito è con l'ablativo, poi anche le mie reminescenze di latino sono un po' offuscate :)

    Tornando IT, come avete letto, anch'io non sono per la difficoltà eccessiva fine a sé stessa, soprattutto se obbligatoria. Mi è piaciuta molto la soluzione di L.A. Noire dove puoi skippare le scene di azione dopo qualche volta che non sei riuscito a superarla. Il tutto senza perdere niente della trama o della storia.

    Avrei apprezzato moltissimo qualcosa di simile nei JRPG, dove senza farmare per decine di ore difficilmente si supera il secondo o terzo boss, un peccato perché di solito sono (o erano, almeno) giochi dove la qualità della storia era sufficiente a tenerti incollato allo schermo senza centinaia di combattimenti tutti uguali.
     
  5. Aster Delenwe

    Aster Delenwe Supporter

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    Sembra che nei titoli più recenti (prendo l'esempio di Star Ocean: The Last Hope) sia possibile scegliere il grado di difficoltà della sfida, anche se un J-RPG sia proprio caratterizzato dallo spendere ore e ore ad allenare il proprio party, stando fissi nello stesso punto per intere settimane, se non mesi (come scordarsi Omega Weapon o Ozma, rispettivamente di FF8 e FF9)
     
  6. Jesus_Jazz

    Jesus_Jazz Livello 1

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    @@Mesenzio confermo quanto dice Aster, è così. Ma è quello che dicevo prima, dipende quale intento creativo lo sviluppatore vuole offrire al giocatore, ritengo giusto che un gdr che punta sulla crescita del personaggio e del tuo party, sul procacciamento dei punti esperienza e sull'abilità del giocatore di creare delle build pg in grado di gestire le varie difficoltà di scontro che incontrerà strada facendo nel gioco, abbia un livello di difficoltà molto elevato, altrimenti si perderebbe proprio lo stimolo nello sviluppo di queste peculiarità del gioco stesso.

    Se poi il tutto è infarcito da una bella trama, ben venga, ma di certo quando hanno creato quel preciso gdr (come tanti J-RPG) non è sul narrativismo puro che stavano puntando :)
     
    Ultima modifica da parte di un moderatore: 25 Luglio 2012
  7. Zhanka

    Zhanka Livello 1

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    La difficoltà è una delle questioni che in questi ultimi anni ha avuto notevole peso nelle mie decisioni sul cimentarmi o meno con un gioco.

    Dal mio punto di vista credo che la riduzione della difficoltà nei giochi moderni sia dovuti al fenomento del multi-piattaforma che costringe gli sviluppatori a creare giochi più accessibili a tutti in modo da permettere ai produttori di vendere molto ed assicurarsi un guadagno necessario per mettere in cantiere altre produzioni.

    Io solitamente preferisco giocare a difficoltà elevate per avere un livello di sfida che mi permetta di mantenere l'attenzione e di non proseguire nel gioco per inerzia.

    Parlando di giochi di ruolo ritengo però che la maggior difficoltà si dovrebbe ricercare nella complessità delle quest che dovrebbero essere il meno lineari possibili o possibilmente essere risolvibili in modo diverso a seconda delle caratteristiche del personaggio o dell'interpretazione che si vuol dare.

    Ovviamente molto dipende anche dall'anzianità del giocatore. Io videogioco con i pc da oltre quindici anni e ho sperimentato giochi tipo Another World, Ultima VI (mai completato forse proprio per la difficoltà di alcune passaggi e per la comprensione dell'inglese arcaico), Wolfenstein 3D, Rayman (l'originale), giochi di un'altra era dove, complice anche una realizzazione tecnica limitata dalle risorse a disposizione, forse si puntava di più alla difficoltà intrinseca del gioco stesso. Giocatori più giovani probabilmente sono meno abituati ad una difficoltà elevata ma è ovviamente solo una considerazione personale.
     
  8. fede67

    fede67 Ex staff Ex staff

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    A mio parere la riduzione della difficoltà nei giochi moderni è anche dato dal poco tempo a disposizione degli utenti che, spesso, preferiscono dei giochi che magari hanno una bella trama ma che non siano frustranti
     
  9. NonTrovoUnNome22

    NonTrovoUnNome22 Il supervillain di RPG Italia (Platinum version) Ex staff

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    Approfitto delle ultime parole di fede per aggiungere che i videogiochi non devono essere MAI frustranti: difficile ci può anche stare ma frustrante proprio no...
     
  10. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    il fatto è che un tempo i vg erano appannaggio di pochi eletti, di solito occhialuti nerds universitari

    i grandi publishers non esistevano e si trattava di un fenomeno comunque un po' di nicchia

    dare sempre la colpa alle consoles è storicamente sbagliato anche perché le stesse in realtà sono arrivate quasi prima dei pc come macchine da gico

    e poi ci sono giochi per console di una difficoltà molto peculiare (recentemente, per esempio, ninja gaiden e dark solul)

    sia chiaro: io sono un piciista incallito, ho un'xbotolo ma non la uso non uso quasi mai se non per particolari esclusive...

    il fatto è che la società è cambiata così come il bacino di utenza che si è enormemente allargato, il giro d'affari è cresciuto ed è naturale che si punti a vendere sempre di più, quindi anche i giocatori casual hanno preso peso

    se un gioco non vende una quantità dignitosa cominciano i fallimenti a catena

    inolte un tempo la produzione era molto limitata e i giochi erano assai costosi: se erano particolarmente difficili duravano di più e l'investimento era stato più oculato

    adesso abbiamo (quasi) tutti una pletora di giochi da incominciare e ci manca il tempo...

    sono convinto che l'equazione: alta difficoltà = il gioco migliore sia una sciocchezza

    poi è un fatto di utente: c'è chi cerca principalmente la "sfida" e c'è chi vuole essere "intrattenuto" (ed è la parte maggioritaria), per i primi c'è sempre la produzione indie in cui possono trovare prodotti più che soddisfacenti

    io, per esempio, sono un "casual di ritorno"

    videogioco da oltre vent'anni ma ho millemila giochi (in buona parte presi su steam) che non so se troverò mai il tempo di fare

    a parte i tes e pochi altri ormai preferisco che i giochi non siano troppo lunghi e, soprattutto, faticosi

    se trovo un boss che mi inceppa, dopo quatto o cinque volte mi annoio e mi comincio a domandare se non devo passare ad altro...

    in fondo la vita ci sottopone a sfide continue, troppe e, quando alla sera stanco accendo il computer, preferisco rilassarmi ;)
     
  11. Mesenzio

    Mesenzio Contemptor Deum Editore

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    Concordo, o perlomeno di sicuro non ho voglia di incazzarmici.

    Assolutamente, anzi se proprio si guarda ai "giochini" tra facebook e flash la maggioranza sono su PC...

    Tuttavia la riduzione della difficoltà non penso sia tanto dovuta ad una mancanza di tempo, per quanto questo sia vero: l'età media dei videogiocatori è adesso di 25-35 anni, quindi studenti universitari/lavoratori con meno tempo dei liceali di dieci anni fa (ed uno dei motivi del declino di giochi come Final Fantasy, che non hanno saputo cambiare il target dei loro aficionados, ma è un'altra storia).

    E' anche vero però che prima (intendo molto prima) i limiti tecnici imponevano la creazione di giochi che se tirati a diritto duravano si e no un paio d'ore, e parlo anche di capolavori come Another World, che calza perfettamente. Se questi non avessero avuto una difficoltà assurda (e chi ha giocato il titolo sopracitato si ricorderà la parte in cui ci si rotola nei tunnel) sarebbero stati troppo brevi.

    Ora che il limite non sussiste (oltre all'innegabile allargamento del mercato), è inutile frustrare il giocatore solo per allungare il brodo.
     
  12. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    eh! an other world!

    e dei due primi prince of persia che mi dici? ;)

    hai presente quando arrivavi all'ottavo livello, sbagliavi un saltino e doveri ricominciare d'accapo?

    partiva una giaculatoria che ti garantiva la dannazione eterna :asd:

    però i giochi erano meno friendly anche in tempi più recenti

    morrowind (2002) vede ancora frotte di persone che lo lasciano inorridite perché si sentono sperse e non hanno la pazienza di aspettare quelle 30/40 ore necessarie per capire a fondo le meccaniche

    sto rifacendo vampire the masquerade bloodlines (2004) che, "fatta la bocca" al comparto tecnico, mi si conferma un Capolavoro Epocale (C ed E maiuscole)

    ma: altro che segnalini!

    per trovare i posti e gli oggetti della missione bisogna spesso rovinarsi gli occhi col pixel hunting e spremersi il cervello per usare l'abilità giusta al momento giusto o è game over...

    il fenomeno della vituperata "semplificazione" mi sembra abbastanza recente ma anche un po' sopravvalutato

    ho dovuto mollare darksider (gioco stupendo e nativo per console) perchè ho beccato un boss che non me la faceva passare liscia (manualmente sono una frana)

    insomma: anche se mediamente i giochi sono più accessibili, a ben cercare quelli ardui (con la famosa "sfida") ci sono ancora
     
  13. bruco

    bruco Ex staff Ex staff

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    Mi fai venire in mente "Hollywood Monsters", probabilmente un videogioco pressocè sconosciuto, ma una sfida più impegnativa penso sia difficile trovarla.

    Le sole cose che puoi usare sono degli oggetti, combinazioni di più oggetti ti permettono di sblocarre certi luoghi, che a loro volta celano degli oggetti chiave per completare la storia.

    Non viene dato nemmeno un indizio, uno che possa dirsi UNO, è tutto doverosamente influenzato dalla tua intuizione "grafica" e a volte dalla tua disperazione nel provare tutte le combinazioni possibili per sbloccare una certa situazione.

    Devo dire che in certe situazioni diventa veramente impossibile e ti porta sull'orlo della follia (forse è uno dei pochissimi VG che nel manuale contiene tutta la soluzione completa) ma quando risolvi un rebus, la soddisfazione intellettuale la senti, eccome.

    Purtoppo, e avanzo un prudente forse, l'evoluzione dai VG più antichi a quelli più moderni è avventua dall'Impegnativo al Facile senza molte vie di mezzo, in maniera troppo repentina.
     
  14. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    beh! le avventure grafiche di una volta erano quasi tutte frustranti, scagli la prima pietra chi non ha mai cercato le soluzioni in rete...

    alcune della "sierra" erano concepite per essere praticamente impossibili da completare (assurdamente ardue anche con la soluzione)

    la mia prima è stata monkey island 2 (anche il mio primo gioco "completo")

    all'epoca non c'era internet per cercare un aiuto e vivevo di mal di testa però mi ha dato soddisfazioni indescrivibili

    comunque robe eccessive: anche se si era coinvolti nella storia si finiva spesso per prendere a pugni il monitor e disinstallare

    infatti il genere ha subito un tracollo e si sta timidamente riprendendo con prodotti più abbordabili
     
  15. Zhanka

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    Ricordo anch'io con molto piacere il primo Prince of Persia ma anche Titus: The Fox e per le avventure grafiche The Colonel's Bequest (proprio della Sierra) dove addirittura dovevi scrivere i comandi delle azioni da far compiere al personaggio. Effettivamente la difficoltà manteneva il gioco duraturo ma a volte certi passaggi risultavano veramente snervanti.
     
  16. Jesus_Jazz

    Jesus_Jazz Livello 1

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    Eh, che bei ricordi. Monkey Island, il primo capitolo, è stato il mio primo gioco "serio". E le soddisfazioni che dava nel completare un rompicapo, dopo averci sbattuto la testa per giorni, erano uniche e ancora oggi inarrivabili.

    Ma erano altri tempi, anche per me (età diversa, molto tempo libero). Teniamo conto che per finirlo dovrei averci impiegato circa un anno..
     
    Ultima modifica da parte di un moderatore: 28 Agosto 2012
  17. Maurras

    Maurras Wanna be Elf , but proud to be Hobbit ! ;)

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    La mia prima avventura grafica (nonochè gioco lungo) è stato Indiana Jones and the fate of Atlantis ^_^

    Ero rimasta "bloccata" solo una volta*, ma in generale non era tanto ostico o assurdo... ;)

    *

    Era una cosa che come "Femmina" non ci avrei mai pensato... non so se vi ricordate il gioco ma ad un certo punto

    bisognava convincere Sofia a fare da cavia con il lanciatore di Coltelli... ecco la soluzione era "Spingerla" fisicamente

    verso la zona dello spettacolo! Solo che io provavo inutilmene a convincerla a parole LOL

    Alla fine mi aveva detto la soluzione mio fratello !

     
    Ultima modifica da parte di un moderatore: 28 Agosto 2012
  18. Aster Delenwe

    Aster Delenwe Supporter

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    Mai come Simon, dove ogni capitolo diventava sempre più pieno di assurde combinazioni, che per riuscire a trovarle "spontaneamente" bisognava far ricorso alla magica polverina bianca...
     
  19. LeRoi

    LeRoi Filosofo Mentecatoh! |Ex-Viola Ex staff

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    Dovreste provare un certo Rhem, un'avventura grafica, davvero minimale e frustrante. Di sicuro qualcuno di voi lo conosce, e penso, che esso sia particolarmente attinente con l'argomento in questione. Ti fa davvero impazzire (almeno a quanto dicono).