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I videogiochi come mezzo di introspezione

Discussione in 'Videogiochi' iniziata da Spades, 18 Marzo 2019.

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  1. Spades

    Spades Livello 1

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    Platone, in una sua celebre frase afferma: "Si può scoprire di più su una persona in un'ora di gioco, che in un anno di conversazione."
    E mi stavo interrogando se ciò fosse ancora valido. Cioè, se dovessi valutare i miei conoscenti mentre se ne stanno coi picchiaduro o gli sparatutto dovrei concluderne che sono assetati di violenza repressa e amano ammazzare le persone. O se dovessi valutare le scelte morali fatte nei giochi di ruolo allora il mondo dei gamers risulterebbe pieno di buoni samaritani, il che è una cavolata. Ho posto la questione ieri a un mio amico il quale mi ha risposto lapidariamente che ciò che facciamo nei giochi ovviamente non corrisponde a ciò che siamo davvero, ma allora i mezzi che usiamo per intrattenerci servono a dissociarci da noi stessi? Vien da crederlo, altrimenti il VR non potrebbe avere alcuna attrattiva dal momento in cui occlude la percezione dello spazio effettivo in cui ci si trova al punto che potrebbe entrare un pazzo con un ascia nella stanza senza che l'utente collegato al visore ci faccia caso.
    Magari la verità sta nel mezzo: in fondo se si è attratti da qualcosa in qualche misura la si vuole. E cosa concluderne? Che chi gioca agli shooter in fondo vuole sparare in testa a tedeschi, islamici e sudamericani tramite ipocriti pretesti ideologici vestendo gli abiti con la bandiera a stelle e strisce? Non mi convince ma d'altro canto in caso contrario la coscienza del gamers avrebbe qualcosa da obiettare, una repulsione di qualche tipo... tutto al contrario negli rpg dove è pieno di utenti che si atteggiano a guerrieri santoni che vogliono salvare tutti per salvare infine il mondo. Cioè, per quanto mi sforzi di trovarci una coerenza tra ciò che siamo e ciò che facciamo giocando non approdo a nulla: giochiamo ad essere degli eroi e viviamo da vigliacchi, siamo pacifisti e vogliamo giocare a fare la guerra (mi viene in mente Rollerball), giochiamo a risolvere i problemi del prossimo e viviamo nell'indifferenza più totale del mondo reale che va in malora.
     
  2. Maurilliano

    Maurilliano Sopravvissuto LiberaPay Supporter

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    essendo una attività 'ludica', credo che non ci sia una regola
    in molti titoli (survival/rpg), seguo generalmente sempre un allineamento caotico-buono,
    cosa che si riflette a come sono io nella realtà
    però in altri generi o ip, tutt'altro: faccio dei personaggi completamente differenti, quasi sempre o molto spesso pg-femmina (a meno che non ci siano romance), disdegno i pg macho-cafoni alla Dante DMC o Geralt di Rivia
    nei vg come al cinema (preferisco gli psicotici) :)
    alla fine uno psicologo o esperto del comportamento umano, saprebbe certamente tracciare un profilo
    ma io penso perlopiù che sono le cose che 'non scegli' a qualificare maggiormente una persona: sei maschio, secondogenito, orfano di padre (o madre), sei grasso, hai una famiglia proletaria/borghese, ecc
    e non quello che si sceglie, anche perchè molto spesso non si ha alternativa, ci sono un miriade di ragioni per cui si fa una cosa, o si accetta di fare una cosa,
    ma nessuna di 'queste' ti qualifica
    infatti mi fa sorridere la 'pandemia' che le persone hanno circa la loro privacy: telefonate, gps, siti, programmi, a cosa mi collego, telecamere, acquisti, eccetera....
    se esco a giocare a briscola con gli amici, mi compro un ananas o indosso un paio di calzini viola
    che ci guadagna qualcuno nel saperlo? :emoji_grinning:
    neanche il detto: "dimmi con chi vai e ti dirò chi sei", perchè esperienza personale, il 99% delle volte, una persona che frequenti individualmente è diversa da come si mostra socialmente
    parere
     
    Ultima modifica: 18 Marzo 2019
  3. Attilax

    Attilax Dateci un ME4 con Shepard

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    Ma che ggente (voluto) frequenti :p??? Questi sono ipocriti o dissociati.
    Che uno nel suo intimo sia leggermente diverso da ciò che appare ci sta, che sia diverso completamente proprio no, io non lo frequenterei.

    @Spades non necessariamente Platone aveva ragione su tutto. Poi si dovrebbe contestualizzare la frase nell'epoca in cui viveva, dove non avevano molto tempo per giocare, in special modo in età adulta o post adolescenziale.
    Se applicato ai moderni videogiochi proprio non ci sta, sono un'evasione dalla realtà e di conseguenza un continuo infrangere regole, regole che spesso non si violerebbero nemmeno se si potesse farlo.
     
  4. Spades

    Spades Livello 1

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    Forse hai ragione. Se è così allora l'impulso di videogiocare si fonda su un insoddisfazione perenne di se stessi, del mondo reale o di entrambi (cioè lo stesso che anima il consumo compulsivo).
    Massì, magari serve un esperto perché io non ci capisco un granché. A me interessano solo tre generi: horror, rpg e Avventure Grafiche. Mai stata attratta da strategici e in generale da qualsiasi gioco di guerra, perché la guerra è una cosa da uomini. Sono i maschi della specie che hanno l'istinto di lottare per il controllo del territorio e delle femmine solo che, privati dell'azione effettiva, hanno trasferito il tutto nel virtuale.
    La guerra no e l'horror si?! Si, perché per me ha la stessa funzione di una tragedia teatrale: ovvero è un mezzo di catarsi anziché un desiderio di potenza e conquista.
    Ma gli rpg sono spesso fondati sulla potenza e il salire di livello. Infatti è l'aspetto dei giochi di ruolo che non mi piace e preferirei la possibilità di intraprendere carriere non marziali ma pochi titoli lo consentono.
     
  5. Shaun

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    Perchè il videogiocare è esso stesso un grande gioco di ruolo, ed essendo un gioco di ruolo si vuole interpretare un personaggio che sia il più distante possibile dalla propria quotidianità, altrimenti che senso avrebbe?
    Prendiamo l'ambito cinematografico: il bravo attore valuta una parte in base alla qualità della scrittura, non in base alle qualità morali del personaggio propostogli.
     
    Ultima modifica: 19 Marzo 2019
  6. Spades

    Spades Livello 1

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    La mia semplice riflessione è che per sentire il desiderio di evadere dalla propria quotidianità significa che si percepisce quest'ultima come una prigione. Se si fosse soddisfatti di sé e della propria vita che ragione ci sarebbe di evadere? A chi ci griderebbe: "Vieni, evadiamo!" Noi placidamente risponderemmo che stiamo bene così.
     
  7. baarzo

    baarzo Supporter

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    Oppure per la legge del rasoio di Occam: "a parità di elementi la soluzione di un problema è quella più semplice e ragionevole". La gente gioca perchè si diverte a farlo allo stesso modo di quelli a cui piace andare in bici o fare bricolage o guardare film...
     
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  8. Spades

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    Vabbè si, per divertirsi. Basta. E allora di che bisogna discutere? Diamo un colpo di rasoio e via alla cronaca di cosa stiamo giocando questa settimana.
     
  9. Attilax

    Attilax Dateci un ME4 con Shepard

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    Alice?
    No dai, personalmente concordo con @baarzo videogiocare è una forma di sfogo o svago dopo aver studiato o lavorato.
    Poi si video-gioca anche a quello che ci piacerebbe fare, sparare, vivere nel medioevo, nel futuro, guidare auto, volare etc...
    Per esempio io uso l'auto come mezzo di lavoro ma, non ci penso proprio a un videogioco di simulazione di guida, eppure guidare mi piace e mi diverte (sempre meno viste le regole sempre più stringenti).

    La tua iniziale riflessione era se i videogiochi rispecchiavano la nostra personalità più profonda, la risposta univoca a mio parere non esiste, potrebbe essere vera come non esserlo, dipende dal gioco che si sta giocando e perchè lo si gioca.
    Mettiamola così, il mio vg preferito è la trilogia di Shepard Mass Effect, ma vorrei vivere una vita come la sua?
    Si per l'avventura e la fama, no per il sacrificio di rinunciare a tutto il resto.
    Ecco cos'è un gioco, simulare una esperienza che desideriamo senza pagarne il conto.
     
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  10. Spades

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    Le mie differenze con la vostra @Alice (la cito così magari un dì si rifarà viva):
    1) Non capisco niente di politica
    2) Non sono una fascista
    3) Non mi piace Blondet
    4) Sono ignorante in storia
    5) Non ho lo stesso umorismo al vetriolo e mi reputo meno tagliente nello stile.
    Poi ci saranno tante altre differenze che non ho notato.
    Bella questa. Cioè un modo per aver a credito le proprie emozioni e quando arriva il conto non c'è bisogno di pagarlo.
    Wilde nel De Profundis scriveva: Quando dovrai pagare per un'emozione, allora saprai ciò ch'essa vale, e il saperlo ti renderà migliore. E ricorda che in fondo al cuore il sentimentale è sempre un cinico. Il sentimentalismo è il festival del cinismo. E per piacevole che sia il cinismo dal punto di vista intellettuale, ora che esso ha lasciato la Botte per il Club,' non potrà essere niente di più della filosofia ideale per l'uomo senz'anima. Ha un suo valore sociale; e per un artista, ogni mezzo d'espressione è interessante; ma in se stesso è poca cosa, perché al vero cinico nulla viene rivelato.
     
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  11. Maurilliano

    Maurilliano Sopravvissuto LiberaPay Supporter

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    oddio, io per i concetti del 'cielo' non ci imbrocco molto, preferisco la 'terra'
    come ho detto sopra, certamente un esperto sa dare un interpretazione, sociale, comportamentale, antropologica, a tutto questo
    ma del resto (parere mio) se non si evade dalla realtà, non si stacca la spina, come si fà a vivere?
    voglio dire, fare il metalmeccanico x 8h al dì....non è che sia proprio il massimo :emoji_grinning:
    chiamala sopravvivenza dello spirito,
    sono tutte quelle attività necessarie, per mantenere quanto più possibile una 'sanità emotiva'
    :emoji_head_bandage: ovviamente, il sottoscritto ci riesce a malapena :emoji_joy:
     
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  12. Attilax

    Attilax Dateci un ME4 con Shepard

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    @Alice ops… scusa @Spades , che dire mi piaci!
    non capisci di politica e conosci Blondet, sei ignorante in storia ma ti devi essere letta più di qualche post di Alice per fare il confronto.
    Se ti piacciono i retrogame sei sua sorella :emoji_smiley, a contradizioni siete in pari.
    Ci fossero tante come te e Alice che scrivono qui.

    Io ho parlato di esperienze e non di emozioni, bella differenza.
    Comunque se di emozioni vuoi trattare, posso ritenere che sia un metro di gradimento di un gioco, come del resto lo è di tutto ciò che interessa l'animo umano, pure un vestito lo compri per le emozioni che ti trasmetti, anche un abito da lavoro deve avere il suo stile.
    Tu citi Wilde e io concordo una vera emozione costa un prezzo, l'emozione che da un videogioco è un surrogato.
    Quanto al cinismo, da cinico non concordo con Wilde.

    Ora dimmi @Spades un videogioco rispecchia l'animo del videogiocatore?
    PS non rispondere come avrebbe risposto Lei :emoji_smiley
     
  13. Shaun

    Shaun Livello 1

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    Non è sempre così, è una visione troppo ristretta e facile.
    Esempio stupido: prendiamo il bere, attività d' "evasione" per eccellenza, converrai che c'è una bella differenza tra il bere da solo in una bettola di periferia e il bere in compagnia di amici durante un matrimonio.
    In linea generale valutare la complessità del comportamento umano prendendo ad esame solo un limitato aspetto dell'esistenza mi pare un approccio sbagliato.
    Sinceramente credo che il fulcro della discussione abbia poco a che fare con il gaming e che abbia più che altro una funzione catartico-statistica. Assolutamente legittimo ma poco pertinente.
     
    Ultima modifica: 19 Marzo 2019
  14. Attilax

    Attilax Dateci un ME4 con Shepard

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    Sei il montatore per eccellenza :p
    Si capisce da come scrivi che la tua sanità mentale è al limite :p:p:p
     
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  15. Spades

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    Allora è molto meglio!
    Sugli alcolici qualche mese fa mi stavo facendo Amnesia: A Machine For Pigs. Inizia con una citazione del Dr. Samuel Johnson data come risposta a una signora che gli chiedeva perché un uomo facesse di sé una bestia ubriacandosi: "Colui che trasforma se stesso in un una bestia si sbarazza del dolore e la responsabilità di essere un uomo”. E' una frase che mi ha fatto riflettere.
    La domanda è un po' ambigua ma l'intero topic lo è quindi okay. Penso che l'errore sia ritenere gli utenti provvisti di un Io quando non è vero. Sono piuttosto posseduti ad ogni momento da un fantasma che in loro gioca la parte di un Io, quindi in verità non sono mai se stessi anche quando sono convinti di esserlo e vivono in questo stato l'intera esistenza impigliati in una rete di sogni in attesa della morte.
    Dici che era una risposta all'Alice o alla Pesce Spada?
     
    Ultima modifica: 19 Marzo 2019
  16. Attilax

    Attilax Dateci un ME4 con Shepard

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    Dico che è una risposta ad effetto, ma non esattamente inerente alla mia domanda.
    Bellissima l'immagine della rete dei sogni in attesa della morte, ovvero l'illusione dell'esistenza.
    Il gioco nel gioco, l'illusione nell'illusione… troppo per "banali" videogiochi.
     
  17. Shaun

    Shaun Livello 1

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    Immaginavo una risposta simile ma va bene, ciò che mi interessava era spostare il focus della questione su altro che non sia il solo videogiocare.
    Superficialmente sarei anche d'accordo, anche se si tratta di un'estremizzazione di quanto espresso nel mio precedente post. Però mi pare di scorgere un certo moralismo di fondo nelle tue analisi.
    Esprimeresti lo stesso giudizio verso un ballo di gruppo scatenato?
    Eppure la reazione chimica scatenata nel cervello da tale attività è molto simile a quella indotta dal bere.

    In definitiva credo che l'uomo non possa mai smettere di essere tale, sarebbe una contraddizione in termini.
    Non fa eccezione quando eccede con l'alcol (che anzi è un formidabile siero della verità) anche se ad alcuni spaventa ammetterlo.
    Per quanto mi riguarda ritengo che l'essere umano sia costantemente vittima di grandi aspettative che non portano a nessuna soluzione ma soltanto ad ulteriori problemi.
    A tal proposito mi viene in mente una riflessione di Camus:
    "L'uomo non è del tutto colpevole, poiché non ha cominciato la storia; né del tutto innocente, poiché la continua."
     
    Ultima modifica: 20 Marzo 2019
  18. Spades

    Spades Livello 1

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    Quindi paragonando il vizio dei videogiochi al vizio dell'alcool ne dobbiamo dedurre che essere un gamer equivale a una forma leggera di tossicodipendenza? Può darsi. Gli sport di massa, le serie tv, gli alcolici, gli spinelli, i videogiochi, ecc... possono essere visti in misure differenti come tante forme di oppiacei per acquietare la coscienza e rendere il vivere apparentemente più sopportabile. Ad essere sinceri l'immersione nel digitale mi trasmette la sensazione che in essa vi sia qualcosa di implicitamente patologico. In eccesso sicuramente sì, tant'è vero che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto la dipendenza da videogiochi come disturbo mentale.
     
    Ultima modifica: 20 Marzo 2019
  19. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    non è che i vg stanno sostituendo il cinema, la letteratura ecc. semplicemente perché possono contenerli al loro interno con in più il valore aggiunto dell'interattività?
    che poi siano ascrivibili all'evasione" non mi sembra sia grave, chi è del tutto contento della realtà?