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Ember: un piacevole RPG Old School ora finalmente giocabile nella nostra lingua

Discussione in 'RPG World' iniziata da f5f9, 7 Maggio 2023.

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  1. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    Per chi non avesse mai sentito parlare di questo piccolo tesoro nascosto, Ember è un RPG fieramente Old School uscito nell’ormai lontano 2016 e solo in lingua inglese. La mancanza di una versione italiana indispettisce particolarmente visto che il publisher è la milanese 505 Games.
    Fortunatamente ora possiamo contare sulla traduzione del grande Godran65 che ci consente di godere del gioco e comprenderne agevolmente sia il complesso lore che le vicende narrate.
    L’antefatto spiega come anticamente, in un luogo chiamato “Domus”, la vita scorreva pacifica e le varie razze vivevano in armonia, ma una notte il cielo fu squarciato dalla caduta di migliaia di misteriose quanto benevole entità luminose e intelligenti (appunto le “Ember”) che portarono la Magia in quel mondo.
    Le conseguenze furono però catastrofiche: fu subito chiaro che era arrivata la fonte del potere assoluto e i Drudi, che erano naturalmente diventati i naturali custodi e i protettori delle Ember furono attaccati da umani, elfi e nani sprofondati improvvisamente nell’avidità.
    I Druidi, che custodivano le Embers ed erano stati nominati “Lightbringer”, furono sterminati dopo una guerra lunga e sanguinosa. Per moltissimi anni Domus rimase lacerata da guerre fratricide e molte Ember, schiavizzate e sfruttate da incoscienti e malvagi, cominciarono a corrompersi.
    Così, dopo alcuni millenni, l’estinzione delle superstiti Ember subì un’accelerazione, la precaria tregua tra le razze si infranse e, contemporaneamente, cominciò a manifestarsi una misteriosa e malevola entità.
    L’unica speranza per salvare quello che resta del mondo sarebbero i Lightbringer, ma erano stati sterminati da troppo tempo.
    Ma forse i monaci di Radiance conoscono un modo…
    Qui comincia il gioco e non diremo di più. Il lore, come avrete intuito, è ben congegnato e anche la trama è piuttosto ricca e articolata. La sceneggiatura è molto curata anche se manca di guizzi particolari. Ogni tanto, ma con estrema moderazione, trapela qualche piccolo elemento di autoironia.
    Il protagonista smemorato ormai è un topos sfruttatissimo ma funziona ancora e quasi sempre bene. La maggior parte del gioco è occupata dalla main ma, cercando attentamente, è presente anche un discreto numero di missioni secondarie di qualità sempre discreta seppure un po’ altalenante.
    Domus è divisa in varie regioni, la maggior parte delle quali, in teoria, potrebbero essere visitate da subito, ma l’esplorazione sarà necessariamente progressiva in quanto bisognerà potenziare adeguatamente il party per muoversi con relativa sicurezza. Molte aree sono piuttosto ampie ma spesso la loro funzione è puramente scenografica. Vale comunque la pena di esplorare ogni angolo per trovare preziose risorse.
    Gli scenari sono sempre suggestivi e molto variati: aree rurali, lande gelate, zone costiere, monasteri, dungeon, cimiteri ecc. e perfino una sontuosa città.

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    La Città della Luce offre scorci sontuosi

    A riguardo la buona notizia è che una volta che si è scoperta una regione sarà possibile in qualsiasi momento ritornaci usufruendo del viaggio rapido.
    L’alternanza giorno/notte e i fenomeni atmosferici sono realizzati a livelli più che dignitosi anche se non influiscono in nessun modo sulla storia e sul gameplay, così come le rare scelte nei dialoghi che spesso risultano del tutto ininfluenti, salvo qualche raro caso in cui l’approccio aggressivo porta a guadagnare Punti Esperienza ma inibisce l’assegnazione di una nuova missione.
    La storia corre su binari prestabiliti e i personaggi non sono personalizzabili anche se, fortunatamente, gli ampi spazi esplorabili escludono l’insorgenza della claustrofobia.
    Nel corso della vicenda potremo sempre contare su due seguaci e, in determinate circostanze, anche su altri personaggi che però agiranno in totale autonomia guidati dalla IA.
    Il respawn è quasi assente e quel poco è limitato agli animali selvatici e a qualche entità mostruosa di second’ordine. Sarà quindi assai maggiore il tempo che impiegheremo per esplorare e risolvere missioni che quello impiegato negli scontri.
    Il Combat è in tempo reale con pausa tattica. Per affrontare gli avversari disporremo sia di armi che di particolari “abilità”. Naturalmente, proseguendo nel gioco, troveremo equipaggiamenti sempre più potenti e adatti alle caratteristiche dei membri del party.

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    Il combat è vivace e spettacolare

    Purtroppo capita con una certa frequenza che l’AI del party crei qualche problema: anche se si impone ai membri di raggiungere una determinata posizione, gli stessi agiscono spesso in assoluta autonomia, talvolta addirittura in maniera del tutto sciagurata. Questo avviene soprattutto col tank che, alla prima occasione e anche se è equipaggiato con un arco, si precipita sul boss di turno bruciandosi punti vita a velocità supersonica. Teniamo anche conto che, giustamente, nel corso degli scontri l’uso delle pozioni curative è limitato.
    Nelle prime fasi del gioco gli scontri appaiono eccessivamente facili, ma poi la difficoltà si impenna, rendendo fondamentali la scelta e il corretto uso anche di “abilità” e pozioni. Nel complesso lo stile di combattimento semplice e immediato, non induce purtroppo a studiare grandi strategie ma è arricchito da un simpatico sistema di combo che talvolta è in grado di sommare le abilità dei vari membri del party.
    Il gioco soffre di qualche problema di bilanciamento visto che l’iniziale sensazione di invincibilità sfuma troppo improvvisamente con l’incontro del primo, vero boss. Ma è anche vero che a “normale” e dopo aver ben chiarito le meccaniche, non diventa mai molto frustrante.
    Il “riposo”, che riporta al massimo vitalità ed energia, è possibile praticamente in qualsiasi momento. Ma per rendere le cose meno facili e giustificare l’uso dei cibi, allungare il tempo tra un riposo e l’altro fa da moltiplicatore per guadagnare più Punti Esperienza.
    Non aspettiamoci tabelle complesse, le schede dei personaggi sono piuttosto funzionali e semplici. A ogni aumento di livello guadagneremo due punti da distribuire tra quattro statistiche: Forza, Destrezza, Intelletto e Vitalità.

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    IL semplice menù delle Stat

    Un’altra felice possibilità è quella di poter ridistribuire in qualsiasi momento i punteggi delle statistiche pagando una certa somma in oro.
    Per il resto si deve ricorrere alle caratteristiche di armi e armature. Qui percepiremo presto la necessità di studiare attentamente vantaggi e limiti dei vari tipi in quanto essi, oltre a conferire particolari “abilità”, influiscono positivamente o negativamente non solo sui danni inferti ma anche sulle statistiche. In definitiva: il sistema apparentemente è basico ma, andando avanti, si rivela più ricco e sfaccettato di quanto appaia al primo approccio.

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    La scheda del personaggio e l'inventario sono semplici ma vanno studiati attentamente

    Esprimere un giudizio definitivo sul crafting, per altro ricco e interessante, non è immediato. In realtà è ben studiato ma, anche qui, sarebbero state opportune delle correzioni visto che per gran parte del gioco sembra un’attività inutile ma poi, con l’impennata della difficoltà, diventa indispensabile.
    È possibile creare armi, armature, pozioni ecc. solo presso alcune stazioni presenti nei centri abitati. Le “ricette” e gli stampi si raccolgono in giro o si possono acquistare presso determinati artigiani. Un piccolo problema è costituito dalla raccolta delle ricette che, una volta apprese, sono richiamabili da un apposito menù sciaguratamente nascosto a fianco dell’elenco delle missioni e non richiamabile nella schermata di creazione. Il problema era stato segnalato agli sviluppatori che avevano promesso di provvedere ma poi la cosa non ha avuto seguito.
    In definitiva: Ember è un delizioso RPG, di quelli che “si facevano una volta”, con l’immancabile visuale isometrica, vario, spesso sorprendente e senza momenti di noia. Malgrado alcuni evidenti limiti, giocato oggi non si può che ammirarne la realizzazione tecnica e come il comparto grafico non sia invecchiato. Dobbiamo anche tener conto che fu rilasciato nell’ormai lontano 2016 e che gli sviluppatori non potevano evidentemente contare su grandi mezzi.
    Da ogni pixel sprizza la volontà di non annoiare mai e la passione per il suo modello di riferimento (Ultima VII).
    Da quando possiamo usufruire della traduzione in italiano del grande Godran65 è diventato un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di RPG Old School, a cui il gioco regalerà molte ore piacevolissime.

    https://www.rpgitalia.net/recensioni/ember/
     
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  2. alaris

    alaris Supporter

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    Come posato nell'altra discussione...ottima recensione come sempre.
     
  3. Godran65

    Godran65 l'Instancabile

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    bellissima recensione. e ti ringrazio per gli elogi.
     
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  4. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    :emoji_fearful: tu, che ti sei fatto il mazzo per tradurlo, ringrazi me? :emoji_thinking:
     
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  5. baarzo

    baarzo Supporter

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    ma c'è un modo per identificare gli oggetti per terra senza usare la Q che mette in pausa il gioco?
     
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  6. Godran65

    Godran65 l'Instancabile

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    no. non mi pare.
     
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  7. f5f9

    f5f9 si sta stirando Ex staff

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    ma di solito si vedono benissimo a occhio nudo
     
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