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    Secondo Andrzej Sapkowski il successo di The Witcher 3 ha danneggiato i libri

Secondo Andrzej Sapkowski il successo di The Witcher 3 ha danneggiato i libri

Andrzej Sapkowski, autore della saga letteraria di The Witcher, non si è mai espresso in modo particolarmente favorevole nei confronti dei videogiochi tratti dai suoi libri, mantenendo sempre un atteggiamento piuttosto distaccato. Dopotutto ha più volte dichiarato di non aver mai giocato ai titoli targati CD Projekt RED e di non essere intenzionato a farlo, perché – com’è comprensibile – per lui la storia di Geralt sarà sempre e solo quella che è scaturita dalla sua penna.

Ma Sapkowski non è il tipo da nascondere le proprie opinioni, né lo scrittore più diplomatico del mondo nell’esprimerle, ed è già successo più volte che le sue affermazioni abbiano scatenato polemiche tra i fan della trilogia videoludica dedicata a The Witcher. L’ultima scintilla è scoccata durante un’intervista con Polityka, durante la quale lo scrittore è apparso visibilmente indignato con alcune scelte editoriali che hanno seguito l’uscita di The Witcher 3: Wild Hunt.

“Non posso dire molto riguardo al gioco in sé, perché non lo conosco, non gioco ai videogiochi” ha esordito Sapkowski quando interpellato a proposito del rapporto tra giochi e libri. “La sua notorietà e le sue vendite parlano da sole, comunque; se fosse stato un brutto gioco, non avrebbe raggiunto un tale successo. Ma lavorando per il suo successo, sfortunatamente, il gioco ha danneggiato i miei libri. Alcune case editrici hanno utilizzato delle immagini del gioco come copertine dei miei libri. Molti lettori, quindi, hanno cominciato a credere che i libri fossero legati al gioco o addirittura scritti per il gioco. E’ pieno di libri del genere, e vedendo un’immagine del gioco sulla copertina del libro, molti fan hanno creduto che il gioco fosse venuto prima. E molti fan del genere fantasy non comprano libri di quel tipo, in primo luogo perché sono un prodotto derivato e non originale, e in secondo luogo perché sono completamente irrilevanti per chi non gioca ai videogiochi, ovvero la maggior parte dei fan.”

Sapkowski ha poi proseguito parlando di come il fatto che molti libri tratti da videogiochi siano scritti da autori affermati (per esempio Mike Resnick per Tomb Raider o Greg Bear per Halo) non aiuti, perché i fan danno per scontato che siano scritti male e solo per soldi. Gli è capitato più volte, infatti, di vedere alcuni lettori rimettere a posto i suoi libri durante fiere e convention perché pensavano che fossero tratti da un videogame. Il motivo principale, comunque, sono le copertine: in diverse occasioni, si è trovato costretto a spiegare che il sandworm raffigurato sulla copertina di un’edizione americana de Il Tempo della Guerra è nel gioco, non nei libri.

La logica dice che i libri hanno aiutato i giochi quanto i giochi hanno aiutato i libri, e in questa sede non ha senso andare a cercare le esatte proporzioni” ha proseguito l’autore quando gli è stato fatto notare che il successo della saga videoludica ha senza dubbio aumentato le vendite dei libri in alcuni paesi. “Anche se io ho visto più lettori prendere in mano i giochi che giocatori prendere in mano i libri. Mi permetterò anche di far notare che i miei libri sono stati pubblicati in 23 paesi. Credete che i capi delle grandi case editrici basino le loro decisioni sui videogiochi e sul loro mercato? Perché io non credo.”

“Non vorrei dare l’impressione che ci sia una sorta di antagonismo tra me e i giochi” ha precisato Sapkowski. “I problemi che ho a causa del gioco non sono tutti provocati dal gioco in sé. Paradossalmente, è stata proprio l’elevata qualità della grafica e delle immagini promozionali del gioco che ha ispirato alcune case editrici ad adattarle per le copertine.”

“Infine,” ha concluso l’autore, “non sono invidioso dell’innegabile successo del gioco, assolutamente. Non ho nemmeno paura che il gioco mi allontani dai riflettori, che mi metta in ombra. Perché questo è semplicemente impossibile. E’ il witcher dei libri l’unico witcher vero e originale, tutti gli adattamenti sono soltanto meri adattamenti, che hanno avuto più o meno successo e che soffrono dei difetti di cui soffrono tutti gli adattamenti. C’è un solo vero witcher. Quello che appartiene a me. E niente potrà portarmelo via.

Di certo, qualsiasi cosa dica Sapkowski, non si può negare che il grande successo dei videogiochi abbia contribuito a far raggiungere ai libri una fama mondiale. Basti pensare al nostro paese, in cui la traduzione dei romanzi è iniziata solo dopo l’uscita e la diffusione del primo The Witcher. Resta comunque comprensibile anche l’irritazione dell’autore di vedersi privato, almeno in alcune occasioni, della paternità dell’opera, soprattutto alla luce del fatto che si tratta di uno degli autori più famosi della Polonia e del panorama del fantasy internazionale.

Voi cosa pensate delle dichiarazioni di Sapkowski?

Fonte: Reddit

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2016-10-10T21:37:36+02:00

Autore:

Lettrice incallita, serie TV-dipendente e videogiocatrice instancabile, è appassionata di fantasy e fantascienza sin da quando era solo una piccola padawan inesperta. Amante di Action-Adventure e soprattutto di RPG, predilige giocare su PC ma ha ceduto all’acquisto di una PS4 perché adora le esclusive Sony. Tra i suoi RPG preferiti: Dragon Age, Mass Effect e The Witcher.

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