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Recensione Risen 3: Titan Lords 2016-11-27T11:24:28+01:00
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    Recensione Risen 3: Titan Lords

Un’ascesa soltanto rimandata

Ogniqualvolta un RPG firmato Piranha Bytes arriva sul mercato è sempre un momento speciale per i fan della software house tedesca. In un turbinio di sensazioni contrastanti e grandi aspettative, non si vede mai l’ora di afferrare il proprio mouse o controller per vivere avventure inedite ma in un certo senso dotate di una familiarità che i giocatori veterani ben conoscono.  Con l’uscita di Titan Lords, la serie Risen giunge al suo terzo episodio, decisamente il meglio riuscito dell’intera saga. Partendo dal primo capitolo uscito nel lontano 2009, più un remake dei primi due Gothic in alta definizione che un titolo veramente a sé stante, la serie ha costantemente ricercato una sua propria identità. Risen 2 è stata una vera e propria rivoluzione copernicana: l’allontanamento forzato e forzoso dall’atmosfera medievale che sempre aveva segnato i precedenti lavori Piranha Bytes non è stata ben recepita dai fan più fedeli e nemmeno dal resto del mercato. Il voler cambiare a tutti i costi e il bisogno di distinguersi ed in un certo senso innovare una formula di gameplay che forse iniziava ad accusare i primi segni di stanchezza, non aveva certo pagato.

Risen 3: Titan Lords arriva quindi in un momento assolutamente delicato per Piranha Bytes: annunciato senza alcun clamore lo scorso inverno, è ora disponibile dopo soli sei mesi, senza alcuna campagna marketing maestosa e con pochissimo materiale ufficiale, per di più per le sole console old gen in un momento in cui PS4 e Xbox One iniziano seriamente ad affermarsi. Il breve tempo trascorso per sviluppare il titolo e presentarlo al pubblico ha dato adito a molti sospetti di possibile riciclaggio degli assets. Ciò è parzialmente vero ma durante tutta l’avventura, solo un paio di volte avrete questa sensazione e sarà limitata al riutilizzo di alberi e piccoli edifici nella creazione di ambientazioni tuttavia inedite.
La maggior parte del materiale promozionale visto durante tutto questo tempo sono lunghi video di gameplay in tedesco semi-amatoriali e poche immagini ufficiali. Basso budget, poca visibilità, vecchie piattaforme e un tempo di sviluppo forse risicato. Sono ingredienti potenzialmente negativi per qualunque brand. Invece, contrariamente alle aspettative, Piranha Bytes ha forse beneficiato dalla mancanza di aspettative troppo elevate e dal bisogno di competere a tutti i costi con i big del settore videoludico-ruolistico.
Risen 3 è probabilmente quanto di meglio fatto dai Piranha Bytes dai tempi di Gothic II – La Notte del Corvo, basato interamente sul mantra “squadra che vince non si cambia”, una sorta di Gothic 3 ricco però di trama e contenuti.

Le prime due ore di gioco possono ingannare: per la prima volta è possibile controllare un personaggio dotato di una certa forza e di un equipaggiamento invidiabile. Una novità per un gioco Piranha Bytes. Invece verrete presto privati del vostro potere oltre che della vostra anima, impersonando ancora una volta un uomo miserevole e povero in canna. Per breve tempo. Il sistema di progressione del personaggio, identico in sostanza a quello di Risen 2 ma più diluito per venire incontro alla mole maggiore di quest e mostri presenti, consente di migliorare in breve tempo le abilità del vostro alter-ego e riconquistare la forza perdura. Non saremo nemmeno un perfetto sconosciuto ma bensì uno dei molti figli del Capitano Barba d’Argento. Al nostro fianco avremo Patty, nostra sorella, la quale però ben presto di abbandonerà credendoci morti. Il pregio di un ennesimo nuovo inizio nella saga Risen è la possibilità di giocare questo terzo capitolo anche senza conoscere alcunché dei precedenti episodi. Certo, chi li ha assaporati ed esplorati sino all’ultimo centimetro quadro godrà di maggiori riferimenti, citazioni e sorprese ma per i neofiti non è necessaria alcuna conoscenza particolare per seguire tranquillamente trama e rapporti del protagonista con altri NPC. I ritorni di vecchie conoscenze sono numerosissimi.

 

In cerca di gloria

Per quanto riguarda l’anima invece ci sarà maggiormente da sudare. Occorrerà intraprendere un lungo viaggio per tutti i Mari Meridionali, visitando le nove isole disponibili (due solo tramite DLC ottenibili con il pre-order, per giunta molto grandi), combattendo le creature delle Ombre e guadagnando nuovi alleati. Sarà inoltre possibile visitare saltuariamente il Mondo delle Ombre e incontrare spiriti trapassati. Fanno infatti ritorno le fazioni, con la medesima profondità e progressione di ranghi vistasi in Gothic 2, due generazioni di hardware e una (o forse anche due) di videogiocatori fa. Mosso quindi da ragioni egoistiche con l’effetto collaterale di salvare il mondo, analogamente all’Eroe Senza Nome di Gothic, il nuovo Eroe Piranha dovrà scegliere se diventare un Guardiano (corrispettivo dei vecchi Paladini), un Cacciatore di Demoni (omologhi dei Cacciatori dei Draghi) o un Pirata Vudù. La scelta influenzerà equipaggiamento e gameplay anche se ogni classe ha accesso a peculiari poteri magici e abilità di combattimento: i guardiani  si diletteranno nella magia più classica degli RPG occidentali: fulmini, palle di fuoco e in generale incanti elementali. Eccelleranno inoltre nell’uso di fioretti e stocchi ma i poteri arcani hanno efficacia e forza superiore data la possibilità di colpire più nemici contemporaneamente. Sono anche molto belli da vedere in azione e quindi userete prevalentemente questi.  I Cacciatori di Demoni invece utilizzeranno spade decisamente medievali mentre la loro magia potrà causare danni all’avversario ma principalmente potenzia il corpo del personaggio in combattimento: maggiore forza o resistenza, onde d’urto, evocazioni di demoni e teletrasporti per sfuggire ai nemici e comparire alle loro spalle. Una vera e propria classe ibrida. Il pirata vudù infine ricorre all’uso dell’omonima magia il cui fine è indebolire gli avversari o evocare spiriti e non morti. Utilizza inoltre armi che possiamo definire come contundenti che costituiranno il core del suo gameplay mentre la magia sarà più di contorno.

Particolarmente apprezzabile il fatto che ogni classe ha il suo look peculiare: i Guardiani e i Cacciatori di Demoni hanno sicuramente accessori più medievali mentre il Pirata Vudù indossa piume e somiglia maggiormente ai nativi. E’ inoltre possibile, per i Guardiani accedere a particolari lenti in grado di rivelare la presenza di nemici nelle vicinanze o di oggetti preziosi grazie alla Visione Astrale. La medesima abilità è disponibile anche per le altre due classi ma solamente grazie all’uso di pozioni e per una durata di tempo limitata. Nel progredire di grado all’interno di una fazione, il giocatore riceverà armature via via migliori, proprio come accadeva nel primo Risen e i vecchi Gothic. E’ però possibile disinteressarsi completamente alle vicende di fazione e proseguire lungo la main quest. Facendo questo però si perdono numerosi importanti potenziamenti.

Come sempre le abilità saranno disponibili unicamente presso i maestri, i quali saranno spesso unici per quanto riguarda certi trucchetti esclusivi di determinate fazioni. Si faranno inoltre pagare cari per svelare i propri segreti ma esplorando la maggior parte della mappa non si sarà quasi mai a corto di denaro. Non basterà infatti solo quello: molte abilità per essere apprese necessitano di determinati valori di abilità terze come prerequisito.  Il giocatore potrà autonomamente gestire solo i punteggi degli attributi del personaggio, spendendo la Gloria (i punti esperienza) accumulata. Le uniche due note negative da segnalare nel sistema di crescita del personaggio sono l’aver accantonato molte delle abilità più interessanti e coreografiche di Risen 2 come i trucchi sporchi e diverse mosse di combattimento scorretto e una progressione di livello e attributi decisamente troppo macchinosa, inutilmente complicata da comprendere. Il crafting è piuttosto elementare e consiste nel recuperare ricetti e relativi ingredienti prescritti per creare o potenziare talismani, anelli, pozioni e armi. Se vogliamo segnalare un aspetto negativo è la quasi totale indifferenza degli NPC ai furti: salvo certi oggetti e certe aree sensibili, la maggior parte delle volte non subirete alcuna conseguenza per aver arraffato oggetti di proprietà altrui. Anche se a volte verrete beccati e pestati a sangue, l’unico prezzo da pagare è una piccola quantità risibile di Gloria in meno mantenendo però nel proprio inventario gli oggetti rubati.

 

Viaggiare, crescere ed imparare

Il mondo di gioco torna ad essere vasto e ricco di sorprese come non accadeva da Gothic 3. Sebbene rimanga la suddivisione in isole e lo sguardo non si possa spingere mai troppo lontano verso l’orizzonte, requisito evidentemente necessario per poter funzionare degnamente su console old-gen, l’esplorazione si colloca su alti livelli. Il giocatore è sempre motivato dal voler girare l’angolo per vedere cosa vi si nasconde dietro, addentrarsi in ogni caverna e sperimentare ogni via di accesso alternativa per una determinata località. Spesso livelli e segreti si sviluppano in verticale, richiedendo quindi un buon spirito di osservazione per assicurarsi di non aver mancato alcun forziere od oggetto collezionabile. Il ritorno ad un ambiente medievale è molto forte: troverete nuovamente fortezze, rovine e luoghi decisamente meno rinascimentali rispetto a Dark Waters, alcuni veri e propri rifacimenti in alta definizione di località appartenenti ai vecchi Gothic come il monastero dei maghi o certe miniere.

Le zone visitabili sono per lo più inedite ma non manca un certo riciclo di aree già viste in Risen 2 come l’isola di Tacarigua e l’isola dei Ladri. Presenteranno però importanti differenze e consentono di scoprire il destino di NPC incontrati in precedenza. Non è disponibile una grande varietà climatica che in sostanza si suddivide in ambiente tropicale e ambiente temperato, di nuovo, maggiormente medievale. Esistono però zone particolarmente oscure e gotiche in cui la corruzione portata dalle Ombre ha trasformato zone precedentemente lussureggianti in terre desolate. Particolarmente azzeccata e capace di ravvivare l’esplorazione dei livelli è la trasformazione in pappagallo. Simile alla levitazione vista nel primo Risen, permette di raggiungere luoghi elevati o distanti altrimenti non accessibili. E’ inoltre disponibile un elementare sistema di fast travel tuttavia meno diffuso di quanto visto in Risen 2 e subordinato al ritrovamento di particolari pietre di teletrasporto con cui attivare le piattaforme di trasferimento. Torna a grande richiesta la possibilità di nuotare, raggiungendo così isolotti o tratti di costa altrimenti isolati, ovviamente sempre ricchi di segreti e ricompense. Non è però possibile immergersi.
Quest ed incarichi sono numerosissimi, molte ottenibili solo avendo il livello di abilità adatto, e presto diventa complicato seguirli tutti quanti dato che visitando un insediamento maggiore praticamente ogni NCP avrà qualche incarico da assegnarvi, anche qui con molti riferimenti ai vecchi giochi Piranha. La varietà delle missioni non è elevata e molti si risolvono nel classico “vai da A a B e portami C”.  Presentano però molto spesso soluzioni alternative, presentare molto bene dai dialoghi grezzi cui i Piranha ci hanno abituati. Il numero di NPC infine è spesso inferiore a quanto necessario per rendere un centro abitato credibile senza contare la quasi totale assenza di personaggi femminili, altro leitmotiv Piranha Bytes. Una colonna sonora all’altezza ma non memorabile farà da sfondo alle vostre peregrinazioni.

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Combat system e livello grafico

Il combat system è molto elementare. In sostanza si basa sul premere per tre volte il tasto di attacco per concatenare tre diverse animazioni, l’ultima in grado di infliggere maggiori danni rispetto alle precedenti. E’ possibile mantenere premuto il tasto di attacco tra un’animazione e l’altra per aumentare i danni inflitti, pena movimenti più lenti per completare le azioni. Appreso il talento per velocizzarli ulteriormente, userete solo attacchi potenti. Questo vale sia per l’utilizzo di spade e armi in generale che per l’uso degli incantesimi offensivi, eccetto i più potenti che sono soggetti a tempi di cooldown. Il contrattacco consente di interrompere la sequenza di attacco dei nemici, anch’essa quasi sempre basata su tre animazioni. E’ possibile schivare gli attacchi con una capriola durante la quale per altro non subirete alcun danno se colpiti, rendendo particolarmente convenienti le tattiche mordi e fuggi. Pistole e moschetti sono ancora disponibili, oltre alle balestre, e permettono di infliggere danni dalla distanza. Non hanno subito alcuna modifica sostanziale da Risen 2, salvo la rimozione dei tempi di cooldown per le pistole e una ricarica più veloce per fucili/moschetti. L’IA dei nemici non è molto sviluppata e il più della volta faranno la coda per attaccarvi. Non tutti infatti attaccano in branco, specie se appartenenti alla medesima specie. Paradossalmente mostri di specie diverse collaborano fra loro. La telecamera è a visuale libera in combattimento, bloccata sul personaggio durante l’esplorazione. E’ un buon compromesso tra mondo PC e console e tutto sommato rende il gioco godibile. I compagni, la maggior parte già visti in Risen 2, sono un buon aiuto e se portati con sé contribuiscono a diminuire una difficoltà di gioco già non elevatissima. Le relazioni ed interazioni con loro sono però al minimo indispensabile. Scordatevi romance e dialoghi filosofici alla Mass Effect, ognuno di essi avrà però una sua quest dedicata che farà luce sulle loro abitudini o il loro passato. Superbe sono le battaglie navali, disponibili in alcune sezioni del gioco e non libere, contro mostri e pirati con tanto di arrembaggio.
Per quanto riguarda la magia invece i danni inferti sono notevoli ma manca assolutamente una barra del mana o un cooldown per gli incantesimi più comuni, rendendola di fatto un’alternativa alla spada. E’ molto utile contro gruppi di nemici numerosi. Come già detto, a far la parte del leone è la magia più “tradizionale” fatti di danni elementali come palle di fuoco e fulmini mentre la magia vudù, sebbene disponibile, è ormai solo una funzione di contorno che permette di indebolire i nemici e poco più.

Sotto l’aspetto ruolistico, Risen 3: Titan Lords offre una buona dose di scelte al giocatore. La longevità del titolo è particolarmente elevata, circa 30 ore di main quest più tutte le numerose quest secondarie, e aumenta ancor di più grazie alla possibilità di giocare l’avventura con una classe o una fazione differente. Entra anche in gioco una piccola novità introdotta per la prima volta dai Piranha Bytes in un loro gioco: l’allineamento. E’ infatti possibile scegliere se comportarsi correttamente e quindi mantenersi in buoni rapporti con il resto dell’umanità oppure cedere alle lusinghe delle Ombre e sacrificare quel poco di anima ancora rimasto. In questo caso il giocatore sarà mal visto da ogni comunità ma guadagnerà la possibilità di evocare creature infernali. Questa feature tuttavia non è stata molto sviluppata e non ha effetti così devastanti sul gameplay come nei titoli BioWare o Obsidian.

A livello grafico stiamo ovviamente parlando di un titolo old-gen, lontano dagli standard elevati di produzioni tripla A in uscita nei prossimi mesi. Tuttavia nella sua versione PC, Risen 3: Titan Lords è un bel vedere e il sistema di illuminazione migliora ulteriormente rispetto a quanto visto in Dark Waters. La visuale di particolari in lontananza non è elevata e spesso l’effetto pop-up di oggetti distanti appena entrati nel campo visivo risulta fastidioso, sebbene mascherato da un filtro che lo rende più elegante. Come da tradizione Piranha le animazioni sono legnose e da dimenticare. Non è presente una grande fisica ingame ed in generale il titolo non costituisce un punto di riferimento tecnico per l’industria e i videogiocatori. Il vantaggio di una produzione next gen basata su di un motore grafico ormai ultra ottimizzato è la possibilità di funzionare tranquillamente anche su macchine piuttosto antiquate. I requisiti minimi della versione PC sono veramente bassi per gli standard odierni e qualunque appassionato di PC gaming potrà con ogni probabilità godersi Risen 3: Titan Lords al massimo del suo splendore.

Concludendo…

La main quest scorre piacevolmente e costituisce un pretesto per visitare tutte le isole del gioco. Le cutscenes pongono enfasi sui momenti salienti dell’avventura, la cui narrazione è però per lo più fornita dai progressi del giocatore nelle quest e dai dialoghi con gli NPC.
Come un lettore attento avrà forse intuito, il ritorno alle radici medievali dei Piranha è davvero forte. Risen 3: Titan Lords dà finalmente un’identità a questa serie sinora decisamente poco carismatica e fortunata. Questa identità non è poi altro che la stessa identica ricetta di gameplay a cui i PB ci avevano abituati sino a Risen 2 e che trae la sua linfa vitale dal primo Gothic, uscito nel 2001. Il ritorno della magia e l’aver finalmente realizzato un titolo di grandi dimensioni senza che esso sia un cantiere aperto (si veda Gothic 3) consente di godere di un’esperienza ruolistica di alto livello, consigliata se non fondamentale per i nostalgici della saga Gothic che sinora sono rimasti insoddisfatti dalla serie Risen. Di fatto Risen 3: Titan Lords getta le basi per un’unificazione o un ritorno alla serie Gothic, ora che i PB ne hanno riottenuto i diritti.

Risen 3: Titan Lords è dunque un vero e proprio prodotto di fan service che riscatta pienamente una saga nata sotto di una cattiva stella, regalando decine di ore di divertimento e un ritorno alle radici decisamente riuscito. Imperdibile per chi segue i Piranha Bytes ormai da una vita e un ottimo titolo per chi si avvicina per la prima volta alle produzioni di questa software house.

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IL VERDETTO

8
A CHI POTREBBE PIACERE?
A chi voleva rivedere un titolo Piranha Bytes di alto livello e ricchissimo di contenuti.
PRO
  • Dopo tanto tempo un titolo Piranha in grande stile
  • Esplorazione a go go
  • Gameplay collaudato ma sempre divertente
CONTRO
  • Il combat system può non piacere
  • Gestione del personaggio macchinosa
  • Difficoltà in calo al crescere del PG

DATI DEL GIOCO

Piattaforme: Windows, PlayStation 3, Xbox 360

Sviluppatore: Piranha Bytes

Distributore: Koch Media

Data di uscita: 15/08/2014

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PEGI: 16+

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