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Recensione Tom Clancy’s The Division: New York Underground 2017-05-02T14:24:50+02:00
  • 140127

    Recensione Tom Clancy’s The Division: New York Underground

Visto che mi sono avventurato nel recensire la versione base di Tom Clancy’s The Division, non potevo esimermi da spendere qualche parola anche per la prima espansione di questo TPS con elementi da gioco di ruolo; quantomai attesa, per quanto mi riguarda, non solo per scoprire cosa i dev si sono inventati per i giocatori, ma anche nella speranza di portare una ventata di aria fresca nella ripetitiva di gioco.

New York Underground catapulta infatti gli agenti della Divisione all’interno di un inedito, o quasi, ambiente: i sotterranei. Tra tunnel della metropolitana, fogne, gallerie di servizio, rifugi di fortuna e scavi mai completati, tutti con la solita cura per i dettagli già riscontrata nella versione vanilla, il sottosuolo di Manhattan nasconde non poche insidie e pericoli.

New York Underground catapulta gli agenti della Divisione all’interno di un inedito, o quasi, ambiente: i sotterranei.

In altre parole Massive ha introdotto un nuovo tipo di missione, in cui i giocatori dovranno affrontare sempre sfide diverse grazie alla generazione procedurale degli ambienti. Essi sono costituiti da vari moduli, i quali di volta in volta vengono assemblati dall’IA in maniera differente.
Tuttavia questo assemblaggio a moduli non è sempre perfetto per garantire una varietà costante delle missioni. Infatti passando molte ore tra i sotterranei non mi è stato difficile riconoscere aree già visitate più volte in precedenza, facendomi provare ancora una volta il senso di dèjà vù già riscontrato in The Division.
D’altra parte, però, penso che la scelta degli sviluppatori di realizzare in tal senso New York Underground, sia stata fatta, oltre che per risparmiare tempo, anche per cercare di far percepire al giocatore di percorrere un’intricata e labirintica rete di gallerie, con alcuni snodi centrali e più volte visitabili. Qui è il gusto del giocatore a fare la differenza.

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Le “operazioni sotterranee” possono essere inoltre personalizzate attraverso il “centro operazioni tattiche” (COT). Scegliendo il grado di difficoltà, il numero di fasi operative (quante missioni effettuare di seguito prima di rientrare alla base), insieme a inediti malus noti come “direttive.”
Le direttive sono un’ottima aggiunta per rendere ancora più varia e difficile la propria missione personalizzata: ad esempio con la direttiva “nebbia di guerra“, la minimappa sarà disattivata e l’abilità impulso limitata. Tutto questo porterà, al completamento della missione, a ricevere più punti esperienza e loot migliori in base ai malus e alla difficoltà impostata.

Le direttive sono un’ottima aggiunta per rendere ancora più varia e difficile la propria missione personalizzata.

Ma non è tutto rose e fiori. Perché se pensavate di lanciarvi per i sotterranei in modalità eroica e con tutti i malus attivi, dovete sapere che nelle operazioni sotterranee non esiste nessun checkpoint e di conseguenza alla morte del team, o del proprio agente se si gioca in solitaria, tutto andrà perduto.
Questo aspetto penso che sia abbastanza punitivo, benché s’incastri perfettamente con il contesto, ma non al livello della Zona Nera: infatti non si perderanno gli oggetti o l’esperienza accumulata prima della disfatta.

In più, per concludere la descrizione di cosa introduce New York Underground e darvi un quadro generale, per utilizzare le direttive, impostare nuove fasi operative e livelli di difficoltà, nonché acquistare certi tipi di equipaggiamento nell’apposito rivenditore del DLC bisognerà raccogliere la nuova valuta nota come “dati direttive” e salire di livello. Livello esclusivo dell’espansione, che potrà essere aumentato completando le sfide e raccogliendo i vari segreti sparsi per i dungeon; ancora una volta l’esplorazione minuziosa degli ambienti di gioco premierà senza ombra di dubbio il giocatore. Per essere precisi, nel DLC è anche compresa l’incursione Nido del Drago.

Passando alle considerazioni personali devo dire che New York Underground mi ha abbastanza divertito.

Passando alle considerazioni personali devo dire che New York Underground mi ha abbastanza divertito. La ventata di aria fresca che ricercavo non è stato così forte come nelle mie aspettative, ma è pur sempre stata presente.

Le sfide che ho affrontato nelle operazioni sotterranee sono state sempre diverse. Non nel senso di varietà, in quanto è pur sempre una caccia al nemico di turno e al loot migliore, ma in termini di un differente mix di fasi esplorative, scontri e segreti. Mai uguale. Accompagnato dall’aggiunta negli ambienti di gioco di varie trappole (fuoco, elettricità, i jummer), purtroppo mai veramente letali, dalla classica e realistica distruzione degli ambienti, dall’aver approfittato degli scontri tra fazioni per uscire da una situazione spinosa, dal senso di mistero misto a paura provato la prima volta che ho affrontato una missione.

In soldoni, tuttavia, Underground introduce solo una brevissima missione della storia che serve da labile trampolino di lancio per accedere alle missioni sotterranee ed è ancora privo di quel “perché”, che tutti i non newyorkesi o insensibili a catturare a tutti i costi l’ultimo loot (me compreso), devono ancora trovare per continuare, costantemente, a giocare a The Division. Infatti per recensire New York Underground l’ho dovuto riprendere a più riprese, perché la ripetitività dei contenuti si fa sentire e a lungo andare stanca e annoia.
C’è da aggiungere anche la presenza di alcuni bug, legati per lo più agli ambienti di gioco: oggetti invisibili. Oppure mi è capitato di finire, dopo una rotolata, in un ambiente senza vie di uscita.

Insomma un espansione che può abbastanza divertire, sopratutto se giocata con gli amici o con un team. Benché non convinca più di tanto per la ripetitività dei contenuti e per l’assenza di un concreto “perché” che spinga gli agenti della Divisione a continuare a giocarci anche dopo parecchio tempo.
Non voglio infine esprimermi sul prezzo, intorno ai 15 euro, in quanto è di per sé molto soggettivo.

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IL VERDETTO

7
A CHI POTREBBE PIACERE?
Agli appassionati di Tom Clancy's The Division che non vogliono farsi mancare nulla e non a molti altri.
PRO
  • Novità fresche e ben realizzate
  • Abbastanza divertente, sia in singolo che con gli amici
CONTRO
  • Ripetitività dei contenuti
  • Annoia dopo lunghe sessioni di gioco

DATI DEL GIOCO

Piattaforme: Windows, PlayStation 4, Xbox One

Sviluppatore: Massive Entertainment

Distributore: Ubisoft

Data di uscita: 28/06/2016

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PEGI: 18+

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Nutro sin dall'infanzia una smodata passione per l'universo dei videogame. In passato ho giocato alle vecchie glorie dei JRPG, come Legend of Dragoon e Final Fantasy IX. Di recente invece mi sono dilettato tra vari ARPG come The Witcher 3: Wild Hunt (epico!), rimanendo tuttavia sempre alla ricerca di un titolo che colmi la mia inesauribile fame di fantascienza, RPG e azione. Mass Effect ci era riuscito a suo tempo, ma attendo con ansia Cyberpunk 2077! [CENTER][ATTACH]11907.IPB[/ATTACH][/CENTER]