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Recensione Two Worlds II: Pirates of the Flying Fortress 2016-11-27T11:25:02+01:00
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    Recensione Two Worlds II: Pirates of the Flying Fortress

I Reality Pump ritornano sulla scena videoludica con questa nuova espansione. Come ogni espansione che si rispetti non può che essere un classico “more of the same”: la formula del gioco viene mantenuta praticamente inalterata ma diversi aspetti sono stati raffinati e migliorati, incrementando la già buona qualità raggiunta in Two Worlds 2.

 

Pirati siamo noi

Pirates of the Flying Fortress sposta il focus della saga dall’eterna lotta contro Gandhoar, il dio Azhiral e i suoi scagnozzi verso un setting decisamente meno esplorato da parte dei videogiochi di ruolo. L’eroe, conclusi gli eventi di Two Worlds 2, viene reclutato a forza nella ciurma di Ed Teal, spietato pirata il cui approdo è situato nell’arcipelago di Ublaryak, un gruppo di quattro isole completamente inedite situato in un non meglio precisato oceano di Antaloor. 
Come ogni avventura piratesca che si rispetti lo scopo sarà ritrovare un tesoro leggendario andato perduto diversi secoli prima e al centro dei sogni del capitano Teal: ritrovandolo infatti è possibile ottenere “ciò che più si desidera” (la citazione della bussola di Jack Sparrow di “Pirati dei Caraibi” qui è evidente). 
L’indagine ha inizio ma ben presto si scoprirà che questa è solo parte della storia e dietro di essa si celano diversi intrighi e misteri legati proprio al passato del capitano Teal e dell’arcipelago afflitto da una terribile maledizione. 
Iniziando il gioco sarà possibile importare il proprio eroe da Two Worlds 2 (a patto che abbia raggiunto il livello 42) con tutto il suo equipaggiamento oppure selezionare uno dei tre archetipi (mago, guerriero, ranger) disponibili e personalizzarne le abilità e caratteristiche. 

 

Miglioramenti estetici

Graficamente parlando il titolo migliora in alcuni settori: le texture e la qualità dei personaggi è migliorata notevolmente e salta subito all’occhio alla prima partita. I dialoghi danno maggior risalto a questo cambiamento anche se è andata perduta la possibilità di camminare durante le chiacchierate con gli NPC. 
Il Grace Engine ha subito un notevole processo di ottimizzazione, già godibile con la patch 1.3 in Two Worlds 2, diventando molto più fluido e leggero. A parità di dettagli, risoluzione e configurazione hardware il numero di fps subisce un aumento decisamente apprezzabile. 
Il numero di oggetti a schermo ha subito un aumento, così come i dettagli in lontananza. Vi ritroverete quindi ad osservare scene molto più ricche graficamente e a calcare ambienti più movimentati rispetto a quelli di Two Worlds 2. 
Diminuiscono però i dungeon, presenti in minor quantità ma migliorano tantissimo in qualità: i sotterranei legati alla trama principale sono molto ramificati e ampi. Si capisce come il level design sia stato curato maggiormente. 
Dal punto di vista sonoro sono stati composti circa 90 minuti di tracce aggiuntive che si alternano a quelle già ascoltate in Two Worlds 2. 

 

Boss fights e nemici

Altro aspetto migliorato sono gli scontri contro i boss. Questi sono presenti in maggior numero rispetto a Two Worlds 2, hanno un tasso di cattiveria decisamente più elevato e spesso richiedono l’uso di strategie più elaborate rispetto al classico “avanza e stermina”. Le loro dimensioni o il loro numero (a volte si possono duplicare) sono decisamente aumentati. L’alchimia non diventa più un orpello relativamente utile ma bensì fondamentale per contrastare avvelenamenti (nell’arcipelago di Ublaryak sembra che praticamente ogni soggetto ostile sia in grado secernere veleno) e ottenere bonus alle statistiche.
Sono state introdotte due nuove razze di nemici: Olorum e Driadi. I primi sono dei grossi umani maledetti mentre le seconde sono delle avvenenti fanciulle in stile amazzone, armate di arco e frecce.
I Reality Pump hanno voluto porre un particolare accento sui maghi, presenti tra le file avversarie in numero decisamente più considerevole rispetto a Two Worlds 2. Hanno inoltre imparato ad usare incantesimi ad area, non limitandosi più quindi a lanciare sfere d’energia dalla distanza.
E’ consigliabile sterminarli subito per primi se si vuole sopravvivere agli scontri più affollati di NPC ostili. 
Sul fronte mostri la varietà è molto buona anche se di esemplari veramente inediti ve ne sono pochi: la maggior parte provengono dal multiplayer di Two Worlds 2.

 

Un more of the same appunto

Pirates of the Flying Fortress stabilisce una durata di tutto rispetto per un’espansione: circa 12-15 ore di gioco a difficoltà normale. Si consiglia però di aumentarla se si vuole vivere una sfida impegnativa, in quanto dopo le prime 3-4 ore molti nemici diventeranno sostanzialmente innocui. 
I tre finali disponibili donano una relativa possibilità di rigiocare il titolo più volte ma le restanti quest introdotte non offrono tantissime scelte. 
Un difetto che emerge è il non aver sfruttato la possibilità di importare il salvataggio del gioco base per far variare determinati aspetti del gioco anche se si dimostra coerente dato che la storia di PFF c’entra poco o nulla con quella Two Worlds II. 
Il gameplay non viene alterato in alcun modo: nessuna nuova abilità in combattimento o aggiunta in qualche particolare settore del gioco, salvo le sole balestre. Non si differenziano però molto dagli archi. La loro unica nota di merito è il fornire una potenza decisamente superiore.
Se Two Worlds 2 non vi ha convinto questa espansione certamente non muterà il vostro giudizio dato che si rivolge a chi ha apprezzato il secondo capitolo della saga creata dai Reality Pump. 

Il multiplayer beneficia di quattro nuove arene per la modalità cooperativa ma nessuna nuova modalità. Sarà accolto come una manna da quei giocatori che ormai si sono stancati di livellare sempre e solo nell’ormai famigerata mappa “Palude”, unica sinora capace di assicurare un numero di punti esperienza adeguato. Le mappe però sono ambientate tutte quante in zone già viste in Two Worlds 2 e non nelle nuove aree introdotte da Pirates of the Flying Fortress.

DATI DEL GIOCO

Piattaforme: Windows, Mac OS, PlayStation 3, Xbox 360

Sviluppatore: Reality Pump

Distributore: TopWare Interactive

Data di uscita: 20/09/2011

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PEGI: 16+

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