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Recensione di Child of Light 2016-11-27T11:24:33+01:00
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    Recensione di Child of Light

 

A volte anche i più biechi publisher riescono a sorprenderci: Ubisoft, tristemente nota per i suoi DRM e per l’estenuante sfruttamento dei suoi brand, prima finanzia un gioco di nicchia come “Might and Magic X” e ora se ne esce fuori con quel piccolo gioco dal raffinato sapore indie che è “Child of Light” affidato al suo talentuoso Team di Montreal.
Addirittura ci racconta una favola.
Ma procediamo con ordine e vediamo l’antefatto. L’incipit è in una Vienna fin de siècle dove la piccola Aurora, dopo la perdita della mamma, viveva serenamente col padre Duca fino al giorno in cui cadde in un sonno profondo e fu creduta morta. In realtà stava vivendo un sogno in un mondo “altro”, quello fantastico di Lemuria. Ma era proprio un sogno?
L’impronta grafica deve molto alle illustrazioni dei libri di fiabe dell’ottocento e giureremmo che gli sviluppatori hanno conosciuto le deliziose fantasie del nostro grande e compianto Lele Luzzati. Ma il gioco è tutto un tributo ai Fratelli Grimm, a Perrault, a Lewis Carroll. In rete gira anche un filmato in cui si vede il grande Yoshitaka Amano, uno degli storici Artisti di Final Fantasy, che disegna questo artwork per il gioco:

child of light - artwork di Amano

Avrete anche notato che la fanciulla ha lo stesso nome della Bella Addormentata Disneyana. Tutti gli stereotipi del caso vengono sciorinati, ci verrà risparmiata solo la presenza di un qualche Principe Azzurro (di solito nullafacente e un po’ effeminato) ma possiamo essere certi che farà la sua comparsa in un eventuale seguito se il gioco avrà successo.
Naturalmente da un tale coacervo di citazioni non possiamo aspettarci una trama sorprendente e rivoluzionaria ma il guidatissimo racconto fila via scorrevole e senza noia, anche in virtù della sua relativa brevità. Assai gradevole è la presenza di piccoli enigmi semplici e mai frustranti che andranno risolti spostando le consuete casse o giocando con ombre e luci per aprire porte e passaggi.
Nei primi piani i personaggi sono tratteggiati a schizzo e a somiglianza di burattini, i loro dialoghi sono solo testuali e senza scelte. La particolarità è che sono in rima, impostazione che ci pare assai coerente anche se a volte un po’ stucchevole. Dal momento che il gioco è localizzato assai bene e completamente nella nostra lingua, dobbiamo, una volta tanto, fare un plauso ai traduttori che sono spesso riusciti a conservare le rime e a restituire un linguaggio aulico e arcaico. L’unica voce che sentiremo è quella narrante: è anch’essa ottima nella nostra versione, sembra di ascoltare una mamma che racconta la favola della buona notte al suo infante.

child of light dialoghi

Ma torniamo alla “Bambina di Luce”: ben presto ella scoprirà che quella terra incantata è ora oscurata dalla malefica Umbra, la Regina della Notte, che ha rubato il Sole, la Luna e le Stelle. Dovrà quindi, come avviene in molte favole, affrontare il suo percorso di formazione fino a trasformarsi in una specie di Valkiria in nuce capace di affrontare qualsiasi forza del male. Intuiamo questo suo destino già nelle prime immagini in movimento: ad onta delle movenze e dei tratti leziosi da vergine Preraffaellita, Aurora possiede una lunghissima capigliatura rossa che si stende e si inviluppa come se fosse costituita da fiamme subacquee.
La fanciulla si muove lateralmente su fondali in 2D concepiti come quinte teatrali, saltando leggera fino a quando svilupperà due ali da libellula che le consentiranno di volare graziosamente nell’aria. Difficilmente, malgrado l’ampiezza degli scenari, capita di non sapere dove andare. Aurora vuole essere modestamente chiamata col suo nome ma tutti la interpellano come “Principessa”, forse anche per la coroncina d’oro che ostenta malgrado sia di varie misure troppo larga per la sua graziosa testolina.

In tutta l’avventura vediamo volteggiare intorno alla nostra lentigginosa Eroina una bizzarra creatura costituta solo da una piccola testa luminosa. Intendiamoci: niente di amabilmente ambiguo come il “Morte” di Planescape Torment. A noi italiani invece ricorderà una certa particella di sodio di una nota pubblicità televisiva.  Si tratta di un tenero “lucciolino”, di nome Igniculus, le cui abilità si rivelano determinanti soprattutto nel corso degli scontri. E’ infatti un ottimo healer (che fa risparmiare preziose pozioni) ed è in grado di abbagliare per qualche secondo i nemici, magari facendogli saltare un turno in modo da agevolare le azioni di Aurora che richiedono più tempo. Durante le fasi esplorative il suo Mana si ricarica automaticamente ma negli scontri deve fare ricorso a piccole sfere luminose, dette “Desideri”, che vengono rilasciate da bizzarre piante luminescenti negli angoli dello scenario. Alle virtù di Ignaculus è anche affidata la maggior parte dei piccoli enigmi cui abbiamo già accennato.

child of light enigma

Al party si uniranno in seguito altri bizzarri personaggi sui quali in questa sede sorvoleremo per non spoilerare troppo. Questi hanno comunque tutti la caratteristica di essere comicamente piagnucolosi e al contempo abili in battaglia. Il combat è a turni e farà felici gli amanti dei JRPG, lo stile è quello dei vari Final Fantasy, Grandia ecc..  Il sistema si chiama “Active Time Battle” e fa piacevolmente e correttamente il suo dovere. In gioco è nel complesso piuttosto facile e adatto ai neofiti: a livello “normale” è improbabile incorrere in un “game over” anche con i boss principali. L’unica accortezza è quella di non sprecare le pozioni negli scontri normali visto che questi si presentano solitamente come un sine cura. Guidiamo sempre due soli membri del party contro un massimo di tre avversari. A ogni nostro turno è possibile sostituire uno dei personaggi con un altro “in panchina” se quest’ultimo possiede abilità più adatte a sconfiggere quel tipo di avversario. Possiamo anche attingere a queste “riserve” nei rari casi di morte.

Child-of-Light-combat

A un primo sguardo Le Abilità sembrano in buon numero ma in realtà si riducono quasi sempre a banali  potenziamenti di forza e resistenza dal momento che le tipologie offensive sono già state praticamente acquisite quando il personaggio appare nel gioco.

child of light abilità

C’è anche un accenno di crafting: armi e armature dispongono di un “Oculus” che ne consente il potenziamento tramite particolari gemme che possono anche essere combinate per renderle più efficaci.

child of light crafting

Una menzione particolare meritano le musiche, orecchiabili e coerenti. Lo struggente main theme è solitamente suonato per flauto e pianoforte ma durante gli scontri intervengono anche archi, fiati e percussioni. L’impronta acquerellata è ben gestita del motore proprietario UbiArt Framework che è stato utilizzato negli ultimi Rayman e che probabilmente supporterà la prossima reincarnazione di Prince of Persia.

child of light paese

Oltre alla modalità single player è possibile organizzare una cooperativa di due giocatori che si divideranno Aurora e Ignaculus. Era stata promessa anche una improbabile modalità multiplayer ma da qualche tempo non ve n’è più traccia. Child of Light può essere affrontato con l’accoppiata mouse/tastiera ma è decisamente consigliato l’uso del pad. Dopo i titoli di coda si può ancora scorrazzare per Lemuria in cerca di nuove avventure ma i nemici superstiti risultano troppo deboli visto che i membri del Party hanno sviluppato quasi al massimo le loro Abilità.

 

 

IL VERDETTO

8.5
A CHI POTREBBE PIACERE?
A chi pensa che il ricamo sia un'arte superiore a quella dei videogiochi.
PRO
  • Si torna bambini
  • Per romantici inguaribili
  • Per i fan del combat JRPG
CONTRO
  • Manca la
  • Inadatto a chi cerca sesso e violenza
  • Bisogna saper sognare

DATI DEL GIOCO

Piattaforme: Windows, PlayStation 3, PlayStation 4, PlayStation Vita, Xbox 360, Xbox One, Nintendo WiiU

Sviluppatore: Ubisoft

Distributore: Ubisoft

Data di uscita: 30/04/2014

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PEGI: 7+

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