Sarcastic Gamer ha ottenuto un’intervista a David Gaider, lead designer di Dragon Age 2.
Si parla per lo più della storia della saga e di quali attenzioni e obiettivi si siano seguiti per creare una trama capace di catturare i videogiocatori per ore e ore.
Gli sceneggiatori di Bioware hanno dovuto risolvere il non semplice problema di rendere accessibile e comprensibile la storia di Dragon Age 2 anche a chi non ha mai provato Origins e si avvicinerà alla saga solo a partire da questo capitolo.
Il segreto sta nel calarsi nei panni del pubblico e prevedere i suoi dubbi, soddisfacendoli con spiegazioni semplici ma esaustive. I neofiti quindi non hanno di che preoccuparsi: comprenderanno ogni dettaglio della storia senza per questo dover studiare un’enciclopedia del Ferelden prima di effettuare l’acquisto.
La scelta di un unico personaggio è stata dettata da necessità narrative: razze diverse limitavano la storia che gli sviluppatori volevano raccontare e nell’affrontare un sequel sarebbe stato molto difficile incastrare tutti i pezzi senza generare incongruenze o superficialità nei temi trattati.
David Gaider porta l’esempio dei nani: sarebbe stato impossibile avere una sorella maga in famiglia per via della loro immunità alla magia.
Interessante l’origine della parola “Thedas”: a quanto pare il team aveva dato un nome alle terre di Origins che però non convinceva molto. Si scelse quindi di chiamarle con il nome provvisorio di ” The Dragon Age Setting”, abbreviato “The DAs”. In breve divenne il Thedas che tutti noi conosciamo.
A quanto pare la saga narrerà in futuro nuove storie ambientate in altre regioni: l’obiettivo e seguire una linea narrativa vista da più punti di vista diversi e indipendenti.