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Videogiochi in italiano: diritto o pretesa? 2016-11-27T11:24:17+01:00
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    Videogiochi in italiano: diritto o pretesa?

Traduttore – Traditore

In realtà le problematiche relative alle traduzioni in italiano trascendono e di molto, il piccolo campo dei videogiochi. Ma per noi player incalliti può la localizzazione può fare la differenza.
Il motto: “Traduttore = Traditore” è una delle tante verità tramandate dalla saggezza popolare. Rendere perfettamente un testo concepito in un’altra lingua è una missione impossibile, vengono comunque perduti sottintesi, giochi di parole, allusioni, citazioni, onomatopee e, più in generale, lo stile della scrittura. Un anglosassone non bilingue non potrà cogliere appieno la ricchezza della Divina Commedia e un italiano nelle stesse condizioni percepirà solo una parte della grandezza del Bardo di Avon.

divina commediainglese

In più, naturalmente, le variabili sono infinite e dipendono dalla tipologia dell’originale e dalla qualità della traduzione.
Ma queste considerazioni non bastano per giustificare che venga preclusa la fruizione di opere create in lingue che a molti non risultano familiari. Anche se l’inglese sta diventando il media comunicativo universale non è ragionevole colpevolizzare chi soffre di questa lacuna. Entrano in gioco molti fattori quali il livello di scolarizzazione, l’ambiente, il tipo di lavoro, gli interessi particolari, le attitudini native, l’età, la storia personale, la disponibilità di tempo, l’essere o meno “nativi digitali” e, in alcuni casi, perfino il ceto sociale.

Dei videogames troviamo quasi sempre la versione inglese ma spesso manca la localizzazione nel nostro idioma e questo è un problema.

Anche a chi dispone di una qualche conoscenza della lingua può capitare di imbattersi in termini ignoti e doversi quindi impegnare in sforzi mentali per ricostruire il senso delle frasi o, peggio ancora, dover ricorrere a un vocabolario spezzando il ritmo del gioco.

Ma in definitiva: in merito alle traduzioni di videogiochi

 

la nostra vecchia Italia com’è messa?

Diciamolo subito: non benissimo. La nascita di SH da noi non solo non è sostenuta ma è anzi scoraggiata dal marasma burocratico e fiscale che affligge il paese. I migliori talenti finiscono per espatriare come è successo, per esempio, ad Andrea Pessino che è dovuto finire negli USA per fondare quella “Ready at Dawn” che sta mietendo successi di critica e di pubblico con “The Order 1886”.
Eppure da un paio d’anni

il nostro paese è uscito dal novero delle nazioni sotto osservazione per la pirateria

informatica, l‘italiano è la quarta lingua più studiata nel mondo (dopo inglese, francese e spagnolo e prima del tedesco) e ricopre un’analoga posizione per quanto riguarda il numero di parlanti totale.
Per quanto riguarda la vendita di videogiochi, siamo sempre i quarti in Europa e in nona posizione nel mondo e in nona posizione nel mondo
malgrado l’esigua dimensione geografica. Ma, a quanto pare, sono ancora in molti che continuano a considerare marginale il nostro mercato.

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Ormai molti giochi che non arrivano da noi vengono tradotti addirittura in russo vista l’enormità di quel mercato e malgrado la pirateria informatica laggiù dilagante. Pur nelle sue esigue dimensioni territoriali la Polonia è invece diventata il faro europeo dei videogiochi per merito di CDProjekt Red: le localizzazioni in quella lingua stanno crescendo in misura esponenziale. Alcuni paesi asiatici quali il Giappone e la Corea del Sud hanno produzioni talmente fiorenti da non preoccuparsi di espandersi in occidente.
Fortunatamente non tutti i grandi publisher sono di questa opinione: EA, Ubisoft, 2K Games, Microsoft, Warner Bros, Capcom, Konami, Codemasters, Namco Bandai e altri localizzano nella nostra lingua quasi tutto il loro catalogo o almeno i giochi più importanti, alcune addirittura forniscono anche doppiaggi degni.
Perfino Bethesda ha cercato di cancellare il ricordo dell’infame localizzazione di Oblivion addirittura doppiando in italiano tutti i suoi giochi successivi, per la verità con esiti alterni, ma finalmente arrivando a un buon livello con Skyrim. EA/Bioware doppia inspiegabilmente nella nostra lingua la Saga “Mass Effect” ma non i vari “Dragon Age” anche se questi ultimi godono di analogo successo commerciale.

Purtroppo non possiamo contare molto sui nostri distributori per avere i videogiochi in italiano, dal momento che spuntano come funghi e poi scompaiono.

Anche FX Interactive, il publisher spagnolo che ci ha sempre fornito edizioni di ottimi giochi a prezzi contenutissimi e ben localizzati, verte in difficoltà. Un po’ meglio va nel campo delle Avventure Grafiche dove possiamo contare sulla presenza dello store online Zodiac e di Adventure Productions che spesso pubblicano i videogiochi in italiano , lingua snobbata dagli autori ed editori originali.

 

Tradurre

Le traduzioni sono sempre state necessarie per la comprensione tra i popoli. L’esempio storico forse più eclatante è quello della “Stele di Rosetta”, la lastra in granito del 196 a.C. in cui uno stesso decreto era stato inciso in geroglifico, demotico e greco. Ritrovata oltre due secoli fa durante la Campagna Napoleonica in Egitto, fornì la chiave per decifrare la scrittura egizia.

steleRosetta
Le traduzioni devono essere preferibilmente letterali o “a senso”? Per la seconda ipotesi si schierava già San Girolamo nel IV secolo D.C. nell’Epistola LVII ad Pammachium. In Francia nel XVIII secolo si diceva che

le traduzioni devono essere “belle e infedeli”.

Oggi tutti la pensiamo così e siamo consci dei crimini di Google Translate, ma a volte questa impostazione impone grosse acrobazie se la lunghezza dei testi tradotti deve coincidere con quelli originali.
Non è un problema di sfumature e, se certi errori provocano solo ilarità, in casi estremi possono modificare drammaticamente il sentire comune e dare addirittura origine a guerre.
Proverbiale è l’errore di cui fu vittima la Migros, azienda elvetica specializzata nella grande distribuzione alimentare. La traduzione corretta sarebbe stata: “Burro svizzero per arrostire” e invece guardate cosa è venuto fuori:

burro per arrostire svizzeri
Gli esempi sarebbero infiniti. Il termine “Grande Fratello” è ormai entrato nel lessico comune per colpa della popolare trasmissione televisiva. In realtà il termine deriva dal sommo romanzo di Orwell “1984”, ambientato in un futuro distopico in cui i cittadini vivono continuamente spiati e soggiogati dal “Big Brother”…che in realtà è il “Fratello Maggiore”.
Nell’edizione italiana del “Signore degli Anelli” leggiamo che gli hobbit mangiavano a più non posso, accumulavano noccioli e ne facevano “sculture raffiguranti teschi di guerrieri“. Ma il senso originale è che “impilavano noccioli come un conquistatore avrebbe impilato teste”.
Forse non tutti sanno che il tragico bombardamento dell’Abbazia di Montecassino, avvenuto il 15 febbraio 1944 da parte delle Truppe Alleate, fu causato dall’inesatta decifrazione di un dispaccio dell’Esercito Tedesco nel quale la parola “abt” (“abate”) era stata intesa come abbreviazione di “abteilung” (“battaglione”).
E così via.
Giancarlo Livraghi ha messo liberamente in rete un divertente prontuario, “Ambiguità fra l’italiano e l’inglese”, che spiega molti degli equivoci di cui siamo vittima.
D’altra parte possiamo farci un’idea di quanto sia complessa questa attività, anche quando è riferita ai videogiochi, con quello che resta ancora oggi il miglior trattato sull’argomento, ossia “La Guida introduttiva alla traduzione di videogiochi per PC” che Marco “CavaliereOmbra” Macciò stilò nel 2008.

 

Problematiche legali e altre complicazioni

Anche se la traduzione amatoriale viene diffusa senza limitazioni e in maniera del tutto gratuita, non si ha mai la certezza che l’operazione rientri in tutti i crismi della legalità.
La cosa dipende infatti dall’EULA, ossia dall’accordo di licenza con l’utente finale (End-User License Agreement) imposto dal fornitore del software.

Il giocatore infatti è titolare di una “Licenza d’uso limitata”

e qualsiasi attività sul codice del gioco, salvo esplicito consenso nel contratto, può essere eseguita solo previa autorizzazione scritta dai detentori dei diritti.
In realtà non si ha memoria di sviluppatori o distributori che abbiano mai intentato cause per una traduzione amatoriale, ma, per la Legge di Murphy (se qualcosa può andar male, andrà male) il futuro è sempre aperto.
In rete circola la voce che Kalypso Media (il Produttore tedesco, tra l’altro, delle Serie “Disciples” e “Tropico”) neghi i permessi di traduzioni amatoriali in quanto teme la “corruzione” dei suoi codici. Può anche succedere (è il caso di Harbrained Schemes di “Shadowrun Returns”) che lo sviluppatore rilasci liberamente un kit per il modding ma che questo rimanga per lungo tempo inadeguato per l’estrazione dei file di testo a causa di un bug. Pare che il problema sia stato risolto con una patch successiva ma bisogna ancora trovare un team che si assuma l’impegno e la cosa diventa sempre più improbabile man mano che ci si allontana dalla data di rilascio del gioco.
Ma

spesso anche la semplice individuazione dei files da tradurre diventa un’impresa molto severa

talvolta sono compressi in formati rari o addirittura criptati o inspiegabilmente sparpagliati nei meandri dei programmi. I tool necessari non sempre sono facili da reperire, a volte non funzionano a dovere, a volte sono anche costosi.

 

Qualità

La qualità delle localizzazioni è uno dei temi più caldi e ricorrenti tra le comunità in rete.
Al rilascio di ogni vg “importante” cui manca nativamente l’italiano, si riformano due fazioni estreme: i “puristi” anglofoni, che gridano al reato di iconoclastia non appena individuano un banale refuso, e gli avversari di questa linea che rivendicano una traduzione qualunque purché gli consenta di “capirci qualcosa”.
Molti osservano, con ragione, che

la mancata conoscenza dell’inglese nell’anno di grazia 2015 è una lacuna che isola dal mondo

visto che la quasi totalità delle attività creative, scientifiche, commerciali, politiche ecc. nascono e/o vengono diffuse in quella lingua. A onor del vero giova forse ricordare che l’inglese non è la lingua più parlata del mondo, in realtà è in seconda posizione dopo il mandarino.
Altre obiezioni riguardano l’approssimazione di molte traduzioni che presentano a volte svarioni di tale gravità da stravolgere il senso di intere frasi. Anche qui c’è del vero: tutti ricordiamo le numerose “perle” della versione ufficiale italiana di “TES IV: Oblivion” in cui si trovavano amenità tipo la “Necromanzia” resa a volte come “Necrofilia” e, addirittura, le Rovine Ayled di “Coulotte” che erano diventate “Gonna Pantalone” (!).

GONNAPANTALONE OBLIVION

Fortunatamente è in avanzato stato di lavorazione una nuova versione a cura del nostro Fatalillusion che finalmente ridarà dignità al gioco.
Gli esempi sono innumerevoli.
Dall’altra parte si ribatte che questa è una posizione sterilmente elitaria che discrimina chi non ha la fortuna di essere perfettamente bilingue. Alcuni invocano anche l’orgoglio nazionale e la tutela del nostro idioma contro le omologazioni imposte dall’esterno.
In definitiva

la maggior parte dei giocatori, all’uscita di ogni nuovo titolo, si preoccupa innanzitutto di informarsi se c’è una versione nella nostra lingua

Si tratta a volte di persone non giovanissime che vogliono essere intrattenute dopo una giornata di lavoro senza essere sottoposte a sforzi eccessivi. D’altra parte le statistiche più recenti hanno rivelato che il videogiocatore medio italiano ha un’età superiore ai trent’anni.
A tutte le fasce d’età appartengono coloro che masticano un po’ d’inglese ma temono di perdere comunque brani importanti e non hanno certo l’intenzione di affiancare un dizionario al monitor.
Nei forum, prima o poi, spunta sempre qualcuno che pronuncia la fatidica esortazione: “imparate l’inglese!” provocando la reazione stizzita di chi non ne ha l’opportunità. Allora i toni si alzano fino alla ferocia e all’insulto. Le posizioni più equilibrate e sfumate di solito finiscono per essere travolte mentre fioccano i ban.
Come sempre succede la verità è meno schematica.

Tutti conosciamo casi di traduzioni pressoché perfette e altre a livelli ignobili, con tutte le sfumature intermedie, sia che si tratti di lavori ufficiali che amatoriali.

I videogiochi stanno solo ora faticosamente uscendo dal ghetto degli espedienti per tenere buoni i bambini e il loro giro d’affari ha da anni superato quello del cinema e della musica insieme. Per il corrente anno si parla di 92 miliardi di Euro. Ma il rapporto costi/benefici delle localizzazioni resta sempre difficile da calcolare. Questo soprattutto nel caso di piccole e medie SH i cui bilanci somigliano, nella maggior parte dei casi, a una roulette russa.

 

I pericoli del doppiaggio

Ancor più delicato è il problema del doppiaggio cui, da decenni, cinema e televisione ci hanno abituati. Non così è nei paesi anglosassoni dove questa pratica non ha mai attecchito. Ovviamente, l’immersione è più facile se non siamo condannati allo strabismo nello sforzo di guardare contemporaneamente immagini e sottotitoli spesso troppo minuscoli e mal posizionati. Ma già anche le spese per una semplice sottotitolazione appare spesso troppo gravosa e gli eventuali maggiori introiti troppo aleatori.
Dal punto di vita qualitativo, negli anni ci siamo imbattuti in ottimi risultati e in altrettanti casi desolanti. E’ ormai assodato che il peggiore (e più esilarante) doppiaggio di sempre è quello di King’s Field IV:

Tutti ricordano i tumulti per i doppiatori di Half Life 2 che parevano essere stati ingaggiati nel nord est europeo. I responsabili si prodigarono per spiegare che la cosa era voluta per mantenere il feeling originale ma non ottennero grande credito. Eppure col capitolo precedente le cose erano andate molto meglio, per esempio per quanto riguarda la prestazione di Edda Olivieri che forniva un’eccellente esempio di voce sintetizzata per la “tuta” di Gordon Freeman (che rimane muto per tutto il tempo). La versione della Olivieri è ben migliore di quella della controparte inglese. Ma gli episodi sconcertanti sono stati sempre numerosissimi. In “Nocturne”, il Survival Horror del 1999, malgrado le atmosfere cupe e terrorizzanti, una segretaria pronunciava il drammatico interrogativo “Chi ci salverà dal male?” con un accento emiliano fortemente caricato. Forse l’intenzione era quella di regalare un easter egg, ma la tensione si trasformava in risata.
In “Clive Barker’s Jericho” del 2007 i doppiatori battevano di molte misure quelli di Half life 2.

Ancor peggio era andata con la splendida Avventura Grafica “The Moment of Silence” del 2004. Tutti casi in cui l’immersione veniva annichilita da esplosioni di ilarità o, più spesso, da un tale disgusto da indurci a cercare di ripristinate il sonoro originale sperando di salvaguardare i sottotitoli.
Ma per fortuna non è sempre così, a volte le cose vanno meglio. Per il primo “The Witcher”, sia nel doppiaggio italiano (ricordate il destabilizzante “Buongiorno” di Geralt?) che in quello inglese i brani imbarazzanti non mancavano, l’ideale sarebbe fruire delle voci polacche. Fortunatamente la giocabilità, nel suo complesso, non risulta intaccata.
Dal cinema abbiamo imparato che non sempre la versione originale è superiore a quella italiana. Per decenni i nostri studi di doppiaggio sono stati i migliori del mondo. La voce di Gualtiero De Angelis (purtroppo scomparso nel 1989) per esempio, aveva coloriture più calde e suggestive di quelle dei suoi mitici “alter ego”: James Stewart, Cary Grant, Henry Fonda. In tempi più recenti la famosa risata di Eddie Murphy in originale non ha il carisma che gli diede da noi Tonino Accolla. Oggi la situazione è un po’ meno rosea anche perché la maggior parte dei doppiaggi viene eseguita frettolosamente per i prodotti televisivi che, di solito, hanno un ritorno economico inferiore a quello del cinema degli anni d’oro.
Ma anche nei videogiochi troviamo casi in cui le nostre versioni non hanno niente da invidiare a quelle originali.
L’indimenticabile Avventura Grafica “Blade Runner”, ispirata all’omonimo film/capolavoro di Ridley Scott, poteva contare sullo stesso cast di doppiatori del film.

Nel 1999 l’intensa voce di Vittorio Bestoso trovava le più appropriate e dolenti coloriture nel suggestivo “Shadow Man” di Acclaim. Analoga felice sorte ebbe un anno dopo “Vampire the Masquerade: Redemption” in cui Bestoso impersonava la voce narrante e il protagonista Romuald poteva contare sul professionismo di un grande Claudio Moneta. Il quale è stato anche l’ottima voce ufficiale del Comandante Shepard dei “Mass Effect”, salvo che nel secondo episodio in cui fu sostituito, per problemi personali, da un discusso Giacomo Zito. Il nostro Riccardo Peroni nel ruolo di Joker nella serie “Batman” riesce, incredibilmente, a non sfigurare davanti al doppiatore originale che è addirittura quel Mark Hamill, attore e doppiatore, che tutti conosciamo come il Luke Skywalker di Guerre Stellari.

Skyrim conta su una localizzazione ben più degna dei precedenti giochi Bethesda ma il cast del doppiaggio è, necessariamente, meno nutrito di quello originale

che vanta calibri come Max Von Sydow e Christopher Plummer. Però la doppiatrice italiana della Madre Notte si impegnò a imitare Wanda Tettoni, l’inquietante voce della madre mummificata in Psycho (chiara fonte di ispirazione per il personaggio del gioco). Ma altri punti di eccellenza non mancano, per esempio va citato il “Cicero” di Dario Dossena.
Vogliamo ricordare anche l’ottima voce di Giorgio Melazzi per Max Payne: a quanto pare i giochi di Remedy Enterteinment ci arrivano sempre in forma smagliante, visto che Alan Wake ha potuto contare sulla magnifica interpretazione di Alessandro Zurla. Non era certo da meno Luca Ward nel ruolo del Sam Fisher di Splinter Cell, che però, nelle sue ultime incarnazioni, è doppiato da Carlo Oppido, probabilmente per problemi di costi.
Dal passato ci arriva il doppiaggio perfetto di “Grim Fandango”: questa storica AG (secondo molti la migliore di tutti i tempi) è stata recentemente riproposta in edizione “remastered”.

Malgrado il gioco risalga al 1998, è sorprendente la sincronizzazione delle parole col labiale, cosa che spesso oggi non succede malgrado l’esistenza di appositi programmi.
Quello del sincrono è sempre stato un problema. Infatti, salvo casi rarissimi,

i tempi non consentono che il doppiaggio dei videogiochi avvenga in tempo reale davanti alle immagini

appropriate che scorrono davanti agli attori. Il più delle volte essi sono costretti a operare al buio, basandosi su un semplice testo, cercando di immaginare la situazione in cui la scena è calata e dovendo badare affannosamente al minutaggio.
In questa recente intervista ai doppiatori di “Addio Deponia”, Alessando Lussiana, che da voce al protagonista del gioco, racconta:
Non sempre è possibile vedere il gioco prima di produrre la versione italiana. Anzi, con i recenti videogiochi che escono in contemporanea mondiale è praticamente impossibile perché mentre il gioco è in fase di sviluppo si lavora già alla localizzazione nelle differenti lingue.
Solitamente per realizzare la versione italiana di un videogioco studiamo i personaggi e la storia per preparare il casting delle voci. Poi per il doppiaggio utilizziamo generalmente il copione e l’audio originale inglese. In fase di doppiaggio l’audio originale viene mandato in cuffia per capire esattamente l’intenzione e la durata di ogni singolo file audio. Il direttore di doppiaggio, che precedentemente ha studiato quanto più possibile il gioco, fornisce ulteriori indicazioni per interpretare al meglio il copione“.

Se i doppiaggi della popolare serie “Assassin’s Creed” e di alcuni giochi ispirati all’epopea di Star Wars (The Force Unleshed 1 e 2) sono sempre da considerare almeno degni, quelli di Bioshock e seguiti sono indiscutibilmente eccellenti.

La Dottoressa Tenebaum trova in Karin Giegerich un’interprete di rara sensibilità nei difficili passaggi dalla durezza alla tenerezza, ma tutte le voci femminili sono straordinarie: le urla delle madri impazzite fanno venire i brividi.
Da risultati di questa caratura possiamo così trovare consolazione se abbiamo subito la voce di Dario Argento, in “Dead Space”. Le inflessioni romanesche non erano certo le più consone alla personalità di uno scienziato americano perduto nello spazio profondo.

Traduzioni ufficiali
Quando si parla di traduzioni ufficiali bisogna ricordare che i criteri correnti dovrebbero essere quelli del “Multi 5”, ossia : inglese, tedesco, francese, spagnolo, italiano. In altri casi invece si adotta il sistema “Multi 3” che comprende solo le tre prime lingue dell’elenco. In realtà da qualche tempo questa convenzione sta saltando sia perché la geografia commerciale si è modificata, sia per l’affacciarsi di nuove case di produzione nelle più svariate parti del mondo.
In più le casistiche sono assai varie, a volte l’onere viene assunto dal publisher originale, in altri casi dal distributore di determinate aree e nella maggior parte dei casi gli sviluppatori non hanno voce in capitolo.
Così gli esiti sono spesso sconcertanti. Emblematico è il caso della Saga “Gothic”. I primi capitoli arrivarono da noi con grosso ritardo (il secondo addirittura due anni dopo l’uscita in Germania) e solo sottotitolati. Poi la defunta JoWood Entertainment tirò fuori un certo “Arcania”, che doveva essere “Gothic 4”. Fu creato da un’alta SH incompetente e venne doppiato (male) in molte lingue, italiano compreso. Inutile dire che fu uno dei fiaschi più clamorosi di tutti i tempi e che innescò una serie di fallimenti e chiusure.
Comunque, come tutti sappiamo, dove i publisher si negano spuntano talvolta gruppi amatoriali che provvedono, del tutto gratuitamente, a regalarci traduzioni che qualche volta sono di qualità pari o superiore a quelle ufficiali. Sono talmente numerosi che è impossibile ricordarli e citarli tutti, anche perché alcuni si sono formati e sciolti addirittura senza aver portato a compimento alcun progetto.

 

Le traduzioni amatoriali: i Team storici

L’esempio più eclatante è quello dei primi tre Fallout cui dovette provvedere Ragfox, ormai un mito nel settore. L’opera richiese molti anni e, sebbene compiuta da una sola persona, è rimasta il principale esempio di come deve essere fatta una traduzione.

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Fortunatamente il Nostro è tuttora vivacemente operante tanto che dal suo sito, “Old Games Italia“, sono giunte recentemente anche la traduzione definitiva di “Il Tempio del Male Elementale”, di “Ultima VII” e “Ultima Underworld”, ossia dei capostipiti dei moderni Giochi di Ruolo. Ma il sito è una miniera anche per altri mitici RPG (come “System Shock 2“), molte Avventure Grafiche classiche e alcuni tra gli Action che hanno fatto la storia.
In Old Games Italia sono ora confluiti altri due storici siti: “ABPG” (“Antica Bottega del Pollo di Gomma”) e “IAGTG” (“Italian AG Translators Group”) che erano particolarmente orientati alla localizzazione di Avventure Grafiche.
I giocatori meno giovani non hanno certo dimenticato l’“ITP” (“Italian Translation Project”) gruppo purtroppo ormai disciolto.

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Il loro primo progetto amatoriale risale al 1999 e riguarda l’RPG più celebrato di tutti i tempi, ossia “Planescape Torment”. Negli anni successivi si cimentarono in imprese altrettanto ciclopiche e importanti: “Arcanum” e “Divine Divinity”. A loro dobbiamo la traduzione di “Morrowind” e delle espansioni ufficiali mentre delle mod, che in quegli anni uscivano in grande quantità e spesso di qualità altissima, si occupava principalmente un altro grande team, quello degli MPT purtroppo anch’esso disperso. Anche qui parliamo di opere impeccabili malgrado la vertiginosa profondità di quei giochi e la loro impressionante mole di stringhe.
A questi gruppi dobbiamo la possibilità di giocare agli RPG più importanti (e forse più belli) di tutti i tempi.
Ma abbiamo avuto anche valenti traduttori amatoriali di altri generi di giochi. Non possiamo certo dimenticare “I Figli di Gaucci” e il loro Leader “Doppiapunta”, cui dobbiamo, tra l’altro, la localizzazione di “American McGee’s Alice”, “Grandia 2”, “Soldier of Fortune” e molti altri. Il sito è sempre raggiungibile ma la home non viene aggiornata da quasi due anni.
Al “G.I.T.”, ossia “Game Italian Translation” dobbiamo, tra l’altro, le traduzioni amatoriali dei primi due “Thief”, ossia “The Dark Project e “ TheMetal Age”.

GITMa il team, capitanato da “Marco “CavalierOmbra” Macciò”, si occupò anche di traduzioni ufficiali quali quella del primo “Fable” e di “Two Worlds”.
Adesso il sito è fermo da qualche anno e anche il blog non è più stato aggiornato dal 2013. E’ così sfumata la speranza di poter giocare nella nostra lingua a “The Fall: Last Days of Gaia”, l’acclamato RPG post apocalittico di Silver Style Entertainment del 2004, anche se la traduzione era a buon punto.
E’ purtroppo solo un ricordo “Neonemesis di Dewos” (che negli ultimi tempi prese il nome di “Legacy of Dewos”) che per anni fu il riferimento principale per il recupero delle traduzioni amatoriali (ma anche di conversioni). Memorabile è la versione italiana di “Psychonauts”, l’innovativo Platform/RPG del grande Tim Schafer. La sua eredità è stata raccolta da “The Black Hole Relaoded”, un sito che raccoglie la quasi totalità delle traduzioni esistenti dei giochi ma che ha caratteristiche un po’ borderline in quanto fornisce anche conversioni che, come sappiamo, sono del tutto illegali.
Nel tempo è scomparso anche “VGameTT” dove, a opera di Tidus, era possibile trovare tra l’altro l’unica traduzione, forse irrimediabilmente perduta, di “Pirates of the Caribbean” un bizzarro ma apprezzabile action in 3D del 2003 che fu uno dei pochi insuccessi di Bethesda.
Nel nulla finirono i generosi tentativi su “TES II: Daggerfall” a causa di insormontabili problemi di codice. Da anni, nella pagina del progetto , campeggia un malinconico “Italian Daggerfall Reloaded is coming back”…
Anche i “TIR Evolution” sono purtroppo solo un ricordo. Durante la loro breve esistenza si occuparono di vari titoli tra cui “Vampire: The Masquerade Bloodlines”, l’”RPG maledetto” per antonomasia della mai abbastanza rimpianta “Troika Games”. Questa, formata da tre geni assoluti: Timothy Cain, Leonard Boyarsky e Jason Anderson che avevano lasciato Interplay ai tempi di Fallout 2, riuscirono a sfornare solo tre titoli tanto fondamentali quanto tecnicamente disastrosi. Gli altri due sono “Arcanum: Of Steamworks and Magick Obscura” (che, come abbiamo visto, era stato tradotto per noi da ITP) e “Il Tempio del Male Elementale” (di cui, come abbiamo detto, troviamo la localizzazione aggiornata su Old Games Italia). Bloodlines doveva uscire da noi completamente localizzato ma il crack di Troika mandò tutto in fumo. La sua maledizione ha continuato a imperversare anche su chi voleva tradurlo. Il primo tentativo fu compiuto dal sito Multiplayer.it poco dopo l’uscita ma, inizialmente, era scaricabile solo previa iscrizione a pagamento al sito. Si scatenò una shit storm di incredibili dimensioni e il lavoro fu frettolosamente reso disponibile a tutti. Ma il gioco era talmente pieno di bachi da poter risultare non completabile. Dopo l’uscita di patch non ufficiali se ne occuparono appunto i TIR ma, a quanto pare, la malasorte si abbatté anche su di loro. La versione che si trova in rete, un po’ raffazzonata da superstiti membri del gruppo, è ancora molto instabile e problematica.
Ma gli episodi “eroici” sono tanti. “Anachronox”, lo splendido, e inizialmente sottovalutato, Action Rpg di Ion storm del 2001 fu tradotto da una sola persona poco dopo la sua uscita. Però in seguito la traduzione scomparve dalla rete salvo riapparire per un breve periodo su Multiplayer.it. Oggi, fortunatamente, è anch’essa di nuovo reperibile in Old Games Italia.
Nel tempo sono stati anche fatti generosi tentativi di traduzione di giochi per piattaforme diverse dal pc. Tra queste vogliamo citare “Sadnes City Translation” cui si devono traduzioni di calibri come “Chrono Trigger” e i primi “Final Fantasy”. Chi ancora possedesse una PSX, uno SNES o un N64 potrebbe trovare nel loro sito opportunità molto interessanti.

 

Le traduzioni amatoriali oggi

La maggior parte dei titoli Tripla A per console arrivano da noi provvisti di localizzazione completa mentre per le esclusive PC la situazione è assai meno rosea. Però, dopo alcuni anni bui, rileviamo una fioritura di gruppi amatoriali, più o meno improvvisati, che a volte non hanno neanche un sito ma si affidano a una semplice pagina Facebook. La situazione è tanto vitale quanto magmatica quindi, anche qui, è impossibile citarli tutti.
Alla traduzione dell’H&S “Magicka” e delle sue espansioni ha provveduto “Italian Phoenix”, un gruppo composto da sole due persone.
Un altro gruppo da nome molto simile: “Fenix Tm” sta compiendo un’analoga operazione su “Life is Strange”, l’innovativo e già tanto celebrato nuovo gioco episodico di Dontnod Entertainment, gli autori di quel “Remember Me” che arrivò da noi completamente localizzato sotto l’egida di Capcom ma che, malgrado brulicasse di ottime idee, non ebbe il meritato successo a causa di alcuni aspetti troppo acerbi nel gameplay.
Il gruppo è giovane ma è partito con formidabile impeto: in breve tempo ha già localizzato: Toren, Woolfe – The Red Hood Diaries e Silence of the Sleep.

Il gruppo “Cryolab” si occupa principalmente della localizzazione dei giochi di “Telltale”, ossia di “Jurassic Park: The Game”, “The Wolf among Us” e della seconda stagione di “The Walking Dead”. Prima dell’uscita della traduzione ufficiale della prima stagione di TWD avevano anche provveduto ai sottotitoli in italiano man mano che gli episodi venivano rilasciati. Per questo gioco esiste anche un progetto di doppiaggio amatoriale ma, dopo un avvio in fondo promettente, l’iniziativa pare essersi arenata.

I giochi di Telltale sono molto popolari da noi ma quella SH è caparbiamente restia a prenderci in considerazione. Così è stato in passato per “Ritorno al Futuro: il videogioco” e per “Tales of Monkey Island”.
Altre traduzioni in corso di giochi Telltale sono “Game of Thrones – A Telltale Game Series” e “Tales from Borderlands“.
Un altro sito attualmente molto attivo è “Creadipiù” che, malgrado adotti misure discutibili in merito al download dei loro lavori, è artefice di lodevoli iniziative quali la traduzione di “The Banner Saga” e “Divinity Dragon Commander”. Si è anche impegnato in una versione alternativa per “Divinity: Original Sin” che ha trovato molti estimatori.
I casi felici sono assai numerosi ed è impossibile ricordarli tutti. Da quando il fenomeno Indie si è prepotentemente affacciato alla ribalta ha dato origine, pur tra tanta mediocrità, anche a più o meno grandi capolavori di intelligenza e innovazione. A titolo di esempio ricordiamo i casi di “Don’t Strave” e di “Gone Home” per i quale il traduttore ebbe il ringraziamento formale degli sviluppatori.
Nel caso di “Dear Esther”, dopo un paio di tentativi amatoriali, fu lo stesso sviluppatore che rilasciò un pacchetto di traduzione.
Abbiamo citato questi casi soprattutto per raccomandare di non arrendersi troppo presto se, nella pagina Steam di un gioco agognato, leggiamo la sconfortante frase “Italiano non supportato”. In alcuni casi una rapida ricerca nelle discussioni (o direttamente in rete) può risolvere il problema.
Analoga procedura vale per GOG dove le versioni italiane sono ancor più latitanti, sia per incuria che per particolari difficoltà nel reperirle. Si tratta infatti spesso di giochi “attempati” di cui è particolarmente difficile individuare chi detiene oggi i vari diritti.
Anche qui conviene eseguire le opportune ricerche e, in particolare, consultare questa discussione che può rivelarsi preziosa.
Ma c’è un caso in cui lo scoramento iniziale si è dissolto in una trionfale allegria. Per il nuovo “capolavoro annunciato” di Obsidian, ossia quel “Pillars of Eternity” che tutti abbiamo aspettato quale legittimo erede di Baldur’s Gate, non era inizialmente prevista una versione italiana. Dopo insistenti richieste da parte dei fan e dei backers, il distributore Paradox è ritornato sulle sue precedenti e funeste decisioni.

Un fenomeno recente (e un po’ sconcertante) è quello di sviluppatori che ricorrono all’opera gratuita di team di traduzione amatoriale e poi danno al loro lavoro il crisma dell’ufficialità.

Clamoroso è stato il caso di “Wasteland 2“. InXile Enterteinment, durante la campagna Kickstarter, promise audacemente più versioni in altre lingue. In realtà il lavoro finì per essere compiuto da gruppi amatoriali sparsi per il mondo che partirono con grande entusiasmo e reciproca collaborazione. Nei mesi seguenti però il dialogo con gli sviluppatori andò progressivamente deteriorandosi anche a causa di carenze e sciatterie informative da parte della SH. Lo scarso supporto produsse progressive defezioni e ancor oggi, a molti mesi dal rilascio, la traduzione non è del tutto affinata e sono rimasti solo pochi addetti che, saltuariamente, procedono nei lavori con eroica cocciutaggine.
Questa vicenda ha qualche somiglianza con quella di Beamdog e l’Enhanced Edition di Baldur’s Gate. Anche qui l’onere fu assunto dagli

Allegri Buffoni,

un team amatoriale che, malgrado la sua formazione piuttosto recente, si è messo il luce per l’altissima qualità dei suoi lavori.

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Sebbene, anche qui, il committente abbia esercitato qualche comportamento discutibile, la collaborazione è continuata con la nuova edizione di “Icewind Dale: Enhanced Edition”. Il risultato è che oggi possiamo finalmente godere di queste pietre miliari senza sobbalzare per gli svarioni presenti nelle edizioni originali. Se teniamo conto anche della loro collaborazione all’ultima traduzione del già citato “Il Tempio del Male Elementale” possiamo tranquillamente affermare che la loro sola presenza è già una garanzia di futuri successi. Mentre scriviamo sono impegnati alla revisione della versione italiana di quel “Pillars of Eternity” di cui già vi abbiamo parlato e che questa banda di perfezionisti non ha reputato degna della caratura del gioco.
Altro astro nascente è lo

Sciarada Team

Il coordinatore Chantalion si era già misurato in solitaria con la traduzione di “Nehrim”, la mitica ed enorme total conversion per “TES IV: Oblivion” col quale il gruppo amatoriale tedesco SureAi guadagnò meritatamente il premio “Mod dell’Anno” nel 2010. Recentemente la loro traduzione di “Divinity: Original Sin” è addirittura diventata quella ufficiale e Larian Studio stessa ha espresso loro affetto e ammirazione.

Il loro prossimo impegno è la “Enhanced Edition” del gioco e la fatica si prospetta almeno pari a quella precedente vista l’enorme mole di stringhe modificate, l’esoterico stile dei Larian nella formattazione dei loro testi e i comportamenti simpaticamente incoscienti della SH belga.

Un destino un po’ più incerto è quello di “Age of Decadence”, l’atteso RPG di Iron Tower Studio che tutti aspettiamo anche per verificare se il mitico Vince D. Weller sarà in grado di mettere in pratica tutti gli insegnamenti e le critiche feroci che ha elargito in tanti anni su “come deve essere un RPG”. Malgrado gli aggiornamenti nel Sito Ufficiale il progetto è ormai avvolto dalla surreale coltre nebbiosa tipica del vaporware. Probabilmente, anche il team italiano che si era offerto con entusiasmo di collaborare ha gettato la spugna visto che non dà più notizie da molto tempo.

Infine, un caso anomalo quanto interessante è quello relativo al doppiaggio in italiano di “Addio Deponia

il capitolo conclusivo della celebrata Saga di Avventure Grafiche di Daedalic Enterteinment. Il gioco sarebbe stato comunque pubblicato in Italia almeno sottotitolato nella nostra lingua. Però, visto che i capitoli precedenti erano stati splendidamente doppiati da FX Interactive, era stata lanciata una singolare campagna di crowdfunding per coprire parte degli altissimi costi dell’operazione. Malgrado lo scetticismo diffuso, la campagna ha avuto un esito trionfale, tanto che ne è stata creata un’appendice per promuovere il doppiaggio in italiano di “Silence: The Whispered World 2”, l’attesissimo seguito di una delle più suggestive e toccanti Avventure Grafiche di questo millennio.
Anche questa campagna è andata rapidamente in porto. I videogiocatori italiani hanno così dimostrato la loro disponibilità ad aprire il portafoglio quando viene promessa una localizzazione eseguita con tutti i crismi del caso.

Un’ultima considerazione: per molto tempo ancora avremo comunque bisogno della capacità e competenza di chi, gratuitamente o dietro compenso, si industrierà a renderci intelligibili testi che ci sconcertano per la loro oscurità. I supercomputer traduttori, di cui si favoleggia da decenni, difficilmente acquisteranno mai la sensibilità di percepire e rendere tutte le sfumature.

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